Mangusta non mangia coccodrillo (parte II)

Fabián Escalante Font https://lapupilainsomne.wordpress.com

Seguendo con l’anno 1962, documenti declassificati indicano che “in giugno, la CIA ricevette attendibili informazioni che il popolo cubano stava sul punto di ribellarsi contro il regime di Castro, senza alcun tipo di sponsorizzazione USA”.1 Alla luce di queste notizie, il Pentagono, nella persona del generale Benjamín Harris, propose il piano per tale contingenza, che riferiva in un suo paragrafo:

“Gli USA appoggeranno e sosterranno la ribellione a Cuba con tutte le loro risorse, compreso l’uso della propria forza militare per garantire la sostituzione del regime comunista con un nuovo governo adeguato per gli USA […] Nel caso in cui questa sollevazione si estenda come un movimento popolare contro il regime comunista, gli USA devono essere in grado di eseguire una rapida azione militare per prevenire un concertato e drastico programma di rappresaglie a favore dell’umanità e della missione di questo piano.”2

Tuttavia, anche in quel pericoloso scenario la Rivoluzione proseguiva il suo programma sociale, politico ed economico. Alla fine del terzo anno di governo, il Consiglio dei Ministri approvò il bilancio nazionale per il 1962: 1853000 di pesos, il più alto nella storia del paese. Si dedicarono 270 milioni alla promozione della cultura e dell’istruzione; si approvò la creazione di 15890 aule per l’educazione degli adulti, si destinò mezzo milione di pesos mensili all’assistenza sociale a persone svantaggiate; l’Unione Sovietica dichiarò che avrebbe garantito tutti i trasporti merci destinati a Cuba provenienti dalle sue industrie, che in quell’anno avrebbe raggiunto la cifra di settecento milioni di dollari. Ma niente di tutto ciò fu analizzato al Consiglio di Sicurezza Nazionale USA. Il SAG, sotto la guida di Robert Kennedy e del generale Lansdale, proseguì orchestrando la distruzione della Rivoluzione cubana.

In un documento declassificato di Mangusta, del 25 luglio, fu discusso dal Gruppo Speciale Ampliato “certi progressi ottenuti nelle azioni politiche, economiche e psicologiche, così come la preparazione militare per una decisiva capacità difensiva USA davanti all’intervento militare”.3

Lo stesso rapporto riferisce diversi successi ottenuti dalla CIA “come l’infiltrazione di undici gruppi di agenti sull’isola, uno dei quali aveva organizzato, nella provincia di di Pinar del Río, una struttura di duecentocinquanta uomini”.4

Secondo i nostri agenti si trattò delle operazioni iniziate dal gruppo guidato da Esteban Márquez Novo, alias Placido, un ex soldato di Batista che giunse ad organizzare nella parte occidentale del paese una struttura di circa mille subagenti, che denominò Fronte Unito Occidentale (FUO). Per fare ciò, la CIA utilizzò i grandi proprietari di segherie di legname di quelle regioni, che agevolarono i collegamenti con vecchi caposquadra e fiduciari, che portarono al reclutamento di gente del posto. Un’idea del loro potenziale e dei piani assegnati l’offre il fatto che, al momento del suo smantellamento, nel 1964, le si sequestrarono 207 mitragliatrici, 25000 proiettili, 46 pistole, 256 barre di esplosivo al plastico C-4 e 1576 unità che includevano ordigni incendiari, mine, artefatti a tempo, ecc Si sequestrarono anche 6 modernissime apparecchiature di comunicazione AT-3 che in secondi realizzavano le loro trasmissioni, qualcosa di molto moderno per l’epoca.

Luis García Menocal, uno di quegli agenti, così relazionò l’avventura dopo essere stato catturato: “Verso la metà del 1960 sorse un’organizzazione a Pinar del Río chiamata Movimento di Recupero Costituzionale (MRC), di cui era capo Esteban Márquez, ex militare dell’esercito costituzionale. Questo gruppo si dedicò a realizzare propaganda contro la Rivoluzione e a raccogliere fondi per sollevarsi in armi ed eseguire sabotaggi contro le installazioni chiave del territorio. La massima aspirazione era attirare l’attenzione dei nordamericani e dei latifondisti del luogo per poi essere in grado di negoziare incarichi nel nuovo governo che si sarebbe formato, rovesciata la Rivoluzione […] Mesi dopo, Marquez andò negli USA in cerca di aiuti. In una oscura notte del marzo 1962, El Rifle, lancia intermedia della CIA si staccò dal Rex -nave madre- e navigò sino alla foce del fiume San Diego, nella costa sud di Pinar del Rio. Lì trasferì Esteban [Marquez Novo] e Napoleon, l’operatore radio, con un carico che comprendeva due radio RS-1 materiale bellico, eccetera.”5

