Felice ritorno in Patria

f0012317 (1)La brigata medica cubana del contingente ‘Henry Reeve’ che ha collaborato per 52 giorni in Ecuador dopo il devastante terremoto di 7.8 gradi del 16 aprile scorso, è stata ricevuta nel terminal aereo N.º 3 da Marcia Cobas, viceministra del Ministero di Salute Pubblica.


Allegria. Questa sensazione unica, spontanea,  che armonizza bene con il piacere e l’orgoglio d’essere stati lì e aver messo tutto, anche la vita a disposizione di coloro che lo necessitavano, non sarà mai abbastanza sottolineata.

cuba.ecuadorCon questa sola immagine si potrebbero disegnare i 21 volti dei membri del Contingente Internazionale Henry Reeve che ieri, domenica 19, di mattina presto, sono arrivati in Patria dopo 62 giorni in Ecuador per offrire assistenza alle vittime del terremoto dell’aprile scorso.

La viceministra cubana di salute, Marta Cobas Ruíz, ricevendoli nell’Aeroporto Internazionale José Martí della capitale, ha detto che solo una persona con valori, dedizione e altruismo è capace di lasciare i propri cari e andare in luoghi in condizioni difficili, con di fronte qualsiasi eventualità, in un paese fraterno e una popolazione che non dimenticherà mai questo gesto.

“Questo è il legato che ci hanno dato i nostri Eroi, il nostro Partito e il nostro popolo, un lavoro immenso che forma parte della storia della collaborazione medica cubana”, ha aggiunto facendo i suoi auguri per il Giorno del Papà che si è festeggiato in questa stessa domenica.

Il dottor Ernesto Betancourt, a capo del  contingente, ha segnalato che il lavoro in Ecuador dà continuità alla predizione eroica e di lavoro delle precedenti brigate.

“In questi due mesi abbiamo assistito più di 10.400 persone e realizzato 780 operazioni chirurgiche”, ha precisato.

Inoltre ha consegnato alle autorità cubane di salute pubblica il riconoscimento dell’Assemblea Nazionale dell’Ecuador  per l’appoggio prestato e la pronta risposta dopo la catastrofe.

Conversando con *Granma*, Hilda Pérez, specialista in psichiatria ha confessato che è enorme la soddisfazione d’aver aiutato un popolo che ha sofferto una terribile devastazione, come con il terremoto di 7.8 gradi che ha provocato la morte di centinaia di persone.

“Un orgoglio accresciuto e degno perché stavamo li`dove sono morti tre nostri compagni e nonostante quello abbiamo continuato a lavorare e quelle persone umili e semplici piangevano, non volevano vederci partire e ci saranno sempre grate”.

Jorge Fonseca, specialista in terapia intensiva e fondatore della brigata Henry Reeve,  ieri ha potuto prendere in braccio i suoi quattro nipotini che lo aspettavano  a casa  e contavano le ore da settimane.

“In un giorno come questo -il Giorno del Papà-  non potevo ricevere miglior regalo”, ha assicurato, ma ha aggiunto che se è grande il desiderio di ritornare e stare con la propria famiglia, l’Ecuador li necessitava ed era là che dovevano stare, le 24 ore senza dormire, quasi senza riposo, sempre certo di essere utile.

I nostri medici sono abituati a raggiungere i luoghi più difficili dove non va nessuno, dove la speranza comincia a formarsi con il viso dei cubani”.

Hanno partecipato alla cerimonia di benvenuto la dottoressa Regla Luz Angulo Pardo, e i membri del consiglio di direzione dell’Unità Centrale di Cooperazione Medica in Cuba.

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