Martí e Rubén Darío:

 

l’essenza latinoamericana
Martí chiamò ‘figlio’ il poeta nicaraguese

 

 

24.1.13 - www.granma.cu

 

 

“Oh Maestro, che hai fatto!”, esclamò Rubén Darío quando seppe della morte di Martí nel suo primo combattimento nella guerra che aveva convocato e organizzato e alla quale si era incorporato, pur non essendo un guerrigliero.

 

La sua etica fu la ragione alla radice della tragedia e lo portò a combattere anche su quel terreno.

 

Due espressioni di una stessa forma d’intendere l’urgenza di prevenire la smania espansionista degli Stati Uniti, si distinguono nell’opera del cubano José Martí e del nicaraguense Rubén Darío.

 

Il mese di gennaio convoca a ricordare questi due grandi della mistica latinoamericana, sia per i loro scritti, come per la chiarezza del loro pensiero sulla necessità di rivendicare il valore contenuto tra il fiume Bravo alla Patagonia.

 

Martí, testimone e cronista dell’epoca, dotato di un senso dell’etica ammirabile, conobbe da vicino i doppi giochi imperiali e intuì l’interesse geopolitico camuffato dai discorsi d’integrazione degli Stati Uniti sull’America Latina e i Carabi.

 

Darío non fu da meno, forse sentì le influenze delle idee di Martí, nel mezzo della congiuntura in cui gli toccò vivere, che lo convinsero della necessità dell’unità latinoamericana di fronte alle minacce del nord, e a questo dedicò buona parte del suo lavoro letterario