Attacco alla sovranità del Venezuela

Fabrizio Verde  http://www.lantidiplomatico.it

infografialogrossocialesrevbolivariana520x1000-2_jpg_682715073Si susseguono senza soluzione di continuità gli attacchi rivolti alla Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Veri e propri assalti provenienti da ogni angolo del globo, dove sono perennemente in servizio uomini pronti a sostenere in ogni modo quelle forze che si oppongono al cambiamento.

A fare da utili idioti dei golpe più o meno morbidi contro il Venezuela questa volta sono i due presidenti di Commissione Affari esteri di Camera e Senato italiani. Con tutti i problemi che attraversa l’Italia e di cui il Parlamento non si occupa, la coppia Casini e Cicchitto ha fatto calendarizzare di tutta fretta due mozioni per scagliarsi contro la Rivoluzione Bolivariana.

Domani mattina il Senato approverà una mozione a prima firma Casini – e il 24 gennaio la Commissione affari esteri della Camera ne approverà una dello stesso tenore di Cicchitto – dove si chiede al governo, provando a coinvolgere anche l’Unione Europa, di intervenire in favore della comunità italiana residente in Venezuela e per il rispetto dei «diritti umani».

In una fase in cui Papa Francesco in persona, con l’ex presidente della Spagna Zapatero stanno lavorando per il dialogo in Venezuela, Casini e Cicchitto decidono ti tenere sotto scacco il Parlamento italiano con due mozioni di ingerenza e violazione della sovranità del paese davvero senza precedenti.

Entrambe le mozioni per giustificare e richiedere l’intervento del governo italiano riprendono acriticamente tutte le peggiori fake news che la stampa mainstream propala sul Venezuela. Una sequela di menzogne, inesattezze e sovvertimento della realtà da far impallidire. Prevedibile il tentativo di coinvolgere nella questione le istituzioni europee visto che con l’elezione a Presidente del Parlamento Europeo di Antonio Tajani, le assemblee italiane potranno trovare una facile sponda.

Ricordiamo ancora tutti le offese dell’esponente italiano del Partito Popolare Europeo rivolte a un parlamentare del PSUV in occasione di un vertice internazionale.

Visto che nelle risoluzioni viene descritta una situazione infernale, bisogna chiedere a Casini e Cicchitto, se gli italiani in Venezuela muoiono di fame e sono ai limiti della sopravvivenza, perché non ritornano nel paradiso Italia? Perché decidono di restare nel paese che ha dato asilo, diritti e welfare a sei milioni di colombiani, tra gli altri, e non decidono di tornare nel paese che entra «in crisi umanitaria» per qualche centinaio di migliaia di profughi che scappa dalle ‘nostre’ guerre? Quando si affronta il tema della situazione economica in Venezuela è importante tenere presente che parliamo di un paese esportatore netto di petrolio, la cui economia è basata sull’esportazione del greggio, dunque un drastico calo del prezzo, come avvenuto nel corso degli ultimi anni, colpisce fortemente il bilancio delle Stato. Senza dimenticare che ci troviamo di fronte a una situazione per nulla ‘normale’.

L’opposizione, controllata direttamente da Washington, come dimostrano i tanti legami con gli USA dei principali dirigenti della MUD, non ha mai abbandonato la sua attitudine golpista. In questa tattica per arrivare alla presa del potere senza passare per le urne, un aspetto importante è costituito dalla guerra economica.

Così come accadde in Cile nel 1973, nel Venezuela degli anni 2000 si cerca di rovesciare un governo legittimo creando scarsità, penuria e rabbia sociale. Una somiglianza rilevata anche dal nipote del presidente cileno Salvador Allende, che ai microfoni di teleSUR ha spiegato: «Vi sono molte similitudini, molte somiglianze, soprattutto gli attacchi destabilizzanti della destra, dell’oligarchia nazionale e del governo degli Stati Uniti. La guerra economica è molto simile, quello che sta accadendo attualmente in Venezuela, con la questione dei prezzi, la scarsità di cibo, l’accaparramento, il contrabbando, l’inflazione reale e indotta, è uguale a quello che accadde in Cile». Sul tema molto controverso, riguardante l’inflazione reale e indotta in Venezuela, rimandiamo alla lettura di questo illuminante articolo dell’economista Alfredo Serrano Mancilla, tradotto dall’AntiDiplomatico.

In tutto il paese si susseguono accaparramenti di cibo e beni di prima necessità, che hanno il duplice obiettivo di creare artificialmente – e non per deficienze del governo – penuria, alimentando al contempo il mercato nero. Pratiche colpiscono il popolo venezuelano, particolarmente le fasce più basse della popolazione. Nei quartieri più ricchi di Caracas, infatti, come mostrato da un imprenditore spagnolo residenti in Venezuela, i supermercati sono strariparti di merci, vendute a prezzi esorbitanti. Emblematica la testimonianza dell’educatrice venezuelana, Jacquelyn Jiménez che vi invitiamo a leggere.

Bisogna anche ricordare che il Venezuela bolivariano, a differenza della ‘civile’ e ‘democratica’ Italia, pur in una situazione di oggettiva difficoltà economica non tagliato di nemmeno un dollaro i fondi destinati alle Missioni Sociali, che anzi il presidente ha deciso di rafforzare nel corso di quest’anno. Una distanza siderale dall’Europa liberista dove vengono tagliate in continuazione pensioni, sanità e prestazioni sociali. Con ancora negli occhi le terribili scene provenienti dall’ospedale di Nola, che testimoniano la devastazione della sanità nel nostro paese operata dalle politiche neoliberiste, dove i medici sono stati costretti a curare dei pazienti sul pavimento a causa della mancanza di barelle; il dramma dei terremotati che ha colpito le popolazioni del Centri Italia; la quotidiana negazione dei diritti umani basilari di pensionati, disoccupati e finanche lavoratori costretti in un numero sempre crescente a rivolgersi ad organizzazioni di volontariato ed ecclesiastiche per poter mangiare, prendiamo atto che il Parlamento italiano – su iniziativa di Pierferdinando Casini – ignorando le istanze di queste persone letteralmente affamate si mobilita con tempi celerissimi per portare avanti le richieste di un’opposizione che in Venezuela ha sempre mostrato un’attitudine golpista, e mancato di rispetto al suo stesso popolo che si è rialzato in piedi dopo il disastro causato dalla «larga noche neoliberal» grazie alle politiche implementate dal chavismo.

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