agente antiterrorismo

 

 

Oggi, 15 anni fa, il mondo conosceva l'agente Fraile

 

 

13.08.2013 - http://percy-francisco.blogspot.it/

 

 

Correva il mese di agosto 1998 ed io senza immaginare che, oggi esattamente 15 anni fa,  il mio destino come agente della sicurezza cubana era stato deciso dalla massima dirigenza del paese. Dovevo "bruciarmi", il che significava scoprire il mio lavoro anonimo contro i gruppi terroristici con sede a Miami.

Il 13 agosto dello stesso anno ho incontrato il giornalista, stella del New York Times, Thimoty Golden, per fargli sapere parte quello che ero stato, per più di due decenni, nel mio status di agente segreto degli organi di Sicurezza dello Stato di Cuba. Erano circa le 10 del mattino ed in un ampio salone ho incontrato il detto giornalista, che si sarebbe preso lo scoop nascosto per tanto tempo. Né l'FBI, a cui si aveva fornito abbondanti informazioni, né la CIA così come altri servizi segreti, con i quali ho "collaborai" un tempo, immaginavano questa verità.

Io, tra lo stordito e il colpito da una miscela di sentimenti contrastanti, ho cominciato a rispondere alle scaltre domande. Ho detto solo quello che era necessario, altre cose rimangono ancora segreti. Una parte di me si doleva perché si considerava, ancora, di gran utilità in questo tipo di lavoro, un approccio condiviso da molti dei miei ufficiali, ma noi rispettiamo la decisione politica adottata. Quel giorno era il compleanno di Fidel.

Quel giorno segnò anche il mio destino, come persona, per sempre. Non immaginavamo che il New York Times non avrebbe mai pubblicato la grave accusa contro i terroristi di origine cubana residente a Miami. Né immaginavamo che Thimoty d'Oro, giorno dopo tradisse la sua etica professionale e rivelasse, all'FBI, l'origine e l'identità della sua fonte e s'innescassero diversi eventi che, in risposta, avrebbero portato alla cattura dei nostri Cinque Eroi. Questa é stata la giocata politica che optò la Casa Bianca. No sopportò tale umiliazione e diede la sua risposta 30 giorni dopo, il 12 settembre 1998.

Un articolo scritto da me, diversi anni fa, racconta questi fatti. Il suo nome è eloquente:
"Il “mea culpa” che il The New York Times deve ancora pronunciare", del 2 aprile 2004.
 

 

Hoy, hace 15 años, el mundo conoció al agente Fraile

 

http://percy-francisco.blogspot.it/

Corría entonces el mes de agosto de 1998 y yo, sin imaginarlo, hace hoy exactamente 15 años, mi destino como agente de la Seguridad Cubana se había decidido por la más alta dirección del país. Debía ¨quemarme¨, lo que significó, descubrir mi labor anónima frente a los grupos terroristas radicados en Miami.
El 13 de agosto de ese año me entrevisté con el periodista estrella de The Nueva York Times. Thimoty Golden, para darle a conocer parte de la que había sido, por más de dos décadas, mi condición de agente secreto de los órganos de la Seguridad del Estado de Cuba. Eran cerca de las 10 de la mañana y en un espacioso salón me encontré con el citado periodista, quien se llevaría la primicia ocultada durante tanto tiempo. Ni el FBI, al que se había brindado abundante información, ni la CIA, así como otros servicios de inteligencia, con los que ¨colaboré¨ un tiempo, imaginaban esta verdad.
Yo, entre aturdido y afectado por una mezcla de encontrados sentimientos, comencé a responder el sagaz interrogatorio. Le respondí solo lo que era necesario, otras cosas aún permanecen en secreto. Una parte de mí se dolía pues me consideraba aún de gran utilidad en este tipo de trabajo, criterio compartido por muchos de mis oficiales, pero respetamos la decisión política adoptada. Ese día era el cumpleaños de Fidel.
Ese día también marcó mi destino como persona para siempre. No imaginábamos que el The Nueva York Times nunca publicaría la grave acusación contra los terroristas de origen cubano radicados en Miami. Tampoco imaginamos que Thimoty Golden, días después, traicionara su ética profesional y descubriera al FBI el origen e identidad de su fuente y se desencadenarían varios acontecimientos que, como respuesta, conllevarían a la captura de nuestros Cinco Héroes. Esa fue la jugada política por la que optó la Casa Blanca. No soportó tal humillación y dio su respuesta 30 días después, el 12 de setiembre de 1998.
Un artículo escrito por mí hace varios años narra estos hechos. Su nombre es elocuente: ¨La “mea culpa” que aún le falta reconocer al New York Times¨, fechado el 2 de abril de 2004.