"Chapitas" a Miami?

 

 

 

24.02.2013 - Edmundo Garcia (http://www.latardesemueve.com)  http://lapupilainsomne.jovenclub.cu

 

 

Martedì scorso 19 febbraio il congressista USA Joe Garcia, recentemente eletto dal Distretto 26 della Florida, è apparso nel programma 'Mano Limpia' del canale 41 di Miami cercando di giustificare le sciocchezze della blogger Yoani Sanchez in Brasile, quando ha osato fare riferimento, con indolenza, ai Cinque lottatori antiterroristi cubani incarcerati negli Stati Uniti. A proposito dei suoi errori, il legislatore ha cercato di giustificarla con la fallacia che il governo degli Stati Uniti non doveva fare un accordo con il governo cubano sul caso di Alan Gross, perché allora nessun nord americano avrebbe potuto viaggiare per il mondo senza paura di essere rapito.

 

Joe Garcia sa molto bene e se non lo sapesse è suo lavoro informarsi che migliaia di nord americani visitano Cuba ogni anno e nessuno ha subito neanche un tentativo di sequestro. In Cuba rivoluzionaria non esiste e non esisterà il sequestro di persona. E' inspiegabile che una persona minimamente intelligente debba ricorrere alla menzogna per compiacere gli stessi che lo crocifiggono ogni giorno, criticandolo per il tipo di politica che incoraggia che per il tipo di acconciatura che usa.

 

Joe sa che i Cinque vennero nel sud della Florida per prevenire attacchi terroristici ideati in organizzazioni dell’estrema destra di Miami, proprio perché coloro che avrebbero dovuto vigilare ed interrompere queste operazioni non lo stavano facendo. I Cinque arrivarono a Miami, proprio nel momento in cui Jorge Mas Canosa, creatore della Fondazione Nazionale Cubano Americana e mentore politico di Joe Garcia, finanziava il terrorismo contro Cuba. Come lo faceva anche Pepe Hernandez, Direttore della suddetta Fondazione, amico personale del rappresentante, che ha lodato la sua elezione. Sono sicuro che il congressista ricorda che i membri della Fondazione celebrarono con una festa l’ingiusta condanna contro i Cinque, dopo aver fatto un’intensa campagna di propaganda e una gran pressione perché non si cambiasse la sede del processo. Ancora meno può dimenticare che la Fondazione Nazionale Cubano Americana, di cui faceva parte, ha pagato una pagina intera nel Miami Herald dove ha apertamente mentito dicendo che le esplosioni terroristiche avvenute a L'Avana facevano parte di una sollevazione da parte dei membri delle Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba.

 

Tornando ad Alan Gross, Joe Garcia deve essere informato che lo stesso sub contrattista accettò, nel processo, la sua responsabilità nell'introduzione di tecnologia sofisticata a Cuba al fine di promuovere un cambiamento di governo e non, come continuano a dire alcuni, per aiutare a connettersi ad Internet la comunità ebraica cubana che in realtà non ne ha bisogno perché riceve aiuto sufficiente, legale, da organizzazioni ed ebrei di tutto il mondo. Ciò è stato riconosciuto anche dalla stessa Judy Gross, moglie del sub contrattista, che per altro ha citato in giudizio la DAI, l'azienda che ha assunto Alan Gross perché introducesse questa tecnologia in Cuba e che per questo avrebbe pagato, se le cose fossero andate come volevano, una somma di circa $ 590,608.

 

Tuttavia, e con mia grande sorpresa, mercoledì 20, ore dopo aver delirato su Canale 41, lo stesso Joe Garcia ha detto alla catena Univision, nell'edizione nazionale del telegiornale delle 23 nel reportage della giornalista Lourdes del Rio, subito dopo che Ileana Ros-Lehtinen opinava contro un accordo tra Cuba e gli Stati Uniti sui Cinque e Alan Gross, il contrario di quello che aveva detto al canale 41. Lo riassumo in questa breve frase: "Sono d'accordo con la libertà di ogni nord americano nel mondo, con qualsiasi via che fosse". Penso che sia meglio: qualcosa, è qualcosa.

