Memorandum per il presidente

La Conversazione con il Comandante Ernesto Guevara di Cuba

che guevaraLa conversazione è avvenuta nella notte  del 17 agosto (alle 2 circa). Numerosi membri delle delegazioni del Brasile e dell’Argentina avevano operato notevolmente durante la Conferenza a Punta dell’Est per concordare questo incontro tra me e  Che Guevara.

L’incontro si è svolto  con l’ovvio consenso del Che Guevara che dimostrava anche con una certa fretta. Io invece avevo evitato di incontrarlo durante la Conferenza.

Il martedì eravamo arrivati a Montevideo e mi avevano invitato alla festa di compleanno del delegato locale del Brasile,  responsabile dell’area di libero commercio.

Io ero già arrivato da alcune ore, quando uno degli argentini presenti, che faceva parte della delegazione del suo paese, mi informò che era stato invitato alla festa anche il Che Guevara

iunse alle due della notte circa e avvisò Edmundo Barbosa Da Silva del Brasile e Horacio Larreta dell’Argentina che aveva qualcosa da comunicarmi.

Entrammo tutti e quattro in una stanza e quanto segue è un riassunto di quello che ci siamo detti. Il brasiliano e l’argentino si alternavano come interpreti.

Il Che Guevara era vestito con l’uniforme verde olivo abituale. Dietro la  barba rada e scarsa i suoi lineamenti erano dolci e gentili, quasi femminili, e il suo comportamento era molto intenso.

Egli ha molto senso umoristico e ha schea parlato liberamente per tutto il tempo.

Non ha permesso mai che nascesserrzato molto durante tutto l’incontrò. Quando ha iniziato a parlare però pareva arrabbiato, ma poi si è rilassato e ho dubbi sulla sua personale e intensa devozione per il comunismo, ma la sua conversazione era libera dalla propaganda o da posizioni presuntuose.

Ha parlato tranquillamente e direttamente dando molti dettagli e con molta obiettività.

Non ha permesso mai che noi avessimo dubbi sul fatto  che  era libero nel parlare a nome del suo governo e raramente ha espresso distinzioni tra le sue osservazioni personali e la posizione ufficiale del governo cubano.

Io avevo la precisa impressione che lui avesse pensato molto accuratamente a tutto quello che stava sostenendo – – loro erano molto ben organizzati.

Io gli ho detto al principio della conversazione che non avevo l’autorità per negoziare i problemi del mio paese, ma che avrei riferito tutto quello che egli mi avrebbe detto agli ufficiali interessati del nostro governo.

Il Che Guevara mi ha detto “ Bene!”  e ha cominciato a parlare.

Che Guevara ha cominciato la conversazione dicendo che io dovevo cercare di comprendere la Rivoluzione cubana. A Cuba si voleva costruire uno stato socialista e quella rivoluzione che i cubani avevano  appena iniziato era irreversibile.

Cuba era già uscita dalla sfera di influenza degli Stati uniti ed anche questo era un fatto irreversibile. I cubani volevano stabilire un sistema di partito unico con Fidel Castro come Segretario Generale del Partito. Cuba avrebbe avuto molte relazioni con i paesi dell’est europeo per simpatie naturali e per le convinzioni comuni sulle strutture proprie dell’ordine sociale.

“I cubani sentono di avere l’appoggio delle masse per la loro Rivoluzione e sanno anche che questo appoggio crescerà con il passare del tempo.” Ha dichiarato.

Che Guevara mi ha detto anche che gli Stati Uniti non devono pronunciare re  false accuse come queste :

Gli Stati Uniti possono riscattare Cuba degli artigli del comunismo (si stava riferendo a una seconda azione militare diretta);
Fidel è un moderato circondato da una banda di uomini fanatici e aggressivi che lo possono convincere ad avere relazioni con il mondo occidentale.

La Rivoluzione non si può distruggere, ha continuato, togliendole gli appoggi per danneggiarla, perché diventerà sempre più forte.

