Le aggressioni, provocazioni ed infamie di José Basulto

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jose+basultoIeri è comparso lacrimante davanti ai media che hanno dato copertura mediatica ad un altro anniversario dell’incidente del 24 febbraio 1996 che provocò, come risultato, l’abbattimento di due aerei dei Fratelli al Salvataggio (Hermanos al Rescate). Basulto, cinicamente, si è prestato a rivivere questo evento con cinismo e spudoratezza. Cosa fu ciò che realmente avvenne? Chi è questo sinistro personaggio? Perché è stato un complice dell’aggressione CIA contro Cuba e continua a vivere impunito nonostante i suoi crimini? Offro ai miei lettori l’assoluta verità su questi fatti in un vecchio lavoro risalente al 2003.

Proprio al momento della nascita, quell’ 8 agosto, 1940, la stella di José Basulto León era destinata a luccicare tra quelle che compongono la bandiera USA. Suo padre fu un alto funzionario di una società USA con sede a Cuba -la Punta Alegre Sugar Sales Company- e tale contesto favorì che si sviluppasse in lui un forte sentimento filo-americano e annessionista, che avrebbe segnato la sua personalità e convinzioni. Tutta la sua vita, quindi, proprio a partire dalla sua adolescenza, si legò al vicino paese del nord. Quando aveva solo 17 anni, andò negli USA per studiare aviazione. Lì materiò non solo i suoi sogni di diventare un famoso aviatore, ma anche la possibilità di integrarsi, come uno dei tanti, al modo di vita USA.

Il trionfo della Rivoluzione lo sorprese quando aveva 19 anni e sentì il formicolio iniziale, sperimentato da molti, per la nuova esperienza che viveva l’isola. Presto si rese conto del suo errore: le misure rivoluzionarie, volte a porre fine una lunga epoca delle disuguaglianze, colpì gli interessi della famiglia tanto legata alla borghesia yankee. Per il padre, rappresentante dei tradizionali sfruttatori, la scelta era chiara, rimanere e vivere la nuova realtà o lasciare il paese in cerca di nuova aria mentre si aspettava la caduta dei profanatori. E Pepin prese anche la sua decisione: si sentì destinato a finire con tutto ciò e restituire ai suoi il perduto.

Nel gennaio 1960, già negli USA, si vincolò, immediatamente, alla Central Intelligence Agency (CIA). La promettente avventura a cui si legava gli permetteva non solo incanalare il suo impeto giovanile, ma diventare qualcuno di ammirato dai suoi nuovi capi. Fama e potere, avventura e il riconoscimento, sufficienti ingredienti per sopraffare uno spirito immaturo e instabili. Quattro mesi più tardi, Basulto sarebbe stato incorporato in un rigoroso addestramento in varie installazioni gestite dall’Agenzia, che ebbe il suo inizio in Usepa Island (a Fort Meyer), seguita da Fort Peary (Virginia) e Camp Trax (Retalhuleu, Guatemala). Lì fu addestrato come un terrorista: ricevette lezioni di crittografia, guerra irregolare, armamento, demolizione, comunicazione, tecniche d’intelligence e controspionaggio, etc. Infine, nel febbraio 1961, è pronto per svolgere le missioni che gli si ordinano. E l’ordine non si fece aspettare.

Poco tempo prima che si realizzasse l’aggressione mercenaria della Baia dei Porci, pianificata ed organizzata sotto il più rigoroso segreto da parte del governo USA, Basulto andò a Cuba utilizzando una falsa identità: quella di Ernestino Martinez. Subito si trasferì a Santiago de Cuba, città dove fu responsabile per organizzare diversi terroristi la cui missione sarebbe servire di supporto all’invasione mercenaria. Scoperti e imprigionati una ventina di cospiratori, il nostro amico riuscì a fuggire da un sicuro arresto. Rapido come una freccia, penetrò nella Base Navale di Guantánamo e quindi, in tal forma, eluse i nascenti organi di sicurezza cubani. Non sarebbe, ciò nonostante, l’unica volta che questo ‘capitano ragno’ fuggisse da un pericolo lasciando abbandonati i suoi compagni. Il 24 febbrai, 1996, avrebbe ripetuto questa dubbia mossa.

