L’improrogabile cammino dell’unità

f0014691L’ America Latina e i Caraibi hanno enormi sfide davanti a loro e tra le più urgenti ci sono l’assunzione dell’unità della regione come maggior salvaguardia dei popoli e l’implementazione di azioni concrete per realizzarla.


Questo è stato il principio giustamente difeso con veemenza dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei  Consigli di Stato e dei Ministri nel suo intervento ieri mercoledì 25, durante la sessione generale del V Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC).

“L’unità e l’integrazione politica, economica sociale e culturale dell’America Latina e dei Caraibi costituisce (..) una necessità per affrontare con successo le sfide che si presentano alla nostra regione”, ha detto Raúl,  come disse   in quel Vertice della fondazione che nel 2011 diede vita alla CELAC.

Gli obiettivi d’allora continuano a convocarci, continuano a segnalarci la rotta del lavoro in comune dei nostri popoli.

“In questo operato, ha detto il presidente cubano, è necessario uno stretto vincolo al Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, firmato dai capi di Stato e di Goveeno  a L’Avana nel gennaio del 2014, perchè anche in questo c’è la guida per consolidare l’integrazione di Nuestra America”

“Una visione d’integrazione, quindi, non può eludere il rispetto alla sovranità di ogni paese. Da qui l’appoggio assoluto di Cuba al popolo e al governo venezuelani nella difesa della loro autodeterminazione”,  è stata un’altra idea reiterata dal Generale d’Esercito, che ha anche sottolineato la volontà di continuare a negoziare i temi bilaterali pendenti con gli Stati Uniti, ma senza aspettarsi che per questo Cuba realizzi concessioni inerenti alla sua sovranità e indipendenza.

Il blocco economico, commerciale e finanziario persiste, ha denunciato il mandatario cubano. E, com’è abituale in questo forum, vari oratori hanno coinciso sulla necessità di porre fine all’arbitraria misura che vuole asfissiare l’economia dell’Isola più grande delle Antille.

La Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici non ha dimenticato Fidel, uno dei suoi precursori più ferventi.

Il  Presidente dominicano Danilo Medina, nella sessione inaugurale del Vertice, ha chiesto d’onorare il leader della Rivoluzione.

Raúl ha ringraziato per questo gesto come per i messaggi di condoglianze ricevuti per la morte del Comandante in Capo.

Prima della chiusura del segmento d’alto livello, i capi di Stato e di Governo hanno approvato la Dichiarazione Politica di Punta Cana,  20 Dichiarazioni Speciali, che includono temi d’interesse comune per la regione e il Piano d’Azione CELAC 2017.

La Presidenza Pro Tempore del meccanismo regionale di concertazione politica  è nelle mani di El Salvador,  che guiderà i cammini della CELAC  verso il consolidamento dell’integrazione, alla ricerca di soluzioni adeguate  per risolvere i problemi che  ci danneggiano.

Ponderare quello che ci unisce

Conquistare il consenso non è mai stato un compito facile e tanto meno ponderare quello che ci unisce rispettando quello che ci differenzia.

Di fronte a questa realtà i partecipanti all’importante incontro hanno riconosciuto l’urgenza di rinforzare il principio dell’unità nella diversità.

Al suo arrivo ieri, mercoledì, al  Centro delle Convenzioni Barceló Bávaro, Nicolás Maduro Moros, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha considerato d’estrema importanza il consolidamento del  cammino della CELAC, «che ha già percorso vari anni di ricerca del consolidamento del suo proprio cammino con una dottrina comune nel rispetto della diversità».

“In questo nuovo appuntamento della nostra comunità, si conolida e si segnala il cammino per un’America Lataina e per i Caraibi, che devono restare uniti oggi più che mai, di fronte alle minacce attuali”, ha sottolineato.

“Veniamo a portare la verità del Venezuela in un mondo che cambia, la voce della dignità e della nuova indipendenza, dell’unione dell’America Latina”, ha indicato il mandatario venezuelano.

In una dichiarazione alla stampa cubana, Rodrigo Riofrío, ambasciatore dell’ Ecuador in Repubblica Dominicana,  ha detto che “Questo è il momento in cui quel che interessa di più è l’integrazione. È il momento in cui dobbiamo lavorare  in blocco ed è la sola forma per rinforzarci”.

“Questo è lo spirito del  Presidente Rafael Correa, che è  un grande integrazionista ed è stato uno dei promotori di questo meccanismo di concertazione politica assieme al Comandante Fidel e al Presidente Chávez.

Dobbiamo dare forza alla diversità e rispettarla, cercare i punti in comune nei quali crescere”, ha aggiunto.

Il  vice cancelliere della Repubblica Dominicana, Hugo Rivera Fernández, ha assicurato ai giornalisti di Granma che la CELAC ha fatto passi importanti come organismo la cui base è il dialogo  tra tutta la regione.

“Esiste molta diversità, ma tra queste differenze ci uniscono gli stessi sentimenti di prosperità.  Rinforzare la CELAC ha avuto tappe trascendentali : insieme siamo una grande forza che ci dovrà condurre ad un maggior benessere per i nostri popoli”.

Rispetto allo stato delle  relazioni bilaterali tra la Repubblica Dominicana e Cuba,  Rivera Fernández, ha detto che sono in uno dei migliori momenti storici e che si lavora in differenti settori d’interesse per i nostri paesi.

“Cuba ha realizzato grandi conquiste nei settori scientifici, della medicina e della sicurezza e noi abbiamo fatto buoni passi avanti nel settore del turismo, per cui la cooperazione può risultare reciprocamente  benefica”, ha riconosciuto.

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