Il secondo scacco alle mal chiamate Radio e TV Martí

Edmundo García – https://lapupilainsomne.wordpress.com

radioTV marti borrarUn blog di Miami ha pubblicato la notizia su una riunione che ha avuto luogo, mercoledì 7 ottobre, nei locali dell’emittente Radio Martí, nel sud della Florida. Il direttore Carlos Garcia si è portato da San Diego, Alberto Pando, un esperto di mezzi di comunicazione che precedentemente ha lavorato con Televisa, per consegnargli l’incarico di direttore generale. Pando si unì alla messicana Natasha Crujeiras, non da molto promossa a responsabile dei contenuto di tale agenzia federale.

Alcuni dipendenti si sono lamentati e parlano di una cospirazione per de-cubanizzare Radio Martí, ma in verità non è altro che un tentativo, piuttosto tardivo di certo, per fermare l’inutile emissione di menzogne ​​e calunnie verso Cuba senza la minima credibilità e rigore giornalistico.

E’ ridicolo il punto di vista dei dipendenti di Radio Marti che si vedono minacciati dalla presenza del nuovo direttore generale poiché questi sta solo chiedendo loro cose che sono semplicemente d’ufficio nella pratica del giornalismo; come è la contrapposizione delle fonti e non utilizzare un linguaggio offensivo, non calunniare, etc.

Se i giornalisti di Radio Martí si sentono offesi e ammanettati, seguendo alcune regole di base della professione, è perché fino ad ora hanno svolto il loro lavoro senza controllo, arbitrariamente, diffondendo menzogne a cui neppure loro stessi credono.

Inoltre mai mi interessò fare dichiarazioni per detto media, non hanno lì neppure un secondo della mia voce, perché è una semplice questione di sicurezza, perché in Radio e Televisione Martí pubblicano a loro piacimento, poi producono i materiali senza rispettare l’intenzione dell’intervistato e dopo tutto questo, se dopo pubblicato non gli piace, lo fanno sparire dalla rete senza dar una spiegazione.

Dietro delle richieste di Alberto Pando ai suoi subordinati si nota la decisione federale, governativa, di metterli a lavorare sotto gli standard del giornalismo USA. Pertanto, la reazione ostile a ciò che non è altro che una logica esigenza professionale, testimonia la volontà di alcuni di mantenersi sopravvivendo in una sorta di feudo o azienda (terriera) privata dove nessuna li possa toccare.

Ogni volta che a Radio Marti non le è convenuto una notizia, l’ha soppiantata con una menzogna. Si è giunti a mettere in discussione la politica del presidente Obama nei confronti di Cuba ed a pubblicare contro di lui, per soddisfare i gusti della destra cubana di Miami, la maggior parte dei cui dirigenti sono affiliati al Partito Repubblicano.

E’ logico allora che ci sarà un giorno in cui l’amministrazione Democratica porrà termine a questa situazione. Ecco perché penso che la riunione, menzionata all’inizio di questo articolo, non è che la prima di un gruppo di passi che si daranno fino a ché, finalmente, accada quello che deve accadere; che è la chiusura definitiva di questo progetto che viola la tranquillità e la sovranità di Cuba. Qualcosa che il presidente Raul Castro ha recentemente denunciato a New York; ed anche alti funzionari cubani, tra cui il ministro degli esteri Bruno Rodriguez e la direttrice per l’America del Nord del ministero degli Esteri, Josefina Vidal America.

Se ogni volta l’opinione pubblica è più consapevole delle inutili spese che significa un piano come Radio e TV Martí, dove il salario medio dei dipendenti è 92.000 $ all’anno, più benefici; se, inoltre, il governo federale ha deciso di richiederle standard nazionali nell’esercizio del giornalismo che i dipendenti non vogliono o non possono soddisfare; oltre al fatto che Cuba non permetterà mai che si violi il suo spazio radio elettrico nazionale; allora, Radio e TV Martí non hanno alcuna possibilità; sono nell’ultima fase della loro esistenza. Sono condannate al vuoto, al nulla, all’oblio.

Hanno appena ricevuto il secondo scacco, poiché il primo lo ricevettero il primo giorno della loro esistenza. Il popolo cubano neppure li ascolta né li vede. Coloro che seguono il gioco non danno molto di più di un anno perché ricevevano un qualcosa di tanto definitivo come uno Scacco Matto del Pastore.

