Venezuela: trionfo contro la nuova era

Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com

venezuela guerra sucia

Non sono pochi i paesi in cui il parlamento è controllato da una maggioranza d’opposizione al governo ma non ricordo alcuno in cui la ricerca di quel fatto abbia scatenato una campagna di stampa globale, mobilitato il governo USA e i suoi alleati, i leader politici e gli ex presidenti nella misura in cui abbiamo visto intorno a questa possibilità nelle elezioni, recentemente conclusi, dell’Assemblea Nazionale venezuelana.

Così oggi, quando l’oppositrice Tavola dell’Unità Democratica ha trionfato nelle elezioni parlamentari in Venezuela ed avrà la maggioranza nell’Assemblea Nazionale, quotidiani come El País, di Madrid, proclamano che “Venezuela inizia una nuova era”, anche se non l’hanno fatto quando il Partito Repubblicano ha ottenuto il controllo di entrambe le camere del Congresso USA contro il presidente Barack Obama nel paese più influente al mondo; lì come quasi ovunque nel mondo -quello che abbiamo appena visto in Grecia- legiferi chi legiferi e governi chi governi, l’età continuerà ad essere la stessa: quella del 99% che controlla a suo beneficio l’economia, con il sostegno dei grandi mezzi di comunicazione.

Per l’ennesima volta il processo della Rivoluzione Bolivariana si è sottoposto alle urne, ritenendo possibile che le persone si esprimano democraticamente in una galassia di dominazioni globali e locali di tipo economico e mediatico, ma questa volta -senza la leadership di Hugo Chavez- il miracolo non è stato possibile.

venezuela elecionesQualsiasi analista onesto deve riconoscere che il trionfo della MUD non è stata una vittoria in solitaria. Come in Nicaragua, del 1990, il voto contro il processo rivoluzionario è stato il risultato di una guerra sporca scatenata dalla Casa Bianca con il ricatto che continuerà sinché il governo che dispiace a Washington rimanga al potere. Questa volta non si è votato con la speranza che cessino le morti di giovani nelle montagne, ma che diminuiscano le carenze e l’inflazione causati da una guerra economica che la trasformazione incompiuta del chavismo, per convertire il modello ereditato, di rendita petrolifera, in un’economia diversificata, non hanno potuto sconfiggere in un contesto influenzato da una non per nulla casuale calo dei prezzi degli idrocarburi.

D’ora in poi sarà più difficile. Uno degli strumenti creati dalla Costituzione chavista per servire le classi popolari è in potere dell’oligarchia che ha sempre guardato al Nord. Come avviene in Brasile ogni giorno, vedremo aggiungersi alle notizie della guerra economica quelle di una macchinazione da legulei per impedire di governare ad un potere legittimamente eletto e realizzare con ciò quello che golpe, violenza di strada, campagne mediatiche e golpe petrolifero non ottennero: ritornare alla vecchia era neoliberista e porre, di nuovo, le risorse del paese al servizio del capitale transnazionale.

Ma il chavismo ha il potere esecutivo, il sostegno delle Forze Armate, una leadership coraggiosa e una base popolare organizzata, non per votare un giorno, ma per difendere la Rivoluzione bolivariana ogni giorno. Di come utilizzare quelle risorse, e non delle previsioni entusiaste dell’industria mediatica globale, dipenderà se la nuova era iniziata iniziata con l’avvento al potere di Hugo Chavez, nel 1999, potrà essere invertita.

Venezuela: Triunfo contra la nueva era

Por Iroel Sánchez

No son pocos los países donde el parlamento es controlado por una mayoría opositora al gobierno pero no recuerdo ninguno en que la búsqueda de ese hecho haya desatado una campaña de prensa global, movilizado al gobierno de EEUU y sus aliados, a líderes políticos y ex presidentes en la magnitud que hemos visto alrededor de esa posibilidad en las recién concluidas elecciones para integrar la Asamblea Nacional venezolana.

Por eso hoy, cuando la opositora Mesa de la Unidad Democrática ha triunfado en las elecciones parlamentarias en Venezuela y tendrá mayoría en la Asamblea Nacional, diarios como el periódico madrileño El País proclaman que “Venezuela inicia una nueva era” a pesar de que no lo hicieron cuando el Partido Republicano obtuvo el control de las dos cámaras del Congreso stadounidense frente al Presidente Barack Obama en el país más influyente del mundo; allí como en casi todo el planeta -lo acabamos de ver en Grecia- legisle quien legisle y gobierne quien gobierne, la era seguirá siendo la misma: la del 99% que controla en su beneficio la economía con el apoyo de los grandes medios de comunicación.

Por enésima ocasión el proceso de la Revolución Bolivariana se sometió a las urnas, creyendo que es posible que las personas se expresen democráticamente en una galaxia de dominaciones globales y locales de tipo económico y mediático, pero esta vez -sin el liderazgo de Hugo Chávez– el milagro no ha sido posible.

Cualquier analista honesto debe reconocer que el triunfo de la MUD no sido una victoria en solitario. Como en la Nicaragua de 1990, el voto contra el proceso revolucionario ha sido el resultado de una guerra sucia desatada desde la Casa Blanca con el chantaje de que continuará mientras el gobierno que desagrada a Washington siga en el poder. Esta vez no se ha votado con la esperanza de que cesen las muertes de jóvenes en las montañas sino de que disminuyan el desabastecimiento y la inflación provocados por una guerra económica que las transformaciones inacabadas del chavismo para convertir el modelo petrolero rentista heredado en una economía diversificada no han podido derrotar en una coyuntura impactada por el nada casual descenso de los precios de los hidrocarburos.

De ahora en adelante será más difícil. Una de las herramientas creadas por la Constitución chavista para servir a las clases populares está en poder de la oligarquía que siempre ha mirado al Norte. Como sucede en Brasil todos los días, veremos sumarse a las noticias de la guerra económica las de una maquinaria leguleya para impedir gobernar a un poder legítimamente electo y lograr con ello lo que golpes de estado, violencia callejera, campañas mediáticas y golpe petrolero no pudieron: regresar a la vieja era neoliberal y poner de nuevo los recursos del país al servicio del capital transnacional.

Pero el chavismo tiene el poder ejecutivo, el apoyo de la Fuerza Armada, un liderazgo valiente y una base popular organizada, no para votar un día sino para defender la Revolución bolivariana todos los días. De cómo utilice esos recursos, y no de los augurios entusiastas de la industria mediática global, dependerá si la nueva era iniciada con la llegada al poder de Hugo Chávez en 1999 podrá ser revertida.

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