Category Archives: – repressione

Perù’: epicentro dell’instabilità politica latinoamericana

di Andrea Vento 

In meno di 5 anni si sono alternati ben 6 presidenti: l’ultimo, Pedro Castillo esponente di sinistra, è stato deposto il 7 dicembre 2022 scatenando una massiccia sollevazione dei popoli originari, brutalmente repressa dal governo illegittimo dell’ex vicepresidente Dina Boluarte. Un breve excursus delle travagliate vicende politiche peruviane dalla dittatura di Fujimori alle proteste contro la repressione in atto e a favore di imminenti elezioni presidenziali e una nuovo iter costituente.

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Intervista a Luis Alejandro Bazalar, il prete che vuole diventare presidente

Geraldina Colotti

Il regime di Dina Boluarte, che sta insanguinando il Perù dopo il golpe istituzionale contro il presidente Pedro Castillo, avrebbe potuto aggiungere una vittima in più a quelle (oltre 60) che sono cadute sotto i colpi della repressione: il sacerdote diocesano Luis Alejandro Bazalar Garcia, sceso in piazza a manifestare, a fianco delle comunità indigene che protestano da tre mesi, e che ha dovuto lasciare il paese. Ora si trova in Venezuela, dove lo abbiamo incontrato.

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Cubainformacion: HRW

Human Rights Watch: difendere la repressione in nome dei diritti umani

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

Il silenzio mediatico sulla repressione poliziesca e militare in Perù, che ha già causato, in due mesi di crisi politica, più di 65 morti è scandaloso.

Se passiamo in rassegna i titoli della stampa aziendale (El País, Le Monde, CNN, Miami Herald, El Comercio, El Mundo, ecc., ecc.) difficilmente leggeremo parole come “repressione”, “regime” o “diritti umani (1) (2). Tutto si riduce a “disturbi e alterchi” dopo il “fallito autogolpe di stato” dell’ex presidente Pedro Castillo (3).

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Haiti. la guerra non dichiarata

Resumen Latinoamericano

“Haiti attraversa uno dei momenti più difficili, tragici e bui della sua storia. È in procinto di crollare sotto il peso di una crisi in gran parte fabbricata e mantenuta dalle antiche potenze coloniali schiaviste e razziste ora trasformate in potenze imperialiste. Queste ultime si avvalgono dell’efficace assistenza di collaborazionisti locali costituiti da dirigenti politici fantoccio, corrotti, criminali, mafiosi imposti da Washington e dai loro lacchè: BINUH (ufficio integrato dell’ONU ad Haiti), l’OSA, il Core Group (composto dagli ambasciatori di Germania, Brasile, Spagna, USA, Francia, Unione Europea, OSA e un rappresentante del Segretario Generale ONU) senza dimenticare gli altrettanto corrotti oligarchi, criminali che finanziano bande armate, veri terroristi al servizio di detto Core Group e in particolare di USA, Canada e Francia”.

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La Colombia “buona”

La Colombia “buona” che sterminò un partito di sinistra continuerà ad essere l'”alleato preferito” dell’Occidente?

Quando in Occidente si autoproclamano difensori dei diritti umani e dei valori democratici, con grande pomposità e suprematismo, ci sono una serie di governi o regimi, alleati occidentali, che con la loro mera esistenza annientano completamente questa narrazione. Poiché è impossibile difendere i diritti umani e i valori democratici mentre si rafforzano alleanze e vincoli commerciali, militari o politici con determinati governi o regimi. Il Marocco è uno di questi, in Nord Africa, e la Colombia è un altro di quei paesi maledetti del Sud America -o lo era fino alle ultime elezioni-.

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Repressione, controllo del pensiero e omicidi nel Perù di Dina Boluarte

Julio Zamarròn

Con le stazioni di polizia del Paese sovraffollate di detenuti, oltre 65 morti a causa della repressione, decine di dispersi e più di mezzo migliaio di feriti gravi, la situazione in Perù si fa sempre più incandescente.  Nel contesto dei cortei che si stanno svolgendo giorno dopo giorno in tutto il Paese (soprattutto nella capitale e nel sud), la polizia carica e risponde alle proteste con grande durezza. I manifestanti chiedono le dimissioni di Dina Boluarte e una nuova assemblea costituente.

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Repressione senza fine in Perù

lantidiplomatico.it

Continuano senza sosta le proteste in Perù contro il governo di Dina Boluarte, per la liberazione del presidente destituito Pedro Castillo e per la convocazione tempestiva di nuove elezioni.