 

Il congressista Garcia non può salvare Yoani Sanchez dai suoi spropositi. Si può salvare solo lei stessa se smette di mentire. Non c'è nessuna ironia nel chiedere la liberazione dei Cinque lottatori antiterroristi cubani perché sono innocenti. Yoani Sanchez dovrebbe pensare che nello stesso luogo in cui si trovava il giovane Fabio di Celmo, assassinato da un esplosivo inviato da Luis Posada Carriles, poteva trovarsi suo figlio. Non c’é ironia né principio politico in Yoani Sánchez; né solidità ideologica e benché non voglio essere offensivo, ma lo devo dire: non c'è neppure intelligenza. Yoani non ha mostrato profondità, né serietà, né abilità al momento di rispondere, né fluidità di parole e neppure simpatia. Immagino che cosa devono pensare i suoi creatori; immagino la frustrazione che causa loro aver fatto un investimento così costoso per niente. E' come aver comprato uno yacht molto bello in cantiere e poi vedere come affonda in acqua quando lo varano.

 

Dicono che Yoani Sánchez si recherà in visita a Miami in aprile dove il Miami Dade College le porrà una Medaglia Presidenziale; avrà anche la possibilità di ricevere nelle sue proprie mani la medaglia "Eroi della Libertà" che le ha dato il 21 novembre 2009 il Consiglio per la Libertà di Cuba (CLC), una delle organizzazioni più ostinate di Miami. Come anche dicono, al passo che va, vincerà il titolo di *"Chapitas", in onore di tutti i Trujillistas che come Roberto Martin Perez fanno parte del CLC.

 

Ma in realtà che cosa importano tanti premi, a chi importa, a Cuba, i  titoli che vince Yoani Sanchez, a chi importa, a Cuba, ciò che può pensare il congressista degli Stati Uniti Joe Garcia.

 

*”Chapitas” era un soprannome del dittatore  domenicano Rafael Leónidas Trujillo, dovuto al suo gusto per premi e medaglie.

 

 

 

 

¿”Chapitas” en Miami?

 

Edmundo García (http://www.latardesemueve.com)

 

El pasado martes 19 de febrero el congresista norteamericano Joe García, recientemente electo por el Distrito 26 de la Florida, apareció en el programa A Mano Limpia del miamense Canal 41 tratando de justificar los dislates de la bloguera Yoani Sánchez en Brasil cuando osó referirse con desidia a Los Cinco luchadores antiterroristas cubanos prisioneros en los Estados Unidos. A propósito de sus desaciertos, el legislador trató de justificarla con la falacia de que el gobierno norteamericano no debía llegar a un trato con el gobierno cubano sobre el caso de Alan Gross porque entonces ningún norteamericano podría andar por el mundo sin el temor de ser secuestrado.

Joe García sabe muy bien, y si no lo sabe es su trabajo informarse, que miles de norteamericanos visitan Cuba cada año y ninguno ha sufrido siquiera un intento de secuestro. En la Cuba revolucionaria no existe ni existirá el secuestro. Es inexplicable que una persona mínimamente inteligente tenga que recurrir a la mentira para complacer a los mismos que lo crucifican cada día, criticándolo lo mismo por el tipo de política que promueve que por el tipo de peinado que usa.

