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Il suicidio più costoso della storia

 

 

01.06.2013 - Iroel Sanchez http://lapupilainsomne.wordpress.com

 

 

 

 

Nella mia adolescenza ho letto un romanzo di Samuel Feijoo intitolato 'La gira descomunal' e sono stato tentato di chiamare con quel nome questo articolo. Ma per rispetto ad un autore che quest'anno festeggia il suo centenario e la cui opera è una costante indagine nei misteri dei campi cubani ho deciso di titolarlo in un altro modo, giacché i protagonisti del tema di cui si parla qui sono, a mio parere, la negazione stessa del cubano.

La nuova politica migratoria attuata da Cuba ha avuto un successo indiscutibile, ha posto sulla difensiva vari dei pretesti di propagandistici con cui si cerca di demonizzare la Rivoluzione e ha portato alla luce le incoerenze delle legislazioni USA che per decenni hanno cercato di trasformare l'emigrazione cubana in un'arma contro  il governo che Washington cerca di rovesciare dal 1959. Tuttavia, gli Stati Uniti sono determinati a trarre vantaggio - in funzione della strategia di "cambio di regime" che sostiene contro l'isola - delle norme implementate lo scorso ​​
14 gennaio.

Nonostante le restrizioni imposte alla maggioranza dei cubani dalle ambasciate in Avana dei governi che prima di criticavano la politica migratoria cubana, un selezionato gruppo di viaggiatori ha ricevuto visti di rapit transit per partecipare, dall'estero, alle operazioni di propaganda anti cubana.

Gli scenari più lussuosi in varie città d'Europa e d'America sono stati destinati a voci che divulgano, da luoghi assolutamente controllati, la propaganda contro Cuba progettata nei laboratori di guerra psicologica di Washington. Così si pretende che un pugno di persone, amplificata dai mass media, screditino il processo di cambiamento intrapreso nell'isola sulla base di un ampio consenso popolare.

La mancanza di etica e la totale assenza di legami con il popolo di questi personaggi, è stata riconosciuta dagli stessi diplomatici statunitensi accreditati all'Avana, come mostrato nei cablo segreti del Dipartimento di Stato divulgati dall'organizzazione WikiLeaks. Lì il Capo della Sezione di Interessi degli Stati Uniti a Cuba, afferma:
 

- Molti gruppi di opposizione sono dominati da individui con alti ego che non lavorano bene in equipe;


- Le inchieste informali che abbiamo fatto tra i richiedenti il ​​visto e rifugiati dimostrano che le personalità dissidenti o i loro programmi sono praticamente sconosciuti;
 

- Quando interroghiamo i leader dissidenti sui loro programmi, non vediamo piattaforme progettate per raggiungere ampi settori della società cubana, ma piuttosto dirigere i loro maggiori sforzi ad ottenere risorse sufficienti per soddisfare le esigenze della vita quotidiana dei principali organizzatori e principali sostenitori;
 

- Se la ricerca di risorse è la loro principale preoccupazione, la seconda più importante sembra essere quella di limitare o marginare le attività degli ex alleati, al fine di riservarsi il potere e l'accesso alle scarse risorse;


- Quelli dell'isola accusano gli esiliati di Miami e Madrid di cercare di organizzare le loro azioni da lontano e di non presentare pienamente i loro  criteri ai responsabili politici a Washington;
 

- Sono molto pochi i dissenti, se c'é qualcuno, con una visione politica applicabile a un futuro governo;
 

- Anche se non lo ammetteranno, i dissidenti sono poco conosciuti a Cuba al di fuori della cerchia dei diplomatici stranieri e la stampa.

E' ovvio che è necessario rinnovare la consunta propaganda contro la Rivoluzione, in particolare in circostanza in cui - come espressione del suo prestigio internazionale - Cuba presiede la Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi
(CELAC). Non ci sono state remore al momento di generare progetti, né limiti per sperperare i soldi dei contribuenti USA verso sicuri fallimenti, presentando una "nuova" controrivoluzione.

In un contesto di crisi economica - in cui si tagliano le spese sociali - hanno pagato biglietti aerei in prima classe, alloggi in hotel a cinque stelle, dispositivi di sicurezza, consulenza di immagine, produzioni audiovisive e tour transatlantici per oltre una decina di paesi. Né si dissimulano le intenzioni di creare partiti politici e mezzi di
comunicazione "indipendenti" che, naturalmente, giustifichino ulteriori assegnazioni in denaro nei bilanci multi milionari che, ogni anno, approva il Congresso degli Stati Uniti per la sovversione contro l'Isola. La stampa USA è giunta anche a cercare di dissotterrare la campagna di menzogne ​​scatenata attorno all'incidente stradale, responsabilità di un cittadino spagnolo, che - in virtù di un accordo bilaterale - é ritornato in Spagna dopo essere stato giudicato con tutte le garanzie, come ammesso dallo stesso Console Generale del suo paese a Cuba.

