Intervento Delcy Rodríguez al Consiglio Permanente OSA

da Embaveneit  – https://albainformazione.com

Discorso del Ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela Delcy Rodríguezal Consiglio Permanente dell’OSA

Sede dell’OSA-Washington-USA
Lunedì, 27 marzo 2017

Presidente del Consiglio Permanente:

Sua Eccellenza Delcy Rodríguez Gómez, Segretario Generale dell’OSA, Luis Almagro, vice segretario generale non presente, Illustri Rappresentanti permanenti e supplenti, rappresentanti degli Stati osservatori, invitati speciali, signore e signori.

Ministro, le diamo il benvenuto nello spirito di dialogo, rispetto della democrazia e del diritto costituzionale emanati nei principi di base dell’OSA.

Durante la mia cerimonia d’insediamento come Presidente del Consiglio Permanente, Il 27 gennaio 2017, ho manifestato l’impegno a rispettare la Carta Democratica e gli altri strumenti interamericani e il loro funzionamento. Ho dichiarato che avrei lavorato incessabilmente per continuare a costruire i quattro pilastri di quest’organizzazione: Sviluppo Integrale, Sicurezza Multidimensionale, Diritti Umani e Democrazia. In quell’opportunità ho affermato che non ci può essere sviluppo senza la pace e la sicurezza nel nostro Emisfero; non ci può essere sviluppo economico sostenibile senza la stabilità politica e il rispetto dei diritti umani in tutti i settori della società che partecipano attivamente al medesimo sviluppo.

La nostra Carta Democratica stabilisce che la democrazia è essenziale per lo sviluppo sociale, economico e politico dei popoli delle Americhe. Il Ministero degli Affari Esteri, che lei rappresenta, Signora Ministro, si unisce al nostro processo in un momento importante in cui la solidarietà e la cooperazione tra i nostri stati ha bisogno di maggiore collaborazione che deve basarsi sull’esercizio efficace della democrazia rappresentativa e sulla crescita economica, così come sullo sviluppo sociale che ha le sue radici nella giustizia, nell’uguaglianza, nella democrazia, che sono interdipendenti e si rafforzano mutuamente.

È giusto che il Ministro degli Esteri possa avere voce nel Consiglio Permanente perché un dibattito efficace e il dialogo promuovono comprensione, rafforzano l’inclusione e la solidarietà, due principi che sono nel midollo dell’OSA. L’isolamento e la separazione non producono nessun beneficio agli Stati membri e ai suoi cittadini, pertanto, è giusto che lo Stato al centro delle tematiche di dibattito sulla sovranità, la democrazia costituzionale e lo stato di diritto, possa parlare in questo Consiglio Permanente.

Come Organizzazione abbiamo deciso di basare i nostri documenti fondanti su determinati principi, il cui spirito intende migliorare la pace, la stabilità, la partecipazione, lo sviluppo nelle nostre società.

Quando l’OSA è stata creata, nel 1948, l’Emisfero ha visto i benefici di un organismo che, grazie alla sua collettività, disponeva degli strumenti per raggiungere questi obiettivi piuttosto che individualmente. Gli Stati hanno visto nel multilateralismo e nella cooperazione di quest’organizzazione, un aiuto per risolvere le complesse problematiche che i nostri paesi affrontano. Questo Emisfero ha sofferto molte battaglie civili ed economiche, nonostante le ideologie politiche ed economiche. È innegabile che tutti cresciamo e ci sviluppiamo passando per la sofferenza. A beneficio di tutti i nostri popoli, bisogna trovare un’alternativa mantenendo aperti i canali di comunicazione. Dobbiamo discutere e riconciliare le nostre differenze per risolvere in modo pacifico e rispettoso le divergenze, pertanto Ministro Rodríguez, le do nuovamente il benvenuto e ribadisco l’impegno non solo di mantenere il dialogo con la Repubblica Bolivariana del Venezuela, ma con tutti gli Stati membri di quest’organizzazione, per i migliori interessi di tutti. Passo la parola al Ministro.

Ministro degli Esteri, Delcy Rodríguez:

Grazie, Onorevole Ambasciatore Patrick Andrews, Presidente del Consiglio Permanente dell’OSA, Luís Almagro, Segretario Generale dell’OSA, illustri Ambasciatori, rappresentanti permanenti di quest’organizzazione, signore e signori.

Prima di tutto, dopo aver ascoltato le parole del Presidente di questo Consiglio, devo precisare che il Venezuela ha richiesto e ha ottenuto che questo Consiglio Permanente si riunisse oggi con l’obiettivo di denunciare le gravi azioni interventiste commesse, all’interno di quest’organizzazione, dal Segretario Generale e da una fazione minoritaria di alcuni paesi della nostra regione.

Ci troviamo nel Salone Simón Bolívar, e onoriamo i precedenti storici che hanno dato vita al concetto del progetto Bolivariano per il popolo della Patria Grande. Avevamo già dichiarato, l’anno scorso in questa stessa sala, che ci sono due modelli contrapposti e antagonisti in quest’organizzazione: il progetto Bolivariano, fondato sull’unione della Patria Grande, basato proprio sulla difesa e l’ampliamento dell’indipendenza e della sovranità dei nostri paesi; e un progetto espansionista dal punto di vista territoriale, culturale, militare e mediatico operato dal Nord egemone.

Rivolgo queste parole in nome del Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros e del popolo venezuelano, allarmati dalle gravi azioni che si stanno commettendo dall’interno dell’Organizzazione degli Stati Americani contro il nostro paese.

Osserviamo con preoccupazione e allarme che, il Segretario Generale Luis Almagro, da quando svolge questa funzione, ha dedicato la sua amministrazione ad attaccare ossessivamente il Venezuela e il suo popolo. Il suo atteggiamento illecito, unilaterale, arbitrario, fuorviante e di parte ha portato, durante la 46° Assemblea Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani tenutasi il 13 giugno 2016 nella Repubblica Dominicana, all’approvazione di una risoluzione derivata dalla profonda preoccupazione espressa dai ministri degli esteri della regione riguardo l’atteggiamento fuorviante di Luis Almagro. Così hanno deciso di vigilare, in maniera continua, in un Consiglio Permanente, sul comportamento del Segretario Generale e sul suo rispetto delle istituzioni e dei regolamenti dell’OSA.

Dobbiamo fare la storia, i popoli del mondo devono sapere come questo discutibile personaggio è arrivato alla Segreteria Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani. Il presidente Nicolás Maduro aveva già avvertito l’amico presidente José Pepe Mujica delle irregolarità politiche del suo ministro degli Esteri Luis Almagro, al servizio dei settori imperialisti. Sapevamo che agiva come agente degli interessi degli Stati Uniti, ed è stato grazie all’intervento del presidente Mujica, che ha garantito al presidente Maduro che mai e poi mai Almagro avrebbe attaccato il Venezuela, che il presidente Maduro ha deciso di dare il suo appoggio per la sua elezione. È stata la cronaca di un tradimento annunciato.

Luis Almagro è entrato in carica il 26 maggio del 2015, dopo soli quindici giorni ha iniziato con gli attacchi e le aggressioni contro il Venezuela. Era arrivato con un chiaro mandato a quest’organizzazione, il primo era porre fine alla rivoluzione Bolivariana; il secondo, sostituire il governo del presidente Maduro e dare sostegno internazionale alle azioni violente dell’estrema destra venezuelana, minando la sovranità e lo Stato di diritto attraverso la destabilizzazione del paese. Dopo la scomparsa fisica del nostro caro e amato Comandante Presidente Hugo Chávez, leader della Rivoluzione Bolivariana, ha intensificato il piano per assediare il Venezuela.

Sono state attuate azioni che hanno provocato un blocco finanziario contro il nostro paese. Le esigue forze produttive private si sono raggruppate per boicottare la commercializzazione e la distribuzione di alimenti e medicine. Si è acuito il contrabbando d’estrazione dei beni essenziali verso la Colombia e il valore della moneta venezuelana, rispetto alla valuta statunitense, è stato manipolato attraverso un marcatore fittizio e virtuale al confine con la Colombia.

Quest’aggressione economica multiforme contro il Venezuela, è stata accompagnata dai poteri di fatto internazionali, finanziari e mediatici, incoraggiati da un piano articolato e sostenuto da Washington.

Almagro non agisce solo né per se stesso, ma seguendo i mandati dettati da questa città, e la sua gestione vede la complicità di una piccola fazione di un gruppo di paesi all’interno dell’OSA. Li unisce un obiettivo: creare l’idea, nella comunità internazionale, che in Venezuela sta accadendo qualcosa di grave per giustificare l’intervento in tutte le sue dimensioni.

Le norme generali per il funzionamento della Segreteria Generale stabiliscono che, chi svolge quest’incarico deve farlo con integrità, indipendenza e imparzialità. Queste sono esattamente le caratteristiche che il signor Almagro non possiede. Manca d’indipendenza, quando si sottomette volontariamente agli interessi dello stato più potente di quest’organizzazione e agisce come un suo funzionario burocratico, un operatore propagandistico, un assistente politico o come il suo estorsore locale. Manca d’integrità quando viola le norme dell’Organizzazione. Contravviene al diritto internazionale quando utilizza a proposito informazioni false. Contraddice apertamente le decisioni degli Sati Membri e minaccia chi non lo segue nella sua agenda di distruzione contro il Venezuela. Manca anche d’imparzialità nel momento in cui, senza alcuno scrupolo, mette in moto una campagna contro il Venezuela con le risorse di quest’Organizzazione per destabilizzare il paese e, allo stesso tempo, ignora le violazioni commesse da parte di quello stesso paese che gli paga lo stipendio. Il signor Almagro fa parte di una genesi infamante di Segretari Generali come Carlos Dávila, che nel 1954 ha sostenuto l’invasione del Guatemala di Jacobo Arbenz, o José Antonio Mora, che nel 1965 ha consentito l’invasione della Repubblica Dominicana.

Non sbaglio affermando che il Signor Almagro è un bugiardo, disonesto, farabutto e mercenario. Un traditore di tutto ciò che rappresenta la dignità di un diplomatico latinoamericano.

Voglio esporvi, con una presentazione, la campagna contro il Venezuela di chi oggi ricopre l’incarico di Segretario Generale.

