Miami: il letamaio dei “dissidenti”

Arthur Gonzalez https://heraldocubano.wordpress.com

contra-berta-soler-prisonUn vecchio proverbio popolare dice che “gli uccelli di ugual piumaggio volano nello stesso stormo”, e così si compie ora a Miami, capitale della mafia terrorista anti cubana.

Dal 1959 lì si riunisce, con totale protezione delle autorità, un ampio spettro di assassini al servizio della tirannia di Fulgencio Batista, torturatori, ladri, cubani al servizio spicciolo della CIA, sequestratori di navi e aerei, e quanti elementi esecrabili si possa immaginare, tutti protetti dalla Legge di Aggiustamento cubano, che trasformò i latitanti dalla giustizia in “esiliati”.

Tale legge fu approvata, nel 1966, dal presidente Lyndon Johnson, al fine di dare uno status migratorio legale a tutti quei cubani che erano arrivati con mezzi illegali o con visti scaduti, convertendoli ipso facto in “rifugiati politici”.

In questo scenario non possono mancare gli attuali “dissidenti” di Cuba, che vivono senza sudare a spese del grande bilancio che, annualmente, la Casa Bianca approva per mantenerli, al fine di creare una corrente di opinione contraria alla Rivoluzione, qualcosa di tanto vecchio come è la stessa confrontazione USA-Cuba.

Per darvi quel sapore aspro, che caratterizza la controrivoluzione di Miami nucleata nel caffé Versailles e nella cosiddetta Freedom Tower, Tomas Regalado, sindaco di Miami, ha consegnato, pochi giorni fa, la Chiave della Città, ad un piccolo gruppo di cosiddetti “oppositori” a Castro, che rimangono sull’isola senza passare i guai che i residenti a Miami soffrono a causa della mancanza di posti di lavoro, gli elevati costi di affitti, assicurazione medica e insicurezza cittadina.

Chi ha ricevuto la detta Chiave, è stata niente meno che la maleducata, ignorante e corrotta Berta Soler, la stessa che ha appena acquistato una residenza, di tre piani, in una zona residenziale di L’Avana, con i soldi deviati dal gruppuscolo, Dame in Bianco; di cui è accusata da alcuni delle sue seguaci.

Il denaro che, sicuramente, si intascarono gli organizzatori dell’evento deve provenire dai fondi municipali, qualcosa di comune tra gli “squali” che si appropriano dei dollari dei loro contribuenti e li fanno sparire con la vasta esperienza di ottimi prestidigitatori.

ileana ros y sus hijosPer non lasciare dubbi di chi sono gli sponsor dei “dissidenti” sull’isola, erano alla presidenza del suddetto atto, niente meno che la rappresentante Ileana Ros-Lehtinen, più i fratelli Lincoln e Mario Diaz-Balart, tutti del partito repubblicano e massimi critici del cambio di politica di Washington verso l’Avana, sostenuto dal presidente Barack Obama, non accettando la nuova formula di distruggere il socialismo dal di dentro, come fece il presidente Ronald Reagan nell’ex campo socialista europeo.

I tre rappresentanti “casualmente” sono figli di tirapiedi di spicco della sanguinaria dittatura di Batista e, nel caso della congressista Ros-Lehtinen, ha come curricolo il pieno sostegno che diede agli assassini dell’ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier, posada_agency_smallottenendo il perdono presidenziale al fine di liberarli, oltre alla protezione, negoziata con la Casa Bianca, per l’assassino e terrorista Orlando Boch e il suo complice nel crimine Luis Posada Carriles, entrambi autori di decine di omicidi, atti terroristici negli USA, Cuba e diversi paesi dell’emisfero occidentale.

Con Berta Soler c’erano Antonio Enrique Gonzalez-Rodiles e l’ex recluso per furto e falsificazione di documenti pubblici, diventato “dissidenti”, Jorge Luis García Pérez (Antúnez).

