La funzione essenziale dell’Università


Frammento del discorso di Che Guevara

nell’Università Centrale di Las Villas

 

 

8.11.13 - Frammento dal libro “Il ritorno” di  Orihuela Aldama e Isidrón del Valle, edizione della Capitan San Luis

 

 

(...) “Una volta promisi agli allievi di questo centro che avrei parlato delle miei dee sulla funzione dell’università. Il lavoro e un mucchio di motivazioni mi hanno impedito di farlo, ma oggi posso mantenere la promessa e in più nella condizione di Dottore Honoris Causae. Ma prima di tutto, che cosa vorrei dire sull’università, sulla sua funzione essenziale, sulla sua vita in questa Cuba nuova?  

 

Voglio dire che di deve dipingere di nero e di mulatto, di operaio e di contadino e soprattutto di popolo, perchè l’università non è patrimonio di nessuno, appartiene al popolo di Cuba e se questo popolo oggi sta qui e i suoi rappresentanti si trovano in tutti i posti del governo e si è sollevato in armi ed ha rotto le dighe della reazione, non è stato perchè quelle dighe non erano elastiche. Non hanno avuto l’intelligenza primordiale di essere elastici per frenare con l’elasticità l’impulso del popolo, il popolo che ha trionfato, che è compiaciuto del suo trionfo, che conosce la sua forza e sa d’essere trascinante, che oggi è alle porte dell’università. L’università deve essere flessibile e dipingersi di nero e di mulatto, d’operaio e di contadino o rimarrà senza porte perchè il popolo le abbatterà e dipingerà l’università con i colori che vorrà”.

 

(...) “ed è logico, non sto certo pensando d’esigere ai signori professori e ai signori studenti attuali dell’Università Centrale di Las Vllas di realizzare il miracolo di far sì che le masse operaie e contadine entrino nell’università... si deve percorrere un lungo cammino, si deve sviluppare un processo che voi tutti avete vissuto, con lunghi anni di studi preparatori. Io chiedo però,  avvantaggiato dalla mia piccola storia di rivoluzionario e di comandante ribelle che gli studenti dell’Università Centrale di Las Villas di oggi si convincano che lo studio non è patrimonio di nessuno, che la Casa degli Studi dove realizzate il vostro impegno non è patrimonio di nessuno, ma appartiene al popolo intero di Cuba e, o la si darà al popolo, o il popolo la prenderà. Forse perchè ho cominciato questo viavai della mia carriera come medico, come membro della classe media, come universitario che aveva le stese aspirazioni, gli stessi orizzonti della giovinezza che voi avete e forse perchè sono cambiato nel corso della lotta e mi sono convinto delle necessità imperiosa della rivoluzione e della giustizia immensa della causa del popolo, per questo vorrei che oggi voi, i padroni dell’università, la consegnaste al popolo. Non lo dico come minaccia perchè  sarebbe un altro esempio tra i tanti che si vedono oggi a Cuba.

 

I padroni dell’Università Centrale di Las Villas, gli studenti la danno al popolo, rappresentati dal suo governo rivoluzionario. Signori professori, colleghi, vorrei dirvi qualsiasi cosa di simile, che si deve dipingere di nero e di mulatto, di operaio e di contadino, che si deve andare dal popolo, vibrare con il popolo e che questo è necessario in tutta Cuba. 

 

Quando questo avverrà nessuno avrà perduto, ma tutti avremo vinto e Cuba potrà continuare la sua marcia verso il futuro con un passo vigoroso e non dovrà includere nel chiostro questo medico, comandante, presidente di una banca e oggi professore di pedagogia che vi dice arrivederci.”