Tania la guerrigliera (19/11/37-31/08/67)

«Seppe morire come aveva vissuto»

Intervista a Ulises Estrada Lescaille

a cura di Adriana Chiaia | Rojas – Calderon, Tania la guerrigliera, Zambon editore, 2000. Trascrizione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

In occasione della scomparsa di Ulises Estrada Lescaille (26.1.14).


L’Avana, 8 maggio 1999

Ulises Estrada Lescaille. Combattente della lotta clandestina nelle file del Movimento 26 luglio, dopo la vittoria della Rivoluzione entra come ufficiale nelle Forze Armale Rivoluzionarie, nate dalla trasformazione dell’Esercito Ribelle. Dal giugno 1961 passa al Ministero degli Interni e precisamente nel cosiddetto Viceministero Tecnico, diretto dal comandante Manuel Pineiro Losada. In questo organismo svolge e dirige diverse attività di solidarietà con il movimento popolare e rivoluzionario dell’America Latina e con le lotte di liberazione nazionale che, a quel tempo, si sviluppavano in Africa. Insieme a Pineiro, nel 1970 partecipa alla fondazione della Direzione Generale di Liberazione Nazionale del Ministero degli Interni, organismo che – come il Viceministero Tecnico – aveva il compito di promuovere la politica internazionalista della Rivoluzione cubana.

Dal 1975 al 1977 è uno dei dirigenti del Dipartimento America del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba.

Dal 1977 al 1979 e nominato ambasciatore di Cuba in Giamaica. Al termine dell’incarico, lavora nel Ministero degli Esteri con le qualifiche di direttore e viceministro ad interim. Passa infine all’attività giornalistica, che esercita prima in «Granma Internacional» e poi nel periodico «El Habanera», dove lavora attualmente.

* * *

A.C . Nella sua qualità di ufficiale dei Servizi di sicurezza del Ministero degli Interni di Cuba, lei ha lavorato all’addestramento di Haydée Tamara Bunke Bider – (Tania) per la sua missione in Bolivia. Ci vuol parlare della sua esperienza e di questa fase della vita di Tania, interamente dedicata alla rivoluzione cubana e latinoamericana?

Negli anni sessanta lavoravo nell’apparato dei Servizi di sicurezza del Ministero degli Interni di Cuba, in un settore specifico, finalizzato all’appoggio ai movimenti di liberazione nazionale dell’America Latina nella prima fase, dell’Africa e dell’Asia in una fase successiva.

Nell’ambito del mio lavoro conobbi una ragazza argentino-tedesca, Haidée Tamara Bunke Bider, che risiedeva a Cuba da due anni, impegnata in varie attività, che svolgeva con assoluta dedizione alla Rivoluzione cubana, cosi come si era precedentemente dedicata allo sviluppo del socialismo nella Repubblica Democratica Tedesca.

Il comandante Ernesto Guevara l’aveva conosciuta e riteneva che Tamara avesse le qualità per far parte del suo progetto di tornare nel suo paese natale – l’Argentina – per intraprendere la lotta rivoluzionaria.

Fu cosi che, dopo le verifiche necessarie, incontrai – insieme al comandante Manuel Pineiro, (1) che era il capo dei Servizi di sicurezza – Tamara, alla quale assegnammo lo pseudonimo di Tania. Le fu proposta una missione internazionalista che lei immediatamente accettò.

In quel periodo – stiamo parlando del 1964 – Tamara, oltre alla sua attività nella Rivoluzione cubana, manteneva stretti legami con i rivoluzionari nicaraguensi ed uno dei suoi propositi era di condividere con loro la lotta rivoluzionaria in Nicaragua, anche se il suo obiettivo principale restava quello di ritornare in Argentina.

Tamara accettò il compito che le proponemmo, ed il Che personalmente le spiegò il lavoro che doveva svolgere e l’avverti delle difficoltà e dei rischi che avrebbe dovuto affrontare. Lei confermò la sua decisione e, dopo una preparazione operativa di alto livello che durò più di un anno, parti per la Bolivia.

Li sviluppò uno straordinario lavoro di infiltrazione, arrivando ad avere relazioni nelle alte sfere della borghesia e del governo, incluso il presidente Barrientos.

Lavorò attivamente alla creazione della base di appoggio alla guerriglia del Che. Infine entrò a far parte della guerriglia stessa. Come è noto, morì in un’imboscata, causata da un tradimento.

Molto si è scritto ultimamente sul comandante Ernesto Guevara ed in tutte le biografie del Che è presente Tamara o, come è conosciuta in tutto il mondo, «Tania la guerrigliera» e, in quasi tutte, si è mentito sulla sua vita.

In primo luogo, non fu né spia cubana, né spia tedesca, né spia sovietica: fu una latinoamericana votata, con tutto il suo fervore, alla lotta in questo continente e che, per le sue profonde convinzioni e per la fede rivoluzionaria che l’animavano, offerse la sua vita in Bolivia.

In quanto a noi dei Servizi di sicurezza cubani, utilizzavamo metodi che normalmente si usano nel cosiddetto lavoro di spionaggio, e sulla base di questi metodi Tania fu preparata, cioè allo spionaggio e controspionaggio. Ricevette anche un qualificato addestramento militare, poiché -quando le si propose la missione – le fu detto che forse un giorno avrebbe dovuto anche combattere. Naturalmente, né lei né noi potevamo prevedere in quel momento che avrebbe donato la sua vita combattendo con il Che.

