Il mio consiglio, tornate a Cuba

Edmundo García https://lapupilainsomne.wordpress.com

lincoln balseo avanaPer anni, e senza capire le sue ragioni, Cuba è stata criticata per l’esistenza della cosiddetta “carta bianca” per andare all’estero; dopo l’implementazione di un aggiornamento migratorio che offre ai suoi cittadini di recarsi all’estero, continuano a criticarla.

I cubani possono viaggiare in qualsiasi parte del mondo, a condizione che abbiano l’autorizzazione dal paese di destinazione. Ci sono diversi paesi, che secondo gli accordi esistenti con Cuba, non richiedono i visti ai cubani per farli entrare, come è il caso dell’Ecuador. Paese che dopo un periodo di ingresso libero ha dovuto attuare una profonda revisione dei requisiti e delle ragioni di tali viaggi, perché alcune persone senza scrupoli, hanno approfittato dello stimolo che crea la Legge di Aggiustamento Cubano, per avviare un’attività di traffico di esseri umani che porta questi viaggiatori, illegalmente, dall’Ecuador, attraverso l’America centrale, verso gli USA.

Intorno a questo, si è creata, recentemente, una situazione difficile al confine tra Costarica e Nicaragua, dove un gruppo di cubani ha superato, illegalmente, la linea di demarcazione tra i due paesi, e dopo aver raggiunto Peñas Blancas sono stati restituiti al Costarica, da parte delle autorità del Nicaragua. Più avanti darò dettagli su questo.

Non voglio parlare di numeri. Alcuni hanno parlato di migliaia, altri di centinaia o di decine. Un fatto che richiama attenzione, ed è una cosa che la stampa del Sud della Florida non ha fatto sforzi per chiarire, è il perché c’è stato questo imbottigliamento di cubani nel passaggio dal Costarica verso il Nicaragua, se come come denunciato, da un pò di tempo, il traffico di esseri umani attraverso l’America Centrale è diventata un’attività regolare. Come ha dichiarato il ministro degli Esteri del Costarica, Manuel Gonzalez, ai media del suo paese, questo reato è qualcosa che è stato consentito da diversi governi centroamericani che “guardavano da un’altra parte”; non escludendo, naturalmente, nemmeno lo stesso governo del Costarica.

A proposito di ciò che è accaduto in questa occasione causando un’agglomerato di emigranti clandestini in detto confine, offre chiarimenti un editoriale dl quotidiano La Naciòn del Costarica, pubblicato martedì 17 novembre. Il giornale sottolinea, in primo luogo, che la tratta di esseri umani attraverso il paese ha raggiunto proporzioni precedentemente sconosciute. La  Naciòn afferma che “Fino a pochi giorni fa, l’affare era attivo e nessuno sembrava accorgersene, o preferiva non farlo, della sua enorme crescita”. Tra le cause di questo aumento si può segnalare l’ambizione di trafficanti senza scrupoli, noti come coyotes; e anche la crescente propaganda, fatta soprattutto dalla stampa di Miami, volta a spaventare i cubani con l’affermazione che la Legge di Aggiustamento Cubano sta per essere abolita, per cui devono affrettarsi coloro che desiderano migrare verso il “paradiso terrestre” degli USA.

Ma l’editoriale del quotidiano La Naciòn rivela un dato fondamentale, trascurato dai media, che chiarisce abbastanza la situazione creata: “E’ bastato che una delle più potente ed efficaci bande dei coyotes, del nostro paese (Costarica), fosse smantellata perchè il dramma venisse alla superficie e diventasse crisi.” Ciò che si può dedurre da quest’affermazione è che dopo avere arrestato i trafficanti, le operazioni illegali sono state temporaneamente interrotte e i migranti cubani sono stati lasciati alla loro sorte, bloccati e disorientati, nella fermata costaricana della loro illegale rotta verso gli USA. In caso contrario, poteva sostare un gruppo, due, tre …; ma non “centinaia” o “migliaia” di persone.

Cosa ha fatto il Costarica quando questa patata bollente gli cadde tra le mani? Beh, venerdì 13 ha concesso visti temporanei, per 7 giorni, ad una parte di quei cubani, offrendo loro l’ingresso in Nicaragua, dove sono stati bloccati domenica 15. Ha avvertito il governo del Costarica le autorità del Nicaragua che aveva deciso di sostenere il passaggio dei migranti attraverso il suo territorio? Non l’ha fatto. Come, peraltro, non l’ha fatto neanche Panama con le autorità del Costarica; motivo per cui anche quest’ultime si lamentano mostrando la relatività “dell’umanesimo” che dicono professare.