La missione di Marquez era quella di creare una struttura clandestina, di spionaggio e sovversione, così che a un determinato punto, dopo aver ricevuto il sufficiente materiale bellico, si ribellasse in armi, seminasse il caos e distruzione a sostegno di un’invasione straniera, facendola coincidere con la manovra che si effettuava -il Calcio Rapido- preparata dalle forze armate USA con quella di aggredire Cuba. Tuttavia, poco a poco le forze della Sicurezza cubana andarono smantellando quella poderosa struttura, che alla fine, come il resto dei gruppi infiltrati, si schiantò contro l’unità e la determinazione del popolo in difesa della sua Rivoluzione. L’epitaffio di tale operazione si incaricò di realizzarlo lo stesso Marquez Novo, poco prima della sua cattura, quando in uno dei suoi ultimi messaggi radio, amaramente si lamentava: “Oggi ricorre il secondo anniversario della fondazione del FUO. Spero che il mio lavoro in questo tempo sia servito a beneficio della nostra causa […] Brindate, Brindate con whisky o champagne, mentre io ed i miei uomini ci asciughiamo le lacrime con i nostri fazzoletti imbevuti di sangue […] Colonnello Placido “. 6

Un altro dei progetti prioritari da parte della CIA per la “sollevazione del popolo cubano” fu l’unificazione delle tante organizzazioni clandestine all’interno di Cuba con lo scopo di gettarle alla conquista del potere con la forza delle armi. Ancora una volta il Movimento di Recupero Rivoluzionario MRR, risultò privilegiato per guidare questo processo. Il 14 gennaio 1962, Manuel Guillot Castellanos, agente CIA e coordinatore militare dell’organizzazione negli USA, s’infiltrò attraverso le coste nei pressi della capitale cubana, al fine di attuare questa strategia.

Juan Falcón, coordinatore nazionale del MRR al momento dell’arresto, raccontò come si verificarono gli eventi: “In quei giorni apparvero qui all’Avana, improvvisamente, Omar e Monti [nome di battaglia di Guillot] […] La prima conversazione che ebbi con loro durò, credo, più di quattro ore. […] Mi assicurarono che ora sì ci sarebbero state le forniture di armi, che gli americani [gli “amici”, come loro dicevano] erano disposti ad aiutarci e volevano risolvere il problema di Cuba nel più breve tempo e nel miglior modo possibile e che pensavano che il MRR era il movimento più forte che loro fossero determinati ad aiutare […] Insistettero che il rifornimento era immediato, che gli “amici” stavano solo aspettando che si risolvesse il problema interno al movimento e che noi cominciassimo a dargli punti sulla costa per inviare il materiale. “7

Il progetto sovversivo consisteva nell’unificare, su base provinciale, le organizzazioni che la CIA considerava più potenti all’interno (di Cuba) e con meno possibilità di essere infiltrate dalla Sicurezza cubana e sciogliere i loro organi di direzione nazionali per far andare i loro leader negli USA e con questi formare una Giunta di Governo provvisorio in esilio che potesse farsi carico della propaganda ed, in prospettiva, del governo, una volta che la Rivoluzione fosse rovesciata. Il piano previsto per i mesi di maggio e giugno doveva sfociare in una rivolta generalizzata nelle province orientali e centrali del paese, dove si sarebbero prese militarmente le principali città.

All’unisono, il gruppo di Novo Marquez avrebbe preso possesso della provincia di Pinar del Rio e questa sarebbe stata l’occasione per intervenire con le forze USA che avrebbero atteso l’ordine in navi da guerra in manovra in acque dei Caraibi. Dopo la sua cattura, Manuel Guillot spiegò in dettaglio il progetto sovversivo Mangusta, che non sapevamo allora fosse chiamato mangusta, ma sì che fosse diretto ad innescare un piano terroristico di proporzioni inimmaginabili che si sarebbe concluso con l’invasione militare USA.

