contras sfigati

 

 

Quelli che non hanno appoggio
 

 

 

20.05.2013 - Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com

 

 

Con marcata orfanità, un gruppo di cubani di quelli classificati come "dissidenti" mentre risiedevano a Cuba e che sono stati ricevuti a Madrid come "rifugiati politici" nel 2011, sono appena stati violentemente cacciati dalle loro case dalla polizia spagnola.
 

Alcuni di loro sono stati arrestati, portati in tribunale e condannati a pene tra i 12 e i 18 mesi di carcere con l'accusa di aggressione ad agenti dell'autorità, resistenza e disobbedienza; due poliziotti sono stati lievemente feriti durante lo sgombero.
 

Questi stessi cubani prima erano classificati come dissidenti nelle campagne mediatiche contro Cuba e ora, che commettono gli stessi reati di quando erano residenti sull'isola, sono considerati come rivoltosi  e violatori della legge spagnola.
 

Più significativo è che in questo momento non c'è una sola denuncia, Twitter, articolo nel blog della ricca funzionaria di Washington, Yoani Sanchez, né di Elizardo Sánchez Santa Cruz, presidente della Commissione Cubana per i Diritti Umani e la Riconciliazione Nazionale, o Berta Soler, la incolta presidente delle cosiddette Dame in Bianco, e tanto meno del direttore dell'aberrazione controrivoluzionaria Estado de SATS.
 

Se l'evento fosse accaduto a L'Avana, tutti i giornali di Miami e di alcune capitali europee avrebbero già la notizia nei loro titoli, e le parole, repressione, abuso, violazione dei diritti umani, maltrattamenti e simili, intesterebbero i titoli dei giornali.
 

Un anno fa uno dei cosiddetti oppositori al servizio della Sezione di Interessi degli Stati Uniti a L'Avana, ha rotto la porta di un appartamento nel quartiere Alamar, proprietà di un minore, ed il clamore che hanno creato i pagati da Miami, quando la polizia ha voluto ristabilire l'ordine, è stato elevato. Subito hanno trasformato il fatto delittuoso in un caso politico e Miami ha dato copertura informativa alla crociata mediatica.
 

I "rifugiati" cubani in Spagna da anni reclamano - senza successo - l'attenzione del governo che li ha pienamente supportati mentre erano a Cuba e ancora di più sotto l'amministrazione di José María Aznar. I loro piantonamenti di fronte al Ministero degli Esteri di Madrid sono permanenti e nessun funzionario li ascolta.
 

Già si é avuto un suicidio tra loro per la mancanza di lavoro e di sostentamento per sfamare la sua famiglia ma ciò è taciuto dalla stampa, Miami non fa critiche, i contras dell'isola non lo denunciano, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani non si pronuncia e molto meno il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti
 

Questo è la morale dei salariati di Washington, la preoccupazione dei "combattenti" per i diritti umani che accusano Cuba di "abusi e detenzioni arbitrarie" ed hanno la faccia tosta di chiedere al Santo Padre la sua benedizione per coloro che "soffrono" nell'isola.


Tuttavia, per coloro che realmente stanno soffrendo la fame, freddo, penurie di ogni genere in Spagna, non ci sono premi, denaro, o propaganda loro favore.
 

Le loro grida di aiuto nessuno le ascolta, in ultima analisi sono già in piena "libertà e democrazia".

 

 

Los que no tienen apoyo

Arthur Gónzalez

Con marcada orfandad, un grupo de cubanos de los clasificados como “disidentes” mientras residían en Cuba y que fueron recibidos en Madrid como “refugiados políticos” en el año 2011, acaban de ser violentamente sacados de sus pisos por fuerzas policiales españolas.
Algunos de ellos fueron detenidos, presentados a los tribunales y sancionados a penas entre 12 y 18 meses de prisión, acusados de atentado a agentes de la autoridad, resistencia y desobediencia; dos policías resultaron lesionados de carácter leve durante el desahucio.
Estos mismos cubanos antes eran clasificados como disidentes en las campañas mediáticas contra Cuba y ahora que cometen los mismos delitos que cuando residían en la isla, son considerados como revoltosos y violadores de la Ley española.
Lo más significativo es que en estos momentos no hay una sola denuncia, Twitter, artículo en el blog de la acaudalada oficialista de Washington, Yoani Sánchez, ni de Elizardo Sánchez Santa Cruz, presidente la Comisión Cubana de Derechos Humanos y Reconciliación Nacional, ni de Berta Soler, la inculta presidenta de las llamadas Damas de Blanco, y mucho menos del director del engendro contrarrevolucionario Estado de SATS.
Si el hecho hubiese sucedido en la Habana, todos los periódicos de Miami y de algunas capitales europeas ya tuvieran la noticia en sus titulares, y las palabras, represión, abuso, violación de derechos humanos, maltrato, y otras similares, encabezarían los cintillos.

