Legge migratoria: posizioni a confronto

USA: esclusa valutazione Legge di Aggiustamento Cubano

obama welcome cubanoIl governo USA ha escluso questo mercoledì che il Congresso valuti la revisione della Ley de Ajuste Cubano (Legge di Accomodamento Cubano) che concede preferenze migratorie agli emigranti dell’isola caraibica, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.


La risposta del funzionario della casa presidenziale era rivolta alla richiesta di nove paesi dell’America Latina che hanno chiesto al presidente Barack Obama di esaminare la politica che promuove l’emigrazione illegale di cubani.

Nella lettera, resa nota due giorni fa, i cancellieri di Colombia, Costarica, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Panama e Perù hanno proposto che la revisione della Ley de Ajuste Cubano e la politica dei “Piedi Asciutti, Piedi Bagnati”, fosse un primo passo per fermare l’aggravamento di questa complessa situazione.

Inoltre, hanno segnalato che la revisione di questa ingiusta legislazione, “sarebbe parte di una soluzione definitiva per assicurare una migrazione ordinata e regolare nella nostra regione”.

Il governo degli Stati Uniti ha riconosciuto che la situazione dei migranti provenienti dall’America Centrale è complessa, ma ha assicurato che non sta considerando di rivedere l’attuale politica migratoria verso Cuba.

Da parte sua, il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby, ha affermato che la Ley de Ajuste Cubano e la politica dei “Piedi Asciutti, Piedi Bagnati”, continuano a essere in vigore.

“Ovviamente, siamo preoccupati per la sicurezza di tutti gli emigranti della regione inclusi coloro che cercano di andare a nord attraverso il sud e il centro dell’America e del Messico”, ha detto Kirby nella sua conferenza stampa quotidiana.

“L’emigrazione illegale implica spesso viaggi pericolosi con rischi inerenti, e l’incertezza di collaborare con il crimine organizzato, includendo i trafficanti di persone, nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti”, ha aggiunto.

“Anche se gli Stati Uniti  continuano ad incitare tutti  i paesi perchè rispettino i diritti umani degli emigranti e continueranno  a parlare del tema con i Governi della regione, non abbiamo piani di cambio per le politiche migratorie”, ha segnalato Kirby.

“La Legge di Ajuste Cubano è sempre vigente e la politica dei “piedi asciutti, piedi bagnati”, è sempre la politica statunitense che riguarda l’emigrazione cubana”, ha aggiunto.

La Legge di Ajuste Cubano, vigente dal 1966, e la politica dei “piedi asciutti, piedi bagnati”, privilegiano i cubani che toccano il territorio degli USA, che possono chiedere la residenza permanente già un anno dopo, mentre coloro che sono intercettati in mare sono rimandato nell’Isola.

Vari Governi latinoamericani si sono lamentati che i privilegi che genera questa cornice legale statunitense per i cubani li incita ad emigrare verso gli Stati Uniti passando dal sud e dal centro del continente, fatto intensificato con il ristabilimento delle relazioni tra Washington e L’Avana.

Nella loro lettera a Kerry, i cancellieri hanno indicato che le due misure degli USA rappresentano  uno stimolo al flusso disordinato,  irregolare e senza sicurezza dei cittadini cubani verso gli Stati Uniti.

La crisi nel continente cominciata nel novembre scorso con la decisione del Governo del Nicaragua di chiudere la sua frontiera, ha provocato che circa 8000 emigranti, in maggioranza cubani, si siano ammucchiati in Costarica e Panama.

I due paesi hanno preso accodi con il Messico per un operativo speciale di trasferimenti con voli diretti in diverse città messicane, ma il flusso degli emigranti non è terminato e i due paesi hanno deciso di chiudere le frontiere e impedire il passaggio degli immigranti illegali: la Costa Rica in dicembre e Panama in maggio.

Il presidente della Costarica, Luis Guillermo Solís,  ha presentato lo stesso tema durante una riunione molto recente con il vicepresidente degli USA,

Joseph Biden, ed ha poi considerato improbabili dei cambi in queste politiche in un futuro prossimo.

“Chiaramente, i cambi delle leggi richiedono le azioni del Congresso e comprendo che non è probabile che questo avvenga in un anno d’elezioni presidenziali,  come quelle che avverranno negli Stati Uniti in novembre”, ha affermato ancora  Solís in una conferenza nel centro di studi Wilson Center.

Fonte: Prensa Latina

CUBA: denuncia extraterritorialità politica migratoria USA

josefinavidalLa direttrice generale per gli Stati Uniti del Ministero delle Relazioni Estere di Cuba, Josefina Vidal, ha denunciato oggi l’impatto extraterritoriale della politica migratoria degli Stati Uniti verso Cuba.

La Vidal ha condiviso in Twitter un testo diffuso dal sito digitale Cubadebate che fa riferimento alla petizione a Washington da parte di nove paesi latinoamericani di rivedere la politica migratoria verso la maggiore delle Antille.

I nove governi hanno considerato che quelle disposizioni costituiscono “uno stimolo al flusso disordinato, irregolare e insicuro di cittadini cubani” verso gli Stati Uniti.

In tweets precedenti, la funzionaria ha segnalato che i cancellieri di Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Panama e Perù hanno inviato una lettera al sottosegretario statunitense, John Kerry, nella quale hanno chiesto la revisione della Ley de Ajuste Cubano (Legge di Accomodamento Cubano) e della politica “Piedi Asciutti-Piedi Bagnati”.

La lettera esprime la preoccupazione dei governi per il transito irregolare di cittadini cubani, il che -precisa – compromette le politiche e gli sforzi per “delle frontiere sicure e libere dal crimine organizzato transnazionale”.

Secondo la lettera, queste persone rischiano la vita ogni giorno nel tentativo di arrivare negli Stati Uniti, sono estremamente vulnerabili e vittime di mafie impegnate nel traffico di emigranti, nello sfruttamento sessuale e in aggressioni collettive.

“Questa situazione ha generato una crisi migratoria che colpisce i nostri paesi”, segnala il testo inviato a Kerry.

Aggiunge che, oltre alla sicurezza dei cubani, la politica statunitense colpisce la sovranità territoriale delle nazioni firmatarie della lettera.

Traduzione: Redazione di El Moncada
http://www.prensa-latina.cu

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