Le menzogne di Basulto

In un messaggio ai membri delle Forze Armate Rivoluzionarie, letto il 2 marzo 1996, nel corso di un lungo e noioso discorso pronunciato nell’hangar di Hermanos al Rescate, che si trova nella base di Opa-Locka, Miami, Basulto ha osato proferire una delle sue più notevoli bugie. Lo ha fatto, facendo in modo che il naso, allungandosi, crescendo non facesse crollare il microfono davanti al suo pinocchiesco sproloquio:

Io, José Basulto, come soldato fedele che sono stato e che ha rinunciato alla violenza. Voglio parlarvi da combattente a combattente, da cubano a cubano.

Poco prima aveva detto la stessa idea che ora ripeteva:

Noi siamo fermi nella nostra convinzione non violenta. Resisteremo alla dittatura, eserciteremo i nostri diritti violati, praticheremo la disobbedienza civile, ma non saremo mai la causa della violenza.

Sorprende credere che colui che ha pronunciato queste parole, è stato lo stesso che il 24 agosto 1962, ha sparato all’ora chiamato teatro Carlos Marx (allora teatro Blanquita) e all’hotel Rosita de Hornedo, situati in calle 0 e Prima Avenida, a Miramar.

Membro di diverse organizzazioni controrivoluzionarie, come il Direttorio Rivoluzionario Studentesco (DRE), la Brigata 2506 e l’Esercito di Liberazione Anticomunista (ELA), si è sempre caratterizzato per la sua ricerca di un ruolo da protagonista. Se non decollava in qualche gruppo, andava subito verso un’altro in cerca di riconoscimento e di benefici economici. Talvolta, ha messo le mani nelle tasche della sua propria gente, causa della sua espulsione dall’ELA nel 1969, per appropriazione indebita dei fondi di questa organizzazione. Questa cattiva reputazione l’accompagnerà per tutta la vita. I suoi partner di scorribande, come Andrés Nazario Sargent lo considerano come un mercenario volontario gestito dagli USA. Dopo tutto, Basulto ha tratto benefici dal suo affare del terrorismo: oggi ha una casa del valore di circa mezzo milione di dollari.

posadaassQuesto amante del pacifismo che mira sminuire Ghandi, si è introdotto a Cuba il 21 novembre 1963, nei pressi di Santa Cruz del Norte, una volta completato un corso di formazione a Fort Benning, dove ha avuto come compagni a Jorge Mas Canosa, Luis Posada Carriles, Felix Rodriguez Mendigutía, William Schuss Alvarez e altri. Negli anni ’70 e ’80 continua a vagare attraverso diverse organizzazioni terroristiche, tra cui la Associazione Universitaria Cattolica, Brigata 2506 e Giunta Patriotica Cubana. Dalle stesse organizza varie azioni violente contro l’isola.

Nel 1982 progettò introdurre esplosivi a Cuba per perpretare un attentato contro Fidel Castro. Un anno dopo si dedicò come reclutatore di individui al fine di formare un commando terrorista per essere infiltrato sull’isola.

Solo tre anni prima delle sue dichiarazioni a favore della non-violenza, Basulto preparò una serie di azioni ostili contro Cuba:

Tentativo di sabotaggio torri di alta tensione in San Nicolas de Bari, a L’Avana, nel 1993.

Gestire l’acquisto di un aereo modello Delfin L-29 per attaccare installazioni militari cubane. (Ottobre 1994)

Tentativo di usare un’arma telecomandata per attaccare obiettivi militari a Cuba. (Ottobre 1994)

Tentativo di attentare contro la raffineria di Cienfuegos, nel 1994.

Tentativo di attentare contro Fidel e vari dirigenti cubani facendo uso di un’arma anti-personale sconosciuta.

Credo, caro lettore, che questi dati siano sufficienti per smentire il presunto pacifismo di Basulto. Qui vale la pena ricorrere a quel modo di dire che abbiamo imparato da giovani: albero nato storto mai il suo tronco raddrizza.

Un’altra delle menzogne di Basulto è correlata ai suoi legami con la CIA. Ogni volta che qualcuno chiede a questo proposito, si affretta a negarli e assume un’aria da persona offesa. Così ha reagito alla domanda di Hernán Calvo Ospina e Katlijn Declercq sulla sua appartenenza a questa oscura agenzia:

Questa è un’altra accusa che mi fa il governo di Cuba! Ma non solo me, ma a tutti i leader o dirigenti dell’esilio per screditarci! E per questo hanno rovesciato tutto il loro apparato di pubbliche relazioni internazionali.

