Brasile: dalla dittatura mai un governo così conservatore

Eric Nepomuceno http://www.cubadebate.cu

Brazil Political Crisis

A meno di una settimana dall’aver raggiunto la presidenza nella condizione di vice presidente in esercizio, cioè, in via provvisoria, Michel Temer ha sorpreso nell’intraprendere una brusca virata a destra e per strutturare un gabinetto con immensa propensione a lanciare comunicati confusi.

Gli analisti politici affermano che dal golpe civico-militare del 1964, che instaurò una dittatura che durò 21 anni, non si vedeva in Brasile un programma così conservatore. Dalla fine del regime di forza, nessun governo fu tanto di destra come quello che è, di recente, iniziato.

Si aspetta da Temer un governo molto diverso da quello di Dilma Rousseff, ma non così radicalmente opposto. I rapporti tra i due, che non hanno mai superato i limiti della cordialità formale, dalla fine del 2015 sono diventati francamente ostili. Temer, in nessun momento, soprattutto negli ultimi due mesi, si è curato di mascherare la sua cospirazione permanente.

Non tutti i chiarissimi segnali hanno permesso supporre una svolta così radicale. Ha estinto ministeri e segreterie, portò gli sconfitti nelle ultime quattro elezioni a posti di rilievo e di potere, e agisce come se invece di essere appartenuto al governo, negli ultimi cinque anni e mezzo fosse stato all’opposizione più intransigente.

Nei primi giorni del governo ad interim ha annunciato che tutte le misure prese dalla Rousseff nel corso degli ultimi due mesi saranno riviste. Le terre indigene allocate così come quelle che furono destinate alla riforma agraria, per esempio, saranno riviste. Lunedì scorso è iniziata una minuziosa verifica su tutte le spese realizzate, quest’anno, da parte del governo della presidentessa allontanata dall’incarico mentre si sviluppa, in Senato, il giudizio che pretende destituirla definitivamente.

Si annuncia una riforma radicale alla legislazione lavorativa ed al sistema pensionistico. Anche le centrali sindacali di destra si oppongono. La CUT (Central Unica de Trabajadores), allineata con il PT, e la più potente, ha rifiutato di partecipare a qualsiasi dialogo con un governo golpista.

Si riesamineranno le leggi in materia di manifestazioni pubbliche. Il nuovo ministro della Giustizia, Alexandre de Moraes, occupava il ministero della Pubblica Sicurezza nello stato di San Paolo; è diventato famoso per la violenza con cui la polizia, militarizzata, represse manifestazioni studentesche, anche di studenti delle scuole superiori che protestavano contro la corruzione e la scarsa qualità dell’insegnamento. Anche le marce contro il golpe istituzionale sono state represse. De Moraes di solito dice che non sono manifestanti, ma terroristi che usano tattiche di guerriglia urbana per mettere in pericolo l’ordine pubblico.

Nel frattempo, il nuovo ministro della Sanità annuncia un revisione al bilancio e alle azioni del SUS (Sistema Unico di Ssalute), che dipende dal governo nazionale. La negativa ripercussione lo ha portato ad ammorbidire le misure annunciate, che non sono ancora chiare. Ciò che è chiaro è che la sua campagna per arrivare alla Camera dei Deputati fu principalmente finanziata da aziende sanitarie private, i piani di salute, che in Brasile hanno prezzi esorbitanti.

Si annuncia anche una rivalutazione della Bolsa Familia, il programma sociale più ampio degli ultimi 13 anni, che attende a quasi 50 milioni di brasiliani. Grazie a questo programma il paese è uscito dalla mappa della fame dell’ONU.

Per rigettare l’affermazione che è arrivato alla carica senza aver ricevuto un solo voto, Temer argomenta che chi votò per Rousseff ha anche votato per lui. Il suo partito, il PMDB, fu alleato dei due mandati presidenziali di Lula da Silva e dei due di Dilma. Pertanto, ha condiviso lo stesso programma di governo, che ora cerca inesorabilmente di distruggere.

I partiti che fecero una feroce opposizione ai quattro mandati del PT, in particolare il neoliberale PSDB, sono stati ampiamente considerati nella formazione del governo Temer. Hanno assunto, per esempio, il Ministero delle Finanze, che ora ha, inoltre, sotto il suo comando il sistema pensionistico e anche il Ministero degli Affari Esteri. Quello che inizialmente è stato annunciato come un governo di notabili si è rivelato un’esatta prosecuzione del sistema di alleanza basato sulla concessione di posti in cambio di sostegno parlamentare. Temer, come è successo con la presidentessa sospesa, sarà ostaggio del Congresso, in particolare della turbolenta Camera dei Deputati.

Temer ha scelto come capo del governo alla Camera dei Deputati André Moura, oscura figura assolutamente fedele all’ex presidente della Camera bassa, Eduardo Cunha, sospeso dalle funzioni dal Supremo Tribunale Federale. Moura, per inciso, deve rispondere a tre processi, due dei quali per tentato omicidio.

La squadra economica del governo ad interim ha già annunciato che intende creare imposte per ridurre le dimensioni del deficit pubblico. Rousseff aveva tentato la stessa cosa, è stato massacrata dalla Camera dei Deputati. Quale sarà il prezzo che Temer dovrà pagare?