A Joe le consta que Los Cinco vinieron al sur de la Florida para prevenir ataques terroristas fraguados en organizaciones de la extrema derecha de Miami, precisamente porque quienes debieron vigilar y abortar esas operaciones no lo estaban haciendo. Los Cinco llegaron a Miami justamente en la época en que Jorge Mas Canosa, creador de la Fundación Nacional Cubano Americana y tutor político de Joe García, financiaba el terrorismo contra Cuba. Como lo hacía también Pepe Hernández, Director de la susodicha Fundación, amigo personal del representante que elogió por lo alto su elección. Estoy seguro que el congresista recuerda que miembros de la Fundación celebraron con una fiesta la injusta condena dictada contra Los Cinco, después que hicieron una intensa campaña propagandística y una gran presión para que no se cambiara la sede del juicio. Menos aún se le puede olvidar que la Fundación Nacional Cubano Americana, a la que él pertenecía, pagó una página completa en el Miami Herald donde se mentía abiertamente diciendo que las explosiones terrorista ocurridas en La Habana eran parte de una sublevación de miembros de las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Cuba.

Volviendo a Alan Gross, Joe García debe estar informado que el propio subcontratista aceptó en el juicio su responsabilidad en la introducción de tecnología sofisticada en Cuba con el fin de promover un cambio de gobierno y no, como siguen diciendo algunos, para ayudar a conectarse a internet a la comunidad judía cubana que realmente no lo necesita porque recibe ayuda suficiente, legalizada, de organizaciones y judíos de varias partes del mundo. Todo esto lo ha reconocido también Judy Gross, esposa del subcontratista, quien por demás ha demandado a la DAI, la empresa que contrató a Alan Gross para que introdujera esa tecnología en Cuba y por lo que iba a cobrar, si las cosas se le hubieran dado como quería, una suma de aproximadamente 590,608 dólares.

No obstante y para mi sorpresa, el miércoles 20, horas después de haber disparatado en el Canal 41, el mismo Joe García dijo en la cadena UNIVISION, en la edición nacional del Noticiero de las 11.00 de la noche en reportaje de la periodista Lourdes del Río, precisamente luego de que Ileana Ros-Lehtinen se manifiesta en contra de un acuerdo entre Cuba y Estados Unidos sobre Los Cinco y Alan Gross, lo contrario de lo que le había dicho al Canal 41. Lo resumo en esta breve frase: “Estoy de acuerdo con la libertad de cualquier norteamericano en el mundo, por cualquier vía que sea”. Creo que así está mejor: algo, es algo.

El congresista García no puede salvar a Yoani Sánchez de sus desatinos. Solo puede salvarse ella misma si deja de mentir. No hay ninguna ironía en pedir la libertad de Los Cinco luchadores antiterroristas cubanos porque son inocentes. Yoani Sánchez debe pensar que en el mismo lugar donde se encontraba el joven Fabio di Celmo, muerto por un explosivo mandado a poner por Luis Posada Carriles, pudo encontrarse su hijo. No hay ironía ni hay principios políticos en Yoani Sánchez; ni solidez ideológica y aunque no quisiera ser hiriente tengo que decirlo: no hay tampoco inteligencia. Yoani no ha enseñado profundidad, ni seriedad, ni habilidad a la hora de contestar, ni fluidez de palabras, ni siquiera simpatía. Imagino lo que deben estar pensando quienes la fabricaron; supongo la frustración que les causa haber hecho una inversión tan cara por nada. Es como haber comprado un yate muy bonito en el almacén del astillero y luego contemplar cómo se hunde cuando lo tiran al agua.

Dicen que Yoani Sánchez hará una visita a Miami en abril donde el Miami Dade College le pondrá una Medalla Presidencial; también tendrá la oportunidad de recibir en sus propias manos la medalla “Héroes de la Libertad” que le otorgó el 21 de noviembre de 2009 el Consejo por la Libertad de Cuba (CLC), una de las organizaciones más recalcitrantes de Miami. Según dicen también, al paso que va, se ganará el título de “Chapitas”* en honor a todos los trujillistas que como Roberto Martín Pérez forman parte del CLC. Pero realmente qué importan tantas condecoraciones, a quién le importa en Cuba los títulos que gane Yoani Sánchez, a quién le importa en Cuba lo que pueda pensar el congresista norteamericano Joe García.

 

 

*”Chapitas” era un sobrenombre del dictador dominicano Rafael Leónidas Trujillo, debido a su gusto por los premios y condecoraciones.