Ancora fu vittima delle sue stesse bugie. E’ dimostrato che viaggò in America Centrale e in Brasile adempiendo istruzioni dei suoi capi della CIA. Assumendo l’appartenenza di una missione umanitaria, indubbia facciata dell’agenzia, Basulto si coinvolse nell’operazione Iran-Contra ed in queste attività fu collegato ad una delle più grandi frodi contro la previdenza USA, motivato dalla diversione di circa 30 milioni di dollari, destinati a questo scopo, e deviati per aiutare i Contras del Nicaragua. Con lui parteciparono di Felix Rodriguez, Adolfo Calero e Miguel Recarey.

E’ indubitabile, quindi, che Basulto era legato alla CIA, in quel momento e riceveva, come Posada Carriles, -con facciata simile in quel momento- il salario dell’agenzia. Fu, senza dubbio, mantenuto nelle sue attività a favore della Contras dagli stessi contribuenti USA. In cambio a tale mantenimento, tutti loro si dedicarono ad invadere di droga le città USA. Prova di questofu la sua appartenenza al Comitato Ramsom dell’America Centrale, una provata facciata della CIA per le operazioni segrete nella zona.

Ci sono altri due fatti che corroborano la permanenza di Basulto nella CIA negli ultimi tempi:

Fu provato che nel 1962 era direttamente sotto la responsabilità di Carl Jenkins.

Diversi ufficiali dell’FBI commentarono, in modo indiscreto le intenzioni di Basulto di acquistare un aereo di tipo Maule, in grado di atterrare su una piccola pista lunga solo 400 metri di lunghezza, al fine di intraprendere azioni violente contro obiettivi militari a Cuba. Tra loro, han dato per scontato la possibilità che fosse un’operazione dell’agenzia data l’appartenenza di Basulto alla stessa.

Quindi, caro lettore, anche se questo signore lo nega migliaia di volte, le prove e le evidenze confermano che continua ad essere uno strumento per eseguire azioni della Central Intelligence Agency USA, il che spiega il perché della sua arroganza e impunità nel parlare dei suoi piani contro Cuba.

L’arte di provocare: un’altra attività di Basulto

Neppure ci sono dubbi circa la convinzione di Basulto circa l’impossibilità che le forze controrivoluzionarie possano rovesciare la Rivoluzione cubana. Questa certezza gli ha fatto una strategia, condivisa con Ramon Saul Sanchez, che il crollo del governo dell’isola è possibile solo se intervengono gli USA. Pertanto, utilizzando la presunta organizzazione umanitaria Hermanos al Rescate (HAR), si è dedicato alla gestione di continue provocazioni volte a fomentare la belligeranza tra Cuba e USA.

Il 15 maggio 1991 iniziano le operazioni di Hermanos al Rescate, chiedendo all’allora presidente USA, George Bush, gli furono forniti tre aerei tipo O-2 – versione militare del noto Cessna- a quel tempo di proprietà della Air Force USA (USAF) per la presunta opera di soccorso di balseros (fuggitivi su zattere) cubani in mare. Poteva Bush padre, vecchio lupo della CIA, smettere di compiacere uno dei suoi più antichi e servizievoli agenti? Ovviamente, no. Ai suoi sforzi si sommò la campagna capitanata da Ileana Ross Lehtinen al fine di “convincere” il Presidente.

Da quella data, con aeromobili che ancora mantenevano l’acronimo USAF, Basulto si è dedicato a silurare qualsiasi riavvicinamento tra Cuba e gli USA, creando le condizioni per un aumento delle tensioni e conflitti tra i due paesi. Prova di ciò sono le continue violazioni dello spazio aereo cubano, in aperta provocazione ed eseguendo, in tali voli, attività illegali come la diffusione di volantini controrivoluzionari, danneggiamento del traffico aereo e altre provocazioni. Tra queste possiamo evidenziare:

Nel maggio 1992, HAR fu coinvolto in un’operazione illegale d’infiltrazione di terroristi nel nord della provincia di Villa Clara.

Violazione dello spazio aereo cubano da parte di un aereo dell’HAR, matricola N8447, prodotta il 18 maggio, 1993.

Diversi aerei dell’HAR sorvolarono Città dell’Avana, lanciando fumogeni, il 17 aprile 1994. Queste azioni si ripeterono 7 volte nei successivi mesi.

HAR prepara un gruppo di terroristi che avrebbero realizzato un’azione violenta contro la raffineria “Carlos Manuel de Céspedes” della città di Cienfuegos. Questi piani si svilupparono nell’ottobre 1994.

Hermanos al Rescate organizzò una flottiglia composta da diverse imbarcazioni, sei aerei e due elicotteri per promuovere una provocazione contro il territorio e lo spazio aereo cubano. Arrivarono, anche, a lanciare propaganda nemica sopra la città capitale dell’isola. Questo accadde il 13 luglio 1995.

