Discorsi ufficiali 26 luglio

machadoDiscorso pronunciato da José Ramón Machado Ventura, Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, nella manifestazione centrale nazionale per il 63º anniversario degli attacchi alle caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes, a Sancti Spíritus, il 26 luglio del 2016, “58º Anno della Rivoluzione”.

Compagno  Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz;

Combattenti delle gesta del 26  luglio e della spedizione  del Granma;

Familiari dei caduti;

Compatrioti e amici di altri paesi qui presenti;

spirituane e spirituani:

Sicuro d’esprimere i sentimenti del nostro popolo e di milioni di amici di Cuba in tutto il mondo, comincio con queste parole trasmettendo, a nome di tutti e in una data così significativa, i più sentiti auguri al compagno Fidel Castro Ruz, leader storico della Rivoluzione per il suo già prossimo  90º compleanno e, cosa anche più importante: ratificargli l’impegno d’essere fedeli alle idee per le quali ha lottato per tuta la sua vita e di mantenere sempre vivi lo spirito di resistenza, la combattività, il pensiero dialettico e la fede nella vittorie che lui ha saputo inculcarci prima di tutto con il suo esempio ( applausi). Preparando questo intervento ho studiato nuovamente il suo discorso in questa città il 26 luglio del 1986.
Com’era logico aveva dedicato parte delle sue parole ai compiti in cui era immerso il paese allora, con grandi pericoli, includendo la minaccia di aggressione militare diretta. Erano circostanze molto complesse, anche se molto differenti a quelle attuali… soprattutto nello scenario internazionale.
Senza dubbio i concetti essenziali espressi quel giorno sembrano detti oggi, con le idee e gli orientamenti su come fare meglio le cose. In quell’occasione ci allertò e disse: “Non vale la pena avanzare se non si consolida quello che è stato fatto”.
Poi segnalò: “ Non siamo stati capaci di ricalcare e inculcare che il primo dovere del rivoluzionario è il lavoro (…) e che solo dal lavoro esce la ricchezza”.
E concluse affermando: “Un popolo che è capace di vincere i suoi difetti, i suoi stessi errori, un popolo che non teme niente, che non si piega davanti a nulla e nessuno, è e sarà sempre un popolo invincibile”.  (Applausi)
La vigenza di queste idee non è un fatto fortuito e non appare straordinaria. È la conseguenza logica di una Rivoluzione che ha agito invariabilmente sulla base di  principi, portata avanti da un popolo che dal 1959 lotta per realizzare gli stessi obiettivi con la guida dei suoi leaders storici.
Come in tutte le opere umane abbiamo commesso errori in questi più di 57 anni, ma il nostro popolo è stato capace di correggerli e di vincere ogni ostacolo tra le tante ragioni perchè ha compreso rapidamente  che una trasformazione sociale profonda non si limita a godere dei diritti conquistati ma implica doveri ch impongono molti sforzi, sacrifici e pericoli, non in cerca di chimere, ma con i piedi per terra e lottando quotidianamente per fare  di ogni passo vanti che permettono le circostanze una realtà.
Non è casuale che la definizione magistrale del compagno Fidel cominci sostenendo: “ La Rivoluzione è il senso del momento storico; è cambiare tutto quello che dev’essere cambiato…”.
Con questa chiara coscienza operiamo per l’attualizzazione del nostro modello  economico e sociale, caratterizzata dagli inizi per la più ampia, democratica e reale partecipazione cittadina, in una scala e profondità inimmaginabili nei paesi che si auto proclamano paradigmi della democrazia.
Come ricordiamo, praticamente tutto il popolo ha preso parte attiva nel processo realizzato  più di cinque anni fa e che oggi ha continuità nell’analisi di centinaia di migliaia di militanti  del Partito, la UJC e rappresentanti di tutti i settori della società, dei documenti che per la loro portata strategica e la speciale trascendenza per il futuro del paese, il VII Congresso del Partito ha accordato di sottoporli a consultazione, prima della loro approvazione definitiva nel Comitato Centrale il prossimo mese di dicembre.
Nelle  22 241 riunioni realizzate dalla metà di giugno, quando  è cominciato il processo che si estenderà sino a settembre, hanno partecipato 704 643 compatrioti che hanno  realizzato 359 648 interventi, includendo  95.482 proposte indirizzate, quasi senza eccezioni ad arricchire e rendere più precisi questi documenti.