Per ogni osservatore minimamente intelligente tutto questo polverone non è, come si pretende, l'espressione di una "nascente società civile", ma il tentativo di fuga in avanti davanti al fallimento delle strategie di sovversione impiegate dall'imperialismo contro la Rivoluzione, il supporto popolare al rinnovamento della società cubana, guidata dalla direzione rivoluzionaria, il discredito della controrivoluzione fabbricata da parte degli Stati Uniti e la sua evidente disconnessione sociale.

Il risultato di tali manovre è stato un vero boomerang per i loro promotori. I personaggi costruiti mediaticamente da Washington, a forza di tecnologia e denaro, non hanno potuto mostrare in nessun luogo le decine di migliaia di seguaci che dovrebbero avere, se fosse vero il protagonismo che i mass media attribuiscono ad alcuni di loro su internet. Né sono stati in grado di dare spiegazioni coerenti circa i loro legami con il governo degli Stati Uniti ampiamente dimostrati nei documenti rivelati da WikiLeaks. Per finire, i patrocinatori hanno dovuto censurare in più di un'occasione forum aperti sui social network per le numerose denunce del carattere fraudolento di questi personaggi. Non di rado, negli scenari molto controllati in cui sono stati esibiti queste marionette sono state violentemente escluse persone che hanno voluto esprimere, in modo civile, qualche idea discrepante dalle loro menzogne ​​sulla realtà di Cuba, o hanno fatto una domanda scomoda sui loro legami con la Sezione di Interessi degli Stati Uniti all'Avana.

I più recalcitranti dell' ultra destra internazionale sono apparsi con questi esemplari, che non si sono nascosti per chiedere più soldi e mezzi tecnologici per le funzioni che compiono al servizio degli USA e hanno fatto appello a isolare economicamente e politicamente il paese in cui vivono, replicando il messaggio del governo che servono.

 

In Europa, i settori politici sostenitori del taglio di servizi sanitari ed educativi e dello sfratto dalle loro case le famiglie povere, sono accorsi a farsi ritrarre con questi personaggi fantocci. Paradossi stupefacenti si sono verificati quando i rappresentanti del governo svedese, strumento di Washington nella persecuzione di Julian Assange, hanno ricevuto alcuni di questi personaggi in un forum sulla libertà di Internet, mentre interi quartieri di Stoccolma bruciavano come conseguenza della protesta sociale. In Spagna, la "leader" delle Dame in Bianco, Berta Soler - lì  protetta dall'ultra reazionaria ex presidente della Comunità di Madrid, Esperanza Aguirre - ha qualificato la Cuba pre - rivoluzionaria, governata dal dittatore Batista, come "un gioiello d'oro" . A Miami, Felix Rodriguez Mendigutía , uno dei mercenari al soldo della CIA che partecipò all'assassinio del Che e nella sconfitta invasione della Baia dei Porci, ha espresso la sua ammirazione per la "cyber-dissidente" Yoani Sánchez.

La lobby anticubana del Congresso degli Stati Uniti, ossessionata dal blocco di Cuba, tra cui
Ileana Ros-Lehtinen - indimenticabile rapitrice del bimbo Elian Gonzalez - ha ricevuto e abbracciato sia Soler che la Sánchez, che ha il dubbio onore di essere la persona con il più alto numero di menzioni tra i collaboratori delle ambasciate nord americane di tutto il mondo, secondo i documenti del Dipartimento di Stato che sono stati divulgati grazie a Wikileaks.

Miami si è convertita in un palcoscenico per una delirante gara tra alcuni di questi personaggi per attirare su di sé l'attenzione della mafia annessionista lì radicata e ottenere aumenti nelle nuove assegnazioni di soldi che si sono appena comunicate, dal governo USA, per la sovversione in Cuba. La "pacifista" Soler è andata ad un tributo, con l'organizzazione terroristica 
Alpha 66.  Yoani Sánchez ha lì ricevuto, sorridente e soddisfatta, la bandiera a stelle e strisce che i cubani hanno ammainato, per sempre, il 1 gennaio 1959. Nella stessa città della Florida del Sud, il professionista dello sciopero della fame Guillermo Fariñas si é inginocchiato sulla tomba di Jorge Mas Canosa, che ha sponsorizzato, per decenni, il terrorismo che è costato più di tremila vite di cubani.

