Venezuela vs USA

Tania Diaz: “Un conflitto contro il Venezuela destabilizzerebbe tutto il continente”

di Geraldina Colotti e Veronica Diaz

La guerra ibrida conto il Venezuela e, su più larga scala, contro il socialismo, prevede l’impiego dei media come sicari che preparano il terreno alle aggressioni. In presenza di grandi concentrazioni editoriali i cui terminali coincidono con quelli del potere economico, l’informazione si è da tempo trasformata in una merce, e il giornalista sta molto attento a non scontentare il padrone.

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Venezuela: non è solo benzina

Il valore simbolico e geopolitico delle petroliere iraniane

di Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it
 

Fortune, la prima delle cinque petroliere iraniane è arrivata in Venezuela. Gli avvertimenti in stile mafioso e le minacce degli Stati Uniti non hanno fermato il viaggio delle navi salpate dal porto di Bandar Abbas in Iran.

Qualcuno dirà: si tratta di un semplice viaggio di navi con un determinato carico, in questo caso benzina, come tanti avvengono quotidianamente nel mondo. Perché tanta enfasi?

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MINSAP

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Venezuela, il pantano di Trump

quali opzioni ha il paese per sbloccare il conflitto?

Franco Vielma https://medium.com/@misionverdad2012

Il crocevia venezuelano, delineato mediante una strategia di smantellamento del potere politico nazionale orchestrata da Washington e replicata dai suoi vassalli locali nel paese, è stato, in forma pericolosa, il quadro politico.

L’avvento della pandemia mondiale di Covid-19 ha radicato i fattori della politica interna. Ha confinato l’opposizione venezuelana (la sua ala dura) nelle reti sociali ed all’arringa destabilizzatrice, mediante sponsorizzazione USA, mentre il chavismo si è concentrato sull’azione di governo per affrontare la crisi sanitaria.

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Henry Reeve, capitano di brigata

Il personaggio. Antischiavista confederato, rivoluzionario cubano. A lui è intitolata la Brigata di medici cubani venuta in soccorso dell’Italia durante il momento più critico dell’emergenza Covid-19

Luciano Del Sette – il manifesto

Neppure quella volta, George W. Bush, il presidente che usava il binocolo al contrario, riuscì a vedere più in là del suo naso repubblicano e ferocemente anticomunista. Quella volta era il 30 agosto del 2005. L’Uragano Katrina aveva travolto gli States portando con sé milleottocento morti nella sola New Orleans, ridotta a un cumulo di macerie e fango.

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