Chávez e Fidel, battitori della storia

 

 

22 gennaio 2013 - El diablo ilustrado Fidel Díaz Castro www.granma.cu

 

 

Non credo che ci sia un altro scherzo più forte fatto da un Capo di Stato a un altro.  È vero che in questo caso è stato più quello fatto da un padre a un figlio giocando, e di un gioco si trattava.

 

Il 18 gennaio 1999 nello Stadio Latinoamericano, Fidel e Chávez avevano accordato di realizzare una partita di veterani del baseball tra Cuba e Venezuela.

 

Ricordo che c’erano più di 45000 persone quella notte con il Latino zeppo, e dovetti sedermi nel giardino destro, quasi al termine del campo. Per fortuna portavo un binocolo, anche se, comunque, la home mi stava ad almeno 500 piedi.

 

Fidel dirigeva la squadra di Cuba e Chávez era il lanciatore del Venezuela.

 

Dopo che occuparono il terreno e l’applauso iniziale, il pubblico cominciò i suoi commenti e tutti cercavamo d’identificare le nostre glorie del baseball, ma non ci si riusciva... Logicamente qualcuno aveva la pancia, altri erano stranamente barbuti, ma irriconoscibili. Il mormorio cresceva di fronte allo stupore: com’era possibile che tutti quei tifosi appassionati non riuscissero ad identificare i loro idoli?

 

Presto si videro giocate poco credibili, con riflessi e movimenti poco ‘adatti’ a quei veterani, con quei pancioni, che colpivano la palla molto agilmente e davano mazzate come dei peloteros in piena forma.

 

Cominciarono i sospetti, le risate tra il pubblico. Qualcuno credeva di riconoscere giocatori della squadra nazionale in attivo. Molti non osavamo credere a un montaggio teatrale simile! Credo che fu Chávez che quando gli imposero un colpo che raggiunse la prima base riconobbe Orestes Kindelán.

 

Molti non capivamo che cosa stava succedendo: Chávez faceta gesti, rideva, protestava, faceva segnali agli arbitri…

 

Alcuni cominciavano a capire, ma era difficile accettare l’idea che Fidel avesse armato quello spettacolo! E invece sì! Aveva riunito in segreto le stelle del nostro baseball - la pelota - e aveva cercato truccatori professionisti per ‘caratterizzare’ i Pacheco, Kindelán, Germán… con pance, barbe ed anche rughe posticce e li aveva presentati come ‘veterani’.

 

Non ricordo come terminò il gioco; vinse Cuba è chiaro e sicuramente qualche venezuelano - loro sì che erano glorie ritirate – non avrà apprezzato troppo lo scherzo.

 

Hugo Chávez, con il suo spirito da gran compagno- rideva nelle sue dichiarazioni, mentre diceva che Fidel gli aveva teso una trappola, perchè non gli piace perdere... poi ci fu una partita sul serio, ma quel fatto è restato uno scherzo tra grandi amici, un gesto d’estrema fiducia di uno nell’altro e, chiaro, anche tra i due popoli.

 

Un fatto completamente inedito nella storia, almeno con quelle dimensioni, con uno stadio strapieno e la trasmissione dal vivo per televisione.

 

Quello scherzo resterà l’abbraccio più stretto di questi due uomini, con un grande senso dell’ umorismo e un’amicizia senza frontiere.

 

Il 18 gennaio si sono compiuti 14 anni da quell’indimenticabile gioco e da quello scherzo colossale, da quelle ore molto divertenti in cui giocarono come avversari, cubani e venezuelani.

 

Chávez ora è in convalescenza dopo la sua delicata operazione e Fidel lo visita continuamente, vegliando il ristabilimento di chi è nel campionato della storia latino americana, il quarto lanciatore della sua stessa squadra.