Maduro denuncia azioni paramilitari

I partiti di destra della Mensa dell’Unità Democratica (MUD) hanno installato una struttura paramilitare in vari stati del Venezuela che agisce come gruppi irregolari in maniera autonoma, ha denunciato oggi il presidente venezuelano, Nicolas Maduro.

Dopo avere consegnato al Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) le basi dei suffragi della prossima Assemblea Nazionale Costituente, evento trasmesso dal canale Venezuelana di Televisione, Maduro ha aggiunto che questi gruppi armati rispondono agli interessi della mafia colombiana, “che danno ordini di attaccare, distruggere ed uccidere”.

Il capo dello Stato venezuelano ha spiegato che in aprile scorso e dall’inizio di maggio, gruppi criminali associati a partiti dell’estrema destra, hanno perpetrato azioni violente ed attacchi contro il popolo, sedi di istituzioni pubbliche e private come scuole, ospedali e magazzini di alimenti, e contro unità di trasporto di massa.

Maduro ha ripudiato, inoltre, l’incendio e la distruzione di 51 autobus dell’azienda TransBolivar, che colpirà migliaia di utenti a San Felix ed a Ciudad Bolivar, e confermato che catturarono già i due responsabili di queste azioni vandaliche, dopo essere stati registrati nelle telecamere di sicurezza.

“Adesso bisogna sostituire i 51 autobus -precisò il mandatario- ho già ordinato di fare un inventario di quanti autobus abbiamo nell’impianto Yutong, a Yaracuy, per riporre immediatamente almeno 30 unità per il popolo dello stato di Bolivar”.

Ha anche denunciato che nello stato di Miranda, gruppi violenti incoraggiati dall’opposizione reazionaria attaccarono tre Centri di Diagnosi Integrale (CDI), e nella località di Piedra Azul, del municipio di Baruta, attaccarono 16 medici tra cubani e venezuelani.

Maduro ha ripetuto la sua esortazione a cessare la violenza ed ha fatto un appello ai portavoce della coalizione di estrema destra Mensa dell’Unità Democratica (MUD) affinché si integrino al dibattito costituente, per proteggere la pace e la tranquillità del paese.

da Prensa Latina traduzione di Ida Garberi

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