Cuba per il Venezuela

Alessandra Riccio https://nostramerica.wordpress.com

almagro america latina OSACome è noto Cuba è stata estromessa dall’ Organizzazione degli Stati Americani nel lontano 1962. I cubani hanno ribattezzato questa Organizzazione con l’ironico e suggestivo nome di Ministero delle Colonie degli Stati Uniti, esprimendo così il proprio –realistico- pensiero al riguardo.

Il nuovo Segretario Generale, l’uruguayano Almagro, ha preso un’iniziativa molto azzardata: proporre all’Assemblea un pesante intervento sulle questioni interne del Venezuela. Da tempo sotto assedio, con minoranza in Parlamento, il Presidente Maduro ha dimostrato una costante propensione al dialogo, pur nelle difficilissime situazioni in cui versa il paese per cause obbiettive, per i pesanti tentativi di destabilizzazione, per la caduta del prezzo del petrolio, per l’assedio a cui è sottoposto dai mezzi di comunicazione main stream e sicuramente da errori inevitabili per chi naviga in acque così agitate.

Il giorno prima che si discutesse il documento di Almagro, gli intellettuali e i lavoratori della prestigiosa Casa de las Américas hanno voluto rendere pubblica la loro solidarietà al Venezuela bolivariano e a Maduro; oggi, quando il dibattito all’OEA ha sostanzialmente respinto la manovra di Almagro, il Ministro degli Esteri di Cuba ha diffuso un comunicato duro rispetto all’iniziativa del Segretario Generale e di tutta l’Organizzazione che viene definita irriformabile.

Dichiarazione della Casa de las Américas

La Casa de las Américas, che è stata fondata nel 1959, meno di quattro mesi dopo la vittoria della Rivoluzione Cubana e che da allora si è impegnata a contribuire all’avvicinamento culturale dei paesi della nostra America in uno spirito ampio e fraterno, vede con preoccupazione l’avanzata delle destre nel nostro continente.

Soprattutto a partire dall’elezione a presidente del Venezuela dello straordinario compagno Hugo Rafael Chávez Frías, che si è assunto con coraggio e lucidità l’eredità bolivariana, non pochi dei nostri paesi, ciascuno con proprie caratteristiche, hanno intrapreso processi creativi. Il secolo XXI ha visto con speranza l’apparire di governi progressisti e la creazione di entità sovranazionali che perseguono l’unità dell’America Latina e del Caribe. Naturalmente, né l’impero e i suoi amanuensi né le oligarchie locali stanno accettando senza combattere queste realtà. Tutto ciò si è tradotto in azioni come i cosiddetti colpi blandi che hanno deposto i presidenti di Honduras e Paraguay, e poco tempo fa, da parte di un parlamento corrotto, la presidentessa del Brasile. E anche con altri atteggiamenti ostili. L’esempio più clamoroso lo abbiamo nella fraterna Repubblica Bolivariana del Venezuela, contro la quale cospirano brutalmente la destra locale e le forze reazionarie del pianeta. I cosiddetti mezzi di comunicazione, dentro e fuori, non la finiscono di calunniare il presidente legalmente eletto del paese mentre si mantiene la penuria di merci provocata, tutte cose che ci fanno ricordare il generoso e coraggioso governo del compagno Salvador Allende in Cile. Perfino il segretario della discussa Organizzazione degli Stati Americani, il ministero delle colonie yankee, si è aggiunto agli assediatori.

L’America Latina e il Caribe non possono vedere con indifferenza l’ impianto (o il reimpianto, come in Argentina) del criminale neoliberismo che continua a fare tanti danni in tutto il pianeta.

Con l’autorità che ci deriva dall’aver prestato per più di mezzo secolo, e di continuare a prestare, servizi al meglio della nostra America, denunciamo le torve misure ostili dell’impero e dei suoi vassalli.

L’Avana, 31 marzo 2016

 

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