Può la scienza cubana farsi globale? Sì, dice Nature

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bloqueo-doctorEssendo un paese la cui totalità del prodotto interno lordo (PIL) è solo la metà di quello che il governo USA spende per la ricerca, Cuba va al di là del suo peso in alcune aree della scienza, dice un articolo, pubblicato il 28 settembre 2016, in Nature, una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo.


In un ampio reportage. pubblicato il 28 settembre, la pubblicazione riporta l’interscambio con un gran numero di specialisti che commentano i loro risultati di ricerca ed il pesante fardello del blocco sulle scienze a Cuba.

“Sostenuto dall’appoggio del governo, i ricercatori biomedici sono riusciti ad eccellere nella creazione di vaccini a basso costo, nello sviluppo di trattamenti contro il cancro e la cura di gravi disturbi dell’infanzia. In altre aree della scienza diventa più scarso il finanziamento, ma Cuba ha ancora alcuni punti luminosi”, dice Nature.

Assicura che l’isola più grande e popolata nei Caraibi “è un nodo fondamentale per il monitoraggio di uragani internazionali ed epidemie di malattie infettive” e che “la produttività e la qualità di alcune ricerche a Cuba sorprende altri paesi”.

Nell’ultimo mezzo secolo, il blocco ha limitato fortemente la capacità dei ricercatori cubani di acquistare apparecchiature scientifiche, vincere premi internazionali e viaggiare negli USA. Recensisce le dichiarazioni di Sergio Jorge Pastrana, direttore esecutivo dell’Accademia delle Scienze di Cuba, che confermò, alla pubblicazione, che con il ristabilimento delle relazioni tra i due paesi “i cambi (in questa politica) stanno arrivando ma molto lentamente.”

Nature riconosce che “Cuba ha avuto un governo stabile per decenni, ciò che ha permesso al paese realizzare piani a lungo termine. E l’isolamento dall’aiuto estero ha stimolato l’innovazione”. Cita Luis Montero Cabrera, professore di Chimica Computazionale dell’Università di L’Avana: “La maggior parte degli scienziati cubani non conobbero Cuba prima del blocco, ed il fatto che non si può ottenere qualsiasi dispositivo è il più familiare”, un fatto che ha dimostrato che “le persone che hanno trascorso la loro vita superando ostacoli, sono i migliori scienziati”.

Beatriz Marcheco Teruel, direttrice del Centro Nazionale di Genetica Medica a L’Avana, ha commentato alla pubblicazione che “non ha accesso alle apparecchiature scientifiche essenziali, come ad esempio sequenziatori di geni, e dipende dalle collaborazioni con istituzioni straniere”. Ma invece, il suo centro ha la forza per accedere al DNA anonimo di numerose famiglie e uno dei più grandi registri individuali al mondo, così come i dati raccolti attraverso il sistema dei medici di base integrali socializzato a Cuba. Lei ed i suoi colleghi presso il Broad Institute, a Cambridge, Massachusetts, stanno ora cercando la distribuzione e la prevalenza dei geni correlati alla malattia dell’Alzheimer Cuba.

Uno dei vantaggi delle scienze cubana che sottolinea Nature è che, invece di concentrarsi sul mercato, si concentra sui problemi, secondo quanto dichiara Eulogio Pimentel Vazquez, direttore generale del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia. Egli cita gli studi sui disturbi genetici particolari che sono comuni a Cuba, o i problemi connessi con l’invecchiamento – una preoccupazione sempre più crescente, ora che il 18% della popolazione ha più di 60 anni. Il Centro di Neuroscienze (CNEURO), per esempio , sta sviluppando test cognitive e biomarcatori che permetterebbero la diagnosi precoce della malattia dell’Alzheimer.

Il blocco economico USA ha reso la vita difficile, in modo insperato, agli scienziati cubani, dice Nature. Nel 2006, l’ornitologa Lourdes Mugica vinse un premio di 30000 £ (52000 $) da una fondazione inglese, ma una parte del denaro fu confiscato dal Dipartimento del Tesoro USA, quando, per errore, si trasferì il denaro alla controllata USA della banca britannica. Ci vollero anni perché le consegnassero parte dei fondi che tanto necessitavano al suo centro.

“I ricercatori cubani sono fieri dei loro approcci creativi”, aggiunge Nature. Nel 1970, per esempio, gli scienziati del CNEURO decisero che volevano un laboratorio di ricerca sui primati, ma non avevano soldi per comprare gli animali. Così il direttore Mitchell Valdés Sosa si unì, come medico, all’equipaggio di una nave di cemento per ottenere un viaggio gratis a St Kitts, dove raccolse 25 scimmie verdi -che sono considerate come una piaga agricola sull’isola. Una scimmia sfuggì quando la nave ormeggiò vicino a Santiago de Cuba, e Valdes saltò in mare per salvarlo. Ora il CNEURO ha una colonia di 50 scimmie che i loro scienziati utilizzano per la ricerca cognitiva.

Valdés Sosa dirige il centro, insieme a suo fratello gemello, Peter, che è il vice-direttore del CNEURO, e sta lavorando ad un progetto per ottenere la mappatura celebrale di dell’ elettroencefalografia quantitativa (QEEG), una misurazione non invasiva dell’attività cerebrale che è molto meno costosa che la risonanza magnetica (MRI) e molte altre tecniche di esplorazione. Il centro ha inoltre sviluppato un apparecchio acustico per bambini sordi che costa solo due dollari, una frazione del costo negli USA o in Europa. I tecnici creano, con una stampante 3D, una struttura per l’impianto cocleare -un dispositivo medico elettronico che sostituisce la funzione dell’orecchio interno danneggiato. Il dispositivo può essere, liberamente, riprodotto a basso costo mentre il bambino cresce.

