Discurso Raul Castro VIII Periodo ANPP

Discorso pronunciato dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, nella chiusura dell’Ottavo Periodo Ordinario  delle Sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare nella VIII Legislatura, nel Palazzo delle Convenzioni, il 27 dicembre del 2016, “ 58º Anno  della Rivoluzione”

Compagne e compagni:

Gli ultimi giorni dell’anno, com’è già abituale, sono stati caratterizzati da un’attività intensa. Sabato scorso abbiamo realizzato la riunione del Consiglio dei Ministri, che ha approvato di presentare in questa Assemblea il Piano dell’ Economia e il progetto di Bilancio per l’anno 2107, che oggi analizzeremo.
A differenza delle sessioni precedenti, non è stata realizzata in questa occasione la valutazione della marcia del processo di attualizzazione del Modello Economico e Sociale, considerando che si continua a lavorare alla proposta della sua Concettualizzazione, così come alle basi del Piano di Sviluppo Economico e Sociale sino al 2030, dopo che si è concluso per mandato del VII Congresso del Partito, il profondo e democratico dibattito svolto con le organizzazioni del Partito,della Gioventù, i rappresentanti delle organizzazioni di massa e di ampli settori della società.
Speriamo che nel periodo del primo semestre del prossimo anno, il Plenum del Comitato Centrale approvi i due documenti programmatici.
Nella sessione ordinaria del dicembre 2015 avevo avvertito che l’andamento della nostra economia nel 2016 avrebbe affrontato limiti finanziari per via del crollo nelle entrate delle esportazioni, per la diminuzione dei prezzi dei prodotti principali e per i problemi nelle relazioni di cooperazione con altri paesi.
Già nel luglio del presente anno i fatti hanno confermato queste proiezioni sulle quali avevo informato il nostro popolo da questo Parlamento.
Certamente, le limitazioni delle forniture di combustibili e le tensioni finanziarie si sono aggravate nel secondo trimestre, portando a un calo del Prodotto Interno Lordo allo 0.9%.
Nonostante questo sono stati preservati i servizi sociali gratuiti, come l’educazione e la salute pubblica per tutta la popolazione. Non c’è stato un collasso della nostra economia, né il ritorno degli apagones – tagli della luce-  che avevamo sofferto nei momenti più difficili del periodo speciale, come non pochi malintenzionati media internazionali della stampa ci auguravano.
Inoltre, pur nel mezzo di questo sfavorevole scenario, abbiamo rispettato strettamente gli obblighi contratti come risultato del riordino del debito esterno cubano.
Senza dubbio non è stato possibile superare la situazione transitoria che attraversiamo nei pagamenti correnti ai fornitori, e con questo obiettivo sono state eseguite e si realizzano un insieme di gestioni che permetteranno d’alleviare il panorama descritto.
Ringrazio ancora una volta i soci commerciali per la loro comprensione e la fiducia verso Cuba e reitero la volontà del governo di ristabilire lentamente la normalità in questa importante sfera e porre le basi per evitare la ripetizione nel futuro.
Riferendoci all’andamento dell’economia cubana non possiamo dimenticare gli effetti negativi che genera il blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti che come voi sapete si mantiene in vigore. Un esempio di questo è che Cuba non può ancora realizzare transazioni internazionali in dollari statunitensi, e questo impedisce di portare avanti molti importanti affari in prospettiva.