Quel progetto CIA per la “sollevazione generale del popolo cubano” fu smantellato. L’incontro di unificazione dei gruppi, di cui sopra, fu tutto il tempo controllato dalle forze di Sicurezza, che considerato il pericolo dei piani noti, aveva cominciato l’operazione di cattura di tutti i cospiratori. In pochi giorni i principali leader erano arrestati e le loro armi, esplosivi e altro materiale bellico sequestrati. Con quel disastro si concludeva la prima fase di Mangosta, che senza le glorie attese, doveva di nuovo raggruppare le sue forze per continuare il progetto sovversivo.

Dopo quei colpi sembrava aprirsi un momento di respiro per il giovane potere rivoluzionario. Tuttavia, non fu così: la CIA contava su altre opzioni. Nello stesso periodo si era sviluppato un importante incontro dei principali capi dei gruppi armati che operavano nell’Escambray, in un luogo intricato conosciuto come “Las Llanadas de Gomez”. Alla riunione parteciparono Tomás San Gil, Julio Emilio Carretero, Nilo Armando Saavedra, Alberto Martinez Andrade, Benito Campos e altri comandanti. Tra loro elessero il primo come nuovo capo del recentemente creato Esercito di Liberazione Nazionale, qualcosa non casuale, perché aveva l’appoggio della CIA.

Uno degli agenti più esperti della Sicurezza, Aguileo Cancio Viamonte, barbiere di professione e rivoluzionario d’animo, seguendo le direttive ricevute, anche se giunse in ritardo per il “meeting” ebbe i suoi scoop di prima mano e così informò in seguito. Cancio fu uno dei centinaia di anonimi eroi di quelle gesta e con altri -tra i quali Mongo Treto conosciuto come Capitano Descalzo, Eugenio Muro Barroso, conosciuto come “El Bacán” e Alberto Delgado- seppero svolgere le pericolose missioni assegnate.

A quel tempo agivano, in quella regione, 41 gruppi di banditi con circa cinquecento uomini. Nel resto del paese si calcolavano altri circa trenta gruppi, con diverse centinaia (di adepti). La Sicurezza cubana aveva organizzato un Ufficio per le Bande, 8 diretto a penetrare le loro strutture e fornire le informazioni necessarie alle unità di LCB delle nostre FAR che lottavano attivamente contro di esse.

Gli agenti della CIA aspiravano a che tutti questi fronti fossero pronti per i mesi di maggio e giugno, data iniziale della “insurrezione popolare”. Un’idea della forza che riuscirono a raggruppare nelle montagne centrali del paese si poterono verificare nei 98 combattimenti sviluppati lì tra gennaio e marzo del 1962, in cui caddero 150 banditi e se ne catturarono varie decine.

Nel frattempo, nella Sierra de los Organos, Pinar del Rio, il 24 luglio erano annientati in una imboscata il principale capo terrorista della regione, Pastor Rodriguez Rhodes, alias Caralinda, e la sua banda di assassini. Alcune settimane dopo, cadde anche un altro noto capo paramilitare, Filiberto Coto, alias El Pipero, che agiva a sud della provincia di L’Avana e aveva assassinato varie decine di lavoratori agricoli della zona. Nello stesso mese le forze della Sicurezza avevano concluso, con successo, l’operazione contro un cosiddetto Fronte Nazionale Democratico, che comprendeva una ventina di gruppi composti da ex militari di Batista sostenuti e finanziati dalla famosa Società Bacardi.

Secondo i documenti prima citati, il 10 agosto il SAG si riunì nell’ufficio del Segretario di Stato Dean Rusk per analizzare le alternative proposte e decidere il corso dell’azione da eseguire, nella stessa riunione, e per iniziativa del suo capo John McCone, la CIA propose due progetti speciali: uno relativo ad un gruppo di atti terroristici e sabotaggi contro obiettivi economici e sociali strategici del paese, e un altro molto più perfido diretto a distruggere l’unità del popolo cubano e delle sue organizzazioni politiche incoraggiando il fantasma dell’anticomunismo e dividere le forze rivoluzionarie. Inoltre, secondo i documenti declassificati, il Segretario alla Difesa, Robert McNamara, affrontò la possibilità di assassinare Fidel 9 come la soluzione più rapida per rovesciare il Governo Rivoluzionario.

