America Latina, la lezione di Ho Chi Minh

di Geraldina Colotti  www.sinistrainrete.info

Il colpo di stato in Bolivia mobilita e fa discutere. Come mai si è verificato proprio nel paese latinoamericano più lodato per la sua stabilità economica e per la crescita del Pil? E perché ha potuto spiazzare e obbligare all’esilio un presidente di provata esperienza sindacale e un vicepresidente le cui analisi hanno ottenuto l’ammirazione dei marxisti latinoamericani e non solo? Che fase sta attraversando l’America Latina? Che riflessioni possiamo trarne?

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Bolivia, Paese governato da USA, neonazisti e narcos

Mision Verdad, http://aurorasito.altervista.org

Gli ultimi giorni del colpo di Stato in Bolivia dimostrano, in gran parte grazie alla mediocrità dei loro esecutori, chi cuce la tuta che copre gli interessi degli attori stranieri. Il piano suggerisce che il cambio di regime fu ispirato da schemi politici dei decenni precedenti. Sarebbe necessario risalire agli anni ’70-’80, quando i militari si addestrarono secondo la dottrina nordamericana, attaccando il potere e dedicandosi a svolgere le loro particolari attività sotto la facciata delle istituzioni statali.

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La Bolivia e la seconda guerra fredda

M.Pulgar Pinhero, Mision Verdad  http://aurorasito.altervista.org

Dal 2009, col rovesciamento del Presidente Zelaya in Honduras, i colpi di Stato venivano ripresi in America Latina. Sono tornati con una nuova confezione, riconfigurata. Come le “nuove guerre”, questi “nuovi golpe” sono più sottili, delicati; la loro esecuzione iniziale non risiede la forte violenza dei militari che usano i carri armati, attaccando i simboli del potere come parlamenti, quartier generali dei partiti politici o palazzi governativi.

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Ciego de Avila: Díaz-Canel guida la seconda visita

Ciego de Avila – Per la seconda volta in poco più di un anno, giovedì 28, è giunto nella provincia di Ciego de Ávila il Consiglio dei Ministri, guidato dal Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez. Dopo il percorso dell’ottobre del 2018, nel quale si orientarono 30 indicazioni, 22 già compiute e otto in via di soluzione, il massimo organo del Gobvrno cubano è tornato nel territorio per scambiare esperienze e risolvere quel che è necessario.

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Il Messico desidera il rafforzamento della Celac

Con il desiderio di rivitalizzare le funzioni della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), il Messico ha presentato agli ambasciatori dei paesi accreditati nell’organismo multilaterale un’agenda da sviluppare a partire dal 2020, anno nel quale assumerà la presidenza pro-tempore.

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Perché protestano?

Ángel Guerra Cabrera https://lapupilainsomne.wordpress.com

A causa dell’estensione per gran parte della geografia nostra americana delle radicali proteste sociali, a volte gigantesche, i cosiddetti esperti nei media egemonici cercano di trovarvi una spiegazione.

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Il ruolo complice dei media nel golpe in Bolivia

Verónica Zapata www.infodiez.com

Il colpo di stato civile, militare, poliziesco e clericale che si è concretato lo scorso 10 novembre in Bolivia, ha un’altra componente importante che è il mediatico, che si configura nel ruolo di media nella preparazione del terreno che ha portato al golpe e che oggi lavora per rendere invisibili e legittimare la persecuzione di dirigenti, sequestri, torture, sparizioni di persone, massacri, la sistematica violazione dei diritti umani ed il genocidio nei confronti dei popoli originari. Ciò che converte la stampa in un pezzo chiave nella trama golpista con l’obiettivo di costruire una realtà per dirimere il golpe, come è accaduto nelle dittature militari della decade del ’70 in America Latina nel quadro del Piano Condor.

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Adesso parlano i popoli

di Geraldina Colotti

Tania Diaz, vicepresidente dell’Assemblea Nazionale Costituente, si divide, instancabile, tra gli impegni istituzionali e quelli della commissione Agitazione Propaganda e Comunicazione (APC) del PSUV, dove ricopre l’incarico di vicepresidenta.

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Bolivia: autorità della sanità golpiste mentono

Autorità golpiste della Bolivia mentono qualificando come “danno” la cooperazione di Cuba in questo paese, ha dichiarato questo venerdì il ministro di Salute Pubblica dell’Isola, Josè Angel Portal Miranda, nella rete sociale Twitter.

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Bolivia, laboratorio di una nuova strategia di destabilizzazione

La stampa internazionale è cauta nel riferire quanto accade in Bolivia. Descrive il rovesciamento del presidente Evo Morales, parla di un ennesimo colpo di Stato, ma non riesce a inquadrare quel che sta davvero succedendo. Non si accorge del nascere d’una nuova forza politica, finora sconosciuta in America Latina. Secondo Thierry Meyssan, se le autorità religiose del continente non si assumeranno subito le proprie responsabilità, niente riuscirà a impedire il dilagare del caos.

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Dichiarazione Commissione Relazioni Internacionali ANPP

La Commissione per le relazioni internazionali dell’Assemblea nazionale del potere popolare esprime il suo più forte rifiuto della risoluzione comune (2019/2929 (RSP), approvata dalla maggioranza del 56% al Parlamento europeo, per le sue interferenze e il contenuto dannoso della sovranità cubana, con assoluta ignoranza della nostra realtà.

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Mariana nel sole della Patria

Mariana Grajales Cuello ha ricevuto, davanti al monumento funerario che custodisce i suoi resti nel cimitero patrimoniale Santa Ifigenia, l’omaggio per il 126º anniversario della sua scomparsa fisica, mentre il sole illuminava la scultura che la consacra come Madre della Patria e Madre Ceiba.

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II Dialogo Cuba-UE sulle Misure Coercitive Unilaterali

Il Secondo Dialogo di Cuba e l’Unione Europea sulle Misure Coercitive Unilaterali si realizzerà il 29 novembre a L’Avana, e l’Isola denuncerà i danni subiti per l’indurimento del blocco degli Stati Uniti.

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Una fabbrica di falsità

Diplomatici della Repubblica Ceca si sono prestati per fomentare con false e manipolate informazioni su Cuba, una politica di sanzioni contro l’Isola nell’Unione Europea, falsità che sono state messe a nudo dall’Ambasciatrice accreditata in Belgio, Lussemburgo e Unione Europea.

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Il Cile resiste

Alessandra Riccio – https://nostramerica.wordpress.com

Il Presidente del Cile Sebastián Piñera dichiara lo stato di guerra e la risposta corale è: “No estamos en guerra!”. Mi sorprendo ancora di sorprendermi di fronte all’indifferenza generale quando il presidente di uno stato “democratico” si dichiara in guerra contro la sua stessa gente. Sarà che ormai siamo anestetizzati da tanti movimenti di piazza, da tante rivoluzione colorate, da tante immagini di violenza e di morte da non sentirci interpellati dalla risposta dei cileni: “Non stiamo in guerra!”.

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