Da quando Almagro è entrato in carica come Segretario Generale nel maggio del 2015, ha dedicato il 21% delle sue pubblicazioni su Twitter, ovvero uno su cinque dei suoi tweet, contro il Venezuela. Il 21% dei suoi tweet li dedica al Venezuela e la restante parte all’agenda emisferica.

Dal 14 al 24 marzo di quest’anno, durante le incessanti piogge che hanno colpito il vicino popolo del Perù, il Segretario Almagro ha dedicato il 73% dei suoi tweet alla campagna contro il Venezuela e il resto, ovvero quattordici tweet, all’agenda generale dell’OSA.

Ecco alcuni esempi dei tweet più vergognosi di tale personaggio. Ha chiamato “dictadorzuelo” ovvero dittatore e ladro il capo di Stato del Venezuela, inoltre quest’organizzazione si è allontanata dall’essere un’organizzazione intergovernativa in cui il Segretario Generale lavora con i settori più estremisti del Congresso statunitense.

Ci sono i tweet offensivi e altri tweet pubblicati da personaggi che attaccano e aggrediscono direttamente il popolo venezuelano. In una lettera del 18 maggio poi, raggiunge i massimi livelli di volgarità contro il Capo dello Stato e Presidente, Nicolás Maduro.

Non soddisfatto, c’è poi la partecipazione il 12 e 13 maggio 2016 in un forum dove apertamente l’ex presidente colombiano Uribe, invoca all’occupazione del territorio venezuelano da parte un esercito straniero. Questo tipo di atteggiamento è davvero molto grave.

Inoltre, il Segretario ha sostenuto, tra il 2016 e il 2017, ventisei riunioni con l’opposizione venezuelana, di cui il cinquantasette per cento con i militanti di Voluntad Popular, fazione dell’estrema destra violenta del nostro paese.

Per quanto riguarda i suoi viaggi, che sono anche elencati in questa presentazione, il signor Almagro, dal 4 al 7 settembre 2015 si è recato in Colombia. Il 14 gennaio 2016 in Italia. L’8 marzo in Cile. Giorno 11 aprile negli Stati Uniti, a Miami. Il 13 maggio a Miami. Dal 13 al 15 nella Repubblica Dominicana, dal 12 al 15 luglio in Paraguay. Il primo settembre 2016 in Georgia, Stati Uniti. Dal 20 al 21 settembre 2016 a New York, Stati Uniti. Il 5 ottobre 2016 in Paraguay. Il 6 ottobre 2016 in Brasile, il 21 ottobre a Miami, Stati Uniti. Dal 14 al 16 dicembre 2016, a Ottawa, in Canada. Il 24 gennaio 2017 in Belgio, Bruxelles. Dal 26 al 25 gennaio 2017 in Spagna. E in tutte queste visite e tutti questi viaggi il Signor Almagro ha fatto dichiarazioni contro il governo del Venezuela.

Voglio indicare inoltre le norme che sono state violate dall’atteggiamento offensivo, illecito, arbitrario e parziale del Signor Almagro.

L’Articolo 1 della Carta dell’OSA. Vorrei sottolineare che l’Organizzazione degli Stati Americani non ha nessun’altra competenza se non quelle espressamente conferitegli dalla presente Carta. Nessuna disposizione la autorizza a intervenire negli affari della giurisdizione interna degli Stati Membri.

L’articolo 107 e l’articolo 118, voglio sottolineare che nello svolgimento delle loro funzioni il signor Almagro e il personale della Segreteria, “non richiederanno né accetteranno istruzioni da alcun governo né da alcuna autorità estranea all’Organizzazione”. Il contrario è accaduto in ciascuno dei suoi viaggi, il contrario è accaduto quando si è riunito con i membri del Congresso, esponenti delle fazioni più estremiste del Congresso degli Stati Uniti, dove viene detto ciò che devono fare contro il Venezuela. “Essi si asterranno da ogni atto incompatibile con il loro status di funzionari internazionali responsabili solo di fronte all’Organizzazione”. Da qui deriva il principio di responsabilità di questo funzionario, la responsabilità internazionale nell’esercizio delle sue funzioni.

Inoltre, ai ministri degli Esteri nell’Assemblea Generale dell’OSA, durante una riunione realizzata nella Repubblica Dominicana, è stato chiesto di riconsiderare l’aderenza a queste norme, violando in questo modo anche le norme generali per il funzionamento della Segretaria Generale.
Articolo 29. Indipendenza nell’adempimento dei doveri. “Nell’adempimento dei loro doveri, i membri del personale non solleciteranno né accetteranno istruzioni da alcun governo né da alcuna autorità estranea all’Organizzazione”.

Articolo 139. “Il Segretario Generale e il suo Vice, si asterranno da qualsiasi azione, sia questa proibita o meno nelle suddette norme, che possano provocare o dare l’impressione della perdita completa d’indipendenza o assenza d’imparzialità nelle sue rispettive attuazioni”.

Il Venezuela ha dimostrato chiaramente, come queste norme siano state costantemente e sistematicamente violate dal signor Almagro.

Adozione di decisioni amministrative senza rispettare le procedure amministrative, tutto ciò a discredito del buon nome e dell’integrità della Segreteria Generale. Pertanto la Segreteria Generale è screditata.

Ciò che sta accadendo è realmente preoccupante.

Nel marzo 2015 l’OSA è caduta di fronte all’uso della forza da parte di un Paese Membro di quest’Organizzazione, un paese che è anche il più potente, la forza militare più potente del mondo che ha approvato un ordine esecutivo firmato dall’ex presidente Barack Obama che considera il Venezuela come una minaccia per la sicurezza e la politica estera degli Stati Uniti.
In seguito, nell’ottobre dello stesso anno, il Capo del Comando Sud degli Stati Uniti, ha dichiarato l’intenzione del suo paese d’invadere militarmente il Venezuela nell’eventualità di una crisi umanitaria che lo potesse giustificare.

Due forze all’interno dell’OSA hanno lavorato in questa direzione.

Ritornando al tentativo interventista che ha segnato la sua azione perniciosa nella storia dell’Emisfero, da un lato il suo Segretario Generale lavora instancabilmente per dichiarare la crisi umanitaria in Venezuela, la mancanza della democrazia e la violazione dei diritti umani. Dall’altro lato, un piccolo gruppo di paesi oppositori politici e ideologici della Rivoluzione Bolivariana, hanno implementato una sorta di diplomazia blanda articolata con l’ossessivo estremismo di Almagro, ma indissolubilmente legata al suo intento di danneggiare l’immagine internazionale del Venezuela per compromettere le relazioni con altri paesi della regione, e di etichettare il Venezuela come un paese problema che deve essere affrontato e risolto in fretta.

La storia dell’OSA è segnata da una serie di volgari interventi nel nostro Emisfero a favore del paese del Nord egemone. Uno strumento diplomatico attraverso cui gli Stati Uniti attuando come una macchina militare, commerciale, culturale e finanziaria, non solo hanno imposto il loro modello di depredazione, ma hanno anche sottoposto interi popoli alla più infame violazione dei diritti umani.

L’OSA è nata con questi due modelli contrastanti e in opposizione: il progetto di Monroe, di espansione territoriale e dominio imperialista, contro il progetto Bolivariano profondamente indipendentista e sovrano.

Nel 1962, una situazione simile a quella che sta accadendo oggi è stata vissuta nella Regione, un conclave immorale aveva decretato l’esclusione di Cuba per la sua natura ideologica. Cuba era stata criminalizzata ed economicamente assediata, provocando un blocco che ormai esiste da più di cinque decenni. Gli errori storici commessi da questo conclave immorale, così come era stato definito dall’Immortale Comandante Fidel Castro Ruz, hanno creato sofferenza, penuria e angoscia al popolo cubano. Tutto ciò ha portato, contrariamente a quanto previsto dal Ministero delle Colonie dell’epoca, a una storia di resistenza e dignità mai visto prima nel nostro continente.
Esprimiamo il nostro riconoscimento eterno al popolo di Cuba, per la sua resistenza, dignità, coraggio contro queste pretese che oggi rappresentano le forze oscure schierate contro il Venezuela.

Il silenzio complice dell’OSA ha avallato quasi cinquanta colpi di stato nella Regione, a partire dalla sua fondazione nel 1948, data macchiata con il sangue del leader Jorge Eliécer Gaitán. I colpi di stato sono stati organizzati dalla CIA contro il governo costituzionale di Jacobo Arbenz in Guatemala, nel 1954; il crudele e sanguinoso colpo di Stato di Stroessner in Paraguay; il colpo di stato contro il presidente Joao Goulart nel 1964 in Brasile. Nel 1973, nella più antica democrazia nel nostro continente dell’epoca, Augusto Pinochet rovesciò sanguinosamente il nostro amato presidente Salvador Allende.

L’OSA non ha mai condannato il colpo di stato contro il Comandante Chávez nel 2002. Nel 2011 il colpo di stato parlamentare contro Fernado Lugo, questo ciclo di vergogna e umiliazione si chiude nel 2016 con uno dei capitoli più vergognosi della nostra storia, il colpo parlamentare contro il presidente Dilma Rousseff.

L’OSA nel 1954 ha consentito apertamente l’invasione del Guatemala, nel 1961 l’invasione di Cuba, nel 1965 ha appoggiato l’invasione della Repubblica Dominicana, nel 1983 ha sostenuto l’invasione di Grenada. Tutti questi crimini sono stati commessi dagli Stati Uniti con l’approvazione o la silenziosa complicità dell’OSA. Quest’organizzazione ha ignorato la repressione dei governi neoliberali contro i movimenti popolari, progressisti e di sinistra così come ha ignorato l’uccisione di migliaia di leader contadini, popolari e attivisti per i diritti umani.

Per sua informazione signor Segretario, nel caso specifico del Venezuela, nel periodo della quarta repubblica ai cui leader lei oggi dà il suo sostegno internazionale, si contarono più di 10.000 vittime, delle quali 459 per sparizioni forzate e 1425 assassini per motivi politici, tra i quali anche l’assassinio obbrobrioso di mio padre Jorge Rodríguez. La Commissione Interamericana per i Diritti Umani non fa alcun riferimento a questi atti criminali. L’OSA da allora è diventata un’organizzazione disfunzionale che trasgredisce lo stato di diritto internazionale, e mina i modelli democratici non in linea con gli interessi e le pretese del paese egemone.

