Questa Costituzione è l’origine del conflitto in Venezuela

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In un’intervista a VTV che vi consigliamo vivamente di ascoltare per la sua interezza, la costituzionalista venezuelana María Alejandra Díaz spiega in modo chiaro quali sono le ragioni dietro le violenze e il terrorismo della destra nel suo paese.

“Si tratta dell’applicazione della teoria del caos. Vogliono distruggere lo stato nazione. Non gli interessa arrivare al potere attraverso un’assemblea nazionale costituente, né attraverso elezioni.”

 

E ancora: “La destra di questo paese ha ipotecato il paese per tener il potere solo per loro. Ha interesse ad arrivare al potere con un colpo di forza. Perché? Perché hanno bisogno di distruggere questa Costituzione”.

Ribadisce il punto in modo ancora più preciso nel proseguo dell’intervista: “Non c’è nessun modo legale con lui le corporazioni mondiali si possano impossessare delle riserve naturali del Venezuela che può significare la salvezza per il sistema capitalista mondiale, se non distruggendo questa Costituzione”, ha affermato la costituzionalista mostrando al pubblico la Costituzione della Repubblica bolivariana.

Al giornalista che chiede maggiori dettagli risponde poi in questo modo: “Perché qui è sancito chiaramente che le risorse sono dei venezuelani, che la sovranità appartiene indissolubilmente al popolo, che è uno stato sociale che ha l’obbligo di ridurre la differenza tra ricchi e poveri. Questo significa che è una Costituzione anti neo-liberista. Per questo devono distruggerla”.

Nel proseguo dell’intervista spiega ancora le motivazioni che stanno dietro le violenze dell’estrema destra venezuelana, spinte e fomentate da politici europei e statunitensi senza scrupoli, oltre ad una propaganda di guerra mediatica vergognosa e senza precedenti.

“Non gli interessa arrivare al potere attraverso la costituente. Perché se oggi sono la maggioranza. Se hanno il 90% come dicono. La cosa più logica era entrare nell’Assemblea nazionale costituente e arrivare per via costituzionale al potere. Ah però c’è un problema. Chiaro. L’art. 350. L’art. 350 della Costituzione non gli permette di fare nulla che ostacoli questa Costituzione.  Quindi è tutto chiaro. Sono intrappolati nell’istituzionalità e per questo dicono che l’Assemblea costituente non è la via d’uscita. Qual è la loro uscita? Una via di forza. Non gli interessa arrivare al potere con una via legale, costituzionale e legittima, ma con la forza perché devono abbattere la Costituzione. E’ l’origine del conflitto in Venezuela. E’ questa Costituzione. Perché è la prima Costituzione anti neo-liberista del mondo. E ve lo dico con grande orgoglio. Con grande orgoglio. La prima Costituzione anti neo-liberista del mondo.”

Nell’intervista, la costituzionalista venezuelana ha anche duramente attaccato la Procuratrice generale Luis Ortega, che ha, incredibilmente e inspiegabilmente cambiato posizione, sostenendo le violenze della destra, quando fu lei nel 2014, in un similare tentativo di destituzione violenta del governo, la principale accusatrice dell’opposizione stessa.

Per María Alejandra Díaz è giunto il momento che il Tribunale supremo e il potere morale inizino un’indagini approfondita sull’azione di Luis Ortega.

“Sai che cos’è che mi preoccupa. Mi preoccupa che lei ieri nelle sue dichiarazioni, Ortega ha accusato il presidente della Repubblica che la stavano pedinando. Deve star molto attenta la Fiscal Luis Ortega. Si è messa in mano di pazzi. E non vorrei che arrivi il momento che faranno con lei quello che hanno fatto con Leopoldo Lopez. Lo volevano assassinare. Ed è stato salvato dalla Rivoluzione. Per questo si è consegnato. Si tratta dell’unico caso di un cosiddetto “prigioniero politico” ad essere entrato in carcere mano nella mano con il Presidente del Parlamento di sua volontà.

VOLONTARIAMENTE perché aveva prove che lo stavano per ammazzare  Attenzione ad un “falso positivo” in relazione alla Procuratrice generale.  Attenzione.  Potrebbe essere il detonatore che cercano per aumentare il caos e aumentare le violenze”. Con l’obiettivo, più volte sottolineato dalla procuratrice generale, di un intervento armato.

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