Alcuni giorni dopo, il 23 agosto, il presidente Kennedy, mediante il memorandum 181 “azione per la Sicurezza Nazionale” approvò la strategia suggerita dal SAG, con la convinzione che con il decorso degli eventi, secondo i piani della CIA, si sarebbe prodotto “una sollevazione generale del popolo cubano” e, di conseguenza, le condizioni per scatenare l’aggressione militare nel momento che lo ritenevano necessario. Diversi cablo, cifrati scambiati tra la base operativa della CIA, a Miami, ed il quartier generale a Langley così lo confermavano:

“Agosto 1962: 1. I controrivoluzionari a Cuba hanno progettato una rivolta che avrà luogo tra il 30 agosto ed il 2 settembre 1962. il Fronte Anti-comunista di Liberazione (FAL) si è unito al Movimento Rivoluzionario del Popolo (MRP) in questo piano. Diversi membri dell’antico esercito costituzionale, dell’Esercito Ribelle e delle Milizie Rivoluzionarie si uniranno alla rivolta; ai servizi USA si richiederà una vasta copertura, non appena inizino le azioni. 2. E’ possibile che Fidel Castro si appoggi a truppe straniere a causa dei conflitti tra queste e l’Esercito Ribelle. Molti membri dell’Esercito Ribelle sono scontenti dell’arrivo delle truppe del blocco sovietico. L’unica unità dell’Esercito Ribelle che si considera leale al governo di Cuba è la divisione 50 nella provincia di Oriente. Questa ha cinquemila uomini, ma dispone di equipaggiamenti fino a diecimila. 3. Ci sono trecento uomini nella divisione 50 che supporteranno i controrivoluzionari, ma poiché questi sono insufficienti, i controrivoluzionari intendono rivelare l’esatta posizione degli elementi della divisione 50 in modo che queste unità possano essere attaccate dall’aria. 4. [Omissis]. 5. [Omissis] Commento: in buona fede, una rivolta popolare è probabile in questo momento. [Omissis] i leader arrivarono alla conclusione che l’informazione è esatta e che può riflettere la delusione del G-2 [Omissis] .10 6. Distribuire a: Comandante in Capo della Flotta Atlantica e Comandante in Capo Flotta dei Caraibi. “11

In realtà cosa avveniva a Cuba, che era riuscito a far rinascere le speranze degli strateghi di Mangusta? Dopo la sconfitta sofferta in maggio, come l’anno anteriore, raggrupparono senza indugio le forze controrivoluzionarie e pretesero di “sollevarle in armi”. La controrivoluzione, che non era stata completamente smantellata ed era nutrita, armata e finanziata dagli USA, cercava di riprendersi e recuperare, con il denaro “americano”, la combattività persa. Durante luglio tre agenti principali della CIA inseriti nell’ambiente controrivoluzionario ricevettero istruzioni di unificare in un unico fronte tutti i possibili gruppi, inclusi anche quelli che fino ad allora erano stati ignorati per la loro scarsa consistenza. Il fronte creato fu chiamato Giunta Nazionale Rivoluzionaria, a cui aderì anche il Secondo Fronte dell’Escambray, il Movimento 30 Novembre e le denominate Forze Anticomuniste di Liberazione (FAL).

Il gruppo più importante, numeroso ed aggressivo, il FAL, raggruppava ex militari della dittatura di Batista e aveva alcuni dei suoi elementi in presidi militari e depositi di armi. Dicevano di contare su una combattività sufficiente a paralizzare per almeno 48 ore le città di L’Avana, tempo sufficiente affinché gli USA potessero intervenire militarmente, supportati da una abile campagna di disinformazione e diplomatica che sostenesse l’esistenza di caos politico nel paese.

Tuttavia, il progetto tanto atteso di sollevazione generale tornò ancora una volta a fallire per l’azione del popolo e dei suoi organismi di Sicurezza. La sospirato cospirazione dei militari crollò come un castello di carte e solo alcuni sergenti e soldati dell’esercito di Batista erano compromessi. Il 29 agosto 1962 si procedette a sequestrare i depositi di armi e catturare i congiurati, tra cui gli agenti CIA menzionati che fornirono preziose informazioni dell’operazione. Avevano fallito di nuovo ed era appena iniziato la seconda metà dell’anno.