È stato possibile trasformare la natura di quest’organizzazione con una natura interventista, legata per motivi fiscali agli Stati Uniti, che fornisce il 60% del suo bilancio totale, ma anche all’Europa, che rappresenta il 30% del bilancio per fondi specifici. Per queste e per altre vie immorali tentano di sottomettere gli Stati membri al ricatto vile dei centri imperialisti che minacciano i governi della regione.

Il progetto Bolivariano, fedele alle radici indipendentiste che gli hanno dato origine, si pone come una vera e propria minaccia per quest’organizzazione, oggi non si sta cercando di punire o sanzionare il Venezuela, ma si cerca di far scomparire questo modello che promuove la difesa della sovranità, di una democrazia esercitata direttamente dal popolo, dell’indipendenza e dell’autodeterminazione dei popoli, della giustizia sociale inclusiva e della solidarietà internazionale intesa come l’esercizio per i rapporti tra gli Stati.

Siamo una minaccia per il sistema di privatizzazione dell’istruzione e della sanità perché oggi con 30 milioni di abitanti, siamo il quinto paese al mondo con il più alto numero di iscritti al sistema educativo e il nostro sistema di sanità pubblica assiste oltre l’82% della nostra popolazione. Nel 50% del paese questa copertura raggiunge già il 100%.

Siamo una minaccia per i monopoli alimentari globali perché conducendo una battaglia contro l’economica disuguale, abbiamo creato un programma popolare per sostenere dal punto di vista alimentare il nostro popolo. E, oggi, in un solo anno dalla creazione di questo nuovo modello di distribuzione e produzione di alimenti, abbiamo prestato assistenza a 6 milioni di famiglie.

Siamo una minaccia per la privatizzazione della cultura perché abbiamo rafforzato la musica e la poesia in Venezuela. Ottocento mila bambini e giovani del nostro Paese fanno parte del più grande sistema di orchestre sinfoniche del mondo e di maggior successo. Siamo un pericolo per i governanti oligarchi, perché in 16 anni siamo passati da avere 300 mila pensionati a 3 milioni fino a raggiungere, nel 2017 grazie alla Rivoluzione Bolivariana, il 95% della popolazione pensionabile, pagando il debito storico di 40 anni di negligenza in materia di sicurezza sociale.

Siamo una minaccia per l’atroce capitalismo perché abbiamo democratizzato e trasferito la ricchezza al popolo e abbiamo investito il 74% delle entrate del paese nel sociale. Di fronte alla cospirazione più brutale contro la nostra economia, oggi il programma delle Nazioni Unite ci pone tra i paesi del mondo, con il più alto livello di sviluppo umano nel rapporto che è stato pubblicato pochi giorni fa, il 24 marzo scorso, al di sopra di quasi tutte le nazioni di questo continente. Ciò significa, che 7 dei 14 paesi firmatari del vergognoso comunicato del 23 marzo, che minaccia l’imposizione di sanzioni contro il Venezuela, hanno un indice di sviluppo umano più basso del paese che cercano di punire.

Mentre il Venezuela si è classificato al 71° posto, tra i 7 paesi che fanno parte dei 14 che hanno firmato il comunicato: il Messico è al 77° posto, il Brasile al 79°, il Perù all’87 °, Colombia al 95°, Paraguay al 110°, Guatemala al 125° e Honduras al 130°. Ci chiediamo se un giorno firmeranno un comunicato per auto-sanzionarsi perché il loro livello di sviluppo è inferiore a quello del Venezuela.

Il Venezuela è al centro delle politiche nazionali e internazionali degli Stati Uniti. Da un lato è diventato uno strumento di transazione tra l’amministrazione e i settori estremi del congresso statunitense finanziati dall’estrema destra e dall’oligarchia venezuelana. Dall’altro lato è stato preso come un oggetto di negoziazione tra la nuova amministrazione e i governi di destra nella regione per mitigare i timori di questo fronte riguardo una nuova classe dirigente.

Il nostro modello sociale d’integrazione equo e di commercio giusto, è un fattore di stabilità e di pace in questo continente. Vogliamo evidenziare i pericoli che potrebbero generarsi dal proseguimento di questo piano interventista e destabilizzante contro il Venezuela.

Così era stato anticipato dal Comandante Chávez quando sosteneva che eravamo un fattore di stabilità e che potevamo progettare i nuovi meccanismi per garantire l’unità e l’equilibrio latinoamericano e caraibico, muovendoci collettivamente verso il benessere e la giustizia sociale, nel bel mezzo della terribile crisi del capitalismo predatore globale. Lo disse anche Juan Domingo Perón: “Il XXI secolo ci troverà uniti o ridotti in schiavitù”. Nonostante un secolo di saccheggio e dominazione imperialista, il XXI secolo non ci ha trovati schiavi ma invece in lotta per la liberazione, per la sovranità e il diritto di costruire il nostro futuro e l’indipendenza definitiva della Patria Grande.

Di fronte a questo modello, sorgono come una speranza all’orizzonte per l’integrazione e l’unione dei popoli: la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi, l’Unione delle Nazioni Sudamericane, l’Alternativa Bolivariana per le Americhe e il Trattato sul Commercio e Petrocaribe.

Ciò che l’OSA non ha potuto costruire attraverso un dialogo genuino tra i paesi in cooperazione e solidarietà internazionale, è stato rivendicato da questi nuovi meccanismi che esprimono lo spirito del nuovo mondo immaginato dal Libertador Simón Bolívar.

Bolívar lo aveva immaginato, José Martí lo aveva sognato e Chávez lo ha forgiato con il gruppo di leader e donne leader del nostro continente e, tra loro, il Comandante Fidel Castro. Questa visione è incarnata dalla CELAC, nell’ALBA, nell’UNASUR e in Petrocaribe. Siamo sicuri che, prima o poi, anche le fazioni golpiste e intolleranti all’interno del MERCOSUR saranno sconfitte.

Con la CELAC, abbiamo dato vita a una comunità di nazioni latinoamericane e caraibiche, abbiamo redatto una dichiarazione che decreta il nostro territorio come un territorio di pace, tutela il diritto alla pace come un diritto sacro dei popoli. Oggi Petrocaribe e l’ALBA hanno ottenuto risultati straordinari a favore del diritto allo sviluppo e per il bene dei popoli. Voglio solo menzionare alcuni dei risultati straordinari ed eccezionali ottenuti da questi meccanismi.

Petrocaribe fin dalla sua creazione, il 29 giugno 2005, ha aumentato il PIL dei paesi che ricevono la fornitura di idrocarburi passando da 143.377 milioni di dollari a 216.806 milioni di dollari, ciò implica un incremento del 51,2%. Durante il 2016 la fornitura era pari a 14 milioni di barili per un importo di 800 milioni di dollari, di cui sono stati finanziati a lungo termine 300 milioni.

Dopo 11 anni di lavoro è aumentata nella regione la capacità di stoccaggio di idrocarburi di 652.000 barili e la capacità di trasporto marittimo a 980.000 barili. Inoltre è stato creato un circuito di raffinazione dei Caraibi, con capacità di trattamento di 135.000 barili giornalieri, distribuiti tra Giamaica, Cuba e Repubblica Dominicana. Abbiamo raggiunto 350.000 milioni di barili di petrolio corrispondente a un fatturato di 30.933 milioni di dollari, circa la metà fanno parte del finanziamento a lungo termine.

Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, è aumentata la produzione di elettricità a 447 mega watt distribuiti a Haiti, St. Kitts e Nevis, Giamaica e Nicaragua. Sono state finanziate fonti alternative di energia, grazie alla creazione di un parco eolico in Nicaragua, uno in Giamaica e l’installazione di generatori di energia a bassa potenza e pannelli solari. Questo meccanismo di cooperazione ha anche permesso una compensazione commerciale in scambi di prodotti per 3,5 milioni di tonnellate di prodotti provenienti da Nicaragua, Repubblica Dominicana, Giamaica; che hanno pagato le bollette attraverso alimenti, medicine e altri servizi.

Ascoltate bene, in ambito sociale, abbiamo ottenuto dei risultati che non sono graditi al modello neoliberista né alle oligarchie della nostra regione: sono stati sviluppati 757 progetti, per un totale di un investimento vicino ai 7 miliardi e 500 milioni di dollari, il 60% dei quali ha finanziato progetti di produzione, distribuzione dell’energia elettrica e viabilità.

Risultati congiunti di Petrocaribe e l’ALBA: fino ad oggi grazie alla Misión Milagro si è prestata assistenza a 3 milioni 642 mila 623 persone con problemi legati alla vista; 1 milione 285 mila 87 persone disabili; sono stati assegnati 1.075 aiuti tecnici e sono state fatte 2 milioni 30 mila visite mediche gratuite a persone disabili. Nel settore della cardiologica infantile, il Venezuela, ha ricevuto pazienti da tutta la regione, eseguendo 10.446 interventi; 3 milioni 815 mila 92 persone sono state alfabetizzate nella regione; e di questi 3 milioni 815 mila, 1 milione 174 mila persone hanno completato la loro istruzione obbligatoria.

Vogliamo anche sottolineare che, grazie alla collaborazione di Cuba, sono stati dichiarati territori liberi da analfabetismo: Antigua e Barbuda, Bolivia, Nicaragua e Venezuela. Questo rappresenta la visione del nuovo mondo del nostro liberatore, idea che è stata poi ripresa dai grandi eroi della nostra patria, della Patria Grande latinoamericana, dal Comandante Chávez e Fidel Castro. Questo modello sorge come una speranza all’orizzonte per l’integrazione e l’unione dei popoli.

Illustri delegati, intendiamo respingere, nella sua interezza, la strategia del signor Luis Almagro e le infami dichiarazioni riportate nel rapporto contro il Venezuela, presentato il 23 giugno 2016 e il rapporto che è stato presentato qualche giorno fa in quest’organizzazione.

Vorrei attirare la vostra attenzione sulla menzogna organizzata dal Segretario, in combutta con un piccolo gruppo di paesi; ancora una volta una fazione minoritaria all’interno dell’OSA ha ingannato e manipolato i paesi dicendo che: “Il Venezuela non sarebbe stato sanzionato”, “né sarebbe stata attivata contro il paese la Carta Democratica”, invece poi abbiamo ascoltato il contenuto del rapporto presentato dal Segretario Generale.

Il risultato è stato conforme alle regole dell’organizzazione: è stata presa nota non solo della lettura del rapporto, ma anche degli interventi di solidarietà a favore del Venezuela, del suo governo e del suo popolo, tradotto dal gergo diplomatico questo significa che “è stato accantonato”.