Di fronte a tale successi non rimane che ringraziare gli organizzatori di questa nuova campagna contro Cuba, per dimostrare che questo gruppo di mediocri, anti patriottici e mercenari, è ciò su cui conta Washington per rovesciare la Rivoluzione cubana. Grazie per aver reso chiaro agli occhi del mondo una enorme truffa che da ora in poi è innegabile. Lungi dal contribuire a ritagliarsi un futuro politico, la controrivoluzione cubana - se mai è esistita - é stata protagonista di quello che potrebbe essere il suicidio più costoso della storia.

 

 

El suicidio más caro de la historia

Iroel Sánchez http://lapupilainsomne.wordpress.com


En mi adolescencia leí una novela de Samuel Feijóo titulada La gira descomunal y estuve tentado a llamar con ese nombre este artículo. Pero por respeto a un autor que este año cumple su centenario cuya obra es una indagación constante en los misterios de los campos cubanos decidí titularlo de otra manera, ya que los protagonistas del tema del que hablo aquí son, a mi juicio, la negación misma de la cubanía.
La nueva política migratoria implementada por Cuba ha tenido un éxito indiscutible, puso a la defensiva varios de los pretextos propagandísticos con que se intenta demonizar la Revolución y sacó a la luz las incoherencias de las legislaciones estadounidenses que durante décadas han buscando convertir la emigración cubana en un arma contra el gobierno que Washington intenta derrocar desde 1959. Sin embargo, Estados Unidos se ha empeñado en aprovechar -en función de la estrategia de “cambio de régimen” que impulsa contra la Isla- las regulaciones implementadas el pasado 14 de enero.
A pesar de las restricciones impuestas a la mayoría de los cubanos por las embajadas en La Habana de gobiernos que antes criticaban la política migratoria cubana, un selecto grupo de viajeros ha recibido visas rapit transit para participar, desde el exterior, en las operaciones de propaganda anticubana.