Sono dati che dimostrano la comprensione che esiste a proposito dell’importanza di questo dibattito.
Come ha ratificato il Primo Segretario del nostro Partito, s’introdurranno  quanti cambi saranno necessari e al ritmo che decideremo.  Senza eccezioni  si dirigono a consolidare il nostro socialismo, a farlo più prospero e sostenibile. Ognuno sarà frutto della decisione sovrana dei cubani; nessun cambio, nemmeno il minimo, obbedirà a pressioni esterne,  buona parte di queste con il proposito aperto o nascosto di sgretolare l’opera rivoluzionaria.
Il discorso pronunciato dal compagno Fidel in questa città 30 anni fa con parole semplici riassume com’era – prima del 1959 – la vita degli abitanti del territorio che forma oggi la provincia, quando qui come in tutto il paese predominavano la disoccupazione, la povertà, la mancanza di scuole e di assistenza medica.
Citerò solo un dato, l’indice di mortalità infantile: più di 60 per 1000 nati vivi secondo calcoli molto ottimisti, perché non esistevano statistiche affidabili e forse realmente superavano i 100.
L’anno scorso nella provincia questo indice è stato del 4.2, all’altezza dei paesi di grande sviluppo economico  (Applausi).
E inoltre nel zone  comprese nel  Plan Turquino, cioè sulle montagne, la mortalità infantile è zero (Applausi). Non è difficile immaginare le cifre anogosciose degli anni cinquanta, quando centinaia di bambini morivano per la mancanza di medicinali che valevano magari pochi pesos, ma erano irraggiungibili per molti contadini.
Sono cifre e fatti che chiamano alla riflessione e permettono di  valutare quanto è avanzato il nostro popolo da allora.
Non possiamo dimenticare che per fare divenire una realtà le opportunità, i diritti e le possibilità che oggi si vedono come fatti normali – anzi alcuni pensano che sono caduti dal cielo – sono stati versati fiumi di  sudore e anche molto sangue.
Fidel riconobbe quel giorno gli importanti passi avanti dell’allora giovane provincia di Sancti Spíritus nel fronte economico, l’educazione e la salute.
Come si sa, pochi anni dopo venne la tappa più acuta del Periodo Speciale e dovemmo rinunciare temporaneamente a quelle conquiste oggi sono state recuperate praticamente tutte. Alcune corrispondevano a quel momento storico e non sarebbe ragionevole ristabilirle e in cambio altre e non sono poche, sono in una fase quantitativa e qualitativamente superiore a quelle di quegli anni.
Questo è una mostra dello spirito di lotta che ha sempre caratterizzato le spirituane e gli spirituani figli di un pezzetto di Cuba, con particolare protagonismo nella storia della Patria. (Applausi).
Sancti Spíritus ebbe uno speciale significato per il Maggiore Generale Máximo Gómez che qui sferrò tra gennaio del 1897 e aprile del 1898, la Campagna di La Reforma, quando al comando de 4 000 mambí  riuscì a impantanare e provocare terribili perdite a un contingente di  50.000 soldati spagnoli.
Aveva scelto come teatro principale delle operazioni  quei pascoli che conosceva molto bene dalla Guerra dei Dieci Anni e dove nel 1876 era nato nella manigua (la campagna) suo figlio Panchito, simbolo del patriottismo, la fedeltà e il coraggio della gioventù cubana.
Lì un pugno di mambí, guidati dal colonnello Ramón Leocadio Bonachea, continuò a combattere per più di un anno dopo il Patto del Zanjón, e quando fu impossibile continuare la lotta, a 22 chilometri da questa città, nella stazione ferroviaria di  Jarao, lasciò un documento scritto che non si accettava nessun patto.
Quello  storico documento lo firmò anche un altro grande figlio di questa tierra, Serafín Sánchez Valdivia,  che partecipò alle tre guerre indipendentiste ed ottenne il grado di  Maggiore Generale dell’Esercito Libertatore.
Le sue parole, quando lo colpì una pallottola nemica, furono: “Mi hanno ucciso, ma non importa! Che continui la marcia!”, costituiscono il legato e il simbolo della più ferma attitudine  difornte ai nemici della Patria. (Applausi).
Questa è la stirpe gloriosa del nostro popolo, dei combattenti dell’Esercito Ribelle e della lotta clandestina, dei miliziani di Girón e della lotta contro i banditi, dei combattenti e dei collaboratori internazionalisti, dei milioni di cubani di tutte le età che affrontano le sfide del presente.

