Cuba e la guerra mediatica
 

 

 

 

 

La Censura d'Internet

 

 

13.08.2013 - Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com/

 

 

 

 

Coloro che sfamano le loro famiglie grazie al salario che ricevono da parte del governo degli Stati Uniti non hanno altra scelta che diffamare o travisare le situazioni quotidiane che si verificano sulla più grande isola delle Antille, Cuba.
 

Come se il mondo di oggi non avesse problemi inimmaginabili e persino dentro gli Stati Uniti dove la vita non vale niente, insistono nel tentativo di fare di Cuba il centro di tutti i mali, una situazione che non è stata raggiunta nonostante le migliaia di milioni di dollari spesi, per le campagne sovversive, da mezzo secolo.
 

Su questa stessa linea tentano di far credere, a molti, che a Cuba si censura  l'accesso a Internet e omettono da che parte è davvero il divieto.
 

In primo luogo per accedere alla rete delle reti si richiede un computer: gli USA impediscono, a Cuba, di acquistarli sul suo mercato e anche di riceverli, di seconda mano, come donazioni. Le immagini dei Pastori per la Pace, ONG solidaria con il popolo cubano, parlano da sé. Alla frontiera USA con il Messico e il Canada gli spettacoli sono deprimenti, quando il personale della dogana sequestra le casse con computer usati, con destinazione Cuba. Ciò non è parte della censura yankee?
 

Oltre al già noto spionaggio condotto dalle agenzie federali di intelligence attraverso Internet, il governo degli Stati Uniti esige dai provider e amministratori delle reti, di vietare l'accesso a molti siti se la richiesta proviene da Cuba. Lo stesso vale per l'uso di satelliti nord americani; ciò non si chiama  censura?
 

E' pubblico e noto l'agire sovversivo del governo degli Stati Uniti contro la Rivoluzione cubana, migliaia di documenti ufficiali CIA ora declassificati lo confermano; la guerra psicologica applicata giornalmente contro il popolo cubano è tangibile e la creazione di siti digitali solo per Cuba lo dimostra.


Se le cose stanno così non ha il governo cubano il diritto di difendersi? non farlo sarebbe ingenuo. Le azioni intraprese contro l'Europa dell'Est, ed in particolare contro la Polonia, cercano di replicarle a Cuba ma non si rendono conto che la Rivoluzione cubana è autoctona e non importata dai carri armati sovietici.
 

Per questo motivo, il governo cubano è riuscito a eludere la censura degli Stati Uniti e ottenere l'accesso a Internet tramite altri modi e li pone al servizio di milioni di utenti mediante social network come INFOMED, CUBARTE, CITMATEL, ENET ed altri ed ha recentemente ottenuto di espandere l'accesso alla popolazione.
 

I servizi che Cuba fornisce deve pagarli in moneta convertibile ai proprietari dei satelliti ed anche alle imprese che gestiscono il recente cavo sottomarino. Tuttavia, Cuba non ha paura che il suo popolo abbia accesso a siti controrivoluzionari e che possa verificare le bugie e le distorsioni della realtà quotidiana che fanno i salariati di Miami e Washington. Ecco perché si può visitare il portale di notizie sovversive DIARIO DE CUBA, il sito ufficiale di Rosa Maria Paya Acevedo, figlia del controrivoluzionario Oswaldo Paya, i giornali nord americani e altri siti creati solo per diffamare la Rivoluzione.
 

Naturalmente tutti noi vogliamo un ingresso completo a Internet e non dover soffrire la censura quando vogliamo cercare un' informazione di interesse ed esce una scritta con l'avviso 'Non è consentito l'accesso per Cuba!'


Per la maggior parte dei cubani Internet è un modo per conoscere ed apprendere, utilizzata da professionisti, tecnici e studenti; per una minoranza é  entrare nei siti controrivoluzionari che imbruttiscono e limitano lo sviluppo, la maggior parte di coloro che lo fanno non lavorano né producono per il popolo, questa è la differenza.
 

Il resto è parte della guerra psicologica intrapresa dagli Stati Uniti contro la Rivoluzione, per mezzo della propaganda e altri mezzi d'informazione per influenzare le loro idee, sentimenti, opinioni e comportamenti, in modo che sostengano la politica e gli obiettivi, che dal 1959, sono stati tracciati per riportarci al passato capitalista, diretto dai suoi figliocci assassini come Fulgencio Batista.