Il 9 gennaio 1996, due aerei appartenenti all’ HAR violarono lo spazio aereo cubano.

Una nuova violazione dello spazio aereo cubano si produsse il 13 gennaio 1996 dichiarando, cinicamente, il terrorista Basulto: Loro dicono che stavo volando sopra il territorio cubano, ciò che tutti sanno e che non ho mai negato.

Tre aerei dell’HAR violarono nuovamente lo spazio aereo cubano il 24 febbraio 1996 e due di loro furono abbattuti dai Mig cubani. L’unico aereo che non fu abbattuto fu pilotato da Basulto che fuggì, vigliaccamente, spingendo i duoi complici a morte certa.

Questo ultimo incidente, deliberatamente fabbricato da José Basulto, fu il culmine di continue provocazioni -più di 25 nei mesi precedenti- sviluppate contro la sovranità cubana. Fu il pretesto tanto atteso da Basulto per rarefare le relazioni tra Cuba e USA. Come risultato di queste provocazioni e dell’energica risposta del governo dell’isola, gli USA indurirono la loro politica nei confronti di Cuba e rafforzò ulteriormente il blocco permanente contro l’isola. L’applicazione della Legge Helms Burton fu il risultato immediato della provocatoria politica di questo terrorista.

Il vero ritratto di un terrorista:

Ambizioso ed attaccato al denaro, Basulto ha un lungo curriculum di oscuri antecedenti che lo collegano al traffico di droga e altri reati quali la frode e l’appropriazione indebita. La sua espulsione dall’Esercito di Liberazione Anticomunista, nel 1969, per cattiva gestione dei fondi (leggasi furto), il suo legame con le operazioni di narco terrorismo durante la sua fase centro-americana, che inclusero frode alla previdenza USA e altri crimini, così come la vendita di maglie e altri souvenir allusivi l’incidente del 24 febbraio 1996, lucrando indolentemente con il dolore dei parenti dei suoi complici, mostrano la sua spregevole condizione umana. Se questo non bastasse, si è appreso che seppe anche lucrare con il traffico di persone incassando, dai familiari dei balseros, per il soccorso dei loro parenti, operazioni eseguite sempre alle spalle delle autorità USA.

Oggi, questo insensibile individuo intende rubare una parte dei fondi, congelati dagli USA, del governo cubano sostenendo un presunto stress in conseguenza del suo coinvolgimento nell’incidente degli aerei. Non meno di 75,9 milioni di $ aspira ottenere in questa nuova e sporca manovra, sostenuta dai mafiosi del Judicial Watch interposta nel United States Courthouse de Fort Lauderdale il 26 febbraio 2003. Cuba e i suoi dirigenti sono accusati di questo presunto danno a Basulto, che è incapace di conciliare il sonno e che soffre di nevrosi. Non è, forse, la propria coscienza e i suoi sensi di colpa che gli impediscono di dormire? Non saranno le accuse dei suoi amici da lui traditi e spinti ad una morte senza senso, ciò che provocano brividi e paure?

Nonostante il suo presunto pacifismo, questo terrorista ha puntato sulla violenza e su una guerra tra Cuba ed il suo potente vicino del nord. Spera, questo vile, che siano altri -le migliaia di soldati USA che moriranno se cercano di attaccarci- che terminino con i suoi nemici di sempre, i cubani. A tal fine, è diventato architetto della provocazione e dell’infamia. Nel 1996 cercò di acquistare un aereo a reazione Mig-23. Non vi è dubbio che il suo scopo era chiaro: fabbricare un altro incidente come quello della corazzata Maine, che provocò l’entrata USA nella guerra che conduceva l’isola contro la Spagna alla fine del XIX secolo. Perché servirebbe un piano di questo tipo, se non per attaccare obiettivi cubani o, senza dubbio, attaccare obiettivi USA e poi accusare Cuba? Per fare questo, non esiterebbe ad assassinare militari e cittadini USA.

Fa male, oltretutto, che il governo e la giustizia USA, sostengano questo ruffiano di bassa lega. In tal modo si getta fango anche davanti all’opinione pubblica mondiale e dimostra la doppia morale della sua percezione del terrorismo. Un giorno, quando questo uomo -e altri come lui- si rivolgeranno contro il governo USA come fece, uno giorno, Bin Laden, sarà il popolo USA che pagherà le conseguenze. Nel frattempo, Basulto, il figlio prediletto della Casa Bianca, della CIA e dei tribunali USA, continua facendo le sue bravate impunemente con evidente disprezzo per i suoi padroni.