Egli ha parlato della grande forza della Rivoluzione cubana e dell’effetto notevolissimo che aveva nel pensiero liberale di tutta l’America Latina… Per esempio – ha aggiunto ancora – le forze della sinistra dell’Uruguay si stanno riunendo sotto le bandiere di Cuba.

Poi ha detto che se Cuba avesse corso un pericolo si potevano scatenare molte guerre civili in molti paesi – – e che quelle guerre potevano scoppiare in qualsiasi momento.  Egli ha parlato con molta intensità dell’effetto di Cuba nel continente e della crescete forza del suo esempio.

Per la costruzione di uno stato comunista Cuba non aveva ripetuto tutti i movimenti aggressivi avvenuti nei paesi dell’Est. Non pretendevano certo di costruire una cortina di ferro attorno a Cuba, ma volevano invece dare il benvenuto a tecnici e visitanti di tutti i paesi che sarebbero venuti a collaborare.

Ha parlato del problema del furto degli aerei. Ha detto che non sapeva se io ero al corrente che Cuba non era responsabile di alcun sequestro.

Il primo aereo era stato preso da un giovane che era un buon ragazzo in fondo, un po’ ribelle però, e che ora si trovava rinchiuso  in un carcere.

I cubani sospettavano che l’ultimo aereo era stato rubato da un provocatore (un agente della CIA).

Che Guevara ha insinuato che temeva che continuando ad avvenire, quei furti sarebbero divenuti un forte pericolo. Poi ha cominciato a parlare delle difficoltà dell’Alleanza per il Progresso. Mi ha chiesto se avevo ascoltato il suo discorso alla chiusura della Conferenza e io gli ho risposto che lo avevo ascoltato con grande attenzione.

Nel suo discorso egli aveva parlato – mi ha ricordato – dei suoi punti di vista sull’Alleanza per il Progresso.

(In quel discorso Guevara disse che l’andamento dell’Alleanza era buono, ma che nel tempo si sarebbe rivelato un fallimento). Poi ha parlato del ruolo delle forze storiche che stavano lavorando per combattere il comunismo, etc – che ci sarebbero state rivoluzioni comuniste e colpi di stato di destra per evitare che le sinistre potessero trionfare e che si sarebbero presentate le occasioni per la conquista del potere da parte dei comunisti con elezioni popolari.

Ha anche detto che voleva aggiungere che esisteva un contraddizione intrinseca nell’Alleanza. Dando coraggio alle forze del cambiamento e ai desideri delle masse, gli Stati Uniti potevano perdere l’autorità su quelle  forze che già si trovavano fuori dal loro controllo e che poteva avvenire anche negli USA una rivoluzione come quella cubana. Non ha detto mai però che Cuba  giocherà un ruolo più diretto nella marcia della storia. Lui – ha continuato Che Guevara – ora che aveva discusso i nostri problemi ( degli USA), sarebbe stato contento di discutere i  problemi cubani –facendolo in maniera franca perché a Cuba si dovevano risolvere molti problemi di base, ha commentato.

1. A Cuba esisteva un sentimento rivoluzionario perturbatore, c’erano uomini armati e sabotaggi.
2.La piccola borghesi era ostile alla Rivoluzione o, nel migliore dei casi, era molto tiepida.
3 La chiesa cattolica… ( qui egli ha scosso la testa in un gesto di incomprensione)

“Le fabbriche cubane continuano a cercare negli USA le risorse necessarie specialmente i pezzi di ricambio e spesso la mancanza di questi pezzi rendeva molto critiche le situazioni.

I cubani hanno accelerato i processi di sviluppo troppo rapidamente e le riserve di moneta forte sono decisamente scarse. Per questo, attualmente, Cuba non ha la possibilità di importare beni di consumo e di soddisfare le necessità di base della popolazione.”

I Cubani però non chiedevano un’intesa con gli USA perché sapevano che non era possibile Chiedevano un “modus vivendi”, una formula transitoria di modus vivendi tra le due nazioni. Ovviamente – ha continuato – è molto difficile trovare la formula effettiva di questo modus vivendi e lui lo sapeva bene perché ci stava pensando già da molto tempo.

