USAID: infamia e insensatezza

Ricardo Alarcón de Quesada http://www.rebelion.org

  Una profezia prussiana

 bismarkForse alcuni credono che Otto von Bismark fu rude quando disse che “Dio ha una speciale provvidenza per proteggere i tonti, gli ubriachi, e gli Stati Uniti d’America”. Altri possono pensare, tuttavia, che tale battuta, oltre un secolo fa, quando il paese alluso (USA) era appena conosciuto, fosse una profezia caustica di ciò che sarebbe venuto dopo nella condotta del nuovo impero per tutto il XX secolo e, finora, in questo XXI.

Mi ricordai la frase nel leggere una molto più recente, agosto 2014, del senatore repubblicano Jeff Flake che criticando le più recenti azioni anti-cubane dell’Agenzia  Internazionale per lo Sviluppo (USAID) ironizzava: “Questi programmi hanno disperatamente bisogno della supervisione di un adulto”. Il legislatore si riferisce al lungo e ben documentato reportage investigativo della Associated Press sul programma clandestino per l’invio, a Cuba, di giovani latino-americani al fine di reclutare i loro coetanei antillani, per organizzarli e convertirli in una forza capace di rovesciare il Governo rivoluzionario.

smsNon molto tempo fa l’AP aveva rivelato un altro piano USAID, utilizzando come subappaltatore una società chiamata Creativa Associates International, per creare, con l’inganno, una rete sovversiva di telefonia cellulare, la chiamata “ZunZuneo”.

Prima aveva pubblicato un articolo che aveva smascherato il vero ruolo di Alan Gross, attualmente detenuto a Cuba. La propaganda ufficiale USA lo aveva presentato come se fosse venuto per aiutare la comunità ebraica cubana per accedere ad Internet. Ancora si ripete tale falsità, nonostante la netta e precisa negazione dei leader di quella comunità che, oltre ad Internet, ha rapporti molto cordiali e rispettosi con le autorità cubane. L’articolo comprendeva comunicazioni confidenziali tra Gross e chi lo dirigeva, nelle quali esplicitamente riconoscono la natura illegale e sovversiva della sua missione.

creativeSei giorni dopo l’arresto di Gross, l’USAID ha posto in marcia questo nuovo progetto. Per coincidenza anche di questo fu incaricata la Creatives Associates International.

Ora l’agenzia di notizie ha pubblicato documenti segreti, comprese guide per le comunicazioni criptate e relazioni inviate dai giovani cospiratori e le indicazioni che hanno ricevuto. L’AP ha intervistato alcuni delle novelle spie, del Costarica, Venezuela e Perù, così come vari dei loro “reclutati” cubani.

L’operazione sembra tratta da un melodramma a buon mercato. I latinoamericani erano formati, hanno detto alla AP, attraverso brevi corsi, di solo una settimana, in cui imparavano tecniche di ricerca e selezione di candidati per ulteriori e più complesse attività sovversive, nonché codici di linguaggio cifrato per comunicare con coloro che li dirigevano dall’estero. Nel compimento della loro missione, sono andati a Cuba simulando di essere interessati ad aiutare i cubani a sviluppare lavoro comunitari utili per migliorare le loro condizioni di vita. Nei loro interscambi con i destinatari dell’ “aiuto” avrebbero identificato gli scontenti per le difficoltà ed insuccessi con cui si scontrano ogni giorno, e avrebbero cercato di attrarli e formarli come futuri leader dell’opposizione.

Coloro che hanno concepito l’idea, di certo, non hanno ancora imparato che, da anni, in questi e in altri paesi del continente, decine di migliaia di giovani cubani partecipano a programmi di assistenza sanitaria, istruzione, cultura e sport, tra altri, che in molto hanno contribuito a salvare e migliorare vite, ciò riconosciuto da governi ed organismi internazionali specializzati come l’OMS, l’OPS e l’UNESCO. Neppure sembrano sapere che se qualcosa c’è in abbondanza a Cuba sono le persone che apertamente esprimono le loro opinioni e criticano gli errori e le carenze che incontrano nella loro vita quotidiana. Lo fanno nei mezzi stampa, durante le riunioni in cui i loro rappresentanti eletti devono render loro conto, e nelle loro organizzazioni sociali e professionali. Lo fanno, insomma, ogni giorno, in ogni angolo. Lo fanno perché la maggior parte della popolazione è nata dopo il 1959 e vissuto abituata a che l’universalità e gratuità dell’istruzione e salute, nonché l’assistenza e la sicurezza sociale, sono diritti inalienabili che sono loro, gli appartengono anche prima di uscire dal grembo materno. Per loro, inoltre, gli assalti della polizia alle loro scuole e i pestaggi e il carcere a chi cerca di protestare, sono storie del passato che solo i loro nonni vissero.

