Jeremy Corbyn, un vecchio amico dell’America Latina

da teleSURhttp://www.lantidiplomatico.it

L’Occidente ha atteso con ansia i risultati delle elezioni generali nel Regno Unito, dove si affrontavano il Labour Party guidato da Jeremy Corbyn e il il Partito Conservatore del Primo Ministro Theresa May. Alcuni osservatori sperano che una vittoria di Corbyn, possa segnare un cambiamento nella politica del Regno Unito.

Dalla sorprendente ascesa di Corbyn alla guida del Labour Party una volta governato da Tony Blair e dalla sua cricca neoliberista statunitense, il leader radicale è stato recentemente attaccato  in maniera implacabile per le sue prese di posizione contro le armi atomiche e la solidarietà espressa al popolo palestinese contro il colonialismo israeliano, per la sua opposizione all’apartheid in Sudafrica e, conseguentemente, insinuando presunti legami con «estremisti» e presunti «terroristi».

Mentre è stato definito l’equivalente britannico del senatore liberale del Vermont Bernie Sanders, la comparazione non rende giustizia alle posizioni progressiste del politico britannico.

Jeremy Corbyn si è dimostrato portatore di un’attitudine progressista che risulta inaccettabile a molti nel Regno Unito, dove le figure del governo britannico e i benestanti lavoratori condividono un atteggiamento coloniale verso il ‘Global South’ radicato in un’identità che molti caratterizzano come essenzialmente ‘imperialista’. Il Partito Laburista non è mai stato molto differente, il partito ha storicamente appoggiato la repressione anti-coloniale in Birmania, India, Iraq, Nigeria e Palestina, facendosi portatore di un atteggiamento pro-guerra e pro-Usa.

Ciononostante, Corbyn ha cercato di portare avanti una posizione diversa, bollando come illegale la guerra condotta da Usa e Regno Unito contro l’Iraq, presiedendo la Stop the War Coalition mentre trovava ispirazione nei movimenti progressisti dell’America Latina da giovane, così come negli stati scandinavi che oggi ammira. Per Corbyn, questi esempi rappresentano «valori fondamentali».

«Sono stato per la prima volta in America Latina quando avevo 18 anni, in Brasile, Uruguay, Argentina, Cile» ha spiegato Corbyn. «Sono rimasto affascinato dalla storia, dalla storia pre-ispanica, dalle culture indigene e dalle lingue indigene».

All’epoca ha sostenuto il governo del Fronte Popolare di Salvador Allende in Cile, che lasciò un’impressione profonda sul movimento britannico dei lavoratori e su Corbyn stesso, mostrando i pericoli dell’ostilità degli Stati Uniti verso i movimenti popolari nel Sud Globale. Dopo l’11 settembre del 1973, con Allende rovesciato dalla CIA  e il successivo consolidamento della giunta militare del dittatore Augusto Pinochet, Corbyn insieme a tanti britannici prestò aiuto ai rifugiati politici che cercavano rifugio nel Regno Unito.

Corbyn, che parla uno spagnolo fluente, ha passato gli anni ’80 a sostenere la solidarietà con il Cile, l’Argentina, il Nicaragua, Cuba, El Salvador e tante altre lotte per la democrazia, la giustizia e i diritti umani in America Latina.

Corbyn ha anche sostenuto i tentativi della Bolivia e del Venezuela di attuare politiche indipendenti in diverse occasioni, difendendo il loro diritto di esercitare la sovranità attraverso politiche economiche di tipo socialista come la nazionalizzazione delle industrie e dei servizi.

Nel 2015, Corbyn è stato relatore principale in occasione di una manifestazione a sostegno del Venezuela dove veniva chiesto agli Stati Uniti di porre fine alle sanzioni contro il Venezuela, affermando che l’America Latina ha bisogno di «solidarietà … non di una dipendenza dagli USA». Ha inoltre evidenziato i risultati del paese nell’assicurare alloggi alla popolazione, nell’assistenza sanitaria e istruzione per i poveri, mentre veniva aumentata la statura del Venezuela negli affari globali.

Nel maggio del 2016, Corbyn ha tenuto un discorso dove ha mostrato preoccupazione per lo stato della democrazia in Brasile, dove le forze di destra stavano cercando di rovesciare la presidente eletta Dilma Rousseff attraverso un colpo di stato parlamentare.

Per queste ragioni, nelle ultime settimane la stampa britannica ha lanciato titoli allarmistici dove si afferma che Corbyn vuole una ‘Gran Bretagna venezuelana’ o che spera di far sprofondare il Regno Unito in un «caos indotto dal socialismo», occultando l’incredibile pressione affrontata dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela osteggiata dai capitali occidentali e dalle istituzioni finanziarie.

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