Venezuela: la destra cerca il golpe

Il sindaco del municipio Libertador, di questa capitale, Jorge Rodriguez, denunciò che l’opposizione venezuelana con l’appoggio della destra internazionale, riprese negli ultimi mesi azioni con cui pretende dare un golpe soffice contro Venezuela.

Durante la trasmissione ieri sera del programma La Politica sul Divano che trasmette Venezuelana di Televisione, Rodriguez assicurò che il tentativo di approvare in forma illegale un documento interventista contro Venezuela nell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), è una dimostrazione dei nuovi piani della destra internazionale.

“Prima erano golpe brutali, invasioni e bombardamenti, ora sono golpe soffici che per questo motivo non smettono di essere molto pericolosi, molto crudeli e non smettono di essere assassini dei sogni del popolo e delle vite umane”.

Inoltre, il dirigente del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) precisò che la destra venezuelana ricorre alle cinque tattiche dei golpi soffici, teoria del politico Gene Sharp, che espone nelle sue pubblicazioni più di 100 forme “non violente” per abbattere un governo, attraverso mezzi non convenzionali.

“In primo luogo, azioni non violente per generare malessere, (…) la guerra economica, la fila nei supermercati, tutto il processo per accaparrare gli alimenti che abbiamo avuto per due anni 2015, 2016, la guerra del pane che fallì coi CLAP (Comitati Locali di Fornitura e Produzione), tutto questo processo di nascondere gli alimenti al popolo”, spiegò.

“In secondo luogo -aggiunse il sindaco socialista-, la destra cerca appoggio di supposte Organizzazioni Non Governative (ONG) finanziate dal Dipartimento di Stato nordamericano, per creare una campagna mediatica di discredito contro la nazione e denunciare false violazioni dei diritti umani”.

“Dopo, cercano di violentare le strade per lottare per un supposto recupero della libertà”. “Quello che succede è che non hanno potuto (…) ogni volta hanno meno gente dalla loro parte”, disse.

“Questi settori spingono azioni violente sulle strade, per mantenere un ambiente di ingovernabilità e con ciò materializzare la quinta tappa che sarebbe letteralmente un golpe di Stato”.

“Questo è quello che abbiamo visto nelle ultime settimane”, disse Rodriguez che segnalò che “la destra attiverà piani violenti, davanti ai quali il popolo deve mantenersi mobilitato con coscienza”, allertò.

“Stiamo notando una profonda disperazione nella destra venezuelana ed anche nella destra mondiale”, ha concluso il dirigente bolivariano.

da Prensa Latina traduzione di Ida Garberi

Uruguay sulle conseguenze di un intervento militare in Venezuela

Il presidente della Commissione dei Temi Internazionali del Fronte Ampio dell’Uruguay, Josè Bayardi, ha fatto notare oggi che un intervento militare straniero in Venezuela destabilizzerebbe l’America Latina e recriminò il ruolo giocato dall’OSA dalla sua fondazione.

Qualunque problema di guerra civile o intervento in Venezuela finirà pregiudicando tutta la regione latinoamericana e quello che pensi il contrario, non ha la più pallida idea dello scenario che si sta sviluppando, segnalò in un’intervista con una radio locale.

Se questo non si evita, sottolineò Bayardi, non solo sarà un problema per Caracas perché “basta alzare un pochino la mira” e dare un’occhiata verso altre aree, come la guerra civile in Siria, che rimbalza in maniera molto importante in tutta la regione del Medio Oriente, compresa Europa, delimitò.

L’ex candidato alla presidenza del gruppo di sinistra disse di essere d’accordo con la politica del suo governo di insistere nel dialogo, perché bisogna evitare una guerra civile, e “questo è il fondo del problema sul quale bisogna lavorare”, accentuò.

Da 1948 non c’è stata, fino ad ora, una decisione dell’Organizzazione degli Stati Americani che vada contro gli interessi degli Stati Uniti, rimarcò.

L’ex ministro uruguaiano della Difesa segnalò che dopo gli ultimi 15 anni di una maggiore stabilità istituzionale e politica della regione, l’OSA ha di nuovo guadagnato protagonismo, e si dedica, come durante tutta la sua storia, a realizzare azioni che l’ha delegittimano del suo ruolo.

Dopo anni di stabilità politica e ricerca di consensi per la via istituzionale, stimò, la regione ha continuato a cambiare verso un maggiore livello di scontri dal punto di vista generale.

Secondo il dirigente politico del Fronte Ampio, l’Unione delle Nazioni Sud-americane ha perso “presenza politica”, fatto che considerò negativo per ciò che implica per la sovranità latinoamericana.

da Prensa Latina traduzione di Ida Garberi

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