(Con informazioni di Nature. Versione CubaDebate)

¿Puede la ciencia cubana hacerse global? Por supuesto que sí, dice Nature

Siendo un país cuya totalidad del producto interno bruto (PIB) es sólo la mitad de lo que el gobierno de Estados Unidos gasta en investigación, Cuba se levanta por encima de su peso en algunas áreas de la ciencia, dice un artículo publicado el 28 de septiembre de 2016, en Nature, una de las revistas científicas más prestigiosas del mundo.

En un extenso reportaje publicado el 28 de septiembre, la publicación reseña el intercambio con un amplio número de especialistas que comentan sus resultados de investigación y el pesado fardo del bloqueo sobre las ciencias en Cuba.

“Impulsado por el apoyo del gobierno, los investigadores biomédicos han logrado sobresalir en la creación de vacunas de bajo costo, en el desarrollo de tratamientos contra el cáncer y la atención a graves trastornos infantiles. En otras áreas de la ciencia se torna más escasa la financiación, pero Cuba todavía cuenta con algunos puntos brillantes”, dice Nature.

Asegura que la isla más grande y poblada en el Caribe “es un nodo clave para la vigilancia a huracanes internacionales y los brotes de enfermedades infecciosas”, y que “la productividad y la calidad de algunas investigaciones en Cuba sorprende a otros países”.

En el último medio siglo, el bloqueo ha restringido severamente la capacidad de los investigadores cubanos para comprar equipamiento científico, ganar premios internacionales y viajar en los Estados Unidos. Reseña las declaraciones de Sergio Jorge Pastrana, director ejecutivo de la Academia de Ciencias de Cuba, quien confirmó a la publicación que con el restablecimiento de las relaciones entre los dos países, “los cambios (en esta política) están llegando pero muy lentamente.”

Nature reconoce que “Cuba ha tenido un gobierno estable durante décadas, lo que ha permitido al país llevar a cabo los planes a largo plazo. Y el aislamiento de la ayuda exterior estimuló la innovación”. Cita a Luis Montero Cabrera, profesor de Química Computacional de la Universidad de La Habana: “La mayoría de los científicos cubanos no conocieron a Cuba antes del bloqueo, y el hecho de que no se puede conseguir cualquier dispositivo resulta lo más familiar”, un hecho que ha probado que “las personas que han pasado sus vidas superando los obstáculos, son los mejores científicos”.

Beatriz Marcheco Teruel, directora del Centro Nacional de Genética Médica de La Habana, comentó a la publicación que “carece de acceso a los equipos científicos esenciales, como secuenciadores de genes, y depende de colaboraciones con instituciones extranjeras”. Pero en cambio, su centro tiene la fortaleza de acceder al ADN anónimo de numerosas familias y uno de los mayores registros individuales del mundo, así como los datos recogidos a través del sistema de médicos generales integrales socializado en Cuba. Ella y sus colaboradores en el Broad Institute, en Cambridge, Massachusetts, están buscando ahora en la distribución y prevalencia de genes relacionados con la enfermedad de Alzheimer en Cuba.

Una de las ventajas de las ciencias cubanas que destaca Nature es que, en lugar de centrarse en el mercado, se centran en los problemas, según declara Eulogio Pimentel Vázquez, director general del Centro de Ingeniería Genética y Biotecnología. Cita los estudios sobre trastornos genéticos particulares que son comunes en Cuba, o los problemas asociados con el envejecimiento – una preocupación cada vez mayor, ya que el 18% de la población es mayor de 60. El Centro de Neurociencias (CNEURO), por ejemplo, está desarrollando pruebas cognitivas y biomarcadores que permitirían la detección temprana de la enfermedad de Alzheimer.

El bloqueo económico de Estados Unidos le ha hecho difícil la vida de maneras inesperadas a los científicos cubanos, dice Nature. En 2006, la ornitóloga Lourdes Mugica ganó un premio de £ 30,000 (52,000 dólares) de una fundación británica, pero una parte del dinero fue confiscado por el Departamento del Tesoro de Estados Unidos, cuando por error se transfirió el dinero a la filial estadounidense del banco británico. Le tomó años para que le entregaran parte de los fondos que tanto se necesitaban en su centro.

“Los investigadores cubanos se enorgullecen de sus enfoques creativos”, añade Nature. En 1970, por ejemplo, los científicos en CNEURO decidieron que querían un laboratorio de investigación de primates, pero no tenían dinero para comprar los animales. Así el director Mitchell Valdés Sosa se unió como médico a la tripulación de un barco de cemento, para conseguir un viaje gratis a St Kitts, donde recogió 25 monos verdes -que son considerados como una plaga agrícola en la isla. Un mono escapó cuando el barco atracó cerca de Santiago de Cuba, y Valdés saltó por la borda para rescatarlo. Ahora CNEURO tiene una colonia de 50 monos que sus científicos utilizan para la investigación cognitiva.

Valdés Sosa dirige el centro, junto con su hermano gemelo, Pedro, que se desempeña como vice-director de CNEURO,y está trabajando en un proyecto para obtener la cartografía cerebral de la electroencefalografía cuantitativa (EEGc), una medición no invasiva de la actividad cerebral que es mucho más barata que la resonancia magnética (RM) y muchas otras técnicas de exploración. El centro también ha desarrollado un audífono para niños sordos que cuesta sólo dos dólares, una fracción del costo en los Estados Unidos o en Europa. Los técnicos crean con una impresora 3D una estructura para el implante coclear -un dispositivo médico electrónico que sustituye la función del oído interno dañado. El dispositivo se puede reproducir libremente a bajo costo mientras el niño crece.

(Con información de Nature. Versión de Cubadebate)

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