Non vanno tralasciati i forti danni provocati dal pericoloso uragano Matthew che ha colpito con particolare violenza sei municipi dell’estremo est del paese, il 4 e 5 ottobre di quest’anno, con un saldo rilevante di distruzione di case, scuole e centri d’assistenza sanitaria, magazzini, installazioni industriali e alberghiere, così come severi danni all’infrastruttura stradale, elettrica, idraulica e delle telecomunicazioni.
Per fortuna, grazie alle misure adottate per la protezione della popolazione, non abbiamo lamentato perdite di vite umane, come per disgrazia è accaduto in altri Stati situati sulla rotta del fenomeno meteorologico, includendo varie decine anche nel territorio degli Stati Uniti.
Mi ritorna in mente che un uragano  molto più debole di questo, di categoria due, in un giorno come  questo, ma nel 1963, cioè 53 anni fa, il Flora, provocò la perdita di 1200 persone.
Per quello sorsero varie questioni, tra le quali tutte le dighe che abbiamo e che prima erano solo quattro o cinque nel paese; con quest’ultimo uragano, come ho già detto, non abbiamo subito perdite umane, nemmeno un ferito grave.
Si continua a lavorare, e continueremo.
Approfitto dell’occasione per ringraziare per tutte le espressioni di solidarietà e l’appoggio materiale che abbiamo ricevuto da molti paesi e dalle organizzazioni internazionali delle Nazioni Unite, per contribuire al recupero di questi territori.
Merita una citazione speciale l’aiuto offerto dalla fraterna Repubblica Venezuelana, per iniziativa del suo presidente, il compagno Nicolás Maduro Moros.
Per quel che riguarda il piano e il bilancio per il 2017 devo avvisare che persisteranno tensioni finanziarie e sfide che potranno anche peggiorare in determinate circostanze; senza dubbio prevediamo che l’economia cubana riprenderà un cammino in salita e che il PIL – Prodotto Interno Lordo -crescerà moderatamente attorno al 2%.
Con questo proposito dovremo eseguire tre premesse decisive, che sono: garantire le esportazioni e il loro pagamento opportuno; incrementare la produzione nazionale che sostituisce le importazioni e, non meno importante, ridurre tutte le spese  non indispensabili e utilizzare razionalmente e in modo efficiente le risorse disponibili. Nello stesso tempo, tra le difficoltà continueremo a realizzare i programmi  degli investimenti in funzione dello sviluppo sostenibile dell’economia nazionale.
Concediamo  una grande importanza alla necessità di rendere dinamici gli investimenti  stranieri in Cuba, in corrispondenza con la Linea No.78 di Politica Economica e Sociale del Partito e la Rivoluzione, approvata nel Settimo Congresso.
Riconosco che non siamo soddisfatti in questa sfera e che sono state frequenti le dilazioni eccessive nei processi di negoziato.
È necessario superare, una volta per tutte e per sempre, la mentalità obsoleta piena di pregiudizi contro l’investimento straniero.
Per avanzare risolutamente in questa direzione dobbiamo eliminare falsi timori verso il capitale esterno; non andiamo e non andremo verso il capitalismo. Questo è assolutamente scartato e così si legge nella nostra Costituzione e si manterrà, ma non dobbiamo avere timore e ostacolare quel che possiamo fare nella cornice delle leggi vigenti.
Per questo è necessario assicurare la preparazione e la specializzazione sistematica dei quadri e degli specialisti che trattano i negoziati, così come approfondire le mancanze e gli errori commessi nel passato per non ripeterli mai più.