Hace un año uno de los llamados opositores al servicio de la Sección de Intereses de los Estados Unidos en la Habana, rompió la puerta de un apartamento en la barriada de Alamar, propiedad de una menor de edad, y la algarabía que formaron los asalariados de Miami cuando la policía quiso establecer el orden, fue de altura. De inmediato convirtieron el hecho delictivo en un caso político y Miami le dio seguimiento informativo a la cruzada mediática.
Los “refugiados” cubanos en España llevan años reclamando -sin lograrlo- la atención del gobierno que los apoyó totalmente mientras estaban en Cuba y más aun bajo la administración de José María Aznar. Sus plantones frente al Ministerio de Exteriores de Madrid son permanentes y ningún funcionario los escucha.
Ya tiene un suicidio entre ellos, ante la falta de trabajo y sustento para alimentar a su familia, pero esto es acallado por la prensa, Miami no hace críticas, los contrarrevolucionarios de la Isla no lo denuncian, la Comisión Interamericana de Derechos Humanos no se pronuncia y mucho menos el Departamento de Estado de los EE.UU.
Esa es la moral de los asalariados de Washington, la preocupación de los “luchadores” por los derechos humanos que acusan a Cuba de “abusos y detenciones arbitrarias” y tienen la desvergüenza de pedirle al Santo Padre su bendición para los que “sufren” en la Isla.
Sin embargo, para los que realmente están pasando hambre, frío, escaceces de todo tipo en España, no hay premios, dinero, ni propaganda a su favor.
Sus gritos de ayuda nadie los escucha, a fin de cuentas ya están en plena “libertad y democracia”.

 

 

Senza tetto in Spagna: "Io chiedo

solo di mandarmi a Cuba"

 

 

10.05.2013 - da El Pais www.cubasi.cu

http://www.cubasi.cu/cubasi-noticias-cuba-mundo-ultima-hora/item/17031-desahuciados-en-espana-%E2%80%9Cyo-solo-pido-que-me-manden-para-cuba%E2%80%9D

 

 

Gilberto Martinez, 50 anni, non ha mai pensato che nella terra promessa, che ha pensato fosse la Spagna, non trovasse lavoro e che la Polizia Nazionale lo avrebbe gettato fuori da casa sua. E martedì ha vissuto il peggior giorno della sua vita: l'essere sfrattato dalla casa dove viveva con la moglie, Ismara Sanchez 43 anni, le sue due figlie, un 15 e un'altra di 22, e il piccolo bambino di 8 anni.

"Ci ha portato il governo Zapatero per mediazione della
Chiesa  cubana, perché Fidel Castro ci ha offerto di venire in Spagna", ha assicurato Martinez. Ha poi spiegato che le era stato promesso "una casa, il lavoro e aiuti economici per cinque anni, e ora sono senza niente". L'esiliato cubano ha specificato che ha ricevuto l'aiuto di 400 € mensili dalla Croce Rossa mensile per pagare l'affitto, e altri 595 € dal Governo per comprare cibo e pagare le spese.

"Ora non abbiamo alcun aiuto, se mi dicevano a Cuba quello che mi sarebbe successo in Spagna sarei rimasto lì" ha detto il padre sfrattato, che é da due anni e due mesi in Spagna, senza trovare lavoro. "Io chiedo solo, ora, di mandarmi a Cuba", ha chiesto tra i singhiozzi. Il padre ha concluso: "Ci portarono con l'inganno, siamo in mezzo alla strada, siamo andati da un luogo ad un altro e l'unica cosa chiara è che i politici si coprono con la stessa coperta, e non risolvono nulla".


La famiglia di Martinez ha ricevuto aiuti da parte del Governo, Croce Rossa e anche dalla Caritas. Fonti del vescovado di Alicante hanno spiegato che questa famiglia ha ricevuto cibo, prodotti per la pulizia e un po' di denaro da spendere "ma non abbiamo casa per loro", hanno ammesso. La madre, Ismara Sanchez si é lamentata del fatto che non ha nessun parente o amico che possa darle alloggio da ora, e ha ricordato che lo scorso venerdì i responsabili del Patronato Municipale della Casa le hanno detto che "qualcuno della Caritas" l'avrebbe chiamato, e "ancora non hanno avuto alcuna notizia".

