Per cercare di capire cosa accade in Venezuela

Guillermo Cieza* https://nostramerica.wordpress.com

venerivo

E’ quasi impossibile capire cosa accade in Venezuela partendo da pregiudizi, soprattutto quelli che lo associano ai processi del Brasile e dell’Argentina.

Il fatto di aver prospettato un orizzonte socialista e di aver ottenuto dei progressi in quella direzione fa la differenza ed è questo che ha permesso un radicamento popolare del progetto che gli ha consentito di sopravvivere in condizioni molto difficili. Ciò che è accaduto in Venezuela con la brusca caduta dei prezzi del petrolio e con la guerra economica è simile a quanto è accaduto a Cuba con la fine dell’Unione Sovietica e il “periodo speciale”. Una situazione di estrema penuria in cui il popolo stringe i denti ma è anche capace di sostenere i propri leader. Ho avuto il privilegio di conoscere questi due momenti in quei paesi e posso assicurare che si assomigliano. Perché il popolo non si ribella e non esplode in simili circostanze.

Perché nessuna coda interminabile finisce in un saccheggio come istigano a fare le grida degli oppositori, perché tutta la battaglia contro la burocrazia e i funzionari corrotti non si esprime in un abbandono dell’identità.

Perché su quelli che dicono che erano chavisti con Chávez ma non con Maduro viene il sospetto che lo fossero solo per il benessere economico. Perché nonostante tutte le difficoltà e gli errori, come dice una compagna, il primo settembre il chavismo ha di nuovo sconfitto in piazza l’opposizione e adesso la destra comincia a disperarsi perché ha capito che il tempo non gioca a suo favore.

Certo lo ha già detto qualche pensatore più di cento anni fa ma adesso il processo bolivariano obbliga a ripeterlo: l’unico indice per misurare le rivoluzioni è nel suo calare nelle coscienze, nell’organizzazione e nelle pratiche concrete del popolo lavoratore. E questi progressi rivoluzionari vengono messi a prova nei momenti difficili.

Non posso giurare che la rivoluzione bolivariana sopravviverà ma sono sicuro che quando i futuri rivoluzionari studieranno la lotta dei popoli si soffermeranno particolarmente su questo momento in cui in solitudine si continua a rivendicare il socialismo e una nuova società controllata dal basso, dal potere delle “comunas”.

Nell’attuale congiuntura, perché senza un presente assicurato non c’è un futuro da sognare, la sfida è di arrivare a dicembre.

Sul piano strategico, la sfida è quella di articolare politicamente il chavismo popolare affinché tutte le forze di coloro che sostengono la rivoluzione possano esprimere la loro potenzialità.

(Resumen Latinoamericano, 7.9.2016)

* Scrittore e giornalista argentino. Vive in Venezuela dove si occupa di educazione popolare.

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