Cultura

 

 

Ismael Serrano a L’Avana
 

 

Un privilegio che meritava

 

più spettatori

 

 

7.06.2013 -   www.granma.cu

 

 

Ismael Serrano ha cantato per la prima volta a Cuba. Senza pubblicità praticamente, in un teatro caldo, ma troppo piccolo per tanta opera. Il cantautore ci ha portato la sua musica e la sua grande poesia, ha sgranato aneddoti suggestivi,  divertenti, riflessivi e si è guadagnato  il privilegiato pubblico che è riuscito a conquistare una delle scarse poltrone dell’Auditorium del Museo delle Belle Arti.

 

Fuori, sotto la pioggia, moltissime persone, molto deluse, hanno perso uno spettacolo memorabile.

 

Per circa tre ore, il noto cantautore, catalogato come una delle figure più importanti della musica spagnola di questo secolo, ha creato un’empatia favolosa con gli spettatori -  molti erano giovani – ed ha cantato canzoni di tutto il suo repertorio,  ha fustigato la crisi economica del suo paese e le sue sequele sociali, ha parlato di tempi d’incertezza, ma anche di speranza e ci ha avvicinato coi suoi testi  agli indignati,  ed ha anche evocato  tutto quello che deve a Cuba nelle sue influenze.

 

Intimo,  con una scenografia di tenui e semplici luci, con la compagnia delle sue chitarre e la complicità musicale del tastierista Jacob Sureda, Ismael ha emozionato con i suoi riferimenti nelle canzoni al Che, a Silvio, a Victor Jara e ci ha fatto sciogliere con i suoi sospiri all’amore, al disamore, alla solitudine, al desiderio di vivere.

 

Senza conoscere i dettagli dell’organizzazione si può dichiarare senza dubbio che meritava di più, I giornalisti non avvisati non hanno scritto di lui, che ha offerto una conferenza stampa al suo arrivo a L’Avana.

 

Uno spettacolo di questa importanza meritava almeno la Sala Avellaneda del Teatro Nazionale.