Cuba: a 25 anni dall’inizio del Periodo speciale (II)

José Luis Rodríguez – http://www.cubacontemporanea.com

link alla I parte

Periodo especial- familia en bicicleta Foto: Ahmed Veláquez 22/09/1993 Publicada: R.S. 06/10/1993

Le cause di fondo che portarono alla crisi del Periodo speciale furono il crollo del socialismo in Europa e la scomparsa dell’URSS; l’inasprimento del blocco economico USA e le stesse mancanze dell’economia cubana.

Così,le ragioni che portarono allo scoppio della crisi e alla proclamazione del Periodo speciale inclusero aspetti interni ed esterni all’economia cubana. Intorno alla maggiore o minore influenza di questi aspetti è ruotata una interessante polemica  lungo questi oltre venti anni.

Lasciando da parte l’analisi della posizione di un gruppo di autori per cui l’elemento esplicativo chiave della crisi radica nelle insormontabili deficienze del modello socialista cubano, e che sostengono, in una forma o nell’altra, la transizione al capitalismo a Cuba, ci sono altre analisi in cui si attribuisce maggior peso alle difficoltà già presenti nell’economia alla fine del decennio 1980.

Inoltre, è possibile incontrare altre valutazioni che considerano il Periodo speciale, nel contesto delle carenze e inadeguatezze della costruzione del socialismo, che portarono al processo di rettifica degli errori e tendenze negative e, in quanto tale, vedono le sue cause nei fattori interni, ma con una prospettiva metodologicamente differente.

In questo senso, sicuramente degno di nota l’esistenza di elementi che mostravano la necessità d’introdurre cambi nel modello economico vigente negli anni prima del Periodo speciale, ciò che permette di parlare di gravi carenze del modello esistente. Ma questa conclusione non deve portare a che si interpreti l’improvvisa scomparsa del socialismo in Europa come un semplice approfondimento dell’esaurimento del modello precedente, né è valida posizionare l’inizio della crisi degli anni ’90 al 1985.

A questo proposito, non si può negare che con la disintegrazione del modello economico cubano esistente fino al 1990, alla scomparsa del sistema economico del socialismo su scala mondiale, si produsse un cambiamento radicale che ha attraversato l’intero sistema di riproduzione dell’economia nazionale, portando il paese ad una crisi economica e sociale di conseguenze incalcolabili.

Se prendiamo in considerazione queste osservazioni, è chiaro che nella valutazione delle cause che porteranno alla necessità di attuare il Periodo speciale, più che i guasti e gli errori interni, ebbero un peso determinante i fattori esterni.

construir_o_socialismo_00Vale la pena ricordare che l’elevata dipendenza esterna dell’economia cubana a fine degli anni ’80 era dovuto a un insieme di fattori secolari vincolati alla deformata struttura economica ereditata, la ridotta estensione territoriale e la relativa scarsità delle risorse naturali del paese, che comportavano che in un processo di sviluppo, di fronte alla richiesta di elevati volumi di macchinari e attrezzature, materie prime e combustibile, questi dovessero essere ottenuti solo attraverso il commercio estero. A questo si aggiungeva che la tecnologia disponibile, soprattutto originaria dei paesi socialisti, soffriva di un elevato indice di consumo materiale ed energetico. Così, il coefficiente importato della tra domanda interna avrebbe raggiunto un valore approssimativo del 51%, nella decade 1980.

D’altra parte, il blocco economico USA e lo squilibrio finanziario esterno in valuta convertibile portarono ad una forte livello di concentrazione del commercio estero con i paesi socialisti, come unica alternativa possibile. I paesi membri del CAME (COMECON) assorbirono il 63% delle esportazioni cubane di zucchero, il 73% di nichel e il 95% di agrumi, tra gli ingressi fondamentali, mentre le importazioni da tale fonte coprirono il 98% dei carburanti e lubrificanti, l’86% delle materie prime, il 63% dei prodotti alimentari e l’80% di macchinari e attrezzature.

Non meno importante è il fatto che -nonostante le difficoltà che hanno cominciato ad emergere nei rapporti con l’URSS e gli altri paesi socialisti a partire dal 1986- gli effetti di una ridotta, ma ancora favorevole relazione di scambio e il finanziamento compensativo ricevuto propiziarono che il reddito nazionale disponibile superasse del 28% il reddito creato durante gli anni ’80.