Las agresiones, provocaciones e infamias de José Basulto León

Ayer apareció lloroso frente a los medios que han dado cobertura mediática a un aniversario más sobre el incidente del 24 de febrero de 1996, que provocó como resultado el derribo de dos avionetas de hermanos al Rescate. Basulto, cínicamente, se ha prestado a revivir este acontecimiento con cinismo y descaro. ¿Qué fue realmente lo que sucedió? ¿Quién es este siniestro personaje? ¿Por qué ha sido un cómplice de las agresiones de la CIA contra Cuba y continúa viviendo impune a pesar de sus crímenes? Ofrezco a mis lectores la verdad absoluta sobre estos hechos en un viejo trabajo que data del año 2003.

Apenas al nacer, aquel 8 de agosto de 1940, la estrella de José Basulto León estaba predestinada a titilar entre las que integran la bandera norteamericana. Su padre fue un alto funcionario de una compañía norteamericana radicada en Cuba —la Punta Alegre Sugar Sales Company—, y ese contexto favoreció a que se desarrollara en él un fuerte sentimiento pronorteamericano y anexionista, el cual marcaría su personalidad y convicciones. Toda su vida, pues, recién desde su adolescencia, se vinculó al vecino país del norte. Cuanto apenas contaba los 17 años de edad, marchó a los Estados Unidos para cursar estudios de aviación. Allí materializó no sólo sus sueños de llegar a ser un afamado aviador, sino también la posibilidad de integrarse, como uno más, al sistema de vida americano.

El triunfo de la Revolución lo sorprendió cuando contaba con 19 años de edad y sintió el cosquilleo inicial, experimentado por muchos, hacia la nueva experiencia que vivía la Isla. Pronto se daría cuenta de su error: las medidas revolucionarias, encaminadas a terminar con una larga época de desigualdades, afectó a los intereses familiares tan ligados a los burgueses yanquis. Para su padre, representante de los explotadores tradicionales, la opción era clara, quedarse y vivir la nueva realidad o irse del país en busca de nuevos aires mientras se esperaba la caída de los profanadores. Y Pepin tomó también su decisión: se sintió predestinado a acabar con todo aquello y devolver a los suyos lo perdido.

En enero de 1960, ya en Estados Unidos, se vinculó de inmediato a la Agencia Central de Inteligencia de los Estados Unidos (CIA). La promisoria aventura a la que se ligaba le permitiría no sólo canalizar su ímpetu juvenil, sino convertirse en alguien admirado por sus nuevos jefes. Fama y poder, aventura y reconocimiento, ingredientes suficientes para desbordar un espíritu inmaduro e inestable. Cuatro meses después, Basulto se vería incorporado a un riguroso entrenamiento en varias instalaciones operadas por la Agencia, el que tuvo su inicio en Usepa Island (en Fort Meyer), siguiendo por Fort Peary (Virginia) y Camp Trax (Retalhuleu, Guatemala). Allí fue entrenado como un terrorista: recibió clases de criptografía, guerra irregular, armamento, demolición comunicaciones, técnicas de inteligencia y contrainteligencia, etc. Finalmente, en febrero de 1961, está listo para cumplir las misiones que se le ordenaran. Y la orden no se hizo esperar.

Un tiempo antes de que se llevara a cabo la agresión mercenaria de Playa Girón, planificada y organizada bajo el más estricto secreto por parte del gobierno de los Estados Unidos, Basulto viajó a Cuba empleando una falsa identidad: la de Ernestino Martínez. De inmediato se trasladó a Santiago de Cuba, ciudad en la que se encargó de organizar a varios terroristas cuya misión sería servir de apoyo a la invasión mercenaria. Descubiertos y apresadas cerca de veinte conspiradores, nuestro amigo logró escapar de una segura detención. Raudo como una flecha, penetró por la Base Naval de Guantánamo y evadió de esta forma a los nacientes órganos de seguridad cubanos. No sería, desde luego, la única oportunidad en que este capitán araña escaparía del peligro dejando abandonados a sus compañeros. El 24 de febrero de 1996, repetiría esta dudosa jugada.