Nonostante ciò, Almagro, l’oligarchia venezuelana e la destra continentale, hanno dichiarato falsamente l’attivazione della Carta Democratica contro il Venezuela; scatenando la partecipazione di settori venezuelani, estremisti e violenti, contro il dialogo promosso dal Presidente Maduro, accompagnato dall’Unasur, dal Santo Padre e dagli ex presidenti Fernández, Torrijos e Zapatero; dialogo che ha avuto anche il sostegno della maggioranza dei paesi di quest’organizzazione.

Almagro è diventato un militante contro il dialogo in Venezuela e ne abbiamo le prove; ha comunicato direttamente con l’opposizione venezuelana, dicendo: “Non dovete dialogare perché abbiamo attivato Carta Democratica”.

Così è andato contro le sue funzioni essenziali come funzionario con responsabilità internazionale. Da quest’organizzazione voglio ringraziare per la lettera che, in qualità di ministro degli Esteri, ho ricevuto oggi da parte degli ex presidenti Zapatero, Torrijos e Fernández in cui confermano il proprio impegno per il dialogo in Venezuela. Siamo anche grati al vostro sostegno onesto, dimostrato dalla maggior parte dei paesi della regione, a favore di un dialogo proficuo nel nostro paese.

A causa di questa campagna feroce e senza precedenti scatenata contro il Venezuela, avvertiamo la comunità internazionale di non farsi ingannare da false dichiarazioni secondo cui l’intenzione non è attaccare il Venezuela ma piuttosto discutere della situazione nel paese.

Ma io mi domando, che tipo di situazione, quella che hanno costruito con gli attacchi multiformi all’economia venezuelana per causare penuria e sofferenza contro un popolo, così come l’hanno fatto contro Cuba nel 1962 e contro Salvador Allende nel 1973, per ottenere la sua sconfitta.

A dispetto di questo macabro piano contro il Venezuela, contro il popolo venezuelano, Almagro e questo piccolo gruppo di paesi guidati dai centri imperialisti del potere, hanno ignorato i rapporti positivi che le agenzie specializzate delle Nazioni Unite come l’UNICEF, la FAO, UNDP Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, hanno presentato sul Venezuela. Inoltre l’ONU ha recentemente approvato il secondo esame periodico universale con un pieno riconoscimento al suo modello di diritti umani. Non sono riusciti a distruggere il Venezuela e non saranno in grado di farlo.

Il secondo rapporto pubblicato da Luis Almagro, violando le più elementari norme di quest’organizzazione non è un aggiornamento, ma la composizione di una complessa strategia d’intervento con azioni immediate nel medio e lungo termine. Nonostante si richieda nuovamente la sospensione del paese, come effetto giuridico, questo rapporto non è l’obiettivo della sua missione, ma un’azione in più nell’escalation della sua proposta contenente un piano interventista autentico e specifico contro il Venezuela.
Avvertiamo il mondo che tale intervento non sarebbe più solo per rovesciare il governo costituzionale del presidente Nicolás Maduro, ma per sviluppare uno schema interventista complesso, che intende non soltanto insediare un altro governo per soddisfare le aspirazioni dei settori dell’opposizione, ma anche permettere il rafforzamento di tutti i gruppi e settori che seguono la sua scia.

Quest’agenda –ascoltate- è diversa dalla strategia dello scorso anno, perché apre diverse vie d’intervento a lungo termine, che si tratti dell’abbandono in Venezuela del modello di diritti umani mediante la realizzazione di un altro modello, concorde con la strategia e l’offensiva neoliberista che mira a far tornare in condizioni di povertà milioni di cittadini, a favore del beneficio esclusivo delle oligarchie, rendendo la nostra regione una delle più diseguali del mondo.

In questo contesto, il Venezuela e l’Uruguay, paese di origine del Segretario Generale, condividono il primo posto nella regione come i paesi meno diseguali del nostro continente. Inoltre voglio evidenziare che, a questa strategia, si sommano le azioni del gruppo di quattordici paesi che hanno firmato l’infamante comunicato, fortemente interventista che promuove l’offensivo rapporto presentato da Almagro, così come la convocazione per la giornata di domani, di un Consiglio Permanente in cui si intende discutere della situazione del Venezuela senza che il paese interessato ne sia a conoscenza. Invitiamo questi stati ad abbandonare questo piano interventista e destabilizzante orchestrato dal paese egemone del nord contro la nostra Patria.

Con la convocazione spuria di questo Consiglio Permanente sono state violate le norme fondamentali della Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani e le regole essenziali nella procedura di convocazione di riunioni di questo tipo. Si tratta di un’organizzazione alla deriva, senza bussola istituzionale. Il deragliamento assoluto delle sue regole, viene da un passato nefasto e costituisce un futuro fallimento.

Alcune ore fa il Tribunale Supremo di Giustizia della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha emesso una comunicazione che esorta il governo a richiedere la rimozione di Luís Almagro nell’assemblea generale, ai sensi dell’articolo 116 della Carta dell’OSA. Si richiede inoltre al Segretario Generale di rispettare il processo di dialogo che si sta attuando nella Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Infine il Venezuela annuncia che promuoverà l’organizzazione di alcuni consigli permanenti per:

1. Valutare le azioni del Segretario Generale secondo quanto stabilito dalla risoluzione approvata dall’assemblea generale dell’OSA, realizzata nel giugno 2016 in Repubblica Dominicana, che affronti anche l’uso illecito delle risorse dell’organizzazione e delle sue strutture a fini personali e di parte;

2. Discutere della situazione concernente i migranti che si trovano negli Stati Uniti e il muro;

3. Trattare della solidarietà e del sostengo al popolo peruviano, per le incessanti piogge che hanno colpito la fraterna popolazione;

4. Discutere dei cambiamenti climatici che interessano i piccoli Stati insulari dei Caraibi e l’Amazzonia;

5. Trattare l’attuazione degli accordi di pace in Colombia.

Tutti questi temi sono importanti per le popolazioni dell’Emisfero. Inoltre respingiamo le brutali minacce, manipolazioni e aggressioni che dai centri del potere statunitense vengono commesse contro i governi dei paesi fratelli che mantengono una posizione obiettiva su quanto realmente sta accadendo in Venezuela.

Allo stesso modo, annunciamo che, se gli attacchi e le aggressioni contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela proseguiranno, saranno prese azioni severe e decisive. Come avrebbe detto il gran argentino Julio Cortázar, quando infuriava l’aggressione contro la rivoluzione cubana, “Siamo nel tempo degli sciacalli e delle iene. Gli sciacalli vengono per le nostre ricchezze, le iene per gli avanzi della festa”.

Dall’anima Bolivariana del Venezuela, diciamo, siamo nel tempo dei coraggiosi e dei degni, non potranno vincere contro la forza inarrestabile dei nostri liberatori, eroi e martiri. È giunta l’ora per i popoli dell’America Latina e dei Caraibi e la costruzione della Patria Grande.

Chiudo parafrasando, il nostro grande Libertador Simón Bolívar, facciamo che l’amore unisca con un filo universale i figli dell’emisfero e che l’odio, la vendetta e la guerra, si allontanino dal nostro seno.

Grazie mille.


A continuación les presentamos el discurso de la canciller venezolana, Delcy Rodríguez, en su intervención ante la Organización de Estados Americanos (OEA), el 5 de mayo de 2016.

Muy buenas tardes a todos los presentes. Hoy es un día para nosotros muy importante, se cumplen 38 meses de la siembra del comandante Hugo Chávez, con su espíritu, con el espíritu también del Libertador Simón Bolívar, aquí donde lo honramos también, en este espacio que lleva su nombre. Con ese espíritu y esa fuerza de la verdad histórica de nuestros pueblos, hemos venido a presentar la realidad de Venezuela.

Primero que nada hay un punto que quisiera aclarar. Ayer el Departamento de Estado de los Estados Unidos de Norteamérica, señaló que no era cierto que habían negado a mi equipo técnico, las visas para asistir a este evento.

Nosotros nos vimos obligados a hacer una denuncia pública, porque como ustedes bien saben, los Estados Unidos es un país sede no solamente de la Organización de Estados Americanos, sino también de la Organización de las Naciones Unidas. Y siendo un país sede, esta obligado a facilitar la participación a cuanto evento sea preparado o sea solicitado por los Estados miembros de las mencionadas organizaciones. Sin embargo, no es la primera vez donde se nos niegan visas para funcionarios venezolanos del Gobierno de Venezuela, para asistir a eventos de organizaciones multilaterales. No estamos hablando de la concesión de una visa en el ámbito bilateral, sino en el ámbito multilateral. Donde los acuerdos sede, tanto con la ONU como con la OEA, implican la obligatoriedad para conceder dichas visas.

Dado que esto pues, quedo en un debate publico, yo reto al Departamento de Estado, porque sino yo lo voy a hacer, a que ellos demuestren que no es cierto lo que yo estoy diciendo. Sino, yo públicamente, voy a mostrar las notas verbales de solicitud de visa para funcionarios del Gobierno de Venezuela que, o no fueron aprobadas, o fueron dadas cuando yo ya estaba surcando los aires camino a este país.

Primero que nada, también quiero saludar al Secretario General de esta organización, a la Canciller de la Republica argentina, que amablemente nos acompaña esta tarde, al Presidente del Consejo Permanente, a los distinguidos embajadores y embajadoras, representantes de los Estados miembros de esta Organización. Al Vicecanciller para América del Norte y embajador ante esta organización, el profesor Bernardo Álvarez. A nuestro embajador ante la Organización de las Naciones Unidas, el ingeniero Rafael Ramírez, representante como miembro no permanente también del Consejo de Seguridad. Y en general a todos los presentes, a los medios de comunicación, periodistas, camarógrafos, fotógrafos.

Mucho se dice de Venezuela, esto motivó a que nosotros solicitáramos un derecho de palabra ante este Consejo Permanente para traer la verdad de Venezuela, de nuestro Gobierno, de nuestro pueblo. Y tengo que aprovechar este espacio, porque lamentándolo mucho los grandes corporaciones de la comunicación, que permanentemente tienen un bulling internacional y un acecho mediático sin precedentes contra la Republica Bolivariana de Venezuela, no dan espacio para la verdad. Este es el espíritu que nos ha motivado a nosotros hoy acá, traer una presentación sobre Venezuela. Y nos va a tomar algunos minutos porque la historia es larga.