La brusca sparizione e senza compensazione di questi legami con i paesi socialisti creò una crisi impossibile da alleviare a breve termine, che -unito alla contrazione delle importazioni in valuta convertibile- faceva praticamente inevitabile passare ad un’economia d’emergenza sotto le premesse stabilite dal Periodo speciale nella strategia difensiva del paese.

Infine, l’ostilità USA contro Cuba aumentò notevolmente in queste circostanze, con l’obiettivo di distruggere il modello politico nel bel mezzo del Periodo speciale, incrementando ulteriormente le misure connesse al blocco economico che doveva affrontare il paese.

E dal 1988 si erano implementati nel Congresso USA un congiunto di azioni finalizzate all’obiettivo di rafforzare il blocco contro Cuba. Tra il 1989 e il 1990 si presentò l’emendamento Mack nell’organo legislativo, che era diretto a retrodatare le disposizioni del blocco a quello esiste fino al 1981, quando si autorizzò il commercio di Cuba con filiali USA presenti in paesi terzi,  al fine di vietarle nuovamente.

Anche se questo emendamento non fece ulteriori passi tra i legislatori, i suoi obiettivi furono raggiunti con l’adozione della Legge per la Democrazia a Cuba, conosciuta come Legge Torricelli, nell’ottobre 1992. Questa ha proibito, nuovamente, il commercio delle filiali delle società USA, con sede in altri paesi, con Cuba; ha proibito alle navi che entrano in porti cubani, per scopi commerciali, di toccare porti USA o nei suoi possedimenti durante i 180 giorni successivi da quando hanno lasciato il porto cubano, e stabilì sanzionare i paesi che forniscono assistenza a Cuba, secondo le penalità ai sensi della Legge del Commercio con il Nemico.

Dato questo insieme di circostanze avverse, è opportuno esaminare i fattori che potenzialmente consentiranno di affrontare le sfide del Periodo speciale.

(Continua)

* L’autore è un consulente del Centro di Ricerca sull’Economia Mondiale.

* Questo lavoro si basa sul capitolo II del libro Il Periodo Speciale a Cuba: la battaglia economica, in corso di pubblicazione da parte dell’autore.

link parte III

Cuba: a 25 años del inicio del Período especial (II)

 José Luis Rodríguez
 
 Las causas de fondo que llevaron a la crisis del Período especial fueron el derrumbe del socialismo en Europa y la desaparición de la URSS; el recrudecimiento del bloqueo económico de Estados Unidos y las propias insuficiencias de la economía cubana.
 
 De este modo, las razones que llevaron al estallido de la crisis y a la proclamación del Período especial incluyeron aspectos internos y externos a la economía cubana. En torno a la influencia mayor o menor de estos aspectos ha girado una interesante polémica a lo largo de más de veinte años.
 
 Dejando a un lado el análisis de la posición de un grupo de autores para los que el elemento explicativo fundamental de la crisis radica en deficiencias insalvables del modelo socialista cubano, y que abogan de una u otra forma por la transición al capitalismo en Cuba, existen otros análisis en los que se atribuye el mayor peso a las dificultades ya presentes en la economía a finales de la década de 1980.
 
 Asimismo, es posible encontrar otras valoraciones que consideran el Periodo especial en el contexto de las deficiencias e insuficiencias de la construcción del socialismo que llevaron al proceso de rectificación de errores y tendencias negativas y, como tal, ven sus causas en factores internos, pero con una perspectiva metodológicamente diferente.
 
 En este sentido, cabe señalar ciertamente la existencia de elementos que mostraban la necesidad de introducir cambios en el modelo económico vigente en los años previos al Período especial, lo que permite hablar de serias insuficiencias del modelo existente. Pero esta conclusión no debe llevar a que se interprete la desaparición abrupta del socialismo en Europa como una mera profundización del agotamiento del modelo anterior, ni resulta válido situar el inicio de la crisis de los años 90 a la altura de 1985.
 