Las mentiras de Basulto

En un mensaje a los integrantes de las Fuerzas Armadas Revolucionarias leído el 2 de marzo de 1996, durante un largo y aburrido discurso pronunciado en el hangar de Hermanos al Rescate, situado en la base de Opa-Locka, Miami, Basulto se atrevió a pronunciar una de sus más sobresalientes mentiras. Lo hizo, cuidando que la nariz in crescendo no derrumbara el micrófono ante su pinochezca perorata:

Yo, José Basulto, como militar fiel que fui y que ha renunciado a la violencia. Quiero hablarles de combatiente a combatiente, de cubano a cubano.

Un poco antes había dicho la misma idea que ahora repetía:

Nos mantenemos firmes en nuestra convicción no violenta. Resistiremos a la dictadura, ejerceremos nuestros derechos conculcados, practicaremos la desobediencia civil, pero nunca seremos los causantes de la violencia.

Sorprende creer que quien pronunció estas palabras fue el mismo individuo que el 24 de agosto de 1962 tiroteó el ahora nombrado teatro Carlos Marx (en esos momentos teatro Blanquita) y el hotel Rosita de Hornedo, ubicados en calle 0 y primera avenida, en Miramar.

Incorporado a varias organizaciones contrarrevolucionarias como el Directorio Revolucionario Estudiantil (DRE), la Brigada 2506 y el Ejército de Liberación Anticomunista (ELA), siempre se caracterizó por la búsqueda de protagonismo. Si no descollaba en algún grupo, se marchaba de inmediato a otro en busca de reconocimientos y de bonanzas económicas. En ocasiones, metió las manos en los bolsillos de su propia gente, siendo expulsado del ELA en 1969 por indebido manejo de los fondos de esta organización. Esta mala fama le acompañará toda la vida. Sus socios de correrías, como Andrés Nazario Sargent lo tildan de mercenario voluntario manejado por los americanos. A fin de cuentas, Basulto sacó provecho al negocio del terrorismo: hoy posee una casa que vale cerca del medio millón de dólares.

Este amante del pacifismo que pretende empequeñecer a Ghandi, se infiltró en Cuba el 21 de noviembre de 1963, cerca de Santa Cruz del Norte, una vez que culminó un curso de adiestramiento en Fort Benning, en el cual tuvo como compañeros a Jorge Mas Canosa, Luis Posada Carriles, Félix Rodríguez Mendigutía, William Schuss Alvarez y otros. En los años 70 y 80 continúa su deambular por diferentes organizaciones terroristas, entre las que se destacan Agrupación Católica Universitaria, Brigada 2506 y Junta Patriótica Cubana. Desde las mismas organiza diferentes acciones violentas contra la Isla.

En el año 1982 planeó introducir explosivos en Cuba para perpetrar un atentado contra Fidel Castro. Un año después se dedicó as reclutar a individuos con vistas a formar comandos terroristas para ser infiltrados en la Isla.

Apenas tres años antes de sus declaraciones a favor de la no violencia, Basulto preparó varias acciones hostiles contra Cuba:

Intento de sabotear torres de alta tensión en San Nicolás de Bari, en la Habana, en 1993.

Gestionó la compra de un avión modelo Delfín L-29 para atacar instalaciones militares cubanas. (Octubre de 1994)

Intento de emplear un arma teledirigida para atentar contra objetivos en Cuba. (Octubre de 1994)

Intento de atentar contra la refinería de Cienfuegos en 1994.

Intento de atentar contra Fidel y varios dirigentes cubanos haciendo uso de un arma antipersonal desconocida.

Creo, amigo lector, que estos datos son suficientes para desmentir el pretendido pacifismo de Basulto. Aquí bien vale recurrir a aquel refrán que aprendimos desde jóvenes: Árbol que nace torcido, jamás su tronco endereza.

Otra de las mentiras de Basulto es la relacionada con sus vínculos con la CIA. Cada vez que alguien le pregunta al respecto, se apresura a negarlo y asumiendo un aire de persona ofendida. Así reaccionó ante la pregunta de Hernán Calvo Ospina y Katlijn Declerq sobre su pertenencia a esa tenebrosa agencia:

¡Esa es otra acusación que me hace el gobierno de Cuba! ¡Pero no sólo a mí, sino a todos os dirigentes del exilio para desacreditarnos! Y para ello han volcado toda su maquinaria de relaciones públicas internacionales.

Nuevamente fue víctima de sus propias mentiras. Está demostrado que viajó a Centroamérica y a Brasil cumplimentando instrucciones de sus jefes de la CIA. Asumiendo la pertenencia de una misión humanitaria, fachada indudable de la agencia, Basulto se involucró a la operación Irán-contras y en esas actividades estuvo vinculado a uno de los mayores fraudes contra el seguro de los Estados Unidos, motivado por el desvío de cerca de 30 millones de dólares destinados a ese fin y desviados para ayudar a la contra nicaragüense. Junto a él participaron Félix Rodríguez, Adolfo Calero y Miguel Recarey.

