Ambasciata USA offre appoggio a dissidente cubano

Arthur Gonzalez https://heraldocubano.wordpress.com

obama farinas breadAncora una volta, addirittura violando le disposizioni contenute nella Convenzione di Vienna, del 1961, per le relazioni diplomatiche e consolari.

Secondo notizie amplificate dalla stampa estera, per creare stati di opinione negativi nei confronti di Cuba, Dana Brown, capa della Sezione Politica ed Economica dell’ambasciata USA a Cuba, ha visitato, lunedì 08/08/16, la casa di Guillermo Fariñas per “preoccuparsi per la sua salute”.

Lo stesso aveva fatto un altro funzionario yankee, nel 2012, con la controrivoluzionaria Martha Beatriz Roque Cabella, quando, come Fariñas, disse di essere in “sciopero della fame”, cosa che è stata smentita dalle immagini divulgate dalla tv cubana, dove si potè comprovare come la vecchia “dissidente” riceveva, da un vicino, attraverso una finestra ubicata tra le loro case, avocado, zucche, banane e verdure, che insieme con brodi di pollo la manteneva vitale e ben nutrita; da ciò quello spettacolo è conosciuto come la Sciopero dell’Avocado.

contra farina body bildingSecondo le recenti dichiarazioni dello stesso Fariñas, la diplomatica USA si è interessata alla sua salute e per le richieste che ha fatto al presidente cubano Raul Castro, in una lettera che afferma di avergli inviato.

In una prova indiscutibile dell’ingerenza negli affari cubani, la diplomatica, secondo lo stesso Fariñas, “ha anche voluto sapere come poteva aiutarmi il governo USA, poiché hanno molte preoccupazioni circa lo stato in cui mi trovo. Abbiamo avuto circa un’ora di conversazione, il dialogo è stato molto fruttifero e rispettoso”.

L’articolo 41.1 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 18 aprile 1961, dichiara: “Fatti salvi i loro privilegi ed immunità, tutte le persone che godono di tali privilegi e immunità dovranno rispettare le leggi ed i regolamenti dello Stato recettore. Sono inoltre obbligati a non immischiarsi negli affari interni di questo Stato”.

Come reagirebbe il Dipartimento di Stato, se un diplomatico cubano visita e offre appoggio ad un membro dei gruppi che lottano per l’uguaglianza razziale negli USA; quelli che loro non riconoscono come oppositori e li qualificano di terroristi?

Coloro che hanno seguito le attuazioni di Guillermo Fariñas nelle ultime settimane, ricorderanno le dichiarazioni del salariato Jose Daniel Ferrer, leader della cosiddetta Unione Patriottica di Cuba, UNPACU, da Miami nei primi giorni di luglio 2016, rompendo i rapporti con Fariñas per non eseguire azioni nelle strade cubane; decisione a cui si aggiunse la Fondazione Nazionale Cubano-Americana, FNCA, diretta da Jorge Mas Santos.

Nelle sue accuse il santiaghero Jose Daniel Ferrer, diceva: “dobbiamo avere un programma per eseguire provocazioni di strada, e contare su persone coraggiose che siano decise a pagare il costo della libertà difendendo quel programma”, ciò che ha messo Fariñas contro le corde mettono a repentaglio il finanziamento di migliaia di dollari che, al mese, riceve da Miami.

Evidentemente, con più esperienza di Ferrer in queste azioni propagandistiche, Fariñas rapidamente ha preso la decisione di ritornare ai suoi spettacolari show che tanti risultati gli diedero in passato e coi quali riuscì ad ottenere, nel 2010, il premio Sakharov consegnato dal Parlamento Europeo, “per la difesa dei diritti umani”.

Quasi liquidata la sua immagine dopo essere stato accusato da Ferrer di codardia, Fariñas è appena uscito rafforzato e persino rimpiazzare la corrotta Berta Soler, leader delle cosiddette “Dame” in Bianco.

