Cuba e la guerra mediatica
 

 

 

 

 

 

Per criminalizzare il movimento contro gli sfratti,

 

vincolarlo alla sinistra nazionalista basca o a Cuba

 

 

8.04.2013 - Testo di José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion traduzione Vincenzo Basile (CapítuloCubano) https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=pRKgDOnT0dE

 

 

 

 

Il movimento cittadino contro gli sfratti è diventato una spina nel fianco del Governo spagnolo del Partido Popular. Il crescente impatto e la popolarità di questo movimento lo hanno trasformato in ​bersaglio di attacchi da parte della destra politica e mediatica. E una campagna di criminalizzazione ora sta tentando di vincolarlo ad altri movimenti previamente demonizzati.

 

Uno, quello della sinistra abertzale o indipendentista dei Paesi Baschi. Alcuni giorni fa, la delegata del Governo di Madrid Cristina Cifuentes ha accusato la “Piattaforma delle persone colpite dall’Ipoteca” di essere legata ai partiti di questa corrente politica e con "gruppi pro ETA" (1). Le sue accuse sono state immediatamente appoggiate da giornali e programmi di radio e televisione della destra spagnola (2).


Un altro movimento previamente demonizzato con il quale si è cercato di collegare il movimento contro gli sfratti è quello della solidarietà con Cuba. Il 20 marzo, nella località madrilena di Alcobendas, varie persone sono stati espulse da un atto di Berta Soler, portavoce delle cosiddette Damas de Blanco, che era stato organizzato dal comune (3). Il sindaco Ignacio García de Vinuesa, del Partido Popular, ha accusato pubblicamente Rafael Romero, membro della locale “Piattaforma delle persone colpite dall’Ipoteca”, di aver "rovinato" l'atto (4).

 

Tuttavia, se esaminiamo il video dell’attività, possiamo notare che questa persona, ed anche altre, si sono limitate a chiedere all’invitata -educatamente e correttamente- se può essere considerato un modello per Cuba quello di paesi dove -ad esempio- la banca lascia in strada migliaia di famiglie. Parte del pubblico assistente, sostenitori del Partido Popular, non hanno evitato di ingiuriare e insultare queste persone mentre esponevano le loro domande. Lo stesso sindaco ha tolto la parola ad entrambi: al citato membro della piattaforma contro gli sfratti sulla base del fatto che questi stava "tenendo un comizio". E a chi ha chiesto il parere dell’invitata sul tema della corruzione in Spagna, poiché in tal caso la domanda era "estranea" al tema della conferenza.

 

In ogni caso, la portavoce delle Damas de Blanco, non solo non ha risposto a queste domande, ma è addirittura arrivata a fare un’esaltata apologia della Cuba prima della Rivoluzione, ossia, quella della dittatura di Batista, che ha descritto come un autentico “gioiello d’oro”.

 

Gli autori delle domande scomode, non solo sono stati zittiti, minacciati e insultati, ma alla fine sono stati anche espulsi dalla conferenza. Queste persone inoltre hanno denunciato a Cubainformación insulti xenofobi contro uno di essi, di origine latinoamericana, e gridi di stampo franchista.


Immediatamente, attraverso vari social network, il sindaco e altre persone legate al Partido Popular hanno accusato Rafael Romero, membro della Piattaforma delle persone colpite dall’Ipoteca, di avere “rovinato” l’atto “difendendo la dittatura di Castro a Cuba” , anche se si è limitato a fare una semplice domanda tra insulti e minacce (5).


Due giorni dopo, stranamente, la polizia locale di Alcobendas ha tentato di impedire –per la prima volta- una concentrazione della Piattaforma delle persone colpite dall’Ipoteca, convocata per chiedere affitti sociali nel comune (6).

 

E sembra che la destra spagnola non stia comprendendo bene il crescente prestigio e la popolarità del movimento cittadino contro gli sfratti. Ancor meno la sua attuale campagna, condotta con proteste pacifiche contro i politici di destra, difensori di una legislazione favorevole alle banche (7). Non c’è prova più evidente del successo di questo movimento che gli attuali tentativi di demonizzarlo e criminalizzarlo.

 

(1) http://www.elmundo.es/elmundo/2013/03/25/madrid/1364204802.html