Es indudable, entonces, que Basulto estaba vinculado a la CIA en esos momentos y recibía, al igual que Posada Carriles—con fachada parecida en ese tiempo—, el salario de la agencia. Fue, a no dudarlo, mantenido en sus actividades a favor de la contra por los propios contribuyentes norteamericanos. En pago a esa manutención, todos ellos se dedicaron a invadir de droga a las ciudades norteamericanas. Prueba de ello fue su pertenencia al Comitee Ramsom of Centroamérica, una probada fachada de la CIA para sus operaciones encubiertas en el área.

Existen otros dos hechos que corroboran la permanencia de Basulto a la CIA en los últimos tiempos:

Fue comprobado que en 1962 era atendido directamente por Carl Jenkins.

Varios oficiales del FBI comentaron de manera indiscreta las intenciones de Basulto de adquirir un avión del tipo Maule, capaz de aterrizar en una reducida pista de sólo 400 metros de longitud, con vistas a realizar acciones violentas contra blancos militares en Cuba. Entre ellos, dejaron por sentada la posibilidad de que fuera una operación de la agencia dada la pertenencia de Basulto a la misma.

Entonces, amigo lector, aunque este señor lo niegue miles de veces, las pruebas y evidencian confirman que sigue siendo un instrumento para ejecutar acciones de la Agencia Central de Inteligencia de los Estados Unidos, lo que explica el porqué de su arrogancia e impunidad al hablar de sus planes contra Cuba.

El arte de provocar: otro negocio de Basulto

Tampoco hay duda sobre la convicción de Basulto sobre la imposibilidad de que las fuerzas contrarrevolucionarias puedan derrocar a la Revolución Cubana. Esta certeza lo ha hecho diseñar una estrategia, compartida por Ramón Saúl Sánchez, de que el derrumbe del gobierno de la Isla sólo es posible si intervienen los Estados Unidos de América. Por ello, utilizando a la supuesta organización humanitaria Hermanos al Rescate (HAR), se ha dedicado a gestar continuas provocaciones encaminadas a caldear la beligerancia entre Cuba y los Estados Unidos de América.

El 15 de mayo de 1991 inicia las operaciones de Hermanos al Rescate, solicitando al entonces presidente de EE UU, George Bush, le fueran facilitados 3 aviones tipo O-2 —versión militar del conocido Cessna—, en ese tiempo propiedad de la fuerza aérea norteamericana (USAF), para la supuesta labor de rescate de balseros cubanos en el mar. ¿Podía Bush, viejo lobo de la CIA, dejar de complacer a uno de sus más antiguos y serviciales agentes? Obviamente, no. A sus gestiones se sumó la campaña capitaneada por Ileana Ross Lehtinen con vistas a “convencer” al Presidente.

A partir de esa fecha, con los aviones aun conservando las siglas de la USAF, Basalto se dedicó a torpedear cualquier acercamiento entre Cuba y EE UU, creando las condiciones para el aumento de las tensiones y beligerancia entre ambos países. Prueba de ello lo son las constantes violaciones del espacio aéreo cubano, en abierta provocación y realizando en estos vuelos tareas ilegales como difusión de volantes contrarrevolucionarios, afectación del tráfico aéreo y otro tipo de provocaciones. Entre estos podemos destacar:

En mayo de 1992, HAR se involucró en una operación ilegal de infiltración de terroristas al norte de la provincia de Villa Clara.

Violación del espacio aéreo cubano por parte de aeronave de HAR, matrícula N8447, producida el 18 de mayo de 1993.

Varios aviones de HAR sobrevolaron Ciudad de la Habana, lanzando bombas de humo, el 17 de abril de 1994. Estas acciones se repiten en 7 ocasiones en los próximos meses.

HAR prepara a un grupo de terroristas que realizarían una acción violenta contra la refinería “Carlos Manuel de Céspedes” de la ciudad de Cienfuegos. Estos planes se desarrollaron en octubre de 1994.

Hermanos al Rescate organizó una flotilla compuesta por varias embarcaciones, seis avionetas y dos helicópteros para promover una provocación contra el territorio y el espacio aéreo cubanos. Llegaron, inclusive, a arrojar propaganda enemiga sobre la ciudad capital de la Isla. Esto sucedió el 13 de julio de 1995.