Nella sua lotta per il denaro, i mal chiamati oppositori, hanno avuto gli USA come sostegno nell’arduo compito per ottenere l’unità mai raggiunta, poiché come dice lo stesso Jonathan Farrar, noto diplomatico nella sua Missione all’Avana: “i dissidenti sono più preoccupati di avere maggiori opportunità di viaggiare liberamente e vivere comodamente”.

farina preso en USAPer capire come si gestiscono questi spettacoli teatrali, Ferrer da accusatore contro Fariñas, cambiò, rapidamente, a essere nuovamente suo difensore e alleato, scrivendo sul suo account Twitter: “Gli scioperanti possono morire, non permettiamo che muoiano”; ed in un’azione ordinata dagli specialisti che lo addestrano da due mesi a Miami, gli hanno ordinato di partecipare, alla Ermita de la Caridad a Miami, per eseguire uno spettacolo mediatico, allo scopo di “pregare” per la vita degli scioperanti, atto divulgato dal Diario Las Americas.

Queste ripetute scene di simulati scioperi della fame, in cui ha anche partecipato, nel 2013, Jose Daniel Ferrer, sono un forte emetico per le persone che conoscono, profondamente, nelle loro zone di residenza, ognuno di questi “dissidenti” formati e finanziati dagli USA solo per dare un’immagine distorta della realtà cubana, mentre in forma più sottile e insidiosa lavorano con alcune professioni, intellettuali e giovani per cercare di formare una vera opposizione al governo cubano.

Dopo un pò di giorni, e creata la campagna anti-cubana, dagli USA si diede l’ordine di terminare lo show dato il timore che il governo cubano divulghi, nuovamente, immagini di come si alimentano, di nascosto, questi cosiddetti “dissidenti”; pertanto, si chiuse il telone dell’opera.

Gli yankee non imparano le lezioni della storia e sembrano dimenticare i loro permanenti fiaschi per 58 anni.

Davanti a fatti simili José Martí, espresse: “Non si opina con la fantasia, né col desiderio, ma con la realtà conosciuta…”

Embajada de Estados Unidos brinda apoyo a disidente cubano

Por Arthur González

Una vez más , incluso violando lo normado en la Convención de Viena de 1961 para las relaciones diplomáticas y consulares.

De acuerdo con noticias amplificadas de la prensa extrajera para crear estados de opinión negativos hacia Cuba, Dana Brown, jefa de la Sección Política y Económica de la embajada de Estados Unidos en Cuba, visitó el 08.08.2016 lunes la vivienda de Guillermo Fariñas, para “preocuparse por su salud”.

Lo mismo había realizado otra funcionaria yanqui en el 2012 con la contrarrevolucionaria Martha Beatriz Roque Cabella, cuando al igual que Fariñas dijo estar en “huelga de hambre”, algo que fue desmentido por las imágenes divulgadas por la TV cubana, donde se pudo comprobar como la añeja “disidente” recibía de un vecino, mediante una ventana ubicada entre sus viviendas, aguacates, calabazas, bananas y verduras, que junto a caldos de pollo la mantenían vital y bien alimentada, de ahí que ese show es conocido como la Huelga del Aguacate.

De acuerdo con las recientes declaraciones del propio Fariñas, la diplomática yanqui se interesó por su estado de salud y por las demandas que le hizo al presidente cubano Raúl Castro Ruz en una misiva que asegura haberle enviado.

En una prueba indiscutible de la injerencia en los asuntos cubanos, la diplomática, según el propio Fariñas, “también quiso saber cómo podía ayudarme el Gobierno de los Estados Unidos, pues tienen mucha preocupación por el estado en que me encuentro. Tuvimos casi una hora de conversación, el diálogo fue muy fructífero y respetuoso”.