Los escenarios más lujosos en diversas ciudades de Europa y América se han destinado a voces que divulguen, desde espacios absolutamente controlados, la propaganda contra Cuba diseñada en los laboratorios de guerra sicológica de Washington. Así se pretende que un puñado de personas, amplificadas por grandes medios de comunicación, desacrediten el proceso de cambios emprendido en la Isla sobre la base de un amplio consenso popular.
La carencia de ética y la ausencia total de vínculos con el pueblo de estos personajes, ha sido reconocida por los propios diplomáticos norteamericanos acreditados en la capital cubana, como se muestra en los cables secretos del Departamento de Estado divulgados por la organización Wikileaks. Allí, el Jefe de la Sección de Intereses de Estados Unidos en Cuba, afirma:
- Muchos grupos de oposición son dominados por individuos con encumbrados egos que no trabajan bien en equipo
- Las encuestas informales que hemos hecho entre solicitantes de visas y refugiados muestran que las personalidades disidentes o sus agendas son prácticamente desconocidas
- Cuando cuestionamos a los líderes disidentes sobre sus programas, no vemos plataformas diseñadas para llegar a amplios sectores de la sociedad cubana, sino que más bien dirigen sus mayores esfuerzos a obtener recursos suficientes para solventar las necesidades del día a día de los principales organizadores y sus seguidores claves
- Si bien la búsqueda de recursos es su principal preocupación, la segunda más importante parece ser limitar o marginar las actividades de sus antiguos aliados de manera de reservarse el poder y el acceso a los escasos recursos
- Los de la isla acusan a los exiliados de Miami y Madrid de tratar de organizar sus acciones desde lejos y de no presentar cabalmente sus criterios ante los artífices de política de Washington
- Son muy pocos los disidentes, si es que hay alguno, con una visión política aplicable a un gobierno futuro
- Pese a que no lo admitirían, los disidentes son poco conocidos en Cuba fuera del círculo de los diplomáticos extranjeros y la prensa
Es obvio que se necesita renovar la desgastada propaganda contra la Revolución, particularmente en circunstancias en que –como expresión de su prestigio internacional- Cuba preside la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC). No ha habido escrúpulos a la hora de generar proyectos, ni límites para despilfarrar el dinero de los contribuyentes norteamericanos hacia seguros fracasos, presentando una “nueva” contrarrevolución.
En un contexto de crisis económica -en que se recortan gastos sociales-, se han costeado pasajes aéreos en primera clase, alojamientos en hoteles cinco estrellas, salones de lujo, dispositivos de seguridad, asesoría de imagen, producciones audiovisuales y giras transatlánticas por más de una decena de países. Tampoco se disimulan las intenciones de crear partidos políticos y medios de comunicación “independientes” que, por supuesto, justifiquen nuevas asignaciones de dinero en los presupuestos multimillonarios que aprueba el Congreso de estadounidense cada año para la subversión contra la Isla. La prensa norteamericana llegó incluso a intentar desenterrar la campaña de mentiras desatada alrededor del accidente de tránsito, responsabilidad de un ciudadano español, quien –en cumplimiento de un acuerdo bilateral- regresó a España tras ser juzgado con todas las garantías, según reconoció el propio Cónsul General de su país en Cuba.
Para cualquier observador mínimamente inteligente toda esta alharaca no es, como se pretende, la expresión de una “naciente sociedad civil”, sino el intento de huir hacia delante ante el fracaso de las estrategias de subversión empleadas por el imperialismo contra la Revolución, el apoyo popular a la renovación de la sociedad cubana, impulsada por el liderazgo revolucionario, el descrédito de la contrarrevolución fabricada por Estados Unidos y su evidente desconexión social.
El resultado de tales maniobras ha sido un verdadero boomerang para sus promotores. Los personajes construidos mediáticamente por Washington, a fuerza de tecnología y dinero, no han podido mostrar en ninguna parte las decenas de miles de seguidores que deberían tener, de ser cierto el protagonismo que los grandes medios de comunicación atribuyen a algunos de ellos en Internet. Tampoco han podido dar explicaciones coherentes acerca de sus vínculos con el gobierno norteamericano, demostrados ampliamente en los documentos revelados por Wikileaks. Para colmo, sus patrocinadores han tenido que censurar en más de una ocasión foros abiertos en las redes sociales ante las numerosas denuncias del carácter fraudulento de estos personajes. No pocas veces, de los muy controlados escenarios donde han sido exhibidas estas marionetas han sido excluidas violentamente personas que han querido expresar, de manera civilizada, alguna idea discrepante de sus mentiras sobre la realidad cubana, o han realizado una pregunta incómoda sobre sus vínculos con la Sección de Intereses de Estados Unidos en La Habana.
Lo más recalcitrante de la ultraderecha internacional se ha exhibido junto a estos especímenes, que no se han ocultado para pedir más dinero y medios tecnológicos para las funciones que cumplen al servicio de EE.UU. y han llamado a aislar económica y políticamente el país donde viven, replicando el mensaje del gobierno al que sirven. En Europa, los sectores políticos partidarios de recortar los servicios de salud y educación y expulsar de sus casas a familias empobrecidas, han acudido a retratarse con estos personajes de guiñol. Paradojas asombrosas han ocurrido cuando representantes del gobierno sueco, instrumento de Washington en la persecución de Julian Assange, han recibido a algunos de estos personajes en un foro sobre la libertad en Internet, mientras barrios enteros de Estocolmo ardían como consecuencia de la protesta social. En España, la “líder” de las Damas de Blanco, Berta Soler -arropada allí por la ultrarreaccionaria ex presidenta de la Comunidad de Madrid, Esperanza Aguirre- calificó la Cuba prerrevolucionaria, gobernada por el dictador Batista, como “una joya de oro”. En Miami, Félix Rodríguez Mendigutía, uno de los mercenarios a sueldo de la CIA que participó en el asesinato del Che y en la invasión derrotada en Playa Girón, expresó su admiración por la “ciberdisidente” Yoani Sánchez.
El lobby anticubano del Congreso estadounidense, obsesionado con el bloqueo a Cuba, incluyendo a Ileana Ros-Lehtinen –inolvidable secuestradora del niño Elián González- recibió y abrazó tanto a Soler como a Sánchez, quien tiene el dudoso honor de ser la persona con mayor cantidad de menciones entre los colaboradores de las Embajadas norteamericanas en todo el mundo, según los documentos del Departamento Estado que se han podido conocer gracias a Wikileaks.
Miami se convirtió en escenario para una delirante competencia entre varios de estos personajes por atraer sobre sí la atención de la mafia anexionista radicada allí y ganar incrementos en las nuevas asignaciones de dinero que se acaban de dar a conocer por el gobierno estadounidense para la subversión en Cuba. La “pacifista” Soler acudió a un homenaje junto a la organización terrorista Alpha 66. Yoani Sánchez recibió allí, sonriente y satisfecha, la bandera de las barras y las estrellas que los cubanos arriamos para siempre el 1ro de enero de 1959. En la misma ciudad del Sur de la Florida, el huelguista de hambre profesional Guillermo Fariñas se arrodilló ante la tumba de Jorge Más Canosa, quien patrocinó durante décadas el terrorismo que ha costado más de tres mil vidas de cubanos.
Ante semejantes éxitos no queda más que agradecer a los organizadores de esta nueva campaña contra Cuba, por mostrar que este grupo de mediocres, antipatrióticos y mercenarizados, es con lo que cuenta Washington para derrocar la Revolución cubana. Gracias por hacer evidente ante los ojos del mundo un fraude descomunal que de ahora en adelante resulta inocultable. Lejos de contribuir a labrarse un futuro político, la contrarrevolución cubana -si alguna vez existió- acaba de protagonizar lo que tal vez sea el suicidio más caro de la historia.