In secondo luogo, Tamara nutriva un’altissima considerazione ed uno straordinario affetto per il Che, come comunista, come argentino, come grande statista e come autentico leader rivoluzionario. Questi sentimenti, che non ebbero mai natura diversa, contribuirono a farle accettare una missione cosi pericolosa e la portarono anche a morire in Bolivia. Dire che Tamara fu l’amante del Che è una delle canagliate più grottesche che hanno scritto i mercanti che usano la menzogna per vendere i loro libri.

Tania non fu nemmeno un’agente dei Servizi della Repubblica Democratica Tedesca.

Nell’ultima edizione del libro Tania la guerrillera, uscito recentemente in Germania, a cura di sua madre, Nadia Bunke, è pubblicato un rapporto nel quale si smentisce che Tamara Bunke Bider lavorasse per i Servizi della ex-RDT. Analogamente i Servizi di sicurezza russi escludono in una dichiarazione scritta che Tamara avesse lavorato per il KGB sovietico, perché negli archivi di questa istituzione non compare alcun documento che accrediti Tamara come agente segreto. (2)

Tamara fu una donna per molti versi simile a tante altre. Una donna sensibile, affettuosa, intelligente, studiosa. Amava la musica, soprattutto quella folcloristica latinoamericana ed in particolare argentina, amava la musica cubana, soprattutto i boleri, la musica romantica ed anche la musica classica. Aveva una grande passione per lo sport e per la lettura.

Era una persona di ferme convinzioni, disciplinata, ma di una disciplina cosciente. Se non capiva il senso di quanto le si diceva, si doveva continuare a lavorare con lei fino a quando fosse convinta di quel che faceva. Cioè non era il soldatino che si abitua al comando – uno, due, tre quattro. Alt! – e lo esegue meccanicamente, ma al contrario, la sua azione era cosciente, frutto di un’analisi. Noi dicevamo che era «difficile» da trattare. In realtà si deve capire che in quell’epoca non eravamo ancora preparati in quella specializzazione, avevamo poca esperienza ed il lavoro con Tamara ci aiutò ad auto-formarci. Era il primo lavoro di quel tipo, cosi approfondito, che affrontavamo e, più di trent’anni dopo, penso che sia stato anche il migliore che facemmo.

Tania si è trasformata in un simbolo per la gioventù rivoluzionaria ed oggi, a trentadue anni dalla sua morte, si pubblicano e si tornano a pubblicare libri su di lei. Vorrei aggiungere che, malgrado più d’uno abbia mentito, non hanno potuto nascondere alla gioventù e al mondo intero che è esistita una donna chiamata Haidée Tamara Bunke Bider, conosciuta come «Tania la guerrigliera», che fu capace di morire come aveva vissuto.

A.C . Nelle pubblicazioni commerciali che ha ricordato ed in generale nell’ampia operazione ideologica anticomunista orchestrata dagli imperialisti e dai revisionisti viene fatta un’equazione tra i servizi segreti dei paesi imperialisti ed i servizi di sicurezza istituiti in difesa della rivoluzione e contro gli attacchi imperialisti ai paesi socialisti. Paragonare il ruolo di un agente della CIA a quello di un rivoluzionario che sceglie di lavorare nella clandestinità per difendere e realizzare i suoi ideali è aberrante. Ce ne vuol parlare facendo riferimento ai Servizi di sicurezza cubani in cui operò anche Tania?

In primo luogo bisogna tener conto che in quell’epoca in America Latina esistevano molte dittature militari. Le attività della CIA e dell’Amministrazione statunitense erano totalmente dirette a destabilizzare la Rivoluzione cubana, ed anche i governi Latinoamericani, nella loro grande maggioranza, collaboravano con la CIA a questo scopo. È noto che l’invasione mercenaria della Baia dei Porci, o di Playa Girón, si preparò in un paese dell’America Centrale. Quindi noi dovevamo difenderci.

Noi non avevamo un apparato aggressore, concepito per invadere un altro paese e per abbattere un governo legalmente costituito. Il nostro era un apparato istituito fondamentalmente per difendere la Rivoluzione cubana.

Agivamo indirizzando il nostro lavoro su due direttrici: una era volta contro i governi di quei paesi che cospiravano contro Cuba e l’altra contro i governi di quei paesi dove le masse erano sfruttate senza misericordia, dove la repressione da parte delle dittature militari era la caratteristica della vita quotidiana e dove c’erano settori popolari che si ribellavano e volevano combattere: questi settori noi li appoggiavamo.

Per adempiere a tutti questi compiti dovevamo utilizzare metodi conosciuti come metodi di spionaggio e controspionaggio, metodi di lavoro clandestino, cospirativo. Dovevamo studiare i confini, gli aeroporti, la potenzialità delle forze armate, la situazione economica di un determinato paese. Queste informazioni si devono raccogliere con metodi clandestini e segreti, però sempre con l’obiettivo politico dell’appoggio ai movimenti rivoluzionari da una parte, e della difesa della Rivoluzione cubana dall’altra.

In conclusione, i Servizi cubani non avevano alcun tipo di somiglianza con i servizi dei paesi capitalisti