“Dobbiamo passare alle azioni concrete chiamando a rispondere

colui che commette  indiscipline o viola le norme di convivenza”
 

Discorso pronunciato dal Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, José  Ramón Machado Ventura, nella chiusura dell’VIII Congresso dei Comitati di Difesa della Rivoluzione

 

 

  17.09.2013 - www.granma.cu

 

 

Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri.

Compagni  rappresentanti delle delegazioni  amiche  qui presenti.

Compagne e compagni delegati e invitati:

 

La relazione centrale discussa da voi ampliamente per il suo importante contenuto dimostra ancora una volta che non sono i lunghi, e a volte noiosi e reiterativi documenti, quelli che devono precedere questi eventi. In questo si raccoglie in poche cartelle quello che interessa per discutere e impegnare la massa dei cederisti nei momenti attuali e futuri.

 

Valutando questo precedente, stimiamo di dedicare le nostre conclusioni a questi temi e ai compiti che si consolidano, che sono in processo di cambio o adeguamento, e a quelli che dobbiamo affrontare con l’immediatezza, il dinamismo e il massimo fervore  a cui ci hanno abituato l’organizzazione cederista, i suoi quadri  e militanti.

 

Percepiamo che il processo, dalla  base a questo  momento finale, ha avuto caratteristiche speciali. Ha sottolineato le questioni di contenuto, definizioni e impegni, distanziandosi da ogni formalismo e dalle promesse che nella pratica e con il passare del tempo perdevano credibilità e danneggiavano la fiducia, in particolare, dell’operato dei nostri quadri. Tutti siamo responsabili di questi precedenti e va inteso che condividiamo la critica.

 

Attualmente l’organizzazione ha contenuti più definiti e identificati con la nostra realtà e per questo è più vicino a quello che sente e pensa il nostro popolo. È precisamente questo quello che può e deve facilitare che la risposta della massa cederista sia più rapida ed efficace, se consideriamo con  tutta intenzione le condizioni di carattere materiale, quelle socio culturali di ogni luogo dove l’organizzazione di base opera.

 

I precedenti ci permettono di chiedere ad ognuno, nel suo quartiere e nel suo ambiente di contribuire ai compiti immediati e prioritari, per trovare sempre con la sua attiva partecipazione, la soluzione a questi problemi che sono propri della comunità e della sua gente.

 

Non ignoriamo la mancanza di compimento e persino  l’indolenza di  determinati responsabili nel seguire funzioni amministrative, alla ricerca di soluzioni ai problemi che colpiscono  la comunità, per lo meno per attenuarli, e non parliamo solo di dirigenti e funzionari a livello di base e intermedio, perchè può succedere anche nelle organizzazioni di massa, e perchè no, nello stesso Partito.

 

Ma è molto sano chiarire che il lavoro del quadro o del militante cederista consiste nello spiegare, ragionare e convincere in quei casi, che non sono sicuramente pochi,  in cui ci sono vere limitazioni di carattere obiettivo, dove le possibilità economiche vanno ben ponderate e ci sono problemi accumulati durante anni. 

 

La loro soluzione giungerà, ma non sempre con la rapidità che si può chiedere con tutta giustizia. Ci si deve documentare ed avere l’informazione della situazione e delle pressioni che nel campo economico il governo degli Stati Uniti ha esercitato contro il nostro popolo da più di 50 anni e rinforzato più di recente.

 

Parliamoci chiaro, non è il famoso “blablabla”, l’arma fondamentale del quadro cederista, al contrario sono il dominio e la conoscenza degli ostacoli e degli  inconvenienti per far sì che con tutta franchezza li possa trasmettere a coloro che con ragione reclamano un o un’altra soluzione.

 

I tempi sono cambiati, come i CDR e anche i compiti, perchè dopo più di 50 anni il paese, la sua gente, le condizioni necessariamente sono altre. I nuovi problemi domandano nuovi metodi e forme per affrontarli e trovare la possibile soluzione e per questo l’organizzazione si deve attualizzare.