Compagne e compagni:

Il lavoro organizzato e sostenuto senza perdere tempo in marce di gloria ha permesso alla provincia di meritare la sede di questa manifestazione.
È un riconoscimento al lavoro dei suoi quadri, delle sue strutture di direzione e prima di tutto del suo popolo, dello sforzo quotidiano e cosciente di ogni lavoratrice e ogni lavoratore, una chiara dimostrazione del loro fermo sostegno alla Rivoluzione. (applausi)
Sancti Spíritus negli ultimi anni ha mostrato una crescita sostenuta degli indici economici e sociali principali, e si nota in particolare il costante spiegamento su basi solide, della produzione agricola e dell’allevamento. Per esempio, la crescita della produzione di latte al di sopra dei piani previsti. La provincia è un bastione  in questa importante produzione e fortunatamente mantiene questi livelli.
Inoltre di norma si realizzano i piani previsti per le altre produzioni, anche se quello del riso ha subito degli aggiustamenti per via della siccità.
È bene dichiarare che compiere il piano previsto non significa soddisfare le necessità del paese o aver realizzato le potenzialità esistenti e in molti casi ne siamo lontani.  Per ottenerlo si dovrà lavorare un giorno dopo l’altro, con la dedizione e l’intelligenza che questo decisivo fronte esige.
Sancti Spíritus va segnalata ugualmente per il reiterato compimento dei piani di produzione dello zucchero, cosa che non è avvenuta nel paese negli ultimi anni e tanto meno con l’ultimo raccolto di canne. Solo un’altra provincia, la vicina Ciego de Ávila, ha ottenuto questo risultato. (Applausi)
Voi sapete che in questo campo ci sono riserve d’efficienza. Una cosa importante è che nel 2015  abbiamo superato il piano dei fondi esportabili sommando 277 900 000 pesos, il più alto livello della provincia.
Nel settore del bilancio si riducono le spese e aumentano le entrate, e questo permette si ottenere un superavit che nel 2015  ha superato i 127 milioni di pesos.
Il turismo è a sua volta un settore di grande importanza e mo dei passi avanti, particolarmente nel municipio di Trinidad, grazie all’apporto integrato di tutti i settori. Anche la città di Sancti Spíritus ha potenzialità che dovrà sviluppare  per la sua bellezza e i valori patrimoniali,  essendo una delle prima città fondate in Cuba 500 anni fa. Ugualmente sono presenti potenzialità in altre zone della provincia, soprattutto per il turismo nella natura.
Il recupero urbanistico contribuisce a questi propositi e soprattutto a migliorare la qualità della vita del popolo con i passi avanti nell’educazione, la salute, la cultura e in generale la sfera sociale, il cui consolidamento e sviluppo dipenderanno dai risultati che si realizzeranno nell’economia.
Trasmetto, a nome del Partito, del Governo e di tutti i cubani un meritato augurio al popolo di Sancti Spíritus per questa dimostrazione che sì si può vincere qualsiasi ostacolo quando si lavora con responsabilità e dedizione.
In particolare vanno i complimenti al compagno José Ramón Monteagudo Ruiz, per la sua dedizione al compimento del dovere e soprattutto  per aver saputo guidare la sorgente della creatività e dell’energia degli spirituani.
È giusto e meritato il riconoscimento delle conquiste, ma è molto più importante identificare bene i problemi e le mancanze da risolvere, e in particolare nel settore dell’economia. Vedere dove esistono potenzialità che non si sfruttano, in quale attività è possibile risparmiare ed elevare l’efficienza;  quando si può produrre o migliorare ulteriormente un servizio e se questo permette d’ottenere entrate per il paese sia per l’esportazione che per la sostituzione delle importazioni.
Concentrare in questo gli sforzi con l’organizzazione, l’ordine e la disciplina che devono sempre esistere e molto di più in circostanze complesse come quelle attuali – nelle quali il blocco economico è sempre intatto, anche se alcuni fuori dall’Isola pensano che al contrario è stato eliminato – quando si sommano altre difficoltà derivate dalla situazione internazionale, la cui soluzione è al di fuori della nostra portata.
Non mi estendo in questi temi. Tutti abbiamo sentito le parole del Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, alla chiusura, lo scorso 8 luglio,  della sessione ordinaria dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare.
In quelle parole si riassumono le sfide che abbiamo davanti, dandoci la bussola per come affrontarle e vincerle.
Come ha detto il compagno Raúl, e cito:
“Di fronte alle difficoltà e alle minacce, non c’è spazio per le improvvisazioni e tanto meno per la disfatta. Da una situazione congiunturale come quella che affrontiamo si esce vittoriosi agendo con molta energia, equanimità, razionalità e sensibilità politica, continuando a stringere il coordinamento tra il Partito e il Governo e soprattutto con molto ottimismo e sicurezza nel presente e nel futuro della Rivoluzione”. Sino a qui le sue parole

Compatrioti:

Dimostreremo ogni giorno e in ogni posto di lavoro, con fatti concreti che sapremo essere all’altezza dei questa nuova sfida, come fece la Generazione del Centenario in quel 26 di Luglio del 1953 e come hanno fatto tanti cubani e cubane nell’ esemplare storia di lotta e di vittorie della Patria.
Gloria Eterna agli Eroi e ai Martiri!
Viva Fidel!
Vinceremo!