Così il Nicaragua l’ha presa come una violazione del suo territorio nazionale, e cominciò a far ritornare i nuovi arrivati; una parte dei quali ha resistito, provocando con ciò la chiusura temporanea (ora ripristinata) del traffico veicolare e alcuni disordini.

Voglio dire che non mi piace per niente vedere compatrioti cubani in scene in cui viene utilizzata la forza; soprattutto se ci sono bambini ed anziani, che forse sono stati messi in questa situazione senza il loro consenso; anche se non mi piace nemmeno che commercianti e giornalisti senza scrupoli gli diano corda affinchè sfidino le autorità di altri paesi.

Se veramente le autorità del Costarica fossero cosi “umanitarie”, come si dice, molto bene avrebbero potuto assegnare loro un visto di permanenza di maggior surata; o chiedere al governo USA, dove vogliono arrivare, che gli dia i visti direttamente.

Ma, dico di più. Se Costarica, i legislatori cubano-americani e altre persone che hanno sempre rivendicato “giustizia” per queste persone, vogliono che questa attuale situazione, ed altre simile in futuro, siano risolte, devono cessare di promuovere l’emigrazione illegale e chiedere agli USA che se in, ogni caso, darà loro ingresso nel suo territorio, dia il visto a L’Avana a tutti coloro che ne facciano richiesta; o altrimenti che elimini la Legge di Aggiustamento Cubano e la condizione di “piedi asciutti piedi bagnati”, e discuta seriamente con le autorità cubane come stabilire una migrazione completamente legale.

Mentre tutto questo accade; e se non si trova un’altra uscita, mi permetto di dare un consiglio a quei connazionali intrappolati tra molti strani interessi: ritornate a Cuba. Nessuno glielo impedisce. Sono usciti in maniera legale; non devono rinnovare i loro documenti entro circa due anni; non hanno perso nulla di ciò lasciato alle spalle. Per più sicurezza, il Ministero degli Affari Esteri di Cuba ha rilasciato una dichiarazione che garantisce: “i cittadini cubani che abbiano lasciato il paese legalmente e rispettino la legislazione migratoria vigente hanno diritto di tornare a Cuba, se lo desiderano.”

Dico questo perché le cose possono complicarsi. Intorno alla sfortuna di questi cubani stanno emergendo avvoltoi che cercano approfittarne. Come ha detto il collega, Eddie Levy, nel nostro programma “La Tarde se Mueve” di martedì, non per niente gli stessi che, un paio di giorni fa, dichiaravano di voler raggiungere gli USA per migliorare economicamente, hanno cominciato a dire, forse consigliati da alcuni avvocati e politici opportunisti, che stanno fuggendo dal comunismo, dalla repressione, dalla mancanza di democrazia, ecc. Addirittura, abbiamo potuto vedere in TV una giornalista senza scrupoli di Miami, chiedendo loro di gridare “Libertà, libertà”; ciò che oltre ad essere umanamente miserabile è anche molto poco professionale.

cubanos12-750x500Questo martedì a Miami un gruppo di persone, tra le quali c’era Ramon Saul Sanchez, un violento personaggio che ora si auto-nomina come combattente pacifico, si è presentato davanti al Consolato del Nicaragua per consegnare un reclamo. Le autorità consolari non li hanno ricevuti per precauzione; perché sentivano che questo problema veniva già concentrandosi con manifesta violenza.

La maggior parte dei cartelli che portavano questi manifestanti non aveva niente a che fare con i reclami “umanitari”. Prendevano chiaramente parte nella controversia bilaterale sostenendo da un lato “Grazie Costarica per rispettare i diritti umani”; mentre in altri cartelli avevano scritto: “Nicaragua, fermate l’abuso”. C’erano anche segni di un uso fazioso dell’incidente; in difesa dell’ opposizione e una critica all’attuale governo del Nicaragua che non ha nulla a che fare con il problema migratorio. Alcuni manifesti dicevano: “No a Daniel”, “No al canale”, “No alla frode”, “No ai crimini”.

I media di Miami si sono impegnati nel presentare questa come una “crisi umanitaria”; quando in realtà si tratta di una questione di sovranità territoriale di ogni paese che si cerchi di attraversare illegalmente. Inoltre, si vuole far diventare ciò un problema internazionale che danneggi le relazioni tra Cuba e gli USA; il processo verso la normalizzazione che l’estrema destra di Miami non riesce a capire, nè ad accettare. Tutti quei senatori e congressisti che vogliono costruire un muro impenetrabile al confine, affinchè non entri neanche un migrante in più negli USA, cambiano opinione nel caso si tratti di cubani, perché ciò permette loro di calunniare la Rivoluzione.