 

Va ricordato che per raccomandazione della  Prima Conferenza Nazionale del Partito, l’organizzazione cederista  ha sviluppato un processo d’analisi e adeguamento delle sue strutture ad ha attualizzato il contenuto del lavoro dei suoi quadri, per attendere in forma differenziata i quartieri  e le comunità, dando priorità ai luoghi di maggior complessità Sociale, sotto il principio del lavoro di gruppo e di vincolo sistematico con i dirigenti di base e cederisti.

 

La struttura ha sperimentato vere modifiche, è innegabile, che facilitano lo sviluppo di una pratica del metodo adeguato e soprattutto un vero concetto di lavoro e attenzione integrale più flessibili, ma dobbiamo sempre ricordare  che una struttura per perfetta che voglia essere, non risolve tutto se in lei non sono inclusi lo stile e le condizioni personali  del quadro  o del dirigente a qualsiasi livello.

 

Questo dev’essere chiaro per tutti, e reitero: la struttura funziona se i quadri funzionano. In relazione a questo voi avete iniziato un ampio processo di rinnovo che comincia a dare frutti e va segnalata la razionalità della sua esecuzione in particolare.

Il concetto qui discusso di mantenere alcuni veterani, per il loro apporto, la loro esperienza, e altri già in età matura con giovani, la cui presenza era proporzionalmente molto diminuita, credo che sia una cosa nella quale si è avanzato nella tappa che ha preceduto il Congresso.

 

Nei quadri si compiono i precetti della politica tracciata in quanto a genere, colore della pelle ed età media. In questo senso tutto va bene.

 

Tutto questo non deve farci considerare risolto il tema dei quadri e voltare pagina, ma al contrario ci resta molto da fare, e fare è selezionare, formare, educare in maniera tale che il loro senso di vita esprima sensibilità, dinamismo patriottismo, vocazione di vincolarsi al popolo, di vivere, convivere e svolgere pienamente le responsabilità che quotidianamente si presentano ai quadri e ai funzionari e in definitiva tutto il collettivo della struttura  cederista, includendo quelle della base, i CDR e la  Zona. La continuità è la permanente attenzione a questa politica, è un dovere immediato di coloro che in una o altra forma hanno la responsabilità di  formare i quadri.

 

Una cosa molto importante, che è complemento in quello che concerne la politica dei quadri, è il movimento degli attivisti che l’organizzazione deve sviluppare, dato che il lavoro con le masse non deve ricadere solo sui quadri professionisti e necessita di forze attive che moltiplichino le idee, diano un impulso alle azioni e impegnino la partecipazione dei suoi membri.

 

I CDR rappresentano il popolo in tutte le sue dimensioni, perchè uniscono adolescenti e giovani, donne e uomini, lavoratori e donne di casa, contadini e combattenti, pensionati e ritirati. Riassumendo, sono l’espressione dell’unità del popolo e per questo ratifichiamo che si deve lavorare con tutti i vicini e soprattutto con i giovani, garantendo il ricambio, ottenendo che entrino nell’Organizzazione e sviluppino le loro idee a attività con un carattere dinamico e attraente. 

 

Il Partito continuerà ad avere nei CDR un’Organizzazione rivoluzionaria, solidale, entusiasta e creativa, che lavora con la diversità dei suoi membri,  facendo una realtà delle parole del  leader storico della Rivoluzione Cubana, il compagno  Fidel Castro Ruz,  che ha detto: “Che nel quartiere tutti i cittadini vedano il Comitato di Difesa come una organizzazione rivoluzionaria, come un’organizzazione che è disposta ad aiutare e che è disposta ad agire con tutta l’energia necessaria quando lo ordina la Rivoluzione”(fine della citazione).