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Mangosta no come cocodrilo (Parte II)

Por Fabián Escalante Font

Siguiendo con el año 1962, documentos desclasificados señalan que “en junio, la CIA recibió informaciones serias de que el pueblo cubano estaba a punto de rebelarse contra el régimen de Castro, sin ningún tipo de patrocinio de los Estados Unidos”.1 Ante tales noticias, el Pentágono, en la persona del general Benjamín Harris, propuso el plan para esa contingencia, el cual refería en uno de sus párrafos:

“Los Estados Unidos apoyarán y sostendrán la rebelión en Cuba con todos sus recursos, incluyendo el uso de su fuerza militar para garantizar la sustitución del régimen comunista por un nuevo gobierno adecuado para los Estados Unidos […] En el caso de que esta sublevación se extienda como un movimiento popular contra el régimen comunista, los Estados Unidos deben ser capaces de ejecutar una rápida acción militar para anticiparse a un concertado y drástico programa de represalias en pro de la humanidad y de la misión de este plan.”2

Sin embargo, aun en aquel peligroso escenario la Revolución continuaba su programa social, político y económico. Al concluir el tercer año de gobierno, el Consejo de Ministros aprobó el presupuesto de la nación para 1962: 1,853 millones de pesos, el más alto de toda la historia del país. Se dedicaron 270 millones al fomento de la cultura y la educación; se aprobó la creación de 15,890 aulas para la educación de adultos, se destinó medio millón de pesos mensuales para la asistencia social a personas desvalidas; la Unión Soviética declaró que garantizaría todo el transporte de mercancías destinadas a Cuba procedentes de sus industrias, que en ese año alcanzaría la cifra de setecientos millones de dólares. Pero nada de eso fue analizado en el Consejo Nacional de Seguridad de los Estados Unidos. El SAG, bajo la conducción de Robert Kennedy y el general Lansdale, continuó instrumentando el aniquilamiento de la Revolución Cubana.

En un documento desclasificado de Mangosta, de 25 de julio, se analizó por el Grupo Especial Ampliado “ciertos avances obtenidos en las acciones políticas, económicas y psicológicas, así como la preparación militar, para una decisiva capacidad defensiva de los Estados Unidos ante la intervención militar”.3

El mismo informe refiere varios éxitos logrados por la CIA “como la infiltración de once grupos de agentes en la Isla, uno de los cuales había organizado en la provincia de Pinar del Río una estructura de doscientos cincuenta hombres”.4

Según nuestros agentes se trató de las operaciones iniciadas por el grupo dirigido por Esteban Márquez Novo, alias Plácido, un ex soldado batistiano que llegó a organizar en el occidente del país una estructura de aproximadamente un millar de subagentes, a la que denominó Frente Unido Occidental (FUO). Para ello, la CIA utilizó a los grandes dueños de aserríos madereros de aquellas regiones, quienes facilitaron los enlaces con antiguos capataces y testaferros, los que propiciaron el reclutamiento de los lugareños. Una idea de su potencial y de los planes asignados la ofrece el hecho de que al momento de su desmantelamiento, en 1964, se le ocuparon 207 armas automáticas, 25 000 proyectiles, 46 pistolas, 256 barras de explosivos plásticos C-4 y 1 576 unidades que incluían petacas incendiarias, minas, lapiceros de tiempo, etc. También se ocuparon seis modernísimos equipos de comunicaciones AT-3, que en segundos realizaban sus transmisiones, algo muy moderno para la época. Luis García Menocal, uno de aquellos agentes, relató así la aventura después de capturado:

“Aproximadamente a mediados de 1960 surgió una organización en Pinar del Río denominada Movimiento de Recuperación Constitucional (MRC), de la que fue jefe Esteban Márquez, antiguo militar del ejército constitucional. Este grupo se dedicó a realizar propaganda contra la Revolución y a reunir fondos para alzarse en armas y ejecutar sabotajes contra las instalaciones fundamentales del territorio. La máxima aspiración era atraer la atención de los norteamericanos y de los latifundistas del lugar para después estar en condiciones de negociar cargos, en el nuevo gobierno que se formaría, derrocada la Revolución […] Meses después, Márquez marchó a los Estados Unidos en busca de ayuda. En una noche oscura de marzo de 1962, El Rifle, lancha intermedia de la CIA, se desprendió del Rex —buque madre— y navegó hasta la desembocadura del río San Diego en la costa sur pinareña. Allí trasladó a Esteban [Márquez Novo] y a Napoleón, el radista, con un cargamento que incluía dos equipos de radio RS-1, material bélico, etcétera.”5