Come si sa, questa piccola isola non produce tutto il combustibile che necessita e ne deve importare volumi considerevoli, il cui costo pende come una spada di Damocle sulla nostra economia.
Senza rinunciare all’incremento della produzione nazionale di petrolio, anche per la quale sono necessari investimenti, dobbiamo accelerare lo sviluppo delle Fonti Rinnovabili d’Energia che attualmente corrispondono solo al 4.65% della generazione di elettricità.
Per questo abbiamo condizioni più che sufficienti nell’energia solare o fotovoltaica, l’eolica e la biomassa. Questo è uno dei settori strategici nei quali dobbiamo potenziare decisamente l’investimento straniero.
Precisamente questi due ultimi temi che sto toccando, sono stati a loro volta discussi nell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri pochi giorni fa, mantenere – dicevo- la cifra del 24% alle quale si aspira secondo il Piano sino al 2030, ma in realtà lavorare per superarla per questa data.
Passiamo a un altro punto. Stamattina questa Assemblea ha accordato di continuare a lavorare sino alla conclusione dell’attuale legislatura, nel 2018, all’esperimento che si applica nelle province d’Artemisa e Mayabeque, nell’interesse di separare la direzione dei consigli d’amministrazione delle Assemblee Provinciali e Municipali del Poder Popular.
Questo esperimento che si applica da cinque anni coincide con la creazione delle due province ed ha permesso di mettere in pratica un gruppo di principi organizzativi e di funzionamento degli organi di governo, permettendo che le assemblee locali del Potere Popolare incrementino l’attenzione dei consigli popolari, dei delegati di circoscrizione e della popolazione in generale.
Ugualmente abbiamo delimitato le funzioni statali da quelle delle imprese nell’ambito locale, con la creazione in queste province di un sistema d’imprese per prestare servizi al popolo. Tutto questo ha facilitato la riduzione, in maniera sensibile, del numero di funzionari e quadri delle strutture di direzione nelle province e nei municipi.
Nonostante questo è stato presentato un insieme di mancanze che senza danneggiare i concetti essenziali dell’esperimento hanno impedito il consolidamento del modello di gestione messo in pratica e che l’applicazione  al resto del paese costituisca un successo.
Uno dei fattori principali evidenziati è l’elevato livello di fluttuazione dei quadri in queste realtà, con l’insufficiente completamento dei collettivi, perchè si sottovalutano la selezione, la preparazione e il controllo personale.
A questo si sommano l’insufficiente attenzione e controllo degli organismi e delle entità nazionali al processo di sperimentazione, con un ritardo dell’ implementazione delle decisioni stabilite.
Considero che gli errori sono stati identificati e che è una decisione adeguata la proroga dell’esperimento.
Ora quello che corrisponde a tutti noi e in particolare alla Commissione Permanente per l’implementazione e lo sviluppo, assieme alle strutture del Partito nelle differenti sedi, è superare gli errori e avanzare senza passi indietro verso il termine, nella nuova tappa concessa.
Sin dal principio avevamo stimato che non era un impegno facile e la vita ci sta dimostrando che non c’è compito facile in questo terreno e che tutti gli accordi per il perfezionamento sono pieni di compiti difficili.
Niente è facile e si deve dedicare tutto il tempo necessario a tutte le voci; nessuno di questi compiti si può realizzare positivamente con superficialità e tanto meno occupandosene di tanto in tanto.