Per dar più sapore alla volgare baldoria, si trovavano la cantante Albita Rodriguez Herrera, lo squilibrato tossicodipendente Gorki Avila, il cui nome della band musicale che dirige dice tutto: Porno per Ricardo, e i caricaturisti cubani, Garrincha (Gustavo Rodríguez) e Pumariega Aristides (Aristides).

In questo brodo si cucina la cosiddetta “opposizione” cubana che, in quasi 60 anni, ha accumulato una serie incalcolabile di fallimenti, senza poter distruggere la Rivoluzione cubana; ma le sue campagne ed azioni al servizio della CIA, gli permise di fare carriere politiche e arricchirsi ampiamente.

L’unico risultato di questi politicanti è stato l’incatenamento della politica USA nei confronti di Cuba, convertendola da questione di politica estera, in una di politica interna, nel suo vecchio desiderio di annettersi l’isola come promosse, nel 1823, l’ex presidente Thomas Jefferson, quando ribadì: “Confesso, in tutta sincerità, che sempre considerai Cuba come l’aggiunta più interessante che potrebbe farsi al nostro sistema di stati…”

Questo desiderio veniva da molto prima, quando nel 1802, il governatore del Mississippi, William C. Claiborne, informò lo stesso presidente Jefferson: “[…] nel corso degli avvenimenti non desidero altro che vedere la bandiera del mio paese sventolare sopra il castello del Morro […]

Miami potrà consegnare, ai controrivoluzionari, chiavi e serrature, ma non può dar loro la formula di unità e di sostegno popolare di cui mancano, essendo un’ “opposizione” creata da un servizio d’intelligence straniero, addestrata, diretta e finanziata da un altro paese e che in 60 anni ha solo saputo vivere senza lavorare, arricchendosi a proprio vantaggio.

Piuttosto che persistere, così tanto tempo, nel distruggere la Rivoluzione cubana, questi politici dovrebbero orientare le loro energie nel risolvere i gravi problemi interni della popolazione USA.

Non per nulla José Martí che visse nel mostro affermò: “…i popoli d’America sono più liberi e prosperi nella misura che più si allontanano dagli Stati Uniti.

Miami el estercolero de los “disidentes”

Por Arthur González

Un viejo proverbio popular asegura que “las aves de igual plumaje vuelan en el mismo bando” y así se cumple ahora en Miami, capital de la mafia terrorista anticubana.

Desde 1959 allí se reúne con total amparo de las autoridades, un amplio espectro de asesinos al servicio de la tiranía de Fulgencio Batista, torturadores, ladrones, cubanos al servicio morralla de la CIA, secuestradores de naves y aeronaves, y cuanta de elementos execrables que pueda imaginarse, protegidos todos por la Ley de Ajuste Cubano, la cual los trasformó de prófugos de la justicia en “exiliados”.

Dicha Ley fue aprobada en 1966 por el presidente Lindon Johnson, con el propósito de darles un estatus migratorio legal a todos esos cubanos que habían arribado por vía ilegal, o tener vencidas sus visas, convirtiéndolos de ipso facto en “refugiados políticos”.

En ese escenario no pueden faltar los “disidentes” actuales de Cuba, quienes viven sin sudar la camisa acosta del amplio presupuesto que anualmente aprueba la Casa Blanca para mantenerlos, con el fin de conformar una matriz de opinión contraria a la Revolución, algo tan viejo como lo es el propio diferendo de Estados Unidos con Cuba.

Para darle ese sabor agrio que caracteriza a la contrarrevolución miamense, nucleada en el café Versalles y la llama Torre de la Libertad, Tomás Regalado, alcalde de Miami, entregó hace pocos días la Llave de la Ciudad, a un grupito de los llamados “opositores” a Castro, que se mantienen en la Isla sin pasar los trabajos que los residentes en Miami sufren ante la falta de empleos, altos costos de los alquileres, seguros médicos e inseguridad ciudadana.

