Il carcere di Guantánamo

 

compie 11 tristi anni

 

 

 12.01.2013 -  Telesur www.granma.cu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prigione di Guantanamo in cifre

 

19.01 - I prigionieri nella base navale degli Stati Uniti a Guantanamo, territorio illegalmente occupato a Cuba, compiono undici anni dai primi trasferimenti a questo centro di detenzione nella cornice della discussa guerra contro il terrorismo.

Dati ufficiali raccolti dall’organizzazione Amnesty International affermano che dei 779 detenuti che sono stati reclusi, la maggioranza di questi sono arrivati senza nessuna accusa, e non hanno avuto un giudizio penale, informa il quotidiano Granma.

Circa 600 sono stati trasferiti da Guantanamo ad altri paesi dal 2002, secondo le autorità statunitensi, e di 166 che restano, quasi la metà sono cittadini yemeniti.

Circa 12 persone recluse a Guantanamo sono arrivate alla base quando non avevano ancora 18 anni di età.

Nel settembre del 2012, le autorità hanno reso pubblica una lista di 55 prigionieri che sono ancora reclusi, benché fossero stati autorizzati al trasferimento.

Una sentenza emessa da un tribunale federale degli USA in ottobre dell’anno anteriore ha identificato che il 56% degli imprigionati ha un’autorizzazione per essere trasferito fuori dalla base.

A Guantanamo hanno recluso centinaia di persone per essere presunti talebani benché le loro detenzioni fossero arbitrarie, inoltre la maggioranza di questi sono stati sottomessi a maltrattamenti fisici, torture fisiche e psicologiche, con una totale violazione dei loro diritti umani.

Il carcere di Guantánamo, generatore di una grande polemica mondiale per le denunce che ricadono su questa installazione per le violazioni dei diritti umani, ha compiuto ieri venerdì 11 anni di esistenza da quando ha cominciato a funzionare. Inoltre sono passati quattro anni da quando il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha promesso che lo chiuderà.

 

Nella prigione, installata in una base militare degli Stati Uniti in Cuba, ci sono 166 detenuti, 55 dei quali dichiarati “liberabili” dalle autorità degli USA.

 

Solo nove dei 779 prigionieri che sono passati per questo carcere, sono stati condannati o processati dalla Giustizia, e le diverse organizzazioni sociali sostengono che la prigione invece di rinforzarla, indebolisce la sicurezza dell’Isola di Cuba.

 

Nel 2009, quando Barack Obama fu eletto la prima volt,a ordinò la chiusura della prigione, indicando che la considerava una macchia per l’immagine degli Stati Uniti.

 

Quando mancano dieci giorni all’inizio del suo secondo mandato, la prigione resta vigente e attiva e questo amplia la catena di critiche verso il governante nordamericano.

 

“Quando è giunto al potere la prima volta, c’è stata la crisi finanziaria con la riforma delle assicurazioni sulla salute, al disopra delle priorità (...) Oggi, quattro anni dopo, lui ha il precipizio fiscale, la riforma della legge sulle armi e su quella dell’immigrazione, al disopra del problema dei detenuti, nella sua lista per il secondo mandato”, ha indicato l’ex procuratore generale capo di Guantánamo, Morris Davis.

 

Una stima dell’amministrazione Obama, assicura che un detenuto a Guantánamo ha un costo di 800.000 dollari l’anno, mentre la detenzione in una prigione d’alta sicurezza negli Stati Uniti costa 34600 dollari, dice una rapporto recente del Congresso.

 

Nonostante le proteste all’unanimità delle organizzazioni di difesa dei diritti umani, che indicano che nel recinto si praticano torture, Obama ha terminato il suo primo periodo presidenziale di quattro anni nella Casa Bianca, firmando una legge di bilancio per la Difesa, senza precisare cosa si farà con la prigione.