Che Guevara ha aggiunto che pensava che gli Stati Uniti stessi potevano trovare la formula giusta, perché da noi, negli USA, ci si deve preoccupare dell’opinione pubblica, e ha detto anche che lui stesso, cioè Cuba, avrebbe accettato qualsiasi formula che non preoccupasse l’opinione pubblica.

Io non ho detto nulla, nemmeno una parola; lui ha atteso e poi ha aggiunto che  aveva delle idee che gli giravano per la  testa…

Gli Stati Uniti non potevano restituire le proprietà espropriate e le banche ma Cuba poteva pagare in cambio per queste proprietà.

Cuba poteva accettare di non stabilire relazioni di alleanza con l’Est europeo, anche se questo non avrebbe danneggiato le simpatie naturali per quella regione.

“Cuba avrà libere elezioni solamente dopo un periodo di istituzionalizzazione, quando la Rivoluzione sarà terminata.” Rispondendo a una mia domanda, Che Guevara ha aggiunto che era previsto lo stabilimento di un partito unico.

Cuba ovviamente non avrebbe attaccato Guantanamo  (in quel momento Guevara ha sorriso sapendo l’assurdità di quella dichiarazione).

Egli mi ha detto con evidente imbarazzo, abbastanza seccato per la presenza dei due “interpreti”, che i cubani avrebbero discusso le attività della Rivoluzione cubana in altri paesi.

Poi ha continuato dicendo che ci ringraziavano molto per la tentata invasione di Playa Girón, perché questa si era trasformata in una grande vittoria politica per Cuba — che aveva permesso di consolidare la realtà cubana e che aveva trasformato una piccola isola in un paese uguale agli USA.

Ernesto Guevara ha sostenuto che erano tutte cose molto complicate da negoziare, ma che gli USA potevano aprire su alcuni aspetti per cominciare a discutere di molti fatti subordinati.

Egli ha suggerito di cominciare la discussione proprio parlando del sequestro degli aerei.(Noi presumibilmente invece preferivamo utilizzare il caso degli aerei come copertura in conversazioni molto più serie)

I cubani, ha detto ancora, potevano discutere qualsiasi formula che non implicasse la rinuncia al tipo di società che Cuba aveva scelto.

Alla fine egli ha assicurato che non avrebbe detto a nessuno – meno che a Fidel – ciò che si stava dicendo tra di noi. Io l’ho assicurato a mia volta che non avrei mai reso pubblica la conversazione.

Quando abbiamo terminato di parlare io sono andato a scrivere queste note su tutto quello che Guevara aveva sostenuto. Egli è rimasto alla festa e ha conversato con i brasiliani e gli argentini.

Ibarreta, l’argentino, mi ha telefonato la mattina seguente per dirmi che Ernesto Che Guevara pensava che la conversazione era stata buona e che gli aveva anche confessato che era più facile parlare con le persone della “nuova generazione”

Queste note riassumono totalmente ciò che è stato detto durante  la conversazione completa.

Dick Goodwin

(Assessore speciale del Presidente Kennedy)

Note da un documento segreto cubano

no dei centri di reclutamento a Miami si trova in calle 17 e Biscayne Boulevard e lì i mercenari si iscrivono apertamente per formare un esercito invasore… (è il 1960)

Agli inizi del ’61 un gruppo di 200 cubani e 23 statunitensi accampati in baracche nel centro di Miami si stava preparando per sbarcare a Cuba  L’Isola Cisne serve da punto di transito per i gruppi di mercenari… Quest’isola in realtà appartiene  al Guatemala, ma gli Stati Uniti la usano come terra propria.

“Radio Cuba Indipendente” trasmette ogni giorno da un’imbarcazione che parte da Miami e trasmette consigli su come effettuare sabotaggi in cinema, teatri e altri luoghi affollati dell’Avana.

Tutte queste notizie fanno parte di una relazione redatta dal Comandante della Rivoluzione Ramiro Valdez, che contiene notizie sugli accampamenti e sulle basi dei contro rivoluzionari in Guatemala, in Nicaragua e nella Florida.
La relazione è datata 12 gennaio del 1961.

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