La verità è inevitabile. Invece d’improvvisare politiche e manipolare l’informazione, dovrebbero difendere i principi che si accordano con la realtà. Cuba ha definito la sua politica; è la stessa di sempre e ora la conferma, ancora una volta, la dichiarazione del Ministero degli Esteri quando dice. “Il Ministero degli Affari Esteri ribadisce l’impegno del governo di Cuba, per una migrazione legale, sicura e ordinata.”

Mi consejo, regresen a Cuba

Por Edmundo García

Durante años, y sin entender sus razones, Cuba fue criticada por la existencia de la llamada “tarjeta blanca” para salir al extranjero; luego de implementar una actualización migratoria que facilita a sus ciudadanos viajar al exterior, siguen criticándola.

Los cubanos pueden viajar a cualquier parte del mundo siempre y cuando dispongan de autorización por parte del país que recibe. Hay varios países que según acuerdos vigentes con Cuba no exigen visas a los cubanos para darles entradas, como es el caso de Ecuador. País que después de un tiempo de libre entrada ha tenido que implementar una cuidadosa revisión de requisitos y razones de los viajes, porque algunas personas inescrupulosas han aprovechado el estímulo que crea la Ley de Ajuste Cubano para montar un negocio de tráfico humano que conduce a estos viajeros ilegalmente desde Ecuador, a través de Centroamérica, hacia los Estados Unidos.

Alrededor de esto se creó recientemente una situación difícil en la frontera entre Costa Rica y Nicaragua, donde un grupo de cubanos pasó ilegalmente la línea entre los dos países, y luego de llegar a Peñas Blancas fueron regresados a Costa Rica por autoridades nicaragüenses. Más adelante daré detalles sobre esto.

No quiero hablar de cifras. Unos hablaron de miles, otros de centenares o de decenas. Un hecho que llama la atención, y es algo que la prensa del sur de la Florida no ha hecho esfuerzo por aclarar, es por qué se produjo esta vez tal embotellamiento de cubanos en el paso de Costa Rica hacia Nicaragua, si como se ha denunciado desde hace tiempo el contrabando humano a través de Centroamérica se ha convertido en una actividad regular. Como declaró el canciller de Costa Rica Manuel González a medios de prensa de su país, esta infracción es algo que se ha venido consintiendo por varios gobiernos centroamericanos que “miraban hacia otro lado”; sin excluir por supuesto al propio gobierno costarricense.

Sobre lo que sucedió en esta ocasión provocando la aglomeración de emigrantes ilegales en la citada frontera, ofrece luz un editorial del periódico La Nación de Costa Rica, publicado este martes 17 de noviembre. El medio destaca en primer lugar que el tráfico humano a través del país ha alcanzado proporciones anteriormente desconocidas. Dice La Nación que “Hasta hace pocos días, el negocio se mantenía activo y nadie parecía percatarse, o prefería no hacerlo, de su enorme crecimiento”. Entre las causas de ese auge puede señalarse la ambición de los inescrupulosos traficantes, conocidos como coyotes; y la también creciente propaganda, hecha principalmente por la prensa de Miami, encaminada a atemorizar a los cubanos con que la Ley de Ajuste Cubano está a punto de ser abolida, por lo que deben apurarse quienes deseen emigrar al “paraíso terrenal” de los Estados Unidos.

Pero el editorial del periódico La Nación revela un dato fundamental, desatendido por los medios, que esclarece bastante la situación creada: “Bastó con que una de las más poderosas y eficientes bandas de coyotes fuera desarticulada en nuestro país (Costa Rica) para que el drama saliera a la superficie e hiciera crisis.” Lo que puede concluirse de esta información es que al ser detenidos los traficantes, las operaciones ilegales abortaron temporalmente y los emigrantes cubanos quedaron a su suerte, varados y desorientados, en la parada costarricense de su ruta ilegal hacia los Estados Unidos. De otro modo podía estacionarse un grupo, dos, tres…; pero no “cientos” o “miles” de personas.

¿Qué hizo Costa Rica cuando esta papa caliente le cayó entre las manos? Pues que el viernes 13 le otorgó visas temporales por 7 días a una parte de esos cubanos, facilitándoles la entrada a Nicaragua, donde les fue cerrado el paso el domingo 15. ¿Avisó el gobierno de Costa Rica a las autoridades de Nicaragua que había decidido apoyar el paso de los emigrantes a través de su territorio? No lo hizo. Como, por cierto, tampoco hizo Panamá con las autoridades costarricenses; de lo que estas ahora también se quejan demostrando lo relativo del “humanismo” que dicen profesar.