Compagne e compagni:

Nel mio discorso del 3 dicembre, in Piazza della Rivoluzione Maggior  General Antonio Maceo Grajales, en Santiago de Cuba, annunciai la volontà del leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, che il suo nome e la sua figura non saranno mai utilizzati per denominare istituzioni, piazze, parchi, strade, viali o altri luoghi pubblici, nè si erigeranno in sua memoria monumenti, busti, statue o altre forme simili d’omaggio.
Oggi il nostro Parlamento ha stabilito in Legge la volontà espressa dal compagno Fidel sino alle sue ultime ore di vita.
Il ledaer storico della Rivoluzione cubana ci ha lasciato come legato il suo esempio immortale, il suo assoluto ottimismo e la sua fede nella vittoria.
È mia opinione e in modo simile lo ha espresso il compagno Estéban Lazo nell’apertura di questa sessione,  che il miglior monumento ai suoi ideali e alla sua opera è rendere reali ogni giorno i postulati contenuti nella sua brillante definizione del concetto di Rivoluzione che rese pubblico il 1º maggio del 2000, che milioni di cubani abbiamo firmato nella cornice delle attività organizzate per rendere un dovuto omaggio a chi non ha mai ingannato il suo popolo.
Ed è così, come ha detto nel premonitore discorso pronunciato l’8 gennaio del 1959 giungendo nella capitale, all’accampamento militare noto come Colombia – oggi Città Libertà – circa 58 anni fa, quando la Carovana della Libertà entrò trionfante a l’Avana.
Dato che mi aveva lasciato come capo della provincia orientale a Santiago di Cuba, capoluogo allora delle oggi cinque province orientali, io vidi il discorso per televisione, di sera tardi, e quelli che hanno la mia età ricordano come me che fu emozionante, con le colombe bianche che gli si posero sulla spalla, etc. Io non mi ricordavo bene quello che ora vi leggerò, ma sì mi ricordo come cominciò : “L’allegria è immensa, ma  resta molto da fare ancora… noi non immaginiamo che d’ora in avanti tutto sarà facile, ma che forse da adesso tutto sarà più difficile”.
Non ricordavo con chiarezza quest’altra frase che leggerò e prima di leggerla qui ho cercato la registrazione oltre allo scritto, ed era testualmente così.
Disse in quel momento:  “So  che mai più nelle nostre vite presenzieremo di nuovo una folla simile”, e si stava riferendo al ricevimento qui a L’Avana e per tutto il percorso.
“Eccetto che in un’altra occasione nella quale sono sicuro che si riuniranno di nuovo le folle, e quello sarà il giorno in cui si muore, perchè noi, quando dovranno portarci alla tomba, quel giorno, riuniremo di nuovo tanta gente come oggi, perché noi non tradiremo mai il nostro popolo”, fine della citazione e applausi.
Fidel se n’è andato invitto, ma il suo spirito di lotta rimarrà nella coscienza di tutti i rivoluzionari cubani di oggi di domani e di sempre e lo dimostreremo nella rivista militare e marcia del popolo combattente, il 2 gennaio, in occasione del 60º anniversario dall’eroico sollevamento di Santiago di Cuba e dallo sbarco dei ribelli del Granma, il giorno delle Forze Armate Rivoluzionarie, in omaggio al Comandante in Capo della Rivoluzione cubana e della nostra gioventù.
Mi resta da dire solamente che tra pochi giorni festeggeremo un nuovo anniversario del trionfo della rivoluzione e l’inizio di un nuovo anno giunga al caro popolo di cuba le nostre più calorose felicitazioni. Questo è tutto.


Discurso pronunciado por el General de Ejército Raúl Castro Ruz, Primer Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba y Presidente de los Consejos de Estado y de Ministros, en la clausura del Octavo Período Ordinario de Sesiones de la Asamblea Nacional del Poder Popular en la VIII Legislatura, en el Palacio de Convenciones, el 27 de diciembre de 2016, “Año 58 de la Revolución”.

Compañeras y compañeros:

Los días finales del año, como ya es habitual, se han caracterizado por una intensa actividad.  El pasado sábado efectuamos la reunión del Consejo de Ministros que aprobó presentar a esta Asamblea el Plan de la Economía y el proyecto de Presupuesto para el año 2017, que analizamos en el día de hoy.

A diferencia de sesiones anteriores, no se realizó en esta ocasión la evaluación de la marcha del proceso de actualización del Modelo Económico y Social, teniendo en cuenta que se continúa trabajando en la propuesta de su Conceptualización, así como en las bases del Plan de Desarrollo Económico y Social hasta el año 2030, luego de concluir, por mandato del Séptimo Congreso del Partido, el profundo y democrático debate llevado a cabo con las organizaciones del Partido y la Juventud, representantes de las organizaciones de masas y de amplios sectores de la sociedad.

Esperamos que en el transcurso del primer semestre del próximo año, el Pleno del Comité Central apruebe ambos documentos programáticos.

En la sesión ordinaria de diciembre de 2015 advertí que el desempeño de nuestra economía en el año 2016 enfrentaría limitaciones financieras a causa de la caída en los ingresos de las exportaciones por la disminución de los precios de los principales rubros, así como afectaciones en las relaciones de cooperación con otros  países.