Yo había pedido proyectar un mapa, que tiene que ver con el modelo histórico que marco desde su inicio la fundación de esta organización.

Quiero comenzar con unas palabras que están inscritas en la Carta de Jamaica, que apenas en septiembre del año pasado cumplió 200 años, escrita por nuestro Libertador en 1815. “Yo deseo mas que otro alguno, ver formar en América, la más grande nación del mundo. Menos por su extensión y riquezas, que por su libertad y su gloria”.

¿Por qué quiero empezar con el Libertador Simón Bolívar? Hay dos modelos antagónicos, que desde su origen, desde su inicio marcaron la vida de esta organización. El expansionismo imperialista de los Estados Unidos de Norteamérica, la anexión territorial, que hizo de territorios de otros países de nuestro continente. Y el avance del ejército libertador, para conquistar la independencia y la libertad de los pueblos de nuestra América.

Son dos concepciones político-ideológicas antagónicas. En 1948, nace entonces la Organización de los Estados Americanos, y por encima de esa visión integracionista, unionista de nuestro Libertador Simón Bolívar, se dio una organización, un año después de la fundación de las Naciones Unidas, con sus preceptos y principios jurídicos fundamentales, como el derecho a la igualdad soberana de los Estados, como el derecho a la no inherencia en los asuntos internos de los Estados, como el principio de autodeterminación de los pueblos a darse el modelo económico-social-cultural-político que mas le convenga y le parezca. Principios todos que rigen además las relaciones internacionales.

Desde su fundación, la Organización de Estados Americanos, se dio un método de trabajo: la cooperación. No es casual que no hablaba de integración, no es casual que no hablase de unión ¿el método de trabajo? La cooperación económica, la cooperación política, la cooperación social, cooperación en infraestructura. Con un objetivo, preservar el ámbito de influencia y de seguridad de un imperio en desarrollo. Y frente al modelo bolivariano, nosotros tenemos que decir que es la contradicción principal que rige la vida de esta organización, y que ha marcado también la crisis de esta organización. Un modelo de expansión imperialista y un modelo de respeto a la igualdad soberana de los Estados. Esa es la pugnacidad que marca la vida política de la Organización de los Estados Americanos. Sin embargo, su carta fundacional lleva en si misma un profundo respeto a la soberanía de los Estados.

Yo quiero leer textualmente el artículo 1 de la naturaleza y propósitos de la carta de la Organización de los Estados Americanos. “Los Estados americanos consagran en esta carta, la organización internacional que han desarrollado para lograr un orden de paz y justicia. Fomentar su solidaridad, robustecer colaboración y defender su soberanía, su integridad territorial y su independencia. Dentro de las Naciones Unidas, la Organización de los Estados Americanos constituye un organismo regional. La Organización de los Estados Americanos no tiene más facultades que aquellas que expresamente le confiere la presente carta. Ninguna – óigase bien – ninguna de cuyas disposiciones la autoriza a intervenir en asuntos de la jurisdicción interna de los Estados miembros”.

Quiero también referirme al capitulo, al articulo 3, literal E. “Todo Estado tiene derecho a elegir sin injerencias externas, su sistema político, económico y social, y a organizarse en la forma que mas le convenga. Y tiene el deber de no intervenir en los asuntos de otro Estado. Con sujeción a lo arriba dispuesto los Estados americanos cooperaran ampliamente entre si y con independencia de la naturaleza de sus sistemas políticos, económicos y sociales”.

La organización desde su fundación se dio cuenta que podía existir un desequilibrio que también ha marcado la vida de esta organización. Un desequilibrio marcado entre el país que hoy representa uno de los imperios más poderosos que ha visto la humanidad, con una concepción belicista de las relaciones internacionales, con profundo y permanente irrespeto al estado de derecho internacional, y otra gran parte de los Estados miembros que defendemos y preservamos la soberanía de nuestros países.

Sobre Venezuela hay una operación de índole mediático, de índole financiero, económico-social, para subvertir el orden constitucional y democrático. Se nos amenaza prácticamente, desde algunos factores de la organización. Se nos amenaza con la Carta Democrática Interamericana. Esto es prácticamente de verdad, tengo que decirlo, grave pero además risible. Yo quiero traer aquí a colación, fue en el año 2001 cuando se aprobó la Carta Democrática Interamericana, si mal no recuerdo, en septiembre, y luego en abril del año 2002, al comandante Hugo Chávez, presidente para la época de Venezuela, los factores de la oposición antidemocrática apoyados por gobiernos hostiles desde el exterior, dieron un golpe de Estado, quebrantaron el orden constitucional de Venezuela, que fue retomado su hilo constitucional, fue retomado dos días después por el pueblo de Venezuela, por su Fuerza Armada Nacional Bolivariana. Fue entonces cuando el comandante Chávez invoco la Carta Democrática, para la protección del Gobierno legítimo y constitucional de Venezuela. Retomada la constitucionalidad esta invocación se tradujo en una comisión de dialogo, y se instalaron mesas de dialogo presididas en aquel momento por el Secretario Cesar Gaviria. Meses más tarde, esos mismos factores que habían dado un golpe de Estado al comandante Chávez, dieron un boicot a nuestra industria petrolera, que ocasionó perdidas de infraestructura vital para la industria que sustenta el desarrollo de Venezuela, que paralizó por completo la producción petrolera.

Y yo tengo que hacer un recuento porque más tarde le explicaré el porqué de la historia. Estamos hablando, diciembre del año 2002, ocho meses después del golpe de Estado. Logramos recuperar pero con cuantiosos miles de millones de dólares de pérdida para la nación venezolana. Estos factores antidemocráticos continuaron y perseveraron en su pretensión por derrocar al Gobierno de Venezuela, y como nuestra Constitución, hay que señalarlo acá también, existen tres países en el mundo que contemplan la figura del Referendo Revocatorio para el mandato y la magistratura presidencial como una opción al ciudadano, como una opción que permita canalizar las diferencias políticas entre los ciudadanos en Venezuela. Y fue en agosto del año 2004, cuando el Referendo pretendido revocatorio se convirtió en un referendo ratificatorio del mandato del comandante Hugo Chávez. En el año 2005, contempladas como estaban por ley, llamar a elecciones legislativas en Venezuela, la oposición venezolana se retira y no participa de la misma como una intención por asestar otro golpe a la estabilidad democrática de Venezuela. En el año 2006, en diciembre de 2006, se elige nuevamente otro gobierno, pero otro Gobierno del comandante Hugo Chávez. En 17 años de la Revolución Bolivariana hemos tenido más de 20 procesos electorales. Ya en el año 2007, el Presidente Chávez haciendo uso de facultades constitucionales dicta una Ley de amnistía a los golpistas que habían atentado contra su gobierno en abril de 2002 y que habían también participado en acciones de violencia. 2008 en adelante marcó el inicio, hay que recordarlo y hacer énfasis en esto, el año 2008 marcó el inicio de la agresión financiera internacional contra Venezuela. Las calificadoras de riesgo comienzan un proceso de calificación que no se corresponde con la realidad económica y financiera de nuestro país. Comienza un proceso de intentar debilitar la solidez económica y financiera de Venezuela, 2008-2012 significó todo ese proceso; boicot financiero, agresión socioeconómica, la campaña mediática permanente arreció y paralelamente el Gobierno de la revolución bolivariana consolidaba, aun más, sus proyectos de inclusión social, consolidaba su soberanía política a favor de la soberanía económica, garantizaba el uso soberano de nuestros recursos energéticos en beneficio de nuestro pueblo y de los pueblos de nuestro continente. Y todo ese proceso de pugnacidad por derrocar y desconocer al gobierno legítimo, no tuvo eco, sino que por el contrario, Venezuela tuvo reconocimientos internacionales y premios, tanto de la UNESCO por sus índices educativos, sociales, de la FAO, por la erradicación del hambre y la pobreza en Venezuela. En un Gobierno que durante todos estos años, desde que llegó el comandante Chávez al poder en Venezuela, ha trabajado incansablemente por la inclusión social de los pueblos menos favorecidos, que durante la cuarta república fueron sometidos a vejaciones no solamente económicas, sino también políticas, su derecho a la participación política, a la disidencia política, y esto lo puedo decir con absoluta propiedad porque mi padre fue asesinado cuando yo tenía 7 años, solamente por pensar distinto, la disidencia política era castigada con la muerte y con los juicios militares. De tal forma, que el proceso de inclusión y de rescate de la soberanía política, económica y social que dio el comandante Chávez en Venezuela, siguió un curso, pero siguió un curso amenazado terriblemente, por estas fuerzas no solamente locales sino dirigidas directamente desde el exterior, y de eso hay evidencias que han salido a la luz pública…. innumerables.

El año 2013 marcó una fecha terrible para Venezuela y para los pueblos en el mundo que amaban al comandante Chávez. Hace 38 meses, a las 4 y 25 de la tarde, marcaba la muerte del comandante Chávez y marcaba una hora nueva para Venezuela. Sus enemigos que celebraron la muerte del comandante Chávez, vieron la oportunidad para acabar con la Revolución Bolivariana. Un mes más tarde se estaban celebrando elecciones nuevamente en Venezuela. Y el pueblo venezolano superando su dolor profundo fue a las urnas a ratificar el compromiso y la lealtad y el amor con Chávez, y eligieron al Presidente Nicolás Maduro, primer presidente chavista de Venezuela como su mandatario, eso marcó, si ustedes ven las imágenes, el desconocimiento por parte de la oposición venezolana de los resultados electorales, y llamaron a la violencia, literalmente. Y espero que la traducción llegue apropiadamente. Un dirigente opositor llamo a “descargar la arrechera” en las calles. Ahí están las imágenes. Y el Presidente Maduro asumió, como primer presidente chavista, hijo del comandante Chávez, un trabajador, como uno más de los millones de trabajadores de nuestro país, un trabajador, conductor de transporte, así a sido descalificado por la oposición clasista y racista; asumió las riendas de la revolución y asumió las riendas de Venezuela. Esa fue la voluntad popular.

Desde entonces, abril del 2013, ha arreceado la campaña de desestabilización de los factores violentos apoyados por centros imperiales…..Hay que denunciarlo!!