 Al respecto, no puede obviarse que con la desintegración del modelo económico cubano existente hasta 1990, al desaparecer el sistema económico del socialismo a escala mundial, se produjo un cambio radical que abarcó por completo el sistema de reproducción de la economía nacional, lo que condujo al país a una crisis económica y social de incalculables consecuencias.
 
 Si se toman en cuenta estas observaciones, resulta evidente que en la valoración de las causales que llevarían a la necesidad de implantar el Período especial, más que las fallas y errores domésticos, tuvieron un peso determinante los factores externos.
 
 Vale la pena recordar que la elevada dependencia externa de la economía cubana a finales de los años 80 obedecía a un conjunto de factores seculares vinculados a la deformada estructura económica heredada, la reducida extensión territorial y la relativa escasez de recursos naturales del país, lo que conllevaba que en un proceso de desarrollo, ante la demanda de elevados volúmenes de maquinaria y equipos, materias primas y combustible, estos tuvieran que obtenerse únicamente a través del comercio exterior. A ello se sumaba que la tecnología disponible, mayormente originaria de los países socialistas, adolecía de un elevado índice de consumo material y energético. De tal modo, el coeficiente importado de la demanda interna alcanzaría un valor aproximado del 51% en la década de 1980.
 
 Por otro lado, el bloqueo económico norteamericano y el desequilibrio financiero externo en moneda convertible llevaron a un alto nivel de concentración del comercio exterior con los países socialistas, como única alternativa posible. Los países miembros del CAME absorbieron el 63% de las exportaciones cubanas de azúcar, el 73% de las de níquel y el 95% de las de cítricos, entre los rubros fundamentales, en tanto que en las importaciones de ese origen cubrieron el 98% de los combustibles y lubricantes, el 86% de las materias primas, el 63% de los alimentos y el 80% de maquinarias y equipos.
 
 No menos importante es el hecho de que -a pesar de las dificultades que comenzaron a surgir en las relaciones con la URSS y otros países socialistas a partir de 1986- los efectos de una reducida pero aún favorable relación de intercambio y el financiamiento compensatorio recibido propiciaron que el ingreso nacional disponible superara en un 28% al ingreso creado durante los años 80.
 
 La desaparición abrupta y sin compensación de estos vínculos con los países socialistas creó una crisis imposible de paliar a corto plazo, lo que -unido a la contracción de las importaciones en moneda convertible-, hacía prácticamente inevitable pasar a una economía de emergencia bajo las premisas establecidas para el Período especial en la estrategia defensiva del país.
 
 Por último, la hostilidad norteamericana contra Cuba aumentó notablemente en estas circunstancias, con el objetivo de destruir el modelo político en medio del Período especial, al incrementar adicionalmente las medidas asociadas al bloqueo económico que debía enfrentar el país.
 
 Ya desde 1988 se habían instrumentado en el Congreso norteamericano un conjunto de acciones con el objetivo de endurecer el bloqueo contra Cuba. Entre 1989 y 1990 se presentó la Enmienda Mack en el órgano legislativo, la cual estaba dirigida a retrotraer las disposiciones del bloqueo a lo existente hasta 1981, cuando se autorizó el comercio de Cuba con filiales norteamericanas radicadas en terceros países, con vistas a su prohibición nuevamente.
 
 Aunque esta enmienda no avanzó entre los legisladores, sus objetivos fueron alcanzados al aprobarse la Ley para la Democracia en Cuba, conocida como Ley Torricelli, en octubre de 1992. Esta prohibió nuevamente el comercio de las subsidiarias de compañías norteamericanas establecidas en otros países con Cuba; prohibió a los barcos que entraran a puertos cubanos, con propósitos comerciales, tocar puertos en Estados Unidos o en sus posesiones durante los 180 días siguientes a haber abandonado el puerto cubano, y estableció sanciones a los países que brindaran asistencia a Cuba, según las penalidades previstas en la Ley de Comercio con el Enemigo.
 
 Ante este conjunto de circunstancias adversas, es conveniente examinar los factores que potencialmente permitirían enfrentar los desafíos del Período especial.
 
 (Continuará)
 
 * El autor es asesor del Centro de Investigaciones de la Economía Mundial.
 
 * Este trabajo se basa en el capítulo II del libro El Período especial en Cuba: la batalla económica, en proceso de publicación por el autor.

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