En el artículo 41.1 de la Convención de Viena sobre relaciones diplomáticas del 18 de abril de 1961, se establece: “Sin perjuicio de sus privilegios e inmunidades, todas las personas que gocen de esos privilegios e inmunidades deberán respetar las leyes y reglamentos del Estado receptor. También están obligados a no inmiscuirse en los asuntos internos de ese Estado”.

¿Cómo reaccionaría el Departamento de Estados si un diplomático cubano visita y ofrece apoyo a un miembro de los grupos que luchan por la igualdad racial en Estados Unidos, esos que ellos no reconocen como opositores y los califican de terroristas?

Para los que han seguido la actuaciones de Guillermo Fariñas en las últimas semanas, recordarán las declaraciones del asalariado José Daniel Ferrer, cabecilla de la llamada Unión Patriótica de Cuba, UNPACU, desde Miami los primeros días de julio 2016, rompiendo relaciones con Fariñas por no ejecutar acciones en las calles cubanas, decisión a la que también se sumó la Fundación Nacional Cubano Americana, FNCU, dirigida por Jorge Mas Santos.

En sus acusaciones el santiaguero José Daniel Ferrer, le decía: “hay que tener un programa para ejecutar provocaciones callejeras, y contar con personas valientes que estén decididas a pagar el costo de la libertad defendiendo ese programa”, lo que puso a Fariñas contra las cuerdas al peligrar el financiamiento de miles de dólares que mensualmente recibe desde Miami.

Evidentemente con más experiencia que Ferrer en esas acciones propagandísticas, Fariñas rápidamente tomó la decisión de volver a sus espectáculos huelguísticos que tantos resultados le dieron en el pasado y con los que logró obtener en el 2010 el premio Sajarov otorgado por el Parlamento Europeo, “por la defensa de los derechos humanos”.

Casi liquidada su imagen al ser acusado por Ferrer de cobarde, Fariñas acaba de salir fortalecido e incluso desplazar a la corrupta Berta Soler, líder las llamadas “Damas” de Blanco.

En su lucha por el dinero, los mal llamados opositores, han tenido a Estados Unidos como sostén en una ardua tarea por lograr la unidad jamás lograda, pues al decir del propio Jonathan Farrar, diplomático destacado en su Misión en La Habana: “los disidentes están más preocupados por tener mayores oportunidades para viajar libremente y vivir de manera confortable”.

Para comprender como se manejan esas actuaciones teatrales, Ferrer de acusador contra Fariñas, cambió rápidamente a ser nuevamente su defensor y aliado, escribiendo en su cuenta de Twitter: “Los huelguistas pueden morir, no permitas que mueran”; y en una acción ordenada por los especialistas que lo entrenan desde hace dos meses en Miami, le ordenaron asistir a la Ermita de la Caridad en Miami para ejecutar un show mediático, con el propósito de “orar” por la vida de los huelguistas, acto divulgado por el Diario Las Américas.

Esas repetidas escenas de simuladas huelgas de hambre, en las que también participó en el 2013 José Daniel Ferrer, resultan un fuerte vomitivo para las personas que conocen a profundidad en sus zonas de residencia, a cada uno de esos “disidentes” conformados y financiados por Estados Unidos solamente para dar una imagen distorsionada de la realidad cubana, mientras de forma más sutil y solapada trabajan con algunos profesiones, intelectuales y jóvenes para intentar conformar una verdadera oposición al Gobierno cubano.

Pasados algunos días y creada la campaña anticubana, desde Estados Unidos se dio la orden de terminar el espectáculo, ante el temor de que el Gobierno cubano divulgue nuevamente imágenes de cómo se alimentan de forma oculta esos llamados “disidentes”; por tanto, se cerró el telón de la obra.

Los yanquis no aprenden las lecciones de la historia y parecen olvidar sus permanentes fiascos durante 58 años.

Ante hechos similares expresó José Martí: “No se opina con la fantasía, ni con el deseo, sino con la realidad conocida…”

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