Ya en julio del presente año los hechos confirmaron esas proyecciones, sobre lo cual informé a nuestro pueblo desde este Parlamento.  Ciertamente, las limitaciones en los suministros de combustibles y las tensiones financieras se agravaron en el segundo semestre, conduciendo al decrecimiento del Producto Interno Bruto en un 0,9%.  A pesar de ello se preservaron los servicios sociales gratuitos, como la educación y la salud pública a toda la población.  No se produjo el colapso de nuestra economía ni el regreso de los apagones que padecimos en los momentos más difíciles del período especial, como auguraban no pocos malintencionados medios internacionales de prensa.

Asimismo, en medio de este desfavorable escenario se mantuvo el cumplimiento estricto de las obligaciones contraídas como resultado del reordenamiento de la deuda externa cubana.  Sin embargo, no ha sido posible superar la situación transitoria que atravesamos en los atrasos de los pagos corrientes a los proveedores, con cuyo fin se ejecutaron y realizan un conjunto de gestiones que permitirán aliviar el panorama descrito.

Agradezco, una vez más, a los socios comerciales por su comprensión y confianza hacia Cuba y reitero la voluntad del gobierno de restablecer paulatinamente la normalidad en esta importante esfera y sentar las bases para evitar su repetición en el futuro.

Al referirnos al desempeño de la economía cubana, no se pueden olvidar los efectos negativos que nos genera el bloqueo económico, comercial y financiero de Estados Unidos que, como ustedes conocen, se mantiene en vigor.  Ejemplo de ello es que Cuba sigue sin poder realizar transacciones internacionales en dólares estadounidenses, lo que impide llevar hacia adelante muchos e importantes negocios en perspectiva.

Tampoco deben omitirse los cuantiosos daños que ocasionó el peligroso huracán Matthew que se abatió con inusual virulencia sobre seis municipios del extremo este del país, los días 4 y 5 de octubre del presente año, con un saldo significativo de destrucción de viviendas, centros educacionales y de salud, almacenes, instalaciones industriales y hoteleras, así como severas afectaciones a la infraestructura vial, eléctrica, hidráulica y de telecomunicaciones.

Afortunadamente, gracias a las medidas adoptadas para la protección de la población, no tuvimos que lamentar ninguna pérdida de vida humana, como por desgracia sucedió en los demás Estados ubicados en la ruta de este fenómeno meteorológico, incluyendo varias decenas en el propio territorio de Estados Unidos.   

A la memoria me viene que un huracán mucho más débil que ese, de categoría dos, un día como ese, pero en 1963, hace unos 53 años, el Flora, nos ocasionó más de 1 200 bajas humanas.  De ahí surgieron varias cuestiones, entre ellas todas las presas que tenemos, que antes apenas existían cuatro o cinco presas en el país, y en este último huracán, como ya les dije, no tuvimos ni una sola baja, ni siquiera un herido grave.  Se sigue trabajando y continuaremos. 

Aprovecho la ocasión para agradecer las muestras de solidaridad y el apoyo material que hemos recibido de muchos países y de las organizaciones internacionales del sistema de Naciones Unidas para contribuir a la recuperación de esos territorios.  Mención especial merece la ayuda proporcionada por la hermana República Venezolana  a iniciativa de su presidente, el compañero Nicolás Maduro Moros.

En cuanto al plan y el presupuesto para el 2017 debo alertar que persistirán tensiones financieras y retos que pudieran incluso recrudecerse en determinadas circunstancias; sin embargo, prevemos que la economía cubana retome la senda ascendente y que el Producto Interno Bruto crezca moderadamente en el entorno del 2%.

Con ese propósito deberán cumplirse tres premisas decisivas, que son: garantizar las exportaciones y su cobro oportuno; incrementar la producción nacional que sustituye importaciones; y no menos importante, reducir todo gasto no imprescindible y utilizar racional y eficientemente los recursos disponibles.  Al propio tiempo, en medio de las dificultades, continuaremos ejecutando los programas de inversiones en función del desarrollo sostenible de la economía nacional.