Con loro c'era un altro amico cubano, Juan Francisco Marimon, che è giunto in Spagna anche grazie all'accordo di collaborazione tra la Chiesa Cattolica e il go
verno  di José Rodriguez Zapatero, che ha permesso di ospitare 115 prigionieri politici e 650 parenti. Ad Alicante arrivarono cinque famiglie, tra cui quella di Marimon, che ricorda che è stato condannato a sette anni e mezzo di carcere dal regime cubano. "Noi  accedemmo a un fondo europeo per i rifugiati politici, autorizzato da Ginevra, tra noi abbiamo avuto anche qualche protetto internazionale, ma quando è arrivato al potere PP ci ha tolto tutti gli aiuti", ha denunciato questo cubana che si sente "trascurato".

Dal momento che c'é il PP ha assicurato che solo le hanno dato 1.000 € per sei mesi. "Siamo stati sfrattati perché sono terminati gli aiuti e con questo non vive nessuno", ha detto il rifugiato. Secondo queste famiglie alcuni sono andati negli Stati Uniti. "Noi non vogliamo andarci, abbiamo i nonni qui, conosciamo la lingua, ci piace, non c'è violenza in strada, ma il problema è che il ministro degli Esteri Jose Manuel Garcia Margallo, ha alimentato il fuoco e ci ha lasciato senza aiuto"
ha concluso Marimon.

 

 

Desahuciados en España: “Yo solo pido que me manden para Cuba” ( + VIDEO)


Escrito por El País

 

http://www.cubasi.cu/cubasi-noticias-cuba-mundo-ultima-hora/item/17031-desahuciados-en-espana-%E2%80%9Cyo-solo-pido-que-me-manden-para-cuba%E2%80%9D

Gilberto Martínez, de 50 años, jamás pensó que en la tierra prometida, que pensaba que era España, no encontraría trabajo y que la Policía Nacional le echaría de su casa. Y este martes vivió el peor día de su vida, al ser desahuciado del hogar en el que vivía con su esposa, Ismara Sánchez de 43 años, sus dos hijas, una de 15 y otra de 22, y el niño pequeño de 8 años.
“A nosotros nos trajo el gobierno de Zapatero por mediación de la Iglesia cubana, porque Fidel Castro nos ofreció venir a España”, aseguró Martínez. Según explicó, les prometieron “una casa, trabajo y ayudas económicas durante cinco años, y ahora estoy sin nada”. El exiliado cubano concretó que recibía una ayuda de 400 euros mensuales de Cruz Roja para pagar el alquiler, y otros 595 euros del Gobierno para comprar comida y pagar gastos.
“Ahora no tenemos ayudas de ningún tipo, si me dicen en Cuba lo que pasaba en España me hubiera quedado allí”, dijo el padre desahuciado, que lleva dos años y dos meses en España, sin encontrar trabajo. “Yo solo pido ahora que me manden para Cuba”, demandaba entre sollozos. El padre de familia concluyó: “Nos trajeron engañados, estamos en la calle, hemos ido de un sitio a otro y lo único claro es que los políticos se tapan con la misma colcha, y no arreglan nada”.
La familia de Martínez ha estado recibiendo ayudas por parte del Gobierno, de Cruz Roja e incluso de Cáritas. Fuentes del obispado en Alicante explicaron que esta familia recibió comida, productos de limpieza y algo de dinero para gastos, “pero casas para ellos no tenemos”, admitieron. La madre, Ismara Sánchez, se lamentó de que no tiene ningún familiar ni allegado que pueda darles alojamiento a partir de ahora, y recordó que el pasado viernes los responsables del Patronato Municipal de la Vivienda les dijeron que “alguien de Cáritas” les llamaría, y “aún no han tenido ninguna noticia”.
Junto a ellos estaba otro amigo cubano, Juan Francisco Marimón que llegó a España también gracias a ese acuerdo de colaboración entre la Iglesia de Cuba y el Gobierno de José Rodríguez Zapatero que permitió acoger a 115 presos políticos y 650 familiares. En Alicante recalaron cinco familias, entre ellas la de Marimón, que recuerda que estaba condenado a siete años y medio de cárcel por el régimen cubano. “Nos acogimos a un fondo europeo para refugiados políticos, autorizado por Ginebra, entre nosotros también había algunos protegidos internacionales, pero cuando llegó el PP al poder nos quitaron todas las ayudas”, denunció este cubano que se siente “desatendido”.
Desde que está el PP, aseguró que solo le han concedido 1.000 euros para seis meses. “Nos han ido desahuciando porque acabaron con las ayudas y con eso nadie vive”, relató este refugiado. Según estas familias algunos se han ido a los Estado Unidos. “Nosotros no queremos irnos, tenemos abuelos aquí, conocemos la lengua, estamos a gusto, no hay violencia en la calle, pero el problema es que el ministro de Asuntos Exteriores, José Manuel García Margallo, atizó la candela y nos dejó sin ayudas”, concluyó Marimón.