 

Voglio fare un riferimento ai compiti principali che occupano il tempo dei membri dei CDR; abbiamo i tradizionali e quelli nuovi. Tra i primi va segnalata sempre la vigilanza, anche se, come si è discusso qui tra i delegati, questa non si deve  fare nello stesso modo in tutti i luoghi ed è logico che sia così. Per essere pratici e realisti dobbiamo riconoscere che siamo in un altro contesto che si differenzia molto dai momenti iniziali, quando si fondarono i CDR e anche di alcuni decenni successivi.

 

Oggi riconosciamo l’esistenza di un aumento delle indiscipline, che noi chiamiamo sociali, ma che non sono solo vincolate al comportamento individuale, dimostrando sfacciataggine, mancanza d’educazione  e di rispetto a tutte le norme di convivenza sociale, e in non pochi casi si associano a fatti che vulnerano ogni tipo di condotta, regola e disposizione legale. Voi, nel trascorso dei molteplici, coraggiosi e impegnati interventi, le avete esposte e avete assegnato i qualificativi che si meritano. 

 

Queste manifestazioni indesiderabili nel mezzo della lotta alla quale ci ha convocato il Primo  Segretario del Comitato Centrale del Partito,  Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, danneggiano non solo l’immagine del nostro popolo rivoluzionario, ma  vanno anche contro le misure che, nell’ordine di sviluppo economico e sociale, impegnano il nostro popolo nel compimento degli accordi del 6º Congresso del Partito. Ritornerò abbondantemente sul  tema in un altro momento del mio intervento.

 

Riconosciamo che il compito relazionato alla raccolta delle materie prime ha visto un cambiamento vincolato alle nuove vie e ai procedimenti che per questo fine sono stati adottati dagli organismi rettori dell’economia, ma questo non esclude in assoluto la partecipazione dei CDR, continuando a prestare un grande servizio e, cosa molto importante in questi momenti, un contributo agli impegni di igiene e risanamento, perchè evitiamo accumuli di questi materiali per tempi prolungati e in luoghi inadeguati.

 

Un’importante e insostituibile  compito è quello che garantisce le donazioni di sangue, per il significato altruista, incomparabile manifestazione di umanità, che dimostra i veri e profondi vincoli di fraternità e solidarietà del nostro popolo. Questo  impegno ammirabile lo innalza e lo fa riconoscere internazionalmente. Possiamo dire che le donazioni volontarie nate nei primi anni delle trionfo rivoluzionario sono un’imprescindibile missione dei CDR che si praticherà per sempre. 

 

Tutte le attività e le azioni dell’organizzazione cederista sono importanti, ma questa è quella che possiamo  considerare più consolidata.

 

Dobbiamo riferirci ad un nuovo compito che impegna i cederisti e che per dirlo con totale franchezza, non marcia al ritmo necessario, e mi riferisco alla costituzione  e al funzionamento dei controlli dei focus dei vettori.  Non hanno ancora avuto l’impatto sperato e riconosciamo che si è lavorato alla selezione  e preparazione degli attivisti nei quartieri, ma che non si riesce a farli funzionare con organizzazione e efficienza, e la cosa più importante è che abbiano risultati. Nessuno meglio dei membri della famiglia cederista per compiere questa missione. Dato che si tratta di qualcosa che compete ai nostri vicini, non solo evitiamo che estranei entrino nelle nostre case, ma che ci siano ripercussioni positive, perchè in questa forma il Ministero di Salute Pubblica evita d’assumere una grande quantità di persona salariate per fare quello che nessuno meglio di chi conosce l’isolato, un amico o un amica, farebbe con volontà e qualità. In questa battaglia   contiamo con fiducia che in tempi brevi perfezionerete e assumerete in pieno questa responsabilità. 

 

Le azioni ed ogni tipo di attività della massa cederista che contribuiscono alla pulizia e igiene dell’ambiente,  richiedono anche il massimo dell’attenzione ed una riposta conseguente, dato che tutti sappiamo che ci sono limiti di mezzi e di strumenti, ma determinate azioni in questa direzione si possono realizzare con una ben organizzata e produttiva mobilitazione dei vicini.