(Tratto da La Jornada)

Desde la dictadura no había en Brasil un gobierno tan conservador

Por: Eric Nepomuceno

A menos de una semana de haber llegado a la presidencia en la condición de vicepresidente en ejercicio, o sea, de modo interino, Michel Temer sorprendió al emprender un fuerte giro a la derecha y por haber estructurado un gabinete con inmensa propensión a lanzar comunicados confusos.

Analistas políticos afirman que desde el golpe cívico-militar de 1964, que instauró una dictadura que duró 21 años, no se veía en Brasil un programa tan conservador. Desde el fin del régimen de fuerza, ningún gobierno fue tan de derecha como el que recién empieza.

Se esperaba de Temer un gobierno muy distinto al de Dilma Rousseff, pero no tan radicalmente opositor. Las relaciones entre los dos, que jamás sobrepasaron los límites de la cordialidad formal, a partir de finales de 2015 se tornaron francamente hostiles. Temer en ningún momento, principalmente en los últimos dos meses, se preocupó por disfrazar su conspiración permanente.

Ni todas las señales clarísimas permitieron suponer un vuelco tan radical. Extinguió ministerios y secretarías, trajo a los derrotados en las cuatro últimas elecciones para puestos de relieve y poder, y actúa como si en lugar de haber pertenecido al gobierno en los últimos cinco años y medio hubiera estado en la oposición más intransigente.

En los primeros días de gobierno interino se anunció que todas las medidas adoptadas por Rousseff en los últimos dos meses serán revisadas. Las tierras indígenas asignadas, así como las que fueron destinadas a la reforma agraria, por ejemplo, serán reestudiadas. El pasado lunes comenzó una auditoría minuciosa en todos los gastos realizados este año por el gobierno de la mandataria alejada del cargo mientras se desarrolla en el Senado el juicio que pretende destituirla definitivamente.

Se anuncia una reforma radical a la legislación laboral y al sistema de jubilaciones. Hasta las centrales sindicales derechistas se oponen. La CUT (Central Única de Trabajadores), alineada al PT, y la más poderosa, se negó a participar en cualquier diálogo con un gobierno golpista.

Se revisarán las leyes relacionadas a manifestaciones públicas. El nuevo ministro de Justicia, Alexandre de Moraes, ocupaba la cartera de Seguridad Pública en el estado de Sao Paulo; se hizo famoso por la violencia con que la policía militarizada reprimió manifestaciones estudiantiles, incluso de alumnos de secundaria, que protestaban contra la corrupción y la pésima calidad de la enseñanza. También las marchas contra el golpe institucional fueron reprimidas. De Moraes suele decir que no son manifestantes, sino terroristas que utilizan tácticas de guerrilla urbana para poner en peligro el orden público.

En tanto, el nuevo ministro de Salud anuncia un reajuste al presupuesto y las acciones del SUS (Sistema Único de Salud), que depende del gobierno nacional. La repercusión negativa lo llevó a suavizar las medidas anunciadas, que todavía no están claras. Lo que sí está claro es que su campaña para llegar a la Cámara de Diputados fue financiada principalmente por empresas de salud privadas, los planes de salud, que en Brasil tienen precios exorbitantes.

También se anuncia una revaluación de Bolsa Familia, el programa social más amplio de los últimos 13 años, que atiende a casi 50 millones de brasileños. Gracias a este programa el país salió del mapa del hambre de la Organización de Naciones Unidas.

Para rechazar la afirmación de que llegó a la presidencia sin haber recibido un solo voto, Temer argumenta que quien votó por Rousseff también votó por él. Su partido, el PMDB, fue aliado de los dos mandatos presidenciales de Lula da Silva y los dos de Dilma. Por lo tanto, compartió un mismo programa de gobierno, que ahora trata de destruir de manera inexorable.

Los partidos que hicieron feroz oposición a los cuatro mandatos del PT, especialmente el neoliberal PSDB, fueron ampliamente considerados en la formación del gobierno de Temer. Asumieron, por ejemplo, el Ministerio de Hacienda, que además tiene ahora bajo su mando el sistema de jubilaciones y pensiones, y también el ministerio de Relaciones Exteriores. Lo que inicialmente fue anunciado como un gobierno de notables se reveló una continuación exacta del sistema de alianza basada en la concesión de puestos a cambio de apoyo parlamentario. Temer, como ocurrió con la presidenta suspendida, será rehén del Congreso, especialmente de la turbulenta Cámara de Diputados.

Temer eligió para líder del gobierno en la Cámara de Diputados a André Moura, figura oscura absolutamente leal al ex presidente de la cámara baja, Eduardo Cunha, suspendido de funciones por el Supremo Tribunal Federal. Moura, a propósito, responde a tres juicios, dos de ellos por intento de asesinato.

El equipo económico del gobierno interino ya anunció que pretende crear impuestos para disminuir el tamaño del déficit público. Rousseff había intentado lo mismo, fue masacrada por la Cámara de Diputados. ¿Cuál será el precio que Temer tendrá que pagar?

(Tomado de La Jornada)

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