Concedemos gran importancia a la necesidad de dinamizar la inversión extranjera en Cuba, en correspondencia con el Lineamiento No.78 de la Política Económica y Social del Partido y la Revolución, aprobado en el Séptimo Congreso.

Reconozco que no estamos satisfechos en esta esfera y que han sido frecuentes las dilaciones excesivas del proceso negociador.  Es preciso superar de una vez y por siempre la mentalidad obsoleta llena de prejuicios contra la inversión foránea.

Para avanzar resueltamente en esta dirección debemos despojarnos de falsos temores hacia el capital externo; no vamos ni iremos al capitalismo, eso está totalmente descartado, así lo recoge nuestra Constitución y lo mantendrá, pero no debemos cogerle miedo y ponerle trabas a lo que podemos hacer en el marco de las leyes vigentes.  Ello requiere, en primer lugar, asegurar la preparación y capacitación sistemática de los cuadros y especialistas que negocian, así como profundizar en las deficiencias y errores cometidos en el pasado para nunca más repetirlos.

Como es sabido, esta pequeña isla no produce todo el combustible que necesita, debiendo importar volúmenes considerables, cuyo costo pende como espada de Damocles sobre nuestra economía.   Sin renunciar al incremento de la producción nacional de petróleo,  para lo cual también se necesitan inversiones, debemos acelerar el desarrollo de las Fuentes Renovables de Energía, que actualmente sólo significan un 4,65% de la generación de electricidad.

Condiciones para ello tenemos más que suficientes en las energías solar o fotovoltaica, eólica y la biomasa. Este es uno de los sectores estratégicos donde debemos potenciar decididamente la inversión extranjera.

Precisamente estos dos últimos temas que estoy tocando, fueron temas que también abordamos en la última reunión del Consejo de Ministros hace unos pocos días, y mantener —les decía— la cifra del 24% a la que se aspira, según el Plan hasta el año 2030; pero, realmente, trabajar por superarla para esa fecha.

Pasando a otro asunto. En la mañana de hoy, esta Asamblea acordó continuar trabajando hasta la conclusión de la actual Legislatura en el año 2018, en el experimento que se aplica en las provincias de Artemisa y Mayabeque, en interés de separar la dirección de los consejos de la administración de las asambleas provinciales y municipales del Poder Popular.

El mencionado experimento, que se ejecuta desde hace un quinquenio, coincidiendo con la creación de ambas provincias, ha permitido poner en práctica un conjunto de principios organizativos y de funcionamiento de los órganos de gobierno, permitiendo que las asambleas locales del Poder Popular incrementen la atención a los consejos populares, los delegados de circunscripción y la población en general.

Igualmente, se logró deslindar las funciones estatales de las empresariales en el ámbito local, conformándose a nivel de esas provincias un sistema de empresas para prestar servicios al pueblo. Todo ello ha facilitado reducir de manera sensible las plantillas de funcionarios y cuadros de las estructuras de dirección en provincias y municipios.

No obstante, se pusieron de manifiesto un conjunto de deficiencias que, sin invalidar los conceptos esenciales del experimento, impidieron la consolidación del modelo de gestión puesto en práctica, de modo que su ulterior generalización al resto del país constituya un éxito.

Uno de los principales factores detectados es el elevado nivel de fluctuación de los cuadros en esas instancias, así como el insuficiente completamiento de las plantillas, a consecuencia de subestimar la selección, preparación y control del personal.  A ello se suma la insuficiente atención y supervisión por los organismos y entidades nacionales al proceso de experimentación, retrasándose la implementación de las decisiones adoptadas.

Considero que los errores han sido identificados y que es adecuada la decisión de prorrogar el experimento. Ahora lo que nos corresponde a todos y en especial a la Comisión Permanente para la Implementación y Desarrollo, de conjunto con las estructuras del Partido en las diferentes instancias, es superarlos y avanzar, sin retrocesos, en su culminación en el nuevo plazo concedido.