Así que Nicaragua lo tomó como una violación de su territorio nacional y empezó a regresar a los recién llegados; una porción de los cuales se resistió, provocándose el cierre temporal (ya restablecido) del tráfico vehicular y algunos desórdenes.

Quiero decir que no me gusta nada ver a compatriotas cubanos en escenas donde se usa la fuerza; sobre todo si hay niños y ancianos que a lo mejor fueron puestos en esa situación sin su consentimiento; aunque tampoco me gusta que negociantes y periodistas inescrupulosos les den cuerda para que desafíen las autoridades de otros países.

Si de verdad las autoridades costarricenses fueran tan “humanitarias” como se dice, muy bien podían haberles otorgado una visa de permanencia de mayor duración; o solicitar al gobierno de los Estados Unidos, a donde quieren llegar, que les dé el visado directamente.

Pero digo más. Si Costa Rica, los legisladores cubanoamericanos y otras personas que han estado clamando “justicia” por estas personas quieren que esta situación de ahora y otras similares en el futuro se solucionen, deben cesar de promover la emigración ilegal y pedir a Estados Unidos que si de todas formas les va a dar entrada en su territorio, les entregue la visa en La Habana a todos los que la soliciten; o de lo contrario que elimine la Ley de Ajuste Cubano y la condición de “pies secos pies mojados”, y converse seriamente con las autoridades cubanas la forma de establecer una emigración totalmente legal.

Mientras todo esto sucede; y si no se encuentra otra salida, yo me atrevo a darles un consejo a esos compatriotas atrapados entre tantos intereses extraños: regresen a Cuba. Nadie se los impide. Salieron legalmente; no tienen que renovar sus papeles hasta dentro de aproximadamente dos años; no han perdido nada de lo que dejaron atrás. Para más seguridad, el Ministerio de Relaciones Exteriores de Cuba publicó una declaración que garantiza: “los ciudadanos cubanos que hayan salido legalmente del país y cumplan con la legislación migratoria vigente tienen derecho a retornar a Cuba, sí así lo desean.”

Digo esto porque las cosas se pueden complicar. Alrededor del infortunio de estos cubanos están apareciendo buitres que los pretenden aprovechar. Como dijo el colega Eddie Levy en nuestro programa La Tarde se Mueve del martes, no por gusto los mismos que hace unos días declaraban que deseaban llegar a Estados Unidos para mejorar económicamente, han empezado a decir, quizás aconsejados por algunos abogados y políticos oportunistas, que están huyendo del comunismo, de la represión, de la falta de democracia, etc. Incluso se pudo ver en televisión a un inescrupuloso periodista de Miami que les pedía que corearan “Libertad, libertad”; lo que además de ser humanamente miserable es muy poco profesional.

Este martes en Miami un grupo de personas entre las que se encontraba Ramón Saúl Sánchez, un violento personaje que se les da ahora de luchador pacífico, se presentó ante el Consulado de Nicaragua para entregar una queja. Las autoridades consulares no lo recibieron por precaución; pues estimaron que este asunto ya venía enfocándose con manifiesta violencia.

La mayoría de las pancartas que portaban estos manifestantes no tenían que ver con reclamos “humanitarios”. Tomaban claro partido en el diferendo bilateral al proclamar por un lado “Gracias Costa Rica por respetar los derechos humanos”; mientras que en otros cartones habían escrito: “Nicaragua, paren el abuso”. Había también señas de una utilización partidista del incidente; en defensa de la oposición y una crítica al actual gobierno de Nicaragua que nada tiene que ver con el problema migratorio. Unos carteles decían: “No a Daniel”, “No al canal”, “No al fraude”, “No a los crímenes”.

Los medios de Miami se han empeñado en presentar esto como una “crisis humanitaria”; cuando en verdad es una cuestión de soberanía territorial de cada país por donde se trate de cruzar ilegalmente. Por otra parte se quiere convertir en un problema internacional que perjudique las relaciones entre Cuba y Estados Unidos; el proceso hacia la normalización que la extrema derecha miamense no acaba de entender, ni de aceptar. Todos esos senadores y congresistas que quieren construir un muro infranqueable en la frontera para que no entre ni un emigrante más a los Estados Unidos, cambian de criterio si se trata de cubanos porque eso les permite difamar a la Revolución.

La verdad que no tienen remedio. En lugar de improvisar políticas y manipular la información, deberían defender principios acorde con la realidad. Cuba tiene su política definida; es la misma de siempre y la ratifica ahora, una vez más, la declaración de la cancillería cuando dice: “El Ministerio de Relaciones Exteriores reafirma el compromiso del gobierno de Cuba con una emigración legal, segura y ordenada.”

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