Dilma denuncia il golpe e fa un appello alla lotta

tiburon brasileLa presidentessa del Brasile, Dilma Rousseff, denunciò oggi un’altra volta il golpe di Stato di cui è stata vittima ed ha fatto un appello al popolo affinché si mantenga mobilitato, unito ed in pace per combattere per la democrazia.

Vissi già molte sconfitte e grandi vittorie, ma non ho mai immaginato che sarebbe necessario lottare di nuovo nel mio paese contro un golpe, espresse la mandataria in una dichiarazione fatta poco prima di abbandonare il Palazzo di Planalto.

Rousseff notò che la lotta per la democrazia è permanente, non ha data per concludersi e disse che “riuscire a vincere dipenderà da noi”.

Riferendosi al processo di giudizio politico ammesso oggi nel Senato Federale, reiterò che si tratta di un impeachment fraudolento, un vero golpe.

Non commisi nessun crimine di responsabilità, ho fatto solo quello che la legge mi autorizzava a fare; sono stati atti legali, corretti, necessari, manifestò Rousseff prima di smontare, un’altra volta, la falsità delle accuse che le furono imputate.

Enfatizzò che è stato un processo completamente ingiusto e, quindi, doloroso. “Non c’è ingiustizia più devastante che quella di condannare un innocente, tutto ciò causa un danno irreparabile”, delimitò.

La presidentessa ha anche fatto notare sui rischi che derivano da un governo mai votato ed illegittimo, come quello che prenderà possesso a partire da oggi per un periodo di 180 giorni, nei quali rimarrà appartata dall’incarico.

È un governo nato da un golpe, da una specie di elezione indiretta e senza la legittimità richiesta per implementare le soluzioni che richiedono le enormi sfide che ha di fronte Brasile, segnalò.

Dilma Rousseff sottolineò che esercitò un mandato degno ed onesto e ratificò che lotterà, con tutti gli strumenti legali alla sua portata, per difenderlo ed onorarlo fino alla fine dello stesso, il 31 dicembre 2018.

Il destino –ha detto – mi ha riservato molte e grandi sfide e riuscii a vincerle; ma oggi soffro un’altra volta il dolore dell’ingiustizia, all’essere vittima di una farsa giuridica e politica.

Dopo avere concluso la dichiarazione, ed accompagnata dall’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, la capa di Stato si diresse fuori dal Palazzo di Planalto, dove migliaia di persone l’acclamarono e lanciarono petali di fiori al suo passaggio.

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