La scusa perfetta

fernando-murillo-gaya-internacionalIl costaricano Fernando Murillo, uno dei principali dirigenti dell’operazione, ha fatto diversi viaggi a Cuba. Intervistato da AP ha parlato dei suoi viaggi a Santa Clara con ragazzi che suonano musica urbana ed altre forme d’arte. In posa da scopritore, ha confessato la sua soddisfazione per quello che lui ha qualificato “la scusa perfetta” per sostenere il suo piano: organizzare un seminario sulla prevenzione dell’HIV-AIDS, anche se ha rifiutato di fornire dettagli citando l’impegno di riservatezza (nondisclosure agreement – accordo di non divulgazione) che aveva firmato con i suoi datori di lavoro. Ha solo detto che “insegnava allea gente come usare correttamente il preservativo”. La portavoce del Dipartimento di Stato è stata più loquace, e difendendo questo piano ha riconosciuto che, oltre alla presunta lotta contro l’AIDS, aveva un altro scopo di carattere sovversivo.

Ha omesso di dire che, anni fa, Cuba ha dovuto affrontare questa malattia, non solo senza contare su alcun aiuto USA, ma affrontando la crudeltà del blocco che le impediva di acquisire retrovirali essenziali che allora erano prodotti esclusivamente da laboratori del paese vicino (USA ndt). In quei tempi iniziali, i pochi pazienti dell’Isola alleviarono le loro sofferenze con l’aiuto solidale di alcune ONG e specifici individui. La guerra economica che ci impongono include anche, dal 1964, i medicinali e le attrezzature e strumenti medici. All’attuazione di questa politica genocida partecipano tutte le agenzie governative, tra cui l’USAID. Ad esempio, nelle sue lezioni didattiche, Murillo non poteva mostrare preservativi “made in USA”.

Ma, già da lungo tempo, Cuba, oltre a produrre i retrovirali necessari e mantenere il sistema sanitario gratuita per tutti, conduce un programma speciale per gli HIV-positivi che permette di sopravvivere, e in condizioni decenti, al 90% dei portatori del virus. Senza contare che Cuba è uno dei paesi meno colpiti da questa malattia, che trova sull’isola un tasso di incidenza dello 0,2%, mentre in America Latina è dello 0,4% e negli USA e in Canada 0,6%. Per quanto riguarda i giovani dai 15 ai 19 anni, il tasso cubano – 0.02 – è il più basso delle Americhe e Cuba sta optando per essere certificata come il primo paese della regione ad eliminare la trasmissione via genetica della sifilide e dell’HIV.

I governanti USA hanno diritto, naturalmente, a esibire la loro ignoranza ed agire come tonti ed ubriachi, come direbbe il prussiano. Ma è un’infamia imperdonabile  manipolare grossolanamente  la salute e la vita degli altri.

Un nuovo inizio?

USAID-SUBVERDal 1959 Washington si è impegnata, invano, nel distruggere la Rivoluzione Cubana. Ha provato di tutto. Guerra economica, l’intervento militare, la sovversione ed un’incessante propaganda ostile.

Nel 1999 è stato pubblicato un libro del ricercatore nordamericano Jon Elliston sulla guerra psicologica e la propaganda anti-cubana. Si tratta essenzialmente di una raccolta di documenti declassificati che illustrano il colossale spreco di risorse per cercare di confondere e dividere i cubani ed ingannare i popoli dell’America Latina. Misero mano a tutto, persino a libri di fumetti per bambini con edizioni di milioni di copie.