Tuttavia le forti proteste popolari sino a questo momento come risposta hanno ricevuto solo repressione. Nella sola giornata di venerdì vengono segnalate decine di persone rimaste ferite a seguito di un’altra giornata di manifestazioni in Perù contro la presidente ad interim Dina Boluarte.

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Intervista esclusiva a Wilfredo Robles, legale di Pedro Castillo

Geraldina Colotti (lantidiplomatico.it)

Wilfredo Robles Rivera è l’avvocato che difende il presidente del Perù Pedro Castillo, messo in carcere dal governo “de facto” della sua vice, Dina Boluarte, che lo ha disarcionato con un “golpe istituzionale”. Una situazione rifiutata dalle proteste popolari che, dopo aver dichiarato lo sciopero generale, partendo dalle zone rurali del sud, sono arrivate a Lima. Gridano: “Dina Asesina!” e esigono “Que se vayan todos!”

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Sei comunista? le orwelliane domande di Deutsche Bank

“Sei membro del Partito Comunista Cubano o qualcuno della tua famiglia?”: la domanda di Deutsche Bank a un cliente.

Ana de la Torre

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Perù: denuncia costituzionale contro il governo Boluarte

antidiplomatico.it

In Perù impazza la repressione contro le proteste scaturite dalla destituzione del presidente Pedro Castillo e il suo successivo arresto. Qualcosa però si muove in seno al Congresso. L’esponente di Perù Libre – partito che ha proposto Castillo alla carica di presidente – Kelly Portalatino ha presentato una denuncia costituzionale contro l’intero guidato dalla presidente Dina Boluarte, nel contesto delle proteste sociali che hanno provocato 42 morti a causa della brutale repressione.

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Perù. Impazza la repressione: 17 morti a Puno

lantidiplomatico.it

In Perù infuria la repressione più brutale delle proteste scatenate dalla destituzione e il successivo arresto del presidente Pedro Castillo. Il sud del paese è in rivolta. La repressione governativa ha causato 17 morti e 30 feriti.

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Perù. Chi è José Williams, leader del congresso che ha rovesciato Pedro Castillo

Joaquín Pérez / Resumen Latinoamericano

José Williams Zapata, generale in pensione e parlamentare di un partito di estrema destra, indicato come uno dei principali istigatori per la destituzione di Petro Castillo, ora figura per succedere a Dina Boluarte alla presidenza del Perù. È accusato di violazione dei diritti umani, arricchimento illecito, legami con il narcotraffico secondo la stessa DEA statunitense.

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Perù, un banco di prova per i colpi di Stato

Telma Luzzani

Mai i colpi di Stato in America Latina hanno avuto obiettivi puramente locali. Né i dittatori del XX secolo, formatisi alla Scuola delle Americhe presso la base USA a Panama, né i golpe ibridi del XXI secolo, in cui si combinano azioni altamente complesse del potere legislativo e/o giudiziario; i media; settori economici in grado di colpire il mercato e le tradizionali forze di polizia o militari. Da Pinochet e Videla sino alle destituzioni di Dilma Roussef, Fernando Lugo, Manuel Zelaya o Evo Morales, tutti hanno l’impronta inconfondibile degli interessi geopolitici e geoeconomici di Washington. Pedro Castillo non fa eccezione.

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Perù. La guerra sporca

Gustavo Espinoza M., Resumen Latinoamericano

È noto che Dante Alighieri, nella sua opera classica poi chiamata “La Divina Commedia”, riservava il settimo girone dell’inferno ai violenti, a tutti coloro che fecero male agli altri con la forza. E riferisce che, dentro quello stesso recinto, sommergeva in un fiume di sangue ribollente e nauseabondo un certo numero di condannati, che descrisse dicendo: “Questi sono i tiranni che vissero di sangue e di rapina. Qui piangono le loro spietate colpe…”.

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Cubainformacion: Cuba, Perù e media

Cuba nello specchio mediatico… del Perù

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

In Perù sono già più di 30 i morti per la repressione della polizia e dell’esercito, dopo il golpe parlamentare che ha destituito e imprigionato il presidente Pedro Castillo (1). Esercito nelle strade, stato di emergenza (2) … Tuttavia, non leggeranno la parola “repressione” in nessuno dei titoli della grande stampa.

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