Il presidente Obama può ferire a morte il bloqueo

bloqueo-2capitalist-cuba-lloraL’ambasciatore cubano in Panama, Miguel Antonio Pardo, assicurò oggi che il presidente statunitense, Barack Obama, può ferire a morte il bloqueo, attraverso direttive che eliminino in grande misura questa politica genocida contro Cuba.

In una conferenza stampa, il diplomatico risaltò come il governo degli Stati Uniti non ha rispettato 24 risoluzioni promosse dalla maggioranza dei paesi membri dell’ONU che appoggiano il sollevamento del bloqueo contro l’isola, dalla prima votazione realizzata nel 1992 nel seno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

A dispetto di ciò, le autorità statunitensi ignorano i risultati e cercano di inginocchiare l’isola, rinforzando questa guerra economica con l’applicazione di leggi extraterritoriali come la Torricelli e l’Helms-Burton, ha precisato l’Ambasciatore.

Sottolineò l’atteggiamento della grande maggioranza delle nazioni caraibiche che, nonostante la loro dipendenza economica con gli Stati Uniti, si sono stancate di questa politica ed ora la condannano ed appoggiano Cuba sul suo reclamo giusto.

Pardo ha osservato che il bloqueo genera annualmente la perdita tra quattro e cinque mila milioni di dollari e per questo fatto i danni al paese ammontano già a più di 125 mila milioni di dollari.

Dettagliò alcune delle misure positive e soddisfacenti adottate da Obama per tentare di rendere il bloqueo più flessibile, come la possibilità che le crociere arrivino a Cuba; tuttavia, “i cittadini statunitensi non possono viaggiare all’isola come turisti.”

Un altro elemento importante è che fino ad oggi, Cuba non ha potuto fare nessuna transazione finanziaria in dollari, nonostante le affermazioni del mandatario statunitense.

Infatti, qualunque aiuto monetario per i disastrati dell’uragano Mattew deve arrivare all’isola in un’altra moneta che non sia il dollaro statunitense, situazione che affrontano anche alcune aziende nordamericane, autorizzate a realizzare operazioni nella nazione caraibica.

“La risoluzione di questo anno, come l’anteriore, raccoglierà alcuni degli sviluppi nelle relazioni, ma torneremo a reiterare che non risultano sufficienti per ottenere una completa normalizzazione, perché il fatto fondamentale affinché l’economia cubana possa avanzare, non si è ancora applicato”, affermò.

Infine, espresse che le risoluzioni adottate nell’Assemblea Generale non sono di compimento obbligatorio, ma “qualsiasi governo serio che rispetti la Carta delle Nazioni Unite ed i diritti umani ascolterebbe il clamore unanime internazionale che è uno solo: mettere fine al bloqueo contro Cuba.”

con informazioni di Prensa Latina – traduzione di Ida Garberi

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