I piani che ora denunciamo sono la continuazione di una lunga serie di aggressioni, in cui, non di rado, con il crimine c’era l’insensatezza. I più recenti sono stati concepiti e attuati dall’attuale amministrazione. Poco dopo essersi installato alla Casa Bianca, il presidente Obama annunciò che ci sarebbe stato “un nuovo inizio” nella politica verso Cuba. Ovviamente questa è una delle promesse dimenticate. O forse per lui, il “cambiamento” significa più della stessa cosa.

 

USAID: infamia y disparates
Ricardo Alarcón de Quesada Tomado del Sitio Rebelión

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=188894

Una profecía prusiana

Quizás algunos crean que Otto von Bismark fue áspero con aquello de que “Dios tiene una providencia especial para amparar a los tontos, los borrachos y los Estados Unidos de América”. Otros pueden pensar, sin embargo, que tal ocurrencia, hace más de un siglo, cuando el país aludido apenas se daba a conocer, era una profecía mordaz de lo que vendría después en la conducta del nuevo imperio a lo largo del siglo XX y lo que va del XXI.

Recordé la frase al leer una mucho más reciente, agosto de 2014, del senador republicano Jeff Flake quien, criticando las más recientes acciones anticubanas de la Agencia Internacional para el Desarrollo (USAID) ironizaba: “Esos programas necesitan desesperadamente supervisión adulta”. Se refería el legislador al largo y ampliamente documentado reportaje investigativo de la Associated Press sobre el programa clandestino para el envío a Cuba de jóvenes latinoamericanos con el fin de reclutar a sus pares antillanos, organizarlos y convertirlos en una fuerza capaz de derrocar al gobierno revolucionario.

No hace mucho la AP había revelado otro plan de la USAID, utilizando como subcontratista algo llamado Creative Associates International, para armar, mediante el engaño, una red subversiva de telefonía celular, el llamado “ZunZuneo”.

Antes había publicado un reportaje que desenmascaró el verdadero papel de Alan Gross actualmente en prisión en Cuba. La propaganda oficial norteamericana lo había presentado como si hubiese venido para ayudar a la comunidad judía cubana a acceder a Internet. Aún se repite tal falacia pese a la rotunda y precisa negación de los líderes de esa comunidad que, además de Internet, tiene muy cordiales y respetuosas relaciones con las autoridades cubanas. El artículo incluía comunicaciones confidenciales entre Gross y quienes lo dirigían, en las que explícitamente reconocen el carácter ilegal y subversivo de su misión.

Seis días después del arresto de Gross, la USAID echó a andar este nuevo proyecto. Casualmente se lo encargó también a Creatives Associates International.

Ahora la agencia noticiosa dio a conocer papeles secretos, incluyendo guías para las comunicaciones encubiertas e informes enviados por los jóvenes conspiradores y las orientaciones que recibían. La AP entrevistó a algunos de los noveles espías, de Costa Rica, Venezuela y Perú, así como a varios de sus “reclutas” cubanos.

La operación parece extraída de un folletín de factura barata. Los latinoamericanos eran entrenados, según dijeron a la AP, en cursos rápidos, apenas una semana, en los que aprendían técnicas de búsqueda y selección de candidatos para ulteriores y más complejas tareas subversivas, así como en códigos de lenguaje cifrado para comunicarse con quienes los dirigían desde el exterior. En cumplimiento de su misión, fueron a Cuba simulando estar interesados en ayudar a los cubanos a desarrollar labores comunitarias útiles para mejorar sus condiciones de vida. En sus intercambios con los receptores de la “ayuda” identificarían a los quejosos ante las dificultades y fallos con que tropiezan diariamente, y tratarían de atraerlos y formarlos como futuros líderes de oposición.

Quienes concibieron la idea seguramente no se han enterado aún que, desde hace años, en esos y otros países del continente, decenas de miles de jóvenes cubanos participan en programas de atención médica, educación, cultura y deporte, entre otras materias, que en mucho contribuyen a salvar y mejorar vidas, así reconocido por los gobiernos y organismos internaciones especializados como la OMS, la OPS y la Unesco. Tampoco parecían conocer que si algo hay en abundancia en Cuba es gente que expresa abiertamente sus opiniones y critica los errores y las insuficiencias que encuentran en su cotidianidad. Lo hacen en los medios de prensa, en las reuniones en las que sus delegados electos les rinden cuenta, y en las de sus organizaciones sociales y gremiales. Lo hacen, en fin, todos los días en cualquier esquina. Lo hacen porque la mayoría de la población nació después de 1959 y ha vivido acostumbrada a que la universalidad y gratuidad de la educación y la salud, así como la asistencia y la seguridad social son derechos inalienables, que son suyos, les pertenecen, aun antes de salir del vientre materno. Para ellos, además, los asaltos de la policía a sus centros escolares y las golpizas y la cárcel a quienes intentaran protestar, son historias del pasado que sólo vivieron sus abuelos.