 

Un altro fattore che dobbiamo valutare è  precisamente quello della disciplina  comunitaria, per far sì che le nostre strade non divengano micro-discariche con tutte le conseguenze negative che ne derivano.

 

Compagne e Compagni:

 

Per terminare il tema  relativo al problema delle indiscipline sociali,  ci compiace molto che sia stato molto discusso, molto ben analizzato e che voi abbiate ratificato le vostre convinzioni nell’uso di tutte le energie, argomenti e ragioni per sradicare questi fenomeni negativi che non hanno nulla  a che vedere con la società che costruiamo con tanti sforzi e sacrifici.

 

Il compagno  Raúl, in forma chiara, ha richiamato tutti i cubani, il 7 luglio di quest’anno, ad analizzare in maniera pubblica la situazione che  affrontiamo in questa direzione e nella quale nessuno è esente di responsabilità e attuazione. A questo proposito, ha detto e cito: “Questa battaglia si vince solo se attiriamo la reale comprensione e mobilitazione del popolo” (fine della citazione).

 

I passi  dati dal Partito, lo Stato, le amministrazioni, la UJC e le Organizzazioni di Massa in questa battaglia  non rendono i necessari risultati e non deve stupire, considerando la complessità del fenomeno  e che molte cause che gli hanno dato origine non si risolvono dalla sera alla mattina, ed hanno messo in evidenza la necessità di ottenere la partecipazione attiva di tutti,  ognuno compiendo la parte che gli tocca, lavorando in maniera coordinata permanete e sistematica.

 

Questa non è una campagna o una cosa congiunturale,  la lotta coinvolge tutti, includendo le forze dell’Ordine Pubblico,  i Pubblici Ministeri e i Corpi d’Ispezione, tra gli altri. 

 

Siamo in un momento decisivo e si deve passare dalle riunioni e le dichiarazioni ad azioni concrete, chiamando a rispondere,  perchè lo capisca bene, chi commette indiscipline o viola le norme di convivenza. Si deve vegliare sui beni personali e collettivi, ed affrontare risolutamente le giustificazioni e la mancanza di combattività che affiorano in alcuni luoghi.   

 

Richiamo l’attenzione, per il vincolo con quanto precede, su qualcosa che merita la condanna sociale e mi riferisco al consumo e traffico di droga che, anche se è molto inferiore nel nostro paese rispetto ad altre nazioni, senza dubbio provoca un ambiente assolutamente estraneo alla amorale ed ai valori presenti nella nostra società e danneggia l’immagine della Rivoluzione.

 

Il lavoro preventivo merita priorità nella lotta contro questo flagello e l’attenzione personale alla famiglia delle persone coinvolte è imprescindibile.

 

Non ci siamo dimenticati di  menzionare  l’abnegato lavoro dei  Distaccamenti “Mirando al Mar”, per l’importanza del loro lavoro, la dedizione e il senso della Patria, che meritano un riconoscimento.

 

Per ultimo, non dare per terminato il processo "Senza tregua contro le Indiscipline Sociali"  come abbiamo detto e passare all’azione  ed anche la FMC e i CDR potrebbero ripetere il processo in quei luoghi in cui si considera che non abbiamo avanzato abbastanza.

 

Cederisti:

 

Termino con la citazione di un paragrafo del compagno Raúl, dal suo intervento nell’Assemblea Nazionale lo scorso 7 luglio, che per il suo contenuto ampio e integrale riflette e segnala anche qual è il nostro dovere,  e cito: “È tempo che i collettivi operai e contadini, gli studenti, i giovani e i maestri, i professori, i nostri intellettuali e artisti, i giornalisti,  le entità religiose, le autorità, i dirigenti e i funzionari ad ogni livello, insomma tutte le cubane e i cubani degni che costituiscono indubbiamente la maggioranza, facciano proprio il dovere di rispettare e far rispettare quello che è stabilito dalle norme civiche e dalle Leggi, disposizioni e regolamenti” (Fine della citazione).

VIVA I CDR!

VIVA FIDEL!

VIVA RAÚL!

VINCEREMO!