El 9 de enero de 1996, dos avionetas pertenecientes a HAR violaron el espacio aéreo cubano.

Una nueva violación del espacio aéreo cubano se produjo el 13 de enero de 1996, declarando cínicamente el terrorista Basulto: Ellos dicen que yo estuve volando sobre el territorio cubano, algo que todo el mundo sabe y que no he negado nunca.

Tres avionetas de HAR violaron nuevamente el espacio aéreo cubano el 24 de febrero de 1996 y dos de ellas fueron derribadas por Migs cubanos. La única avioneta que no fue derribada fue la piloteada por Basulto, quien huyó cobardemente empujando a sus socios a la muerte segura.

Este último incidente, fabricado deliberadamente por José Basulto, fue el colofón de continuas provocaciones—más de 25 en los meses precedentes— desarrolladas contra la soberanía cubana. Fue el ansiado pretexto buscado por Basulto para enrarecer las relaciones entre Cuba y Estados Unidos. Como resultado de estas provocaciones y de la enérgica respuesta del gobierno de la Isla, EE UU endureció su política hacia Cuba y fortaleció aún más el permanente bloqueo contra las Isla. La aplicación de la Ley Helms Burton fue el fruto inmediato de la política provocadora de este terrorista.

El verdadero retrato de un terrorista:

Ambicioso y apegado al dinero, Basulto tiene una larga hoja de antecedentes oscuros que lo ligan al narcotráfico y a otros delitos como la estafa y la apropiación ilícita. Su expulsión del Ejército de Liberación Anticomunista en 1969 por mal manejo de fondos (dígase robo), su vínculo a operaciones de narcoterrorismo durante su etapa centroamericana, que incluyeron fraudes al seguro norteamericano y otros delitos, así como la venta de pulóveres y otros souvenirs alusivos al incidente del 24 de febrero de 1996, lucrando indolentemente con el dolor de los familiares de sus compinches, muestran su canallesca condición humana. Si esto no fuera suficiente, se ha sabido que supo también lucrar con el tráfico de personas al cobrarles a los familiares de balseros por el rescate de sus familiares, operaciones que realizó siempre a espaldas de las autoridades norteamericanas.

Hoy, este desalmado individuo pretende robar parte de los fondos congelados del gobierno cubano por Estados Unidos, arguyendo un supuesto stress como secuela de su participación en el incidente de las avionetas. Nada menos que 75,9 millones de dólares aspira obtener en esta nueva y sucia maniobra, apoyada por los mafiosos de Judicial Watch, interpuesta en la United States Courthouse de Fort Lauderdale, el 26 de febrero del 2003. Cuba y sus dirigentes son acusados de este supuesto daño a Basulto, quien es incapaz de conciliar el sueño y sufre de neurosis. ¿No será, acaso, su propia conciencia y sus culpas los que no lo dejan dormir? ¿No serán las acusaciones de sus amigos traicionados por él y empujados a una muerte injustificada, las que le provocan escalofríos y temores?

A pesar de su pretendido pacifismo, este terrorista siempre ha apostado por la violencia y por una guerra entre Cuba y su vecino poderoso del norte. Espera este cobarde que sean otros—los miles de soldados norteamericanos que morirán si intentan atacarnos— quienes acaben con sus enemigos de siempre, los cubanos. Para ello, se ha convertido en artífice de la provocación y de la infamia. En 1996 pretendió comprar un avión a reacción Mig-23. No cabe duda que su propósito estaba claro: fabricar otro incidente como el del acorazado Maine, que provocó la entrada de Estados Unidos en la contienda que libraba la Isla contra España a fines del siglo XIX. ¿Para qué serviría un avión de este tipo si no para atacar objetivos cubanos o, sin lugar a dudas, atacar objetivos norteamericanos y acusar luego a Cuba? Para ello, no vacilaría en asesinar a militares y ciudadanos norteamericanos.

Duele, desde luego, que el gobierno, y la justicia norteamericana, apoyen a este rufián de baja estofa. Al hacerlo se enloda también ante la opinión mundial y demuestra el doble rasero de su percepción sobre el terrorismo. Algún día, cuando este hombre —y otros como él—, se viren contra el gobierno yanqui como lo hizo un día Bin Laden, será el pueblo norteamericano quien pague las consecuencias. Mientras tanto, Basulto, el hijo preferido de la Casa Blanca, de la CIA y las Cortes norteamericanas, sigue haciendo de las suyas con impunidad y con evidente desprecio hacia sus propios amos.

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