El Presidente Maduro en una oportunidad el año pasado en el marco de la Cumbre de Panamá, le dijo al Presidente Barack Obama, que su embajada en Venezuela se comportaba como una maquinaria de guerra en contra de nuestro país y promovía la desestabilización. Y mostramos pruebas a la persona que el presidente Obama designó a tales efectos. Mostramos pruebas de cómo la embajada de los Estados Unidos desestabiliza y pretende el derrocamiento del gobierno constitucional y legítimo de Venezuela.

¿Qué pasó desde entonces? Distintas forma de atacar a la democracia en Venezuela.

Un boicot financiero, miren, ustedes no creerían las cifras de Venezuela. En los últimos 3 años, Venezuela ha cancelado 30mil millones de dólares de compromiso financiero internacional. Solamente en lo que va de año hemos cancelado 2mil millones de dólares, tenemos activos financieros y no financieros en el orden de los 70mil millones de dólares, que pueden hacerse líquidos de inmediato. Tenemos la reserva petrolera certificada más grande del mundo. Tenemos la quinta reserva de gas del mundo. Tenemos numerosas reservas en distintos minerales de las más grandes del mundo también.

Y sin embargo, los medios internacionales se dan a la tarea de vender una imagen de que Venezuela esta en un colapso financiero. Venezuela no vive un colapso financiero, vive un embargo, vive un boicot financiero, que es muy distinto, en conexión con campañas de desprestigio, de difamación, de falsear nuestra realidad por parte de los medios de comunicación.

Porque estoy en los Estados Unidos tengo que denunciar un medio, solamente en el último mes, el Washington Post, solamente en el último mes, en 30 días, ha sacado 6 editoriales contra Venezuela, un record en el mundo, lo hemos medido, un record en el mundo!. Hay una operación mediática. Nosotros sabemos por las guerras imperiales del pasado, que la historia nos ha mostrado, que toda guerra mediática precede una ocupación imperial. Que toda guerra mediática justifica y precede una intervención internacional. Innumerables ejemplos tiene la historia de la humanidad al respecto. Libia, Afganistán, Irak, solamente por nombrar algunos.

Yo quería mostrar unas imágenes, hay una foto que circuló en más de 300 medios de comunicación en el mundo, que vendía que en Venezuela no había que comer, que los supermercados estaban vacíos. Resulta y acontece, que esa foto que circulo por el mundo diciendo que en Venezuela no había nada que comer, fue tomada por un fotógrafo de Reuters en el año 2009 en Nueva York, en los días previos a la llegada del huracán Irene. 300 medios de comunicación en el mundo difundieron esta imagen, y solamente los medios oficiales, comunitarios y alternativos de Venezuela lograron desmentir esta infamia. A eso también, salio el ex Alcalde de Bogota, Gustavo Petro, en una visita que hizo a Venezuela, y le llamó la atención que fue a un supermercado y tomo una foto de cómo estaban llenos de alimentos los anaqueles. ¿Y por qué tomo la foto y lo admitió? Porque es tal la campaña de desinformación por falsear la realidad de Venezuela, que él no podía creerlo. La realidad virtual que imponen los grandes centros financieros y las grandes corporaciones de la comunicación en contra de nuestro país, para justificar la construcción artificiosa de un presupuesto y un supuesto de intervención por parte de organizaciones internacionales. A ello también me voy a referir más tarde, a bajas maniobras de la Secretaria General de la Organización de los Estados Americanos.

Por darles solamente un ejemplo, en estos últimos dos años, desde que inicio el plan que la oposición anunció como “La Salida”, la salida del Gobierno constitucional. En Venezuela se han importado alimentos para alimentar a tres países del tamaño de nuestro país. La violencia extremista tomo las calles con el llamado a la violencia y a este plan llamado “La Salida”. Ahí hay fotografías, de las manifestaciones pacíficas, como eran llamados por los medios de comunicación y por los factores opositores y por sus promotores imperialistas. Ahí esta la destrucción del Ministerio Publico por parte de estos manifestantes pacíficos; incendiaron centros escolares para niños de 5 años, tuvimos que evacuarlos asfixiados, fueron incendiados, cometieron ecocidio, destruyeron más de 2000 árboles. Y difundieron por las redes sociales una forma de asesinar a jóvenes venezolanos, humildes trabajadores, fueron las llamadas “guayas”, donde se instruía por las redes sociales como degollar a motorizados. Ese plan llamado “La Salida”, arrojó 43 víctimas fatales que golpeó el alma del pueblo de Venezuela, y más de 900 heridos.

Yo llamo a la reflexión de los Estados miembros…… y es el sentido de nuestra intervención y de nuestra presentación. Esa es la verdad. La verdad no es que hay disidencia política, ni forma de pensar distinto, la verdad es que permanentemente desde el año 1999 cuando ganó el comandante Chávez y con el, el modelo constitucional de democracia participativa, protagónica para un solo objetivo, la garantía y la promoción de los derechos humanos, ha estado permanentemente amenazada por los factores opositores en conjunción con los centros imperiales que apoyan este tipo de desestabilización en nuestros países.

El 9 de marzo del año 2015, amparado en una ley de sanciones contra Venezuela que había aprobado el Congreso de los Estados Unidos en el año 2014, el Presidente Barack Hussein Obama, emite una orden ejecutiva considerando a Venezuela una amenaza inusual y extraordinaria a la seguridad de los Estados Unidos y a su política exterior. Yo quiero llamar nuevamente a recordar los artículos de la Carta de esta organización y de la Carta de las Naciones Unidas. Eso constituye una agresión por parte de un país miembro contra otro país miembro que goza de las mismas facultades soberanas y de igualdad. Venezuela obtuvo el apoyo solidario de la mayor cantidad de países del mundo con contadas excepciones, porque es sencillamente irracional poder pensar que un pequeño país de nuestro continente que no tiene los recursos materiales, ni bélicos, pueda constituir una amenaza a la seguridad de los Estados Unidos. Y constituye también una violación al estado de derecho internacional. La unilateralidad da al traste con todas las organizaciones multilaterales. La extraterritorialidad no tiene otro hombre sino que violación flagrante de la jurisdicción soberana de los estados.

Quiero agradecer a los países de la Alternativa Bolivariana de las Américas, ALBA, porque hoy emitieron un comunicado solidarizándose con Venezuela ante la renovación de la ley que impone sanciones contra nuestro país hasta el año 2019 como fue aprobado esta semana por el Senado en pleno del Congreso de los Estados Unidos. Manifestaron su rechazo a este tipo de violaciones al derecho internacional, a esta ley que da marco ilícito a la orden ejecutiva del presidente Obama, que no tiene otro nombre sino intervencionismo puro. Que no tiene otro nombre sino irrespeto absoluto a la soberanía de los Estados.

De tal forma, que durante el nuevo gobierno, chavista también, que ganó el Presidente Maduro en abril del año 2013 hasta nuestros días, la oposición venezolana a combinado todas formas de lucha, algunas licitas, pero la mayoría de ellas ilícitas, y que comprometen la comisión de crímenes terribles contra nuestra población y contra nuestro país. No se justifica una oposición política que para ganar votos pretenda la destrucción de su patria. No tiene asidero en ninguna parte del mundo, sin embargo, los medios de comunicación y en el caso concreto, los que tiene que ver con esta organización. Y por eso nosotros hemos denunciado que el Secretario General de esta organización, que ni vale la pena nombrarlo, no importa como se llame, siga jugando un rol de no imparcialidad cuando se trata de Venezuela. Y ha conjugado la agenda de la secretaria general con los factores opositores en Venezuela y con las instrucciones que nosotros sabemos recibe desde los Estados Unidos.

No es casual que la semana pasada, un grupo de diputados opositores de Venezuela, mientras se encontraban de visita y reunido con el Secretario General de esta organizació, en el Congreso de los Estados Unidos, se haya aprobado la renovación de las sanciones contra nuestro país.

Nosotros tenemos las pruebas para mostrar como cada paso que da la oposición venezolana es respaldada desde la secretaria general de la Organización de los Estados Americanos. Y eso corresponde a una violación grave de sus funciones, hay desviación de funciones, porque pretende pasar por encima de los Estados miembros, de los Estados soberanos. Excede sus funciones como Secretario General.

La respuesta del Estado venezolano y del Gobierno venezolano, ha sido afianzar los mecanismos de dialogo político frente a ese plan llamado “La Salida”, que llenó de violencia extremista las calles de Venezuela. El Presidente Maduro llamó a los diálogos de paz, en diciembre del año 2014, y la respuesta fue seguir recrudeciendo la guerra y la agresión contra Venezuela.

Hay una situación económica, como la pueden tener todos los países, la economía mundial a entrado en una fase de complejidad que afecta el desarrollo y el crecimiento económico, incluso de las naciones más desarrolladas.

En el caso especifico de Venezuela, sin duda alguna vinculado a la baja de los precios del petróleo. El Presidente Maduro en enero del año 2014, mientras se encontraba por el mundo haciendo una gira para lograr el concierto de los países productores, OPEP y no OPEP, para reequilibrar el mercado energético, para recuperar los precios del petróleo, la oposición venezolana, apoyada desde el exterior, desarrollaba un plan de desabastecimiento de productos básicos de alimentación y de medicamentos. ¿Y en qué a consistido ese plan? Ante la complejidad presupuestaria que a significado la reducción del 97% de nuestro presupuesto, derivado de las bajas de los precios del petróleo, que sabemos, que la caída de los precios tiene un factor geopolítico importante, para atacar a países no alineados con los intereses hegemónicos del país hegemon Estados Unidos de Norteamérica, para atacar a Rusia, para atacar a Irán, para atacar a Venezuela.

La historia es larga, porque durante estos años desde que el comandante Chávez llegó al poder, se ha intentado todo tipo de insubordinación, de insurrección contra el Estado constitucional de Venezuela. Es larga la historia. Golpe de Estado, boicot petrolero, boicot financiero, acecho mediático, boicot socioeconómico. Y entonces deberían preguntarse, quienes pretenden sacar al Presidente Maduro y derrotar la voluntad popular ?. Deberían preguntarse por qué ?, qué ha pasado ?, por que nada nos sale bien ?. Ya vieron que con los precios bajos tampoco lograron sacar al Presidente Maduro. Ayer vi una noticia, por cierto, que 59 empresas de los Estados Unidos quebraron, cerraron…. petroleras. Es tan fuerte la necesidad geopolítica de derrotar a los países que no estamos alienados con el país hegemon, que no les importa sacrificar a su propia clase económica. El Presidente Maduro ha dicho “no lo han logrado porque a nosotros no acompaña la fuerza moral de una historia de libertad” como lo vimos al principio, cuando nuestro Libertador salió, salio a conquistar la independencia de nuestros países, no a doblegarles el brazo, como dijo el Presidente Obama el año pasado a quienes no se pliegan a sus designios, “porque para eso tenemos el ejército más poderoso del mundo”. Nosotros tenemos el derecho y la razón que nos asiste, y hemos hecho un llamado al Gobierno de los Estados Unidos, y no nos estamos refiriendo a su pueblo que también es víctima del sistema político existente en este país. Hemos llamado a encausar las diferencias políticas, ideológicas, de forma cordial, mediante la cooperación, mediante la solidaridad, como lo contempla la Carta de las Naciones Unidas y la Carta de esta Organización.

