Cuba non dimentica i martiri di Humboldt 7

Ieri, giovedì 20 aprile, è stato ricordato in un incontro pieno di dolore, il massacro dei quattro giovani rivoluzionari, davanti all’edificio numero 7 di calle Humboldt, a L’Avana.

Hanno partecipato all’omaggio, presieduto dal primo vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Miguel Díaz-Canel Bermúdez e combattenti del Direttorio Rivoluzionario, ed è stato ricordato che Fructuoso Rodríguez, José Machado, Joe Westbrook e Juan Pedro Carbó, 38 giorni prima d’essere sorpresi in Humboldt 7 avevano partecipato all’occupazione di Radio Reloj e all’assalto al palazzo presidenziale, il 13 marzo del 1957.

Gli sbirri della dittatura di Batista non avevano smesso la ricerca di tutti i presunti implicati nelle azioni. Avevano un ordine preciso: ucciderli.

La spiata di un ex compagno di lotta, Marcos Rodríguez, la cui implicazione fu scoperta cinque anni dopo i fatti, fece sì che la polizia conoscesse dove si erano rifugiati i quattro giovani.

I vicini, dal marciapiedi o dai balconi videro l’arrivo della polizia, sentirono le raffiche di mitra che assassinavano gli indifesi ragazzi e videro come trascinavano i loro cadaveri per la strada.

«Per questo quei fatti ci riempiono ancora d’indignazione. Come non difendere quello che è costato tanto sangue? Non c’è dubbio che stiamo sul lato corretto della storia»,  ha valutato Raúl Alejandro Palmero Fernández, presidente della FEU dell’Università de L’Avana nella manifestazione d’omaggio ai martiri di  Humboldt 7.

«In questo tempo di Rivoluzione abbiamo imparato a difenderci con le idee e con il pensiero, ma se si dovesse ritornare a piazzare  le mitragliatrici nell’Università de L’Avana  per difendere quello che gli studenti abbiamo costruito, lo faremo di nuovo», ha assicurato.

Erano presenti alla commemorazione anche Miriam Nicado, membro del Burò Politico e rettrice della UCJ; Olga Lidia Tapia Iglesias, membro della Segreteria del Comitato Centrale del Partito; Susely Morfa González, membro del Comitato Centrale e prima segretaria dell’Unione dei Giovani  Comunisti  con Jennifer Bello Martínez, membro del Consiglio di Stato e presidente della FEU.

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