Discurso pronunciado por José Ramón Machado Ventura, Segundo Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba y Vicepresidente de los Consejos de Estado y de Ministros, en el acto central nacional por el aniversario 63 de los ataques a los cuarteles Moncada y Carlos Manuel de Céspedes, en Sancti Spíritus, el 26 de julio de 2016, “Año 58 de la Revolución”. 

Compañero General de Ejército Raúl Castro Ruz;

Combatientes de la gesta del 26 de Julio y expedicionarios del Granma;

Familiares de los caídos;

Compatriotas y amigos de otras latitudes aquí presentes;

Espirituanas y espirituanos:

Seguro de expresar el sentir de nuestro pueblo y de millones de amigos de Cuba a lo largo y ancho del mundo, comienzo estas palabras trasmitiendo, en nombre de todos y en una fecha de tan especial significado, la más cálida felicitación al compañero Fidel Castro Ruz, líder histórico de la Revolución, por su (ya) cercano 90 cumpleaños.

Y algo aún más importante: ratificarle el compromiso de seguir siendo fieles a las ideas por las que ha luchado a lo largo de su vida y de mantener siempre vivos el espíritu de resistencia, la combatividad, el pensamiento dialéctico y la fe en la victoria que él supo inculcarnos, en primer lugar, con su ejemplo (Aplausos).

Preparándome para esta intervención, estudié nuevamente su discurso en esta ciudad, el 26 de julio de 1986.

Como es lógico, dedicó parte de sus palabras a las tareas en que se encontraba inmerso el país en aquel entonces, en medio de grandes peligros, incluida la amenaza de agresión militar directa. Eran circunstancias sumamente complejas, aunque muy diferentes a las actuales, sobre todo, en el escenario internacional. Sin embargo, parecen dichos hoy los conceptos esenciales expresados aquel día, las ideas y orientaciones acerca de cómo hacer mejor las cosas. En aquella ocasión nos alertó, y cito: “No vale la pena avanzar si no se consolida lo que se ha hecho”.

Seguidamente señaló: “…no hemos sido capaces de recalcar y de inculcar que el primer deber del revolucionario es el trabajo (…) solo del trabajo va a salir la riqueza”. Y concluyó afirmando: “Un pueblo que es capaz de vencer sus propios defectos, sus propios errores; un pueblo que no teme a nada, un pueblo que no se doblega ante nada ni ante nadie, es y será siempre un pueblo invencible” (Aplausos).

La vigencia de esas ideas no es un hecho fortuito ni resulta algo extraordinario. Es consecuencia lógica de una Revolución que ha actuado invariablemente sobre la base de los principios, y que lleva adelante un pueblo que desde 1959 lucha por alcanzar los mismos objetivos, bajo la guía de sus líderes históricos.

Como en toda obra humana, hemos cometido errores en estos más de 57 años, pero nuestro pueblo ha sido capaz de rectificarlos y de vencer cada obstáculo, entre otras razones, porque pronto comprendió que una transformación social profunda no se limita a disfrutar de los derechos conquistados, implica deberes que imponen muchos esfuerzos, sacrificios y peligros, no en busca de quimeras, sino con los pies en la tierra y luchando cotidianamente por hacer realidad cada avance que permitan las circunstancias. No es casual que la magistral definición del compañero Fidel comience expresando: “Revolución es sentido del momento histórico; es cambiar todo lo que debe ser cambiado…”.

Con esa clara conciencia emprendimos la actualización de nuestro modelo económico y social, caracterizado desde sus inicios por la más amplia, democrática y real participación ciudadana, en una escala y profundidad inimaginables en países que se autoproclaman paradigmas de la democracia.

Como recordamos, prácticamente todo el pueblo tomó parte activa en el proceso realizado hace más de cinco años, y que hoy tiene continuidad en el análisis por cientos de miles de militantes del Partido, la UJC y representantes de todos los sectores de la sociedad, de los documentos que por su alcance estratégico y especial trascendencia para el futuro del país, acordó someter a consulta el VII Congreso del Partido, antes de su aprobación definitiva por el Comité Central el próximo mes de diciembre.

En las 22 241 reuniones realizadas desde mediados de junio, cuando comenzó el proceso que se extenderá hasta septiembre, han participado 704 643 compatriotas que realizaron 359 648 intervenciones, incluidas 95 482 propuestas dirigidas, casi sin excepción, a enriquecer y a hacer más precisos estos documentos. Son datos que demuestran la comprensión que existe acerca de la importancia de este debate.

