La Rivoluzione cubana ha cercato di essere se stessa, con molta difficoltà. Dopo della Zafra dei 10 Milioni dovemmo entrare nel sistema egemonico sovietico, eravamo tra i più autonomi e sebbene approfittammo delle sue conquiste non potemmo evitare difetti.
Non è stato un caso che dopo l’annuncio del ritiro di FidelCastro, nel luglio 2006, motivato dai suoi problemi di salute, il governo USA e le sue agenzie di intelligence delinearono le loro azioni per cercare di rovesciare la Rivoluzione cubana, al contempo rafforzando il lavoro sovversivo contro Hugo Rafael Chavez, in Venezuela.
La crema dell’intellettualità cubana riunita nella residenza dell’ambasciatore italiano a L’Avana ha reso omaggio a Graziella Pogolotti, mitico personaggio della cultura dell’Isola e internazionale.
Pogolotti a L’Avana è un cognome che si riferisce a molti valori diversi, dal primo quartiere operaio costruito in America Latina dal nonno Dino piemontese, di Giaveno, all’eccellente pittura futurista del padre di Graziella, Marcelo, che è stato anche un eccellente scrittore, a lei saggista, giornalista, investigatore, una grande scrittrice, Premio Nazionale di Letteratura.