Realmente se estimó, desde el principio, que era una tarea fácil, y la vida nos está demostrando que no hay tarea fácil en este terreno y que de tareas difíciles están llenos todos los acuerdos para el perfeccionamiento.  Nada es fácil, a todo hay que dedicarle el tiempo que requiere y ninguna de esas tareas puede realizarse exitosamente con superficialidades y mucho menos atendiéndolas de vez en cuando.

Compañeras y compañeros:

En mis palabras el 3 de diciembre, en la Plaza de la Revolución Mayor General Antonio Maceo Grajales, en Santiago de Cuba, anuncié la voluntad del líder histórico de la Revolución Cubana, Fidel Castro Ruz, de que su nombre y su figura nunca fueran utilizados para denominar instituciones, plazas, parques, avenidas, calles u otros sitios públicos, ni erigir en su memoria monumentos, bustos, estatuas y otras formas similares de tributo.

En el día de hoy nuestro Parlamento ha consagrado en Ley la voluntad expresada por el compañero Fidel hasta las últimas horas de vida.    

El líder histórico de la Revolución Cubana nos legó su ejemplo imperecedero, su irrenunciable optimismo y fe en la victoria.

En mi opinión, y de  modo similar a lo manifestado por el compañero Lazo en la apertura de esta sesión, el mejor monumento a sus ideales y obra es hacer realidad cada día los postulados contenidos en su brillante definición del concepto de Revolución, que hizo público el 1ro. de mayo del 2000, y que millones de cubanos suscribimos en el marco de las actividades organizadas para rendirle el merecido homenaje a quien nunca defraudó a su pueblo, y tal como expresó en el premonitorio discurso que pronunció el 8 de Enero de 1959 — al llegar a la capital, en el campamento militar conocido por Columbia, hoy Ciudad Libertad—, hace hoy casi 58 años, cuando la Caravana de la Libertad entró triunfal en La Habana —como a mí me dejó de jefe en la provincia oriental, en Santiago de Cuba, como capital entonces de las hoy cinco provincias orientales, vi este discurso por televisión, ya de noche, los que tienen más edad recordarán cómo fue, muy emotivo, hasta las palomas blancas que se le posaron en los hombros, etcétera, yo no recordaba bien esto que les voy a leer, sí recuerdo cómo empezó:  “La alegría es inmensa, pero queda mucho por hacer todavía… no nos imaginemos que desde ahora todo será más fácil, tal vez desde ahora todo sea más difícil.”

Pero de esta otra que les leeré no la recordaba con esa claridad, y antes de expresarlo aquí busqué la grabación, además de lo que estaba escrito, y está textualmente así. Dice en aquel momento, cito:

“Sé que nunca más en nuestras vidas volveremos a presenciar una muchedumbre semejante” —se está refiriendo al recibimiento aquí en La Habana y en todo el recorrido—, “excepto en otra ocasión —en que estoy seguro de que se van a volver a reunir las muchedumbres—, y es el día en que muramos, porque nosotros, cuando nos tengan que llevar a la tumba, ese día, se volverá a reunir tanta gente como hoy, porque nosotros ¡jamás defraudaremos a nuestro pueblo!” Fin de la cita (Aplausos).

Fidel se marchó invicto, pero su espíritu de lucha permanecerá en la conciencia de todos los revolucionarios cubanos, de hoy, de mañana y de siempre, y así lo demostraremos en la Revista Militar y marcha del pueblo combatiente el próximo 2 de enero, en ocasión del 60 aniversario de la heroica sublevación en Santiago de Cuba y del Desembarco de los expedicionarios del Granma, Día de las Fuerzas Armadas Revolucionarias, en homenaje al Comandante en Jefe de la Revolución Cubana y a nuestra juventud.

Ya solo me resta expresarles que en pocos días, festejaremos un aniversario más del triunfo de la Revolución y el advenimiento del nuevo año. Llegue al querido pueblo de Cuba nuestras calurosas felicitaciones.

Eso es todo

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