Como ha ratificado el Primer Secretario de nuestro Partido, se introducirán cuantos cambios sean necesarios y al ritmo que decidamos. Sin excepción se dirigen a consolidar nuestro socialismo, a hacerlo más próspero y sostenible. Cada uno será fruto de la decisión soberana de los cubanos; ninguno, ni el más mínimo, obedecerá a presiones externas, buena parte de ellas con el propósito, solapado o abierto, de desmontar la obra revolucionaria.

El discurso pronunciado por el compañero Fidel en esta ciudad hace 30 años, en sencillas palabras resume cómo era antes de 1959 la vida de los habitantes del territorio que hoy forma la provincia, cuando aquí, como en todo el país, predominaba el desempleo, la pobreza, la falta de escuelas y de asistencia médica.

Solo mencionaré un dato: el índice de mortalidad infantil: más de 60 por cada 1 000 nacidos vivos, según cálculos muy optimistas, pues no existían estadísticas confiables y puede que realmente superara los 100. El pasado año, en la provincia ese indicador fue de 4,2, a la altura de países de gran desarrollo económico (Aplausos).

Algo más, en las zonas incluidas en el Plan Turquino, es decir, en las montañas, la mortalidad infantil es cero (Aplausos). No es difícil imaginar las cifras escalofriantes que alcanzaría en los años cincuenta, cuando cientos de niños morían de enfermedades curables, por falta de medicamentos que podían valer incluso unos pocos pesos, pero que eran inalcanzables para muchos campesinos.

Son cifras y hechos que llaman a la reflexión y permiten aquilatar cuánto ha avanzado nuestro pueblo desde entonces. No podemos olvidar que para hacer realidad oportunidades, derechos y posibilidades que hoy se ven como algo normal y hasta algunos piensan que nos cayeron del cielo, hubo que verter ríos de sudor e, incluso, mucha sangre.

Fidel reconoció aquel día los importantes avances de la entonces joven provincia de Sancti Spíritus en el frente económico, la educación y la salud. Como es conocido, pocos años después vino la etapa más aguda del Período Especial y hubo que renunciar temporalmente a buena parte de aquellas conquistas. Hoy están recuperadas prácticamente todas, algunas correspondían a aquel momento histórico y no sería racional restablecerlas, en cambio otras —y no son pocas— están en una fase cuantitativa y cualitativamente superior a la de aquellos años. Ello es muestra del espíritu de pelea que ha caracterizado siempre a espirituanas y espirituanos, hijos de un pedazo de Cuba con particular protagonismo en la historia patria.

Sancti Spíritus tuvo especial significación para el Mayor General Máximo Gómez. Aquí libró, entre enero de 1897 y abril de 1898, la Campaña de La Reforma, cuando al mando de 4 000 mambises logró empantanar y causar enormes bajas a un contingente de 50 000 soldados españoles. Escogió como teatro principal de operaciones esos potreros que conocía muy bien desde la Guerra de los Diez Años y donde en 1876 nació en la manigua su hijo Panchito, símbolo del patriotismo, la fidelidad y valentía de la juventud cubana.

Aquí un puñado de mambises, encabezados por el coronel Ramón Leocadio Bonachea, continuó combatiendo más de un año tras el pacto del Zanjón, y cuando fue imposible continuar la lucha, a 22 kilómetros de esta ciudad, en la estación ferroviaria de Jarao, dejó constancia escrita de que no se acogía a ningún pacto.

Aquella histórica acta la firmó también otro gran hijo de esta tierra, Serafín Sánchez Valdivia, quien participó en las tres guerras independentistas y llegó a alcanzar el grado de Mayor General del Ejército Libertador. Sus palabras al sentir que lo atravesaba una bala enemiga: “¡Me han matado, no importa, que siga la marcha!”, constituyen legado y símbolo de actitud inclaudicable ante los enemigos de la patria (Aplausos).

Esa es la estirpe gloriosa de nuestro pueblo, de los combatientes del Ejército Rebelde y de la lucha clandestina; de los milicianos de Girón y la lucha contra bandidos; de los combatientes y colaboradores internacionalistas; de los millones de cubanos de todas las edades que enfrentan los retos del presente.

Compañeras y compañeros:

El trabajo organizado y sostenido, sin perder tiempo en fanfarrias, permitió a la provincia merecer la sede de este acto. Es un reconocimiento a la labor de sus cuadros, de sus estructuras de dirección, y en primer lugar de su pueblo; al esfuerzo diario y consciente de cada trabajador y trabajadora, demostración fehaciente de su firme respaldo a la Revolución (Aplausos).