En respuesta, la arremetida es, como se ha establecido, una campaña apoyada por el Secretario general, que van a aplicar la Carta Democrática Interamericana a Venezuela, pretendiendo pasar por encima de los Estados. Y yo dije al principio que me iba a referir a bajas maniobras. Porque justo cuando yo estaba en camino para esta sesión, que agradezco de verdad la asistencia de todos ustedes, salio una interpretación del Departamento legal de la Secretaria General pretendiendo justificar en términos generales la activación de la Carta Democrática sin el consentimiento o la solicitud de un gobierno, de un Estado soberano. Eso no es posible, incluso, la doctrina misma de esta organización esta siendo desconocida. Además de vulnerar sus normas esenciales.

¿Qué ha hecho la oposición venezolana acompañada por centros internacionales imperiales para derrocar un gobierno constitucional? Han pretendido crear artificiosamente supuestos y presupuestos para la aplicación de La Carta, tratando de justificar una intervención en Venezuela. Y le están vendiendo nuevamente falsas esperanza a esa clase opositora que pretende victimizarse, pero que ha causado dolor, sufrimiento y perjuicio a la nación venezolana.

El año pasado se dijo que no habría elecciones legislativas en Venezuela. Durante 10 meses estuvimos sometidos a una cartelización editorial mediática, afianzando esta tesis. Primero, que no habría elecciones en Venezuela. Segundo, que en el excepcionalisimo caso que se dieran, habría fraude. Y tercero, que el Presidente Maduro desconocería los resultados electorales.

Llego el 6 de diciembre, tuvimos acompañamiento electoral de la UNASUR, de la Unión de Naciones Suramericanas. Con el sistema electoral automatizado mas perfecto del mundo como así ha sido certificado por los entes especializados internacionales en esta materia, el pueblo de Venezuela manifestó su voluntad, y la oposición venezolana ganó la mayoría de la Asamblea Nacional. No hubo fraude, no como en el 2013 cuando ganó el Presidente Maduro, cuando los resultados no son afines hay fraude. No, no hubo fraude. Y al minuto de conocerse los resultados por el Poder Electoral venezolano, el Presidente Maduro salio a reconocer los resultados. ¿Pero quien hizo un análisis de la campaña mediática de mentiras?…. Nadie.

¿Qué ocurrió desde entonces? En enero de este año la oposición venezolana asumió las riendas del Poder Legislativo, y las primeras palabras de su presidente fue decir, que en 6 meses sacaban al Presidente Maduro, es decir, el objetivo del Poder Legislativo había sido desvirtuado desde su inicio. Y desde entonces, se han dedicado a transgredir la constitucionalidad de las leyes sociales promovidas por el comandante Chávez, y aprobaron una ley, a todas luces inconstitucional, que pretende el auto perdón de los delitos cometidos como ellos lo confiesan en esa ley, desde enero de 1999 hasta el presente y el futuro. Amnistían delitos futuros, amnistían los asesinatos, amnistían los incendios, amnistían el sabotaje a la industria petrolera. Hacen un relato de todo, de absolutamente todas las acciones criminales que han hecho contra el Estado venezolano, contra la democracia en Venezuela. Y desde su posición legislativa pretenden el auto perdón desvirtuando la figura de la amnistía. Pero más aun, dicen “también serán amnistiados los delitos futuros”, haciendo un llamado claro a derrocar al Gobierno constitucional con la promesa de que serán amnistiados. Una ley de impunidad que pretende algo incluso aun más grave como es desvirtuar la función del estado de derecho y del Poder Judicial. Y esta ley, llamando a la violencia para derrocar al Gobierno, tuvo también un llamado no despreciable.

El 14 de marzo, después de haber renovado la orden ejecutiva del presidente Barack Hussein Obama considerando a Venezuela una amenaza, y que ademas constituye una agresión de un país miembro de esta organización contra Venezuela, le dice a Venezuela que tienen que cambiar al Gobierno del Presidente Maduro.

Yo creo que la humanidad entera y el planeta, lamentándolo mucho, se ha acostumbrado a que los centros imperiales vulneren los estados de derecho y desconozcan las normas que rigen el comportamiento entre las naciones libres y soberanas. Es una pena realmente, que frente al multilateralismo, se pretenda imponer los poderes fácticos unilaterales para derrocar a gobiernos que no son del animo ni del gusto de los centros imperiales. Eso es una vergüenza mundial. Y yo tengo que decirlo, lamentablemente que la Organización de los Estados Americanos ha fracasado en su intento por encausar a que el país que ha creado mayor desequilibrio en nuestra región por el poderío en relación a los otros en nuestro continente, no habiéndose ni siquiera encausado en la legalidad interamericana, pueda respetar la legalidad universal. Eso es un fracaso de la organización, un marcado desequilibrio y una contradicción ideológica entre imperialismo y bolivarianismo, entre imperialismo y soberanía. Ese es el orden del día de esta organización, por eso dije, no por ofensa, que no importa el nombre de quien este sentado acá como secretario general, es el papel que le corresponde jugar en beneficio del país hegemon.

Se ha hablado también de una crisis humanitaria en Venezuela. Yo traje acá, el informe, el último informe de la CEPAL, donde muestra los índices socioeconómicos de todos nuestros países. Yo creo que ese es un argumento, además completamente irrespetuoso frente a las crisis humanitarias derivadas, no de catástrofes naturales por ejemplo, derivadas de catástrofes producto del cambio climático que responde también al modelo de desarrollo capitalista, donde los centros imperiales tienen mucho que decir y mucha responsabilidad.

De tal forma que cuando se habla de crisis humanitaria, yo pienso que estamos ofendiendo a la crisis humanitaria del Mediterráneo. Y el Mediterráneo tiene nombre y apellido, el intervencionismo bélico violento con países de allendes regiones como el Medio Oriente como el África, ahí están las consecuencias del intervencionismo, de la violencia, del belicismo. Y por eso yo llamo a la reflexión, compañeros, Estados miembros, Estados soberanos, a que pensemos en una forma distinta de concebir las relaciones, no como espacios de influencia de un Estado hegemon, no. Ya el Presidente Rafael Correa y los países del ALBA hemos acompañado esta propuesta, que la OEA se convierta en un espacio de dialogo entre la CELAC y América del Norte. Es un espacio de dialogo. Y desde Venezuela nosotros no vamos a permitir que aquí ningún país, y lo voy a decir con nombre y apellido, Estados Unidos, sirviéndose de la Secretaria General y de factores violentos en Venezuela, pretendan la intervención de nuestra patria. No hay forma de que eso ocurra. El pueblo de Venezuela será una gran muralla de ética, de moral, de fortaleza histórica.

Y yo quiero cerrar estas palabras como inicie, rindiendo homenaje a nuestro Libertador Simón Bolívar, Libertador de América. Yo quiero también rendir homenaje al comandante Hugo Chávez, que sabemos que toda esta patraña por derrocar al Gobierno del Presidente Maduro, tuvo su origen en la conquista de la soberanía política económica y social en Venezuela gracias a Chávez. Con él decimos, con nuestro Libertador, el amor por la patria vencerá, el amor por Venezuela, vencerá. No lo van a impedir, los burócratas ni la oscuridad, no lo van a impedir. Venezuela sigue su curso. Y estimados compañeros, yo de verdad, desde el fondo de mi alma agradezco que ustedes hayan tomado su tiempo para escucharnos. Que ustedes hayan dispensado su tiempo, porque yo se que hay preocupaciones de buena voluntad sobre Venezuela. Y se justifican, con una campaña mediática como la que hemos sufrido, se justifica que países amigos se preocupen sobre Venezuela. Y por eso yo quise venir acá a traer la verdad de nuestra patria, una patria libre, soberana e independiente. Muchas gracias.

Respuesta de la Canciller ante las agresiones imperiales

Las democracia, no en balde la constitución de la República Bolivariana de Venezuela, dio pasos agigantados delante estos modelos contemplados en un instrumento normativo hemisférico interamericano, la Constitución de la República Bolivariana de Venezuela, no solamente establece formas de democracia representativa, sino que principal y fundamentalmente la democracia participativa y protagónica del pueblo de Venezuela, hemos dado durante todas estas décadas de revolución, más que muestra del ejercicio de democrático de Venezuela.

Pero más allá de eso no se puede concebir un estado democrático o la democracia en sí misma solamente con el ejercicio del voto, solamente por los derechos civiles, no!!!.. un estado realmente democrático, es un estado constitucional para la tutela y la promoción de los derechos humanos. El año pasado, yo cortésmente invite públicamente al Secretario de Estado John Kerry para hacer un debate público sobre la materia los DDHH en Venezuela y en EEUU, que hablemos de vivienda, que hablemos de igualdad, que hablemos de educación, muchos elementos que podamos dar un debate público.