Quien recibió la mencionada Llave, fue nada menos que la grosera, inculta y corrupta Berta Soler, la misma que acaba de adquirir una residencia de tres niveles en una zona residencial de La Habana, con el dinero desviado de su grupúsculo Damas de Blanco, de lo que es acusada por algunas de sus seguidoras.

El dinero que seguramente se embolsillaron los organizadores del acto, debe provenir de los fondos de la alcandía, algo común entre los “tiburones” que se apropian de los dólares de sus contribuyentes y los hacen desaparecer con la vasta experiencia de excelentes prestidigitadores.

Para no dejar dudas de quienes son los padrinos de los “disidentes” en la Isla, estaban en la presidencia del susodicho acto, nada menos que la representante Ileana Ros-Lehtinen, más los hermanos Lincoln y Mario Díaz Balart, todos del partido republicano y máximos críticos del cambio de política de Washington hacia La Habana, impulsado por presidente Barack Obama, al no aceptar la nueva fórmula de destruir el socialismo desde adentro, como hizo el presidente Ronald Reagan en el ex campo socialista europeo.

Los tres representantes “casualmente” son hijos de destacados testaferros de la sanguinaria dictadura batistiana y en el caso de la congresista Ros-Lehtinen, tiene como currículo el apoyo total que le otorgó a los asesinos del ex canciller chileno Orlando Letelier, logrando un perdón presidencial para liberarlos, además de la protección negociada con la Casa Blanca para el asesino y terrorista Orlando Boch y su compañero de fechorías Luis Posada Carriles, ambos autores de decenas de asesinatos, actos terroristas en Estados Unidos, Cuba y varios países del hemisferio occidental.

Junto a Berta Soler estaban Antonio Enrique González-Rodiles y el ex recluso por hurto y falsificación de documentos públicos devenido en “disidente”, Jorge Luis García Pérez (Antúnez).

Para darle más sabor al jolgorio vernáculo, se encontraban la cantante Albita Rodríguez Herrera, el desquiciado drogadicto Gorki Ávila, cuyo nombre de la banda musical que dirige lo dice todo: Porno para Ricardo, y los caricaturistas también cubanos, Garrincha (Gustavo Rodríguez) y Arístides Pumariega (Arístides).

En ese caldo se cocina la llamada “oposición” cubana, la cual en casi 60 años acumula un conjunto incalculable de fracasos, sin poder destruir a la Revolución cubana, pero sus campañas y acciones al servicio de la CIA, les permitió hacer carreras políticas y enriquecerse ampliamente.

El único logro de esos politiqueros ha sido el encadenamiento de la política de Estados Unidos respecto a Cuba, convirtiéndola de un tema de política exterior, en uno de política doméstica, en su viejo afán de anexarse a la Isla, tal y como promoviera en 1823 el ex presidente Thomas Jefferson, cuando reiteró: “Yo confieso, con toda sinceridad, que siempre consideré a Cuba como la adición más interesante que pudiera hacerse a nuestro sistema de estados…”

Este deseo venía desde mucho antes, cuando en 1802, el gobernador de Mississippi, William C. Claiborne, informó al propio presidente Jefferson: “[…] en el desarrollo de los acontecimientos nada deseo más que ver la bandera de mi país ondeando sobre el castillo del Morro […]

Miami podrá entregarle llaves y cerraduras a los contrarrevolucionarios, pero no puede otorgarle la fórmula de unidad y de apoyo popular de los que carecen, por ser una “oposición” creada por un servicio de inteligencia extranjero, entrenada, dirigida y financiada por otro país y que en 60 años solo ha sabido vivir sin trabajar, enriqueciéndose para su propio beneficio.

En vez de persistir tanto tiempo en destruir a la Revolución cubana, esos políticos deberían direccionar sus energías en resolver los graves problemas internos que tiene la población estadounidense.

No por gusto José Martí que vivió en el monstro afirmó: “…los pueblos de América son más libres y prósperos a media que más se apartan de los Estados Unidos.

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