Sancti Spíritus viene teniendo en los últimos años un sostenido avance en los principales indicadores económicos y sociales; sobresale, entre otros, por el paulatino despegue, sobre bases sólidas, de la producción agropecuaria. Por ejemplo, es sostenido el crecimiento de la producción de leche, incluso por encima de los planes previstos; la provincia fue baluarte en ese importante renglón y, afortunadamente, ya vuelve por sus fueros. En el resto de las producciones, como norma se cumplen los planes, aunque algunos, como el de arroz, con los reajustes que impuso la sequía.

No obstante, es bueno aclarar que cumplir el plan no es sinónimo de satisfacer las necesidades del país o haber alcanzado las potencialidades existentes, de lo que en muchos casos aún estamos lejos. Lograrlo requerirá trabajar un día tras otro con la consagración e inteligencia que exige este decisivo frente.

Sancti Spíritus se destaca igualmente por el reiterado cumplimiento de los planes de producción de azúcar, algo que desafortunadamente no ha abundado en el país en los últimos años y menos en la última zafra, donde solo otra provincia, la vecina Ciego de Ávila, logró ese resultado (Aplausos), aunque ustedes saben que en este campo también existen reservas de eficiencia

Algo muy importante: en 2015 se sobrecumplió el plan de fondos exportables, que sumaron 277 900 000 pesos, el mayor nivel histórico de la provincia.

En el sector presupuestado se reducen los gastos y se sobrecumplen los ingresos, lo que permite alcanzar un superávit que en 2015 sobrepasó los 127 millones de pesos.

El turismo, sector de gran importancia también, muestra avances, particularmente en el municipio de Trinidad, gracias al aporte integrado de todos los sectores. También la ciudad de Sancti Spíritus tiene potencialidades que habrá que continuar desarrollando por su belleza y valores patrimoniales, al ser una de las primeras villas fundadas en Cuba hace 500 años. Igualmente las tiene en otras zonas de la provincia, sobre todo para el turismo de naturaleza.

La recuperación urbanística contribuye a esos propósitos y sobre todo a mejorar la calidad de vida del pueblo, junto a los avances en la educación, la salud, la cultura y en general en la esfera social, cuya consolidación y desarrollo dependerán de los resultados que se alcancen en la economía.

Trasmito, en nombre del Partido, el Gobierno y de todos los cubanos, una merecida felicitación al pueblo de Sancti Spíritus por esta demostración de que puede vencerse cualquier obstáculo cuando se trabaja con responsabilidad y consagración. En especial al compañero José Ramón Monteagudo Ruiz, por su entrega en el cumplimiento del deber y sobre todo por haber sabido encauzar el caudal de creatividad y energías de los espirituanos (Aplausos).

Es justo y merecido reconocer los logros, pero mucho más importante es tener bien identificados los problemas y las deficiencias a resolver, especialmente en el campo de la economía. Conocer dónde existen potencialidades sin explotar, en cuál actividad es posible ahorrar y elevar la eficiencia, cuánto más se puede producir o mejorar un servicio, sobre todo, si ello permite obtener ingresos al país, ya sea por exportación o por sustitución de importaciones.

Concentrar allí los esfuerzos con la organización, el orden y la disciplina que deben existir siempre, pero mucho más en circunstancias complejas como las actuales, en que al bloqueo económico —que permanece intacto, aunque algunos por ahí piensen lo contrario— se suman otras dificultades derivadas de la situación internacional, que está fuera de nuestro alcance resolver.

No me extiendo en estos temas. Todos escuchamos las palabras del Presidente de los Consejos de Estado y de Ministros, al clausurar, el pasado 8 de julio, la sesión ordinaria de la Asamblea Nacional del Poder Popular. En ellas se resumen los retos que tenemos por delante y nos dan la brújula de cómo enfrentarlos y vencerlos.

Como expresara el compañero Raúl, y cito:

“Frente a las dificultades y amenazas no hay espacio para las improvisaciones y mucho menos para el derrotismo. De una situación coyuntural como la que enfrentamos se sale victorioso actuando con mucha energía, ecuanimidad, racionalidad y sensibilidad política, continuar estrechando la coordinación entre el Partido y el Gobierno y sobre todo con mucho optimismo y seguridad en el presente y el futuro de la Revolución.” Hasta aquí sus palabras.

Compatriotas:

Demostremos cada día, en cada puesto de trabajo y con hechos concretos, que sabremos estar a la altura de este nuevo reto, como lo hizo la Generación del Centenario aquel 26 de Julio de 1953, y como lo han hecho tantas cubanas y cubanos a lo largo de la ejemplar historia de luchas y de victorias de la patria.

¡Gloria eterna a nuestros héroes y mártires! 

¡Viva Fidel!

¡Viva Raúl!

¡Viva Cuba libre! 

¡Venceremos! 