Creo que no hay duda alguna de que la democracia que se ejerce hoy en Venezuela y la ejerce principalmente el pueblo de Venezuela es ampliamente reconocida y ejercida. El dialogo es una palabra que usamos todos, pero hay que ejercerlo también, frente a acciones criminales, el estado tiene que responder, frente el homicidio el estado tiene que responder, frente a la violencia extrema y el extremista no puede ser la impunidad la respuesta, el estado tiene que responder, lo más especial para garantizar la democracia para el tutelaje los derechos humanos, es la preservación de los estados derecho y los centros imperiales dan muestra diariamente de cómo arremeten contra los estados de derechos internacionales y locales. Quizá ha habido algo de confusión conceptual acá, nosotros vinimos al consejo permanente, y lo solicitó Venezuela, a presentar la verdad de lo que ocurrió alla. No vinimos aquí a buscar en este recinto soluciónes, vinimos compartir con los estados, la verdad de Venezuela, entre estados soberanos por que hay que decirlo con tristeza, el pasado que brinda esta organización en esta materia intervencionista y en materia de agresiones, que no han podido ser contenidas del estado hegemón y todos sabemos y entendemos, que es un estado hegemón!, nos referimos específicamente a los EEUU de Norteamérica, no ha podido contener las intervenciones, intervenciones militares que se dieron en nuestro el continente (Panamá, Grenada, República Dominicana), solamente por citar algunos, nosotros estamos aquí denunciando que se están creando artificiosamente, como si fuesen complejos o problemas de la economía, no se trata de problemas de la economía venezolana. Hemos mostrado evidencias y pruebas suficientes de como el Gobierno de los EEUU promueve el desabastecimiento en Venezuela, mas otros factores como dijo la Canciller Susana Malcorra complejos.

Pero nosotros tenemos las pruebas de cómo empresarios venezolanos que tienen el monopolio de la distribución de alimentos fundamentales y medicamentos, sencillamente boicotean creando el desabastecimiento, a esto se le a sumado un fenómeno inédito que no habíamos vivido como país, un contrabando de extracción sin precedente, que a alcanzado niveles hasta del 40%, frente a las acciones criminales, el Gobierno del Presidente Nicolás Maduro ha dialogado con el pueblo en ejercicio de la democracia participativa y protagónica y de gobernar con el pueblo. Entonces la retórica, no es una retórica en una realidad en Venezuela, nosotros no estamos aquí en situación de seguimiento, ni de examinación, nosotros vinimos a informar y denunciar y hemos llamado a la reflexión de los estados miembros de la gravedad que significa que otro estado miembro de esta organización, arremeta, intervenga y pretenda derrocar a un Gobierno que es expresión de la voluntad popular, eso es muy grave, es muy grave. Al representante de los EEUU me dio absoluta razón de todo lo que yo dije, absoluta razón!, la arrogancia histórica de pretender gobernar sobre nuestra naciones, no es retórica es una realidad, se han erigido, no solamente en el policía del continente y del hemisferio, sino también del mundo. A veces los países de este planeta desearíamos que EEUU tenga un espejo tan grande como de Júpiter, para verse así mismo antes de hablar sobre los demás, por que una de la característica del ejercicio político del poder en los EEUU es justamente el doble estándar, aquí hay un informe, el último informe sobre el examen periódico Universal, el consejo DDHH de las Naciones Unidas ha revelado en su último informe cientos de violaciones a los DDHH , e – incluyendo la brutalidad policial y la discriminación racista contra minorías e inmigrantes, en muchos ámbitos incluida la seguridad nacional, el sistema penal, los de el socio económicos y la política migratoria, presentan un historial pésimo en comparación con otras democracias liberales. Entre sus 348 recomendaciones éste consejo pide a la capital de ese país que ponga fin a la detención de niños y familias inmigrantes y que abra pesquisas a partir de los datos conocidos sobre las torturas practicadas por la agencia central de inteligencia, ya ustedes saben a qué país me refiero, más de 48 millones estadounidenses viven bajo la línea federal de la pobreza, las minorías experimentan mayores niveles de pobreza y hambre que la población general blanca, un 22.4% de hogares latinos y un 26.1% de hogares afroamericanos sufren de inseguridad alimentaria, el 34% óigase bien, en el 34% de los niños nacidos, poblaciones vulnerables en los EEUU son de padres indocumentados, la mitad de los trabajadores campesinos son indocumentados, la inseguridad alimenticia tiende a ser particularmente alta entre las comunidades rurales de inmigrantes indocumentados. Los EEUU tiene mayor número de personas privadas de libertad del planeta, y de esa en su mayoría afro descendientes y latina, nuevamente minorías, en los privados de libertad en las cárceles federales han aumentado más del 750% en los últimos 35 años, quiero decir con esto, que si vamos hablar de democracia, que si vamos a hablar DDHH tenemos que hacerlo sin doble estándar, con sinceridad y simplemente asumir su posición imperial y decir eso no nos importa a nosotros, el pueblo de los EEUU no le importa a su sistema político, bien lo decía un trabajo de la Universidad de Princeton Northwestern donde decía sobre las grandes corporaciones quienes dirigen las políticas pública y no las demandas y necesidades legítimas del pueblo a los EEUU, son las grandes corporaciones por ahí a ser un día salió publicada una encuesta que decía una frase aterradora si el pueblo de los EEUU tuviese derecho al voto ocurriría tal cosa, una frase aterradora si el pueblo lo EEUU tuviera derecho al voto.

Con su santidad el Papa nosotros nos identificamos en todas su líneas discursivas principales, “Laudato si” sobre el cambio climático, no es precisamente Venezuela la responsable de cambio climático, ni las consecuencias sobre los países más vulnerables, sobre los países del caribe, sobre los pequeños estados insulares, no es precisamente el modelo que propugna Venezuela el causante del cambio climático y sus efectos perversos, como vivimos actualmente en Venezuela así como en muchos otros países, vivimos los efectos del niño y eso a generado una situación eléctrica de electricidad, de racionamiento y ante el llamado del jefe de Estado y el jefe de Gobierno aplicar medidas para contener como lo han hecho también a otros países que están siendo afectados, el llamado de la oposición venezolana ha sido a consumir más electricidad, frente a las acciones criminales el diálogo es insuficiente para reponer restablecer y preservar el estado de derecho, eso es fundamenta sobre el abastecimiento, fíjense, hay amplia literatura, amplias evidencias del golpe de estado que le dieron al Presidente Allende en Chile, los EEUU de Norteamérica !! y que crearon? situaciones artificiosas de penuria social desabastecimiento de alimentos, desabastecimiento de medicamentos, ellos conocen bien lo que falta en Venezuela porque están directamente involucrados en el plan contra Venezuela y contra la agresión del pueblo de Venezuela, tenemos las evidencia sde como boicotean la distribución y a pesar de eso, se pretende vender con ayuda de la secretaría general y los factores opositores en Venezuela una crisis humanitaria en Venezuela, yo quisiera saber qué país con crisis humanitaria ha entregado más de un millón de viviendas a sus ciudadanos, yo quisiera saber un país en crisis humanitaria y en la situación de complejidad económica, producto de factores geopolíticos, producto también de realidades económicas, sigue beneficiando a los sectores más desfavorecidos.

El plan ya ha sido aplicado casi que podría decir que fastidioso y repetitivo, pero no por eso menos grave y peligroso, sobre la cuota de esta a organización yo creo que usted que la maneja, debería cobrarse lo de los ingentes recursos que le expoliaron al pueblo de Venezuela y a los pueblos de nuestra América durante décadas. Cual debe ser realmente el canal de comunicación entre los estados entre los Gobiernos que se respetan, este no es el ánimo, este no es el ánimo, lo dice la Carta de la OEA, lo dice la carta de ONU, la cooperación, el diálogo político, el diálogo diplomático, la resolución pacífica de las controversias, no dicen vayan a agredir a países porque nosotros somos poderosos y es por eso que nosotros denunciamos que EEUU violenta permanentemente el derecho internacional público no solamente con Venezuela no somos las únicas víctimas, por ahí hemos escuchado a su mandatario decir que cometieron un error en Libia que “liviandad”, que “liviandad” decirle a un país que está destruido que fue un error. Eso no es retórica canciller, eso es una realidad, lo que estamos viviendo y que lo está la humanidad atónita presenciando en el mediterráneo, producto de esas políticas erróneas, violentas, belicistas y extremistas y eso lo que nosotros queramos evitar acá y por eso Venezuela solicitó hacer una presentación para compartir con los estados soberanos sobre la agresión contra Venezuela alertarlos sobre estas amenazas, sin embargo yo quiero decir acá que todos estos planes han fracasado desde 1999 al 2015. Que ha hecho el Gobierno responsablemente? preservar la paz es lo que corresponde, es el bien mas preciado, es un principio y es un derecho de los pueblos, el derecho a la paz, sólo posible para garantizar Susana, el desarrollo humano como bien lo dijiste tú, no puede haber desarrollo humano sin paz y por eso nosotros hemos venido acá a informar sinceramente hacer la presentación de la verdad de Venezuela pero Venezuela no esta bajo examinación de nadie, ni lo estará y eso forma parte de nuestra historia y yo quiero responder con la historia con nuestro Libertador Simón Bolívar “a Mister Irvine el 7 octubre de 1818 le respondemos a los EEUU parece que el intento de usted señor represente es forzarme a que reciproqué los insultos no lo har, pero sí protesto a usted, que no permitiré ese ultraje ni despreceo el Gobierno y los derechos de Venezuela defendiéndonos contra la España ha desaparecido una gran parte de nuestra población y el resto que queda, ansia por merecer igual suerte, lo mismo es para Venezuela combatir contra España que contra el mundo entero si todo el mundo la ofende y con José De San Martín nosotros decimos seamos libres lo demás no importa, la dignidad del pueblos no se puede arremeter con maniobras, manipulaciones agoreras y burocráticas” por eso es que han fracasado y seguirán fracasando en Venezuela esos intentos por desestabilizar, allí hay un Jefe estado y un Jefe de Gobierno que eligió el pueblo, y a ese pueblo nosotros lo respetamos y rendimos homenaje, y nuestra constitución que una de las más avanzadas mundo, contempla mecanismo de peso y contrapeso justamente para el control de la constitucionalidad.

Yo de verdad agradezco profundamente esta reunión, para hacer estas denuncias, serias y graves que hemos hecho y para informar, no para retórica, para informar y les agradezco porque yo sé las manifestaciones de solidaridad y de reconocimiento a Venezuela, el momento en que Venezuela ha ayudado a países hermanos, nosotros no le hemos hecho jamás con espíritu intervencionista. La misma hermana Argentina cuando tuvo dificultades en el año 2001 lo hicimos sin pedir la intervención de la OEA, como no lo hemos hecho en ninguna otra circunstancia, nuestros mecanismo como la UNASUR, como el ALBA, como las CELAC, como PETROCARIBE son mecanismos para la integración son mecanismos para la unión y nos hemos acercado justamente a los pueblos para ayudar no para intervenir ni como estado ni como grupo estados para ayudar.

Es el espíritu de la diplomacia bolivariana de paz !

Muchas Gracias¡¡¡

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.