La excusa perfecta

El costarricense Fernando Murillo, uno de los principales dirigentes de la operación, realizó varios viajes a Cuba. Entrevistado por la AP habló de sus correrías por Santa Clara con muchachos que practican la música urbana y otras manifestaciones artísticas. En pose de descubridor, confesó su satisfacción por lo que calificó como “la excusa perfecta” para impulsar su plan: organizar un taller sobre la prevención del VIH-sida, aunque se negó a dar detalles alegando el compromiso de confidencialidad (nondisclosure agreement) que había suscrito con sus empleadores. Se limitó a decir que “enseñaba a la gente cómo usar condones correctamente”. La vocera del Departamento de Estado fue más locuaz, y al defender este plan reconoció que, además de la supuesta lucha contra el sida, tenía otro propósito de carácter subversivo.

Omitió decir que, años atrás, debió Cuba encarar esa enfermedad no sólo sin contar con ayuda alguna de Estados Unidos, sino enfrentando la crueldad del bloqueo que le impedía adquirir retrovirales esenciales que entonces eran producidos exclusivamente por laboratorios del país vecino. En aquellos tiempos iniciales, los pocos pacientes de la isla aliviaron sus sufrimientos con la ayuda solidaria de algunas ONGs y personas particulares. La guerra económica que se nos impone incluye también, desde 1964, las medicinas y los equipos e instrumentos médicos. En la aplicación de esa política genocida participan todas las agencias gubernamentales, incluida la USAID. Por ejemplo, en sus charlas didácticas, Murillo no podía mostrar condones “made in USA”.

Pero, hace ya bastante tiempo, Cuba, además de producir los retrovirales necesarios y mantener su sistema de salud gratuito para todos, lleva a cabo un programa especial para los seropositivos que permite sobrevivir, y en condiciones decorosas, al 90% de los portadores del virus. Sin olvidar que es Cuba uno de los países menos afectados por esa enfermedad, la cual tiene en la isla una tasa de prevalencia de 0.2%, mientras en América Latina es 0.4% y en Estados Unidos y Canadá 0.6%. En cuanto a los jóvenes de 15 a 19 años, el índice cubano -0.02- es el más bajo de las Américas y Cuba está optando para ser certificada como el primer país de la región en eliminar la transmisión vía genética de la sífilis y el VIH.

Los gobernantes de Estados Unidos tienen derecho, desde luego, a exhibir su ignorancia y actuar cual tontos y borrachos, como diría el prusiano. Pero es una infamia imperdonable manipular groseramente la salud y la vida de los demás.

¿Un nuevo comienzo?

Desde 1959 Washington se ha empeñado, infructuosamente, en destruir a la Revolución Cubana. Lo ha intentado todo. La guerra económica, la intervención militar, la subversión y una incesante propaganda hostil.

En 1999 fue publicado un libro del investigador norteamericano Jon Elliston sobre la guerra sicológica y la propaganda anticubana. Es básicamente una recopilación de documentos desclasificados que ilustran sobre el colosal derroche de recursos para tratar de confundir y dividir a los cubanos y de engañar a los pueblos de América Latina. Echaron mano a todo, hasta a libros de historietas infantiles con ediciones de millones de ejemplares.

Los planes que ahora denunciamos continúan una larga saga de agresiones, en las que, no pocas veces, junto al crimen iba el dislate. Los más recientes fueron concebidos y ejecutados por la actual administración. Poco después de instalarse en la Casa Blanca, el presidente Obama anunció que habría “un nuevo comienzo” en la política hacia Cuba. Obviamente esa es una más de las promesas olvidadas. O quizás para él, “cambio” significa más de lo mismo.

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