Venezuela: storia dei farmaci mai inviati a Caracas

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veneIl portale di giornalismo investigativo La Marea ha rivelato come i medicinali raccolti su iniziativa della moglie di Leopoldo Lopez non sono mai stati inviati in Venezuela.

Uno dei cavalli di battaglia nella guerra mediatica contro il Venezuela è quello riguardante la scarsità di tutti i prodotti essenziali, medicine comprese. Proprio i medicinali sono al centro di questa storia che ha riempito le pagine dei giornali, ma una volta scoperta la verità è come per magia scomparsa. Come sempre accade quando si affronta l’argomento Venezuela.

Lilian Tintori nei suoi lunghi tour in giro per l’Europa e gli Stati Uniti a perorare la causa di suo marito Leopoldo Lopez, dirigente oppositore del partito Voluntad Popular condannato per aver provocato la morte di 43 persone con le guarimbas (proteste violente che hanno insanguinato il Venezuela nel 2014), ha anche organizzato una raccolta di medicine da inviare in Venezuela.

A Madrid la raccolta è stata organizzata in collaborazione con la Asociación Española Venezolana por la Democracia (Aseved), già conosciuta come Movimiento Antipodemos – Venezolanos por España (Venesp), con un evento culmimante presso la Puerta del Sol il 7 di giugno alla presenza di Albert Rivera e del cantante Carlos Baute.

Secondo quanto ha rivelato il giornalista David Placer, la logistica degli organizzatori fu talmente disastrosa che al termine dell’evento non vi era a disposizione un luogo dove stoccare i medicinali che in seguito avrebbero dovuto essere destinati al Venezuela.

Diciamo avrebbero perché in realtà questo materiale non raggiungerà mai Caracas.

Nel bel mezzo di questo caos, compare il giornalista Pedro Aparicio, che si offre di prendere in custodia le medicine presso i propri uffici di Madrid. Nei giorni seguenti il giornalista ha chiesto agli organizzatori dell’evento di organizzare un’intervista con Lilian Tintori per il suo sito web El Correo del Orinoco (pubblicazione civetta del quotidiano edito a Caracas). Aseved rifiuta perché non ha la possibilità di maneggiare l’agenda della moglie del dirigente oppositore.

A questo punto, Aparicio, decide in concerto con Luis Marnesa – presidente della Mesa de Unidad Democrática (MUD) di Madrid – di prendere parte del materiale raccolto e distribuirlo tra i venezuelani residenti nella capitale spagnola.

Successivamente attraverso un comunicato datato 12 luglio gli organizzatori hanno dichiarato che i primi 300 kilogrammi di medicinali sono pronti per essere inviati a Caracas. Situazione simile si è verificata a Miami, negli USA, dove vi è stata una ‘raccolta umanitaria’ ma poi di tutto il materiale raccolto si sono perse le tracce. Evidentemente terminato il periodo elettorale, l’attenzione verso la situazione in Venezuela va a scemare così come la supposta ‘crisi umanitaria’ in cui verserebbe il paese latinoamericano.

Fonte: Correo del Orinoco
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