Discurso pronunciado por José Ramón Monteagudo Ruiz, Primer Secretario del Comité Provincial del Partido en Sancti Spíritus, en el acto central nacional por el aniversario 63 de los ataques a los cuarteles Moncada y Carlos Manuel de Céspedes, en Sancti Spíritus, el 26 de julio de 2016, “Año 58 de la Revolución”.

monteagudoCompañero General de Ejército Raúl Castro Ruz, Primer Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba y Presidente de los Consejos de Estado y de Ministros;

Miembros del Buró Político y demás dirigentes que nos acompañan;

Combatientes del Moncada y expedicionarios del Granma;

Compañeras y Compañeros:

Ante todo quiero expresar a nombre del pueblo espirituano, el gran orgullo y satisfacción que sentimos, de ser la sede del Acto Central Nacional por el Aniversario 63 del Asalto a los Cuarteles Moncada y Carlos Manuel de Céspedes, el año que celebramos el 90 cumpleaños del líder de aquella gesta heroica, nuestro querido Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz.

Al querido compañero Fidel, que sentimos presente junto a Raúl y el pueblo en esta plaza, le transmitimos en este Día de la Rebeldía Nacional la felicitación y la lealtad sin límite del pueblo espirituano.

El 26 de julio es un día de júbilo y confianza en la victoria de las ideas que defendemos. Conmemorar aquí en Sancti Spíritus este glorioso aniversario constituye para nuestro pueblo y sus cuadros un alto honor y estímulo, que nos compromete a redoblar esfuerzos y trabajar con mayor ímpetu y espíritu revolucionario.

Los cubanos de hoy y de mañana, nos sentiremos siempre orgullosos, de aquellos valerosos jóvenes, que el 26 de julio de 1953, reiniciaron el camino de lucha de nuestro pueblo, e impidieron que el Apóstol muriera en el año de su centenario, manteniendo viva su memoria en el alma de la patria.

Los espirituanos arribamos a esta conmemoración con resultados positivos en la actividad económica y social, lo que se manifiesta en el cumplimiento y crecimiento de la producción mercantil y sus producciones físicas.

La ejecución del presupuesto refleja un balance positivo, no obstante debemos continuar trabajando para incrementar los ingresos y reducir los gastos.

El sector agropecuario avanza en el cumplimiento de sus principales programas, entre ellos la siembra y producción de viandas, vegetales y granos y los renglones que sustituyen im­portaciones.

Resulta alentador que en esta etapa las producciones porcina, acuícola, el camarón de cultivo, el procesamiento de frutas y vegetales, el beneficio de la miel de abeja y la venta de leche vacuna al Estado, logran sobrepasar sus mayores niveles históricos de producción. Otros renglones como el tabaco, el café, la producción de huevos y la carne vacuna cumplen sus planes y avanzan en su recuperación.

A partir de estos resultados puede afirmarse que existen condiciones para lograr una agricultura más productiva, diversificada y eficiente que contribuya a una mayor satisfacción de las demandas de la economía, la sociedad y la familia.

Los azucareros han demostrado una vez más el ¡sí se puede!, al cumplir por noveno año consecutivo la zafra azucarera.

Resultados positivos se logran también en el cumplimiento de la circulación mercantil y el turismo que incrementó el año anterior sus ingresos en divisas en un 16 %, con un importante aporte del sector no estatal, que cuenta ya con más de 2 mil habitaciones destinadas a esta actividad.

Los sectores de la salud, la educación, el deporte y la cultura presentan resultados favorables en sus indicadores y programas. El amplio plan de mantenimiento y reparación realizado a sus instituciones les permite mejorar la calidad de los servicios que prestan a nuestro pueblo.

Sancti Spíritus exhibe hoy una imagen diferente, no se detiene, se transforma y avanza gracias a la Revolución; entre las principales inversiones realizadas se destacan las destinadas a las actividades productivas priorizadas, las obras hidráulicas, el sector energético, la salud y los demás sectores sociales. A más de 500 edificios multifamiliares se le han realizado acciones de mantenimiento y conservación, nuestro pueblo ha recibido 11 000 nuevos teléfonos y los 8 municipios cuentan ya con la tecnología Wi-Fi.

Han recibido subsidios 3 087 personas y se han destinado 216 millones de pesos en créditos a la población. Se le han asignado a la provincia 40 Ómnibus Diana y 50 Semi-ómnibus que han posibilitado el incremento de la transportación de pasajeros.

Estimulante ha sido la participación del pueblo en todas las tareas, entre ellas, el apoyo a las actividades por los 500 años de la fundación de las ciudades de Trinidad y Sancti Spíritus, las acciones de conservación realizadas a 10 mil 787 viviendas y la reanimación integral de 130 comunidades rurales, 28 de ellas pertenecientes al Plan Turquino que ha permitido incrementar la solución de planteamientos a sus electores.