 

La Censura de Internet

Los que alimentan a su familia gracias al salario que reciben del gobierno norteamericano, no les queda otro remedio que difamar o tergiversar las situaciones cotidianas que se dan en la isla mayor de las antillas, Cuba.
Como si en el mundo de hoy no hubiesen problemas inimaginables e incluso dentro de los Estados Unidos donde la vida no vale nada, se empeñan en intentar hacer de Cuba el centro de todos los males, situación que no han logrado a pesar de los miles de millones que se gastan en campañas subversivas desde hace medio siglo.
En esta misma cuerda, se empeñan en hacerle creer a muchos que en Cuba se censura el acceso a la Internet y omiten de qué lado está realmente la prohibición.
En primer lugar para acceder a la red de redes se necesita de una computadora, lo que Estados Unidos le impide comprar a Cuba en sus mercados e incluso recibirlas de 2da mano como donaciones.
Las imágenes de los Pastores Por la Paz, ONG solidaria con el pueblo cubano, hablan por sí misma. En la frontera norteamericana con México y Canadá los espectáculos son deprimentes, cuando el personal de la Aduana les quita las cajas con computadoras de uso, con destino a Cuba. ¿Eso no es parte de la censura yanqui?
Además del ya conocido espionaje que llevan a cabo las agencias federales de inteligencia a través de Internet, el gobierno norteamericano le exige a los proveedores y administradores de las redes, prohibir el acceso a muchos sitios, si la solicitud proviene de Cuba.
Lo mismo sucede con el empleo de los satélites norteamericanos, ¿no se llama eso censura?
Es público y notorio el accionar subversivo del gobierno norteamericano contra la revolución cubana, miles de documentos oficiales de la CIA ya desclasificados lo confirman; la guerra sicológica aplicada diariamente contra el pueblo cubano es tangible y la creación de sitios digitales solo para Cuba lo demuestra.

Si esto es así ¿no tiene derecho el gobierno cubano a defenderse?, no hacerlo sería ingenuo. Las acciones aplicadas contra Europa del Este y en especial contra Polonia la intentan replicar en Cuba, pero no se dan cuenta que la revolución cubana es autóctona y no importada por los tanques soviéticos.
Por tal motivo, el gobierno cubano ha logrado evadir la censura norteamericana y lograr el acceso a Internet mediante otros caminos y los pone al servicio de millones de usuarios, en redes sociales como INFOMED, CUBARTE, CITMATEL, ENET y otros más, y recientemente logró ampliar el acceso a la población.
Los servicios que Cuba presta debe pagarlos en divisas convertibles a los dueños de los satélites e incluso a las empresas que administran el recién cable submarino. No obstante, Cuba no teme a que su pueblo tenga acceso a sitios contrarrevolucionarios y que puedan comprobar las mentiras y distorsión de la realidad cotidiana que hacen los asalariados de Miami y Washington.
Es por eso que si se puede visitar el portal de noticias subversivas DIARIO DE CUBA, el sitio oficial de Rosa María Payá Acevedo, hija del contrarrevolucionario Oswaldo Payá, los diarios norteamericanos y otros sitios creados solo para difamar a la Revolución.
Por supuesto que todos queremos un ingreso pleno a Internet y no tener que sufrir la censura cuando queremos buscar una información de interés y sale un cartel con el aviso ¡No es permitido el acceso para Cuba!
Para la mayoría de los cubanos, Internet es una vía para el conocimiento y aprendizaje, empleada por profesionales, técnicos y estudiantes; para los menos es entrar en sitios contrarrevolucionarios que embrutecen y limitan el desarrollo, la mayoría de los que lo hacen no trabajan ni producen para el pueblo, esa es la diferencia.
Lo demás es parte de la guerra sicológica emprendida por los Estados Unidos contra la Revolución, por medio de la propaganda y otros medios de información para influir en sus concepciones, sentimientos, opiniones y conductas, de manera que apoyen la política y los objetivos que desde 1959 se han trazado para retrotraernos al pasado capitalista, dirigido por sus ahijados asesinos como Fulgencio Batista.