Discorso di Raul Castro (parità di genere)

raulONUDiscorso del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri della Repubblica di Cuba, nella “Conferenza dei leader globali sulla parità di genere e responsabilizzazione delle donne: un impegno ad agire”.

Signor Presidente:

Quarant’anni dopo la Prima Conferenza mondiale sulle donne e venti anni dall’adozione della Dichiarazione e del Programma d’Azione di pechino, una su tre femmine vive violenza fisica e sessuale; il 90% dei 2,5 milioni di vittime della tratta di esseri umani sono donne; i loro livelli di disoccupazione sono più alti e ricevono, in media, solo tra il 60 e il 75% dello stipendio degli uomini per un lavoro di pari valore.

Milioni di loro non godono di pari diritti in materia di eredità e proprietà; e la loro rappresentazione nei parlamenti di tutto il mondo raggiunge solo il 22%.

Circa il 90% delle vittime delle guerre di oggi sono civili, soprattutto donne, anziani e bambine/i. Lo sono anche più del 75% delle persone rifugiate e sfollate dai conflitti.

Essi costituiscono il 70% dei 2 000 700 milioni di poveri in tutto il mondo e due terzi dei quasi 800 milioni di adulti analfabeti. Più di 300.000 muoiono ogni anno per complicazioni prevenibili del parto, il 99% al Sud.

Signor Presidente:

L’aspettativa di vita alla nascita delle cubane è di 80.45 anni; il tasso di mortalità materna diretta è solo il 21,4 per centomila nati vivi, uno dei più bassi al mondo; rappresentano il 48% di tutte le persone impiegate nel settore statale civile e il 46% delle posizioni dirigenziali; 78,5% del personale sanitario, il 48% dei ricercatori scientifici ed il 66,8% della forza delle più alte qualifiche tecniche e professionali. Studiano, in media, 10,2 gradi e sono il 65,2% dei diplomati nell’insegnamento superiore.

IL 48.86% del nostro Parlamento è costituito da donne, che ci pone come il secondo paese dell’emisfero americano, superato solo dalla Bolivia, ed il quarto nel mondo.

Tuttavia, abbiamo ancora molto da fare. Lavoriamo per continuare a cambiare i modelli culturali, in modo che uomini e donne condividano la cura della famiglia e si continui ad aumentare la loro presenza nel processo decisionale a livello di governo, solo per citare alcuni aspetti.

Signor Presidente:

Non neghiamo che ci sono successi negli ultimi decenni, ma sono fragili e insufficienti. Per avanzare verso la piena realizzazione della parità di genere e la responsabilizzazione delle donne è necessario, prima di tutto, il raggiungimento di un ordine internazionale giusto ed equo, che sradichi la povertà e la fame, ponga fine alle guerre, privilegi l’essere umano sul capitale e preservi l’ambiente.

Molte grazie.

Señor Presidente:

Cuarenta años después de la Primera Conferencia Mundial sobre la Mujer y a veinte años de aprobada la Declaración y Programa de Acción de Beijing, una de cada tres féminas experimenta violencia física y sexual; el 90% de los 2,5 millones de víctimas de la trata de personas pertenecen al sexo femenino; sus niveles de desempleo son más elevados y reciben, como promedio, solo entre el 60 y el 75% del salario de los hombres por trabajo de igual valor. 

Millones de ellas no disfrutan de igualdad de derechos en materia de herencia y propiedad; y su representación en los parlamentos a nivel mundial solo alcanza el 22%. 

Cerca del 90% de las víctimas de las guerras en la actualidad son civiles, la mayoría mujeres, ancianos, niñas y niños. También lo son más del 75% de las personas refugiadas y desplazadas por los conflictos.

Ellas constituyen el 70% de los 2 mil 700 millones de pobres en el mundo y dos tercios de los casi 800 millones de personas adultas analfabetas. Más de      300 mil mueren cada año por complicaciones evitables durante el parto, el 99% en los países del Sur.

Señor Presidente:

La esperanza de vida al nacer de las cubanas es de 80,45 años; la tasa de mortalidad materna directa es solo de 21,4 por cada cien mil nacidos vivos, una de las más bajas del mundo; representan el 48% del total de las personas ocupadas en el sector estatal civil y el 46% de los altos cargos de dirección; el 78,5% del personal de salud, el 48% de los investigadores científicos y el 66,8% de la fuerza de mayor calificación técnica y profesional. Cursan, como promedio, 10,2 grados y son el 65,2% de los graduados en la educación superior.

El 48,86% de nuestro Parlamento está formado por mujeres, lo que nos ubica como el segundo país del hemisferio americano, solo superado por Bolivia, y el cuarto en el mundo.

Sin embargo, aún nos queda mucho por hacer. Trabajamos para seguir cambiando los patrones culturales, de forma que se comparta entre hombres y mujeres el cuidado de la familia y se continúe incrementando su presencia en los cargos decisorios a nivel gubernamental, por solo mencionar algunos aspectos.

Señor Presidente:

No negamos que existan logros en las últimas décadas, pero resultan frágiles e insuficientes. Para avanzar hacia la plena realización de la igualdad de género y el empoderamiento de la mujer es preciso, ante todo, el logro de un orden internacional justo y equitativo, que erradique la pobreza y el hambre, ponga fin a los conflictos bélicos, privilegie al ser humano por encima del capital y preserve el medio ambiente.

Muchas gracias.

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