Questioni d'affari?

 

 

1.08.2013 - Iroel Sanchez pubblicato in Cubahora http://lapupilainsomne.wordpress.com

 

 

Come ha fatto nella guerra del Vietnam, inviando negri e latini come carne da cannone, gli Stati Uniti continuano ad incaricare i suoi cittadini di seconda classe per fare il lavoro sporco.

 

Nel giugno scorso è emerso che 165 riservisti portoricani sono stati inviati alla base militare che Washington mantiene in territorio cubano illegalmente occupato in Guantanamo per agire come poliziotti carcerari.

Il carcere più costoso del mondo costa al contribuente USA circa cinquecento milioni di dollari l'anno per coprire i costi di un alto organico di oltre 800 guardie, invasivi sistemi di sorveglianza e l'alimentazione forzata di un gran numero di detenuti che sono protagonisti di successivi ed ampi scioperi della fame.

Privati del diritto più elementare, sapere ciò di cui sono accusati, ciascuno dei 166 prigionieri che rimangono nel carcere più conosciuto del mondo costano agli Stati Uniti tra i 700000 e 900000 dollari l'anno, dieci volte il costo di un detenuto in suolo USA. E per questo motivo - più che per l'ingiustizia della loro prigionia - la strana democrazia nord americana torna a preoccuparsi di loro.

Questo mercoledì, nel Senato degli Stati Uniti la legislatrice Dianne Feinstein ha detto che simile spesa "è un enorme spreco di denaro" e il vice capo della maggioranza democratica al Senato, Dick Durbin, lo ha definito "fiscalmente irresponsabile".

 

Questa è la prima udienza del Senato sul tema, dal 2008, quando la materia fu protagonista della campagna elettorale dell'allora candidato Barack Obama e questo - in un'altra delle sue promesse incompiute - promise di chiuderlo, ciò che ancora una volta é stato ripreso sotto la pressione del massiccio sciopero della fame scatenatosi nel carcere dal marzo scorso.

Per questa circostanza, Obama ha revocato, nel maggio scorso, la moratoria per trasferire i prigionieri in Yemen e ha designato l'avvocato Clifford Sloan per riprendere l'idea di chiudere il carcere.

 

Nel mese di giugno, i repubblicani della Camera dei rappresentanti hanno risposto con un disegno di legge che  impedisce gli stanziamenti di denaro al Dipartimento della Difesa per costruire o modificare le carceri del paese dove riubicare i 166  detenuti di Guantanamo. La stessa normativa, che verrà votata in entrambe le camere del Congresso quest'estate, cerca la maniera per cui il Pentagono non abbia soldi per trasferire i prigionieri ai loro paesi d'origine anche se destina 247 milioni di dollari per rimodernare il carcere.

Come quasi sempre negli USA tutto finisce in questioni di denaro, benché dietro si nascondano mostruose ingiustizie. Nel frattempo, si reclutano guardie tra i cittadini di seconda classe perché costano meno, e se provengono da una colonia, meglio.

 

Guantánamo: ¿Cuestión de negocios?

Iroel Sánchez

Como hizo en la guerra de Viet Nam, enviando negros y latinos como carne de cañón, Estados Unidos sigue encargando a sus norteamericanos de segunda hacer el trabajo sucio. El pasado junio se supo que 165 reservistas puertorriqueños fueron enviados a la Base Militar que Washington mantiene en el territorio cubano ilegalmente ocupado en Guantánamo para ejercer como policías carcelarios.
La prisión más cara del mundo le cuesta al contribuyente estadounidense cerca de quinientos millones de dólares al año para cubrir los costos de una elevada plantilla que supera los 800 guardias, invasivos sistemas de vigilancia y la alimentación forzada de una buena parte de los reclusos que protagonizan sucesivas y extensas huelgas de hambre.
Privados del derecho más elemental, saber de qué están acusados, cada uno de los 166 reos que permanecen en el penal más conocido del mundo le cuestan a Estados Unidos entre 700 000 y 900 000 dólares al año, diez veces los gastos de un reo en suelo estadounidense. Y por esa razón -más que por lo injusto de su encierro- la extraña democracia norteamericana vuelve a preocuparse por ellos.
Este miércoles, en el Senado de Estados Unidos la legisladora Dianne Feinstein dijo que semejante gasto “es un derroche masivo de dinero” y el líder adjunto de la mayoría demócrata en el Senado, Dick Durbin, lo calificó de “fiscalmente irresponsable”. Esta es la primera audiencia del Senado sobre el tema desde 2008, cuando el asunto protagonizó la campaña electoral del entonces candidato Barack Obama y este -en otra de sus promesas incumplidas- prometió cerrarlo, algo que volvió a retomar presionado por la masiva huelga de hambre desatada en el reclusorio desde marzo pasado.
Por tal circunstancia, Obama levantó en mayo pasado la moratoria para transferir a los reos a Yemen y designó al abogado Clifford Sloan para retomar la idea de cerrar la prisión. En junio, los republicanos de la Cámara de representantes respondieron con un proyecto de ley que impide asignaciones de dinero al Departamento de Defensa para construir o modificar las prisiones del país donde reubicar a los 166 reos de Guantánamo. La misma legislación, que será votada en ambas cámaras del Congreso este verano, busca que el Pentágono no tenga dinero para trasladar los prisioneros a sus países de origen aunque sí le destina 247 millones de dólares para remodelar la cárcel.
Como casi siempre en EE.UU. todo termina en cuestiones de dinero, aunque detrás de él se escondan injusticias monstruosas. Mientras tanto, se reclutan guardianes entre los ciudadanos de segunda para que cuesten menos, y si provienen de una colonia, mejor. (Publicado en CubAhora)