(www.latardesemueve.com / @edmundogarcia65)

El segundo jaque a las mal llamadas Radio y Televisión Martí

Por Edmundo García

Un blog de Miami dio a conocer una noticia sobre una reunión que tuvo lugar este miércoles 7 de octubre en los predios de la emisora Radio Martí en el sur de la Florida. El director Carlos García se ha traído desde San Diego a Alberto Pando, un experto en medios de comunicación que trabajó antes con Televisa, para entregarle el cargo de gerente general. Pando su unió a la mexicana Natasha Crujeiras, no hace mucho promovida a jefa de contenido de esa agencia del gobierno federal.

Algunos empleados han puesto el grito en el cielo y hablan de una conspiración para descubanizar a Radio Martí, pero en verdad no es más que un intento, bastante tardío por cierto, por detener la emisión inútil de mentiras y calumnias hacia Cuba sin la menor credibilidad y rigor periodístico.

Es risible el punto de vista de los empleados de Radio Martí que se ven amenazados por la presencia del nuevo gerente general, pues solo les está pidiendo cosas que son simplemente de oficio en la práctica del periodismo; como es la contrastación de las fuentes, no usar lenguaje ofensivo, no calumniar, etc.

Si los periodistas de Radio Martí se sienten ofendidos y maniatados por seguir ciertas reglas básicas de la profesión, es porque hasta ahora se han estado desenvolviendo sin control, arbitrariamente, propagando mentiras que ni ellos mismos se creen.

Además de que nunca me interesó hacer declaraciones para ese medio, no cuentan allí ni con un segundo de mi voz porque se trata de una simple cuestión de seguridad, porque en Radio y Televisión Martí editan como les viene en gana, post producen los materiales sin respetar la intención del entrevistado y luego de todo eso, si después de publicado no les gusta, lo desaparecen de la red sin dar una explicación.

Detrás de las exigencias de Alberto Pando a sus subordinados se nota la decisión federal, gubernamental, de ponerlos a trabajar bajo los estándares del periodismo norteamericano. Por tanto, la reacción hostil ante lo que no es más que una lógica exigencia profesional, demuestra el deseo de algunos de mantenerse sobreviviendo en una especie de feudo o finca privada donde nadie les pide cuentas.

Cada vez que a Radio Martí no le ha convenido una noticia, la ha suplantado con una falsedad. Ha llegado a cuestionar la política del presidente Obama hacia Cuba y a editorializar en su contra para satisfacer los gustos de la derecha cubanoamericana de Miami, la mayoría de cuyos líderes están afiliados al partido Republicano.

Es lógico entonces que llegara un día en que el gobierno Demócrata detuviera esta situación. Es por eso que creo que la reunión mencionada al principio de este artículo no es más que el primero de un grupo de pasos que se van a dar hasta que finalmente pase lo que tiene que suceder; que es el cierre definitivo de ese proyecto violatorio de la tranquilidad y la soberanía cubana. Algo que el presidente Raúl Castro ha denunciado recientemente en la ciudad de New York; y también altos funcionarios cubanos como el Canciller Bruno Rodríguez y la Directora para América del Norte de la Cancillería, Josefina Vidal.

Si cada vez la opinión pública es más consciente del inútil gasto que significa un plan como Radio y TV Martí, donde el salario medio un empleado es 92 mil dólares anuales, más beneficios; si por otra parte el gobierno federal ha decidido exigirle estándares nacionales en el ejercicio del periodismo que los empleados no quieren o no pueden cumplir; sumado a que Cuba no permitirá nunca que se viole su espacio radioeléctrico nacional; entonces, Radio y TV Martí no tienen posibilidades; se encuentran en la última etapa de su existencia. Están condenadas al vacío, la nulidad, el olvido.

Acaban de recibir el segundo jaque, ya que el primero lo recibieron el primer día de su existencia. El pueblo cubano ni les escucha, ni les ve. Quienes siguen la partida no dan mucho más de un año para que reciban algo tan definitivo como un simple Jaque Mate Pastor.

(www.latardesemueve.com /@edmundogarcia65)

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.