En el presente año la provincia no ha tenido transmisión de dengue, aunque debemos continuar reduciendo los índices de infestación del mosquito Aedes Aegypti, transmisor de diversas enfermedades.

Quiero significar que a pesar de estos modestos resultados no existe conformismo, estamos conscientes de los problemas que más afectan a nuestro pueblo, de sus insatisfacciones, de las muchas cosas que faltan por hacer, y de las potencialidades productivas que debemos alcanzar.

La construcción del socialismo próspero y sostenible al que aspiramos está en nuestras manos, en nuestros propios esfuerzos, en la entrega de todos a erradicar las deficiencias y en el empeño por lograr niveles superiores de producción, ahorro y eficiencia. Como expresó el Co­mandante en Jefe en el 7mo. Congreso del Partido “si se trabaja con dignidad y fervor podemos producir los bienes que necesitamos, a eso debemos consagrarnos”.

Ante las dificultades y afectaciones que se deriven de la situación coyuntural que hoy enfrentamos, le reafirmamos al querido compañero Raúl que el pueblo espirituano, al igual que todos los cubanos, la sabrá enfrentar con firmeza, voluntad y optimismo, seguros que de ella saldremos más fortalecidos.

Trabajaremos por resolver nuestros propios problemas y continuaremos denunciando el bloqueo de Estados Unidos contra nuestro país, que sigue vigente y crea serias afectaciones a nuestra economía.

Hoy estamos más preparados, contamos con los documentos programáticos del 7mo. Congreso del Par­tido, los Li­neamientos de la Política Económica y Social y las Directrices del Primer Secretario del Comité Central, que nos llama a actuar de manera oportuna en la corrección de las deficiencias y aprender a prever para evitar los problemas.

Queremos expresar en esta ocasión el reconocimiento y la felicitación al pueblo espirituano que con entusiasmo y gran espíritu de trabajo ha sabido estar a la altura de este 63 Aniversario, entre ellos a nuestros colaboradores internacionalistas que desde diferentes partes del mundo comparten la alegría de esta celebración. Este 26 de julio constituye una motivación especial para continuar avanzando.

El Moncada, como expresó Fidel, nos mostró la fuerza de las ideas, la perseverancia y el tesón, será siempre fuente de motivación para enfrentar las adversidades, y no dejarnos aplastar por ninguna dificultad.

La mejor forma de defender la Revolución y el socialismo es fortalecer la unidad y nuestros valores, elevando la combatividad en el enfrentamiento a las indisciplinas, las ilegalidades, el delito y todo lo que nos afecta.

Nuestro pueblo y sus nuevas generaciones, nunca se dejarán confundir por las acciones de subversión ideológica y los que tratan de difamar y desvirtuar la inmensa obra construida en estos años de trabajo, de lucha y de victoria.

Esta tierra, de grandes tradiciones patrióticas desde las guerras por la independencia, vio nacer también a un grupo de jóvenes, que participaron en la gesta del Moncada, Remberto Abad Alemán asesinado después de la acción, Antonio Darío López que también fue expedicionario, y el fomentense artemiseño Ricardo Santana que en la retirada auxilió al líder de la generación del centenario en el Cuartel Moncada. Otro hijo va­leroso, el compañero Faustino Pérez, formó parte de la expedición del Granma y acompañó a Fidel desde Alegría de Pío hasta Cinco Palmas, para salir a cumplir importantes misiones.

Este territorio al cual arribaron victoriosas las columnas invasoras de Camilo y el Che, será siempre un bastión de defensa de las ideas y el legado histórico de los héroes y mártires del 26 de julio. La mejor manera de honrar a los que cayeron es proseguir y enriquecer la obra que ellos soñaron.

A Fidel y a Raúl les decimos que los espirituanos nunca le fallaremos a esta Revolución que desterró para siempre los males del pasado y nos otorgó la verdadera soberanía e independencia.

Defenderemos con pasión nuestra hermosa obra revolucionaria, seguiremos con paso firme y confianza en la victoria, la marcha que hace 120 años, al caer en el Paso de las Damas, ordenó el Mayor General Serafín Sánchez Valdivia. Lo decimos con la convicción más profunda, de que en Sancti Spíritus como en toda Cuba, SIEMPRE ES 26.

¡Viva el Día de la Rebeldía Nacional!

¡Gloria eterna a los Héroes y Mártires del 26 de julio!

¡Viva la Revolución!

¡Viva el Socialismo!

¡Vivan Fidel y Raúl!

¡Patria o muerte!

¡Venceremos! 

 

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