La misión de Márquez era la de crear una estructura clandestina, de espionaje y subversión, para en un momento determinado, después de haber recibido el material bélico suficiente, alzarla en armas, sembrar el caos y la destrucción en apoyo a una invasión extranjera, haciéndola coincidir con la maniobra que se realizaba –la Patada Rápida–, preparada por las fuerzas armadas norteamericanas con la de agredir a Cuba. Sin embargo, poco a poco las fuerzas de la Seguridad cubana fueron desmantelando aquella poderosa estructura, que al final, como el resto de los grupos infiltrados, se estrelló contra la unidad y decisión del pueblo en defensa de su revolución. El epitafio de aquel operativo se encargó de realizarlo el propio Márquez Novo, poco antes de su captura, cuando en uno de sus últimos mensajes radiales, se quejaba amargamente:

“Hoy se cumple el segundo aniversario de la fundación del FUO. Confío en que mi labor en este tiempo haya servido de algún provecho para nuestra causa […] Brinden, brinden con whisky o champagne, mientras yo y mis hombres nos secamos las lágrimas con nuestros pañuelos empapados en sangre […] Coronel Plácido.”6

Otro de los proyectos priorizados por la CIA para la “sublevación del pueblo cubano” fue la unificación de las numerosas organizaciones clandestinas dentro de Cuba con los fines de lanzarlas a la conquista del poder por la vía de las armas. Nuevamente el Movimiento de Recuperación Revolucionaria MRR, resultó privilegiado para dirigir este proceso. El 14 de enero de 1962, Manuel Guillot Castellanos, agente de la CIA y coordinador militar de la organización en los Estados Unidos, se infiltró por las costas cercanas a la capital cubana con el objetivo de implementar esta estrategia. Juan Falcón, coordinador nacional del MRR al ser detenido, relató cómo ocurrieron los hechos:

“En esos días se aparecieron aquí, en La Habana, de improviso, Omar y Monti [nombre de guerra de Guillot] […] La primera conversación que sostuve con ellos duró, creo, más de cuatro horas.[…] Ellos me aseguraron que ahora sí iba a haber abastecimientos de armas, que los americanos [los “amigos”, como ellos les decían] estaban en disposición de ayudarnos y que querían resolver el problema de Cuba cuanto antes y de la mejor manera posible

y que pensaban que el MRR era el movimiento más fuerte al cual ellos estaban decididos a ayudar […] Me insistieron en que el abastecimiento era de inmediato, que los «amigos» sólo estaban esperando que se resolviera el problema interno del movimiento y que nosotros comenzáramos a darles puntos en la costa para enviar el material.”7

El proyecto subversivo consistía en unificar provincialmente las organizaciones que la CIA consideraba más poderosas en lo interno y con menos posibilidad de estar infiltradas por la Seguridad cubana y disolver sus órganos de dirección nacionales, para exfiltrar a sus líderes a Estados Unidos y con ellos formar una Junta de Gobierno provisional en el exilio que pudiera encargarse de la propaganda y, en perspectiva, el gobierno, una vez que la Revolución fuera derrocada. El plan proyectado para los meses de mayo y junio debía desembocar en un alzamiento generalizado en las provincias orientales y centrales del país, donde se tomarían militarmente las ciudades principales.

Al unísono, el grupo de Márquez Novo tomaría la provincia de Pinar del Río y esa sería la ocasión para intervenir con las fuerzas norteamericanas que esperaban la orden en barcos de guerra en maniobras por aguas del Caribe. Después de su captura, Manuel Guillot explicó pormenorizadamente el proyecto subversivo que no sabíamos entonces se denominaba Mangosta, pero sí que estaba dirigido a desencadenar un plan terrorista de proporciones inimaginables que concluiría con la invasión militar de los Estados Unidos.

Aquel proyecto de la CIA para el “alzamiento generalizado del pueblo cubano” quedó desmantelado. La reunión de unificación de los grupos aludidos estuvo todo el tiempo controlada por las fuerzas de la Seguridad, las que teniendo en cuenta la peligrosidad de los planes conocidos, había comenzado la operación de captura de todos los conspiradores. En pocos días los dirigentes principales estaban detenidos y sus armas, explosivos y demás pertrechos militares, ocupados. Con aquel desastre concluía la primera fase de Mangosta, que sin las glorias esperadas, debía reagrupar nuevamente sus fuerzas para continuar el proyecto subversivo.

Después de aquellos golpes parecía abrirse un momento de respiro para el joven poder revolucionario. Sin embargo, no fue así: la CIA contaba con otras opciones. Durante ese mismo período se había desarrollado una importante reunión de los principales jefes de los grupos armados que actuaban en el Escambray, en un lugar intrincado conocido como “Las Llanadas de Gómez”. Al encuentro asistieron Tomás San Gil, Julio Emilio Carretero, Nilo Armando Saavedra, Alberto Martínez Andrade, Benito Campos y otros comandantes más. Entre ellos, eligieron al primero como el nuevo jefe del recién creado Ejército de Liberación Nacional, algo nada casual, pues contaba con el respaldo de la CIA.

Uno de los agentes más experimentados de la Seguridad, Aguileo Cancio Viamonte, barbero de profesión y revolucionario de alma, siguiendo las orientaciones recibidas, aunque llegó tarde para el “mitin”, tuvo sus primicias de primera mano y así lo informó después. Cancio fue uno de los cientos de héroes anónimos de aquella gesta y junto a otros —entre ellos Mongo Treto conocido por el Capitán Descalzo, Eugenio Muro Barroso, conocido por “El Bacán”, y Alberto Delgado— supieron cumplir las peligrosas misiones asignadas.

En ese momento actuaban en esa región cuarenta y una agrupaciones de bandidos con unos quinientos hombres. En el resto del país se calculaban unos treinta grupos más, con varios centenares. La Seguridad cubana había organizado un Buró de Bandas,8 dirigido a penetrar sus estructuras y brindar las informaciones necesarias a las unidades del LCB de nuestras FAR que luchaban activamente contra ellas.

Los operativos de la CIA aspiraban a que todos estos frentes estuvieran a punto para los meses de mayo y junio, fecha inicial de la “insurrección popular”. Una idea de la fuerza que lograron reagrupar en las montañas centrales del país se pudieran constatar en los 98 combates desarrollados allí entre los meses de enero y marzo de 1962, en los que cayeron 150 bandidos y se capturaron varias decenas de ellos.

Mientras, en la Sierra de los Órganos, Pinar del Río, el 24 de julio eran aniquilados en una emboscada el principal jefe terrorista de la región, Pastor Rodríguez Rodas, alias Caralinda, y su banda de asesinos. Semanas más tarde, caía también otro connotado jefe paramilitar, Filiberto Coto, alias El Pipero, que actuaba al sur de la provincia de La Habana y había asesinado a varias decenas de obreros agrícolas de la zona. En ese propio mes las fuerzas de la Seguridad habían concluido exitosamente la operación contra un denominado Frente Nacional Democrático, que incluía una veintena de grupos integrados por ex militares batistianos apoyados y financiados por la conocida empresa Bacardí Company.

Según los documentos antes citados, el 10 de agosto el SAG se reunió en la oficina del secretario de Estado Dean Rusk para analizar las alternativas propuestas y decidir el curso de acción a seguir, en esa misma reunión, y por iniciativa de su jefe John McCone, la CIA propusieron dos proyectos especiales: uno relacionado con un grupo de acciones terroristas y de sabotajes contra los objetivos económicos y sociales estratégicos del país, y otro mucho más pérfido dirigido a destruir la unidad del pueblo cubano y sus organizaciones políticas alentando el fantasma del anticomunismo y escindir a las fuerzas revolucionarias. También, según la documentación desclasificada, el secretario de Defensa Robert McNamara abordó la posibilidad de asesinar a Fidel9 como la solución más expedita para derrocar al Gobierno Revolucionario.

Días más tarde, el 23 de agosto, el presidente Kennedy, mediante el memorando 181 de «acción de seguridad nacional» aprobó la estrategia sugerida por el SAG, con la convicción de que con el decursar de los acontecimientos, según los planes de la CIA, se produciría “un alzamiento generalizado del pueblo cubano” y, por tanto, las condiciones para desencadenar la agresión militar en el momento que lo consideraran necesario. Varios cables cifrados, cursados entre la base operativa de la CIA en Miami y los cuarteles generales en Langley así lo confirmaban:

“Agosto de 1962: 1. Los contrarrevolucionarios en Cuba han proyectado un alzamiento que tendrá lugar entre el 30 de agosto y el 2 de septiembre de 1962. El Frente Anticomunista de Liberación (FAL) se ha unido al Movimiento Revolucionario del Pueblo (MRP) en este plan. Varios miembros del antiguo ejército constitucional, el Ejército Rebelde y las Milicias Revolucionarias se sumarán al alzamiento; a los servicios norteamericanos se les solicitará una amplia cobertura tan pronto como las acciones comiencen. 2. Es posible que Fidel Castro se apoye en las tropas extranjeras a causa de los conflictos que existen entre estas y el Ejército Rebelde. Muchos miembros del Ejército Rebelde están descontentos por la llegada de tropas del bloque soviético. La única unidad del Ejército Rebelde que se considera leal al gobierno de Cuba es la división 50 en la provincia de Oriente. Esta cuenta con cinco mil hombres, pero disponen de equipos hasta diez mil. 3. Hay trescientos hombres en la División 50 que apoyarán a los contrarrevolucionarios, pero como estos resultan insuficientes, los contrarrevolucionarios tienen la intención de dar a conocer las posiciones exactas de los elementos de la División 50 con el propósito de que estas unidades puedan ser atacadas desde el aire. 4. [Mutilado]. 5. [Mutilado] comentario: de buena fe, un alzamiento popular es probable en este momento. [Mutilado] los líderes llegaron a la conclusión de que la información es exacta y que puede reflejar la decepción del G-2 [Mutilado].10 6.- Distribuir a: Comandante en Jefe de la Flota del Atlántico y Comandante en Jefe de la Flota del Caribe.”11

En realidad ¿qué ocurría en Cuba, que había logrado el renacimiento de las esperanzas de los estrategas de Mangosta? Luego de la derrota sufrida en mayo, al igual que el año anterior, reagruparon sin pérdida de tiempo las fuerzas contrarrevolucionarias y pretendieron “levantarlas en armas”. La contrarrevolución, que no había sido totalmente desarticulada y era alimentada, armada y subvencionada por los Estados Unidos, intentaba reestablecerse y recuperar con el dinero “americano” la beligerancia perdida. Durante el mes de julio, tres agentes principales de la CIA insertados en el medio contrarrevolucionario recibieron instrucciones de unificar en un solo frente a todos los grupos posibles, incluso aquellos hasta entonces preteridos por su escasa membresía. El frente creado se denominó Junta Nacional Revolucionaria, al que también se sumó el Segundo Frente del Escambray, el Movimiento 30 de Noviembre y las denominadas Fuerzas Anticomunistas de Liberación (FAL).

El grupo más importante, numeroso y agresivo, el FAL, nucleaba a ex militares de la dictadura batistiana y contaba con algunos de sus elementos en guarniciones militares y almacenes de armas. Decían contar con la beligerancia suficiente para paralizar al menos 48 horas la ciudad de La Habana, tiempo suficiente para que los Estados Unidos pudieran intervenir militarmente, apoyados en una hábil campaña desinformadora y diplomática que alegara la existencia de un caos en el país.

Sin embargo, el ansiado proyecto de sublevación general volvió a fracasar por la acción del pueblo y sus organismos de la Seguridad. La añorada conspiración de los militares se vino abajo como un castillo de naipes y sólo algunos sargentos y soldados provenientes del ejército de Batista eran los comprometidos. El 29 de agosto de 1962 se procedió a incautar los arsenales de armas y capturar a los complotados, incluidos los agentes de la CIA mencionados los cuales brindaron una información valiosa de la operación. Fracasaron una vez más y apenas había comenzado el segundo semestre del año.

1 El plan de Benjamín Harris, circulado a fines de julio, aparece en “Landsdale Memorandum. Subject: US Contigency Plan 2. Cuba”, parcialmente desclasificado el 5 de enero de 1989 por el Consejo Nacional de Seguridad.
2 Ídem.
3 “Guidelines for Operation”…, cit.
4 Ídem.
5 Declaraciones del detenido Luis García Menocal. Expediente del DSE, La Habana, 1962.
6 Documentos del expediente de Esteban Márquez Novo (Plácido), Expediente del DSE, La Habana, 1962.
7 Ídem.
8 Entre 1959 y 1965 actuaron en todo el territorio nacional 299 bandas, con unos cuatro mil alzados y miles de colaboradores. Provocaron 214 víctimas, de ellas 63 campesinos, 9 maestros voluntarios o alfabetizadores, 14 menores de edad y 7 agentes y colaboradores de la Seguridad.
9 De acuerdo con William Harvey, “el asunto del asesinato, particularmente de Fidel Castro, fue presentado por el secretario de Defensa McNamara” (The National Security Archive).
10 Párrafos o páginas suprimidos del original.
11 Cables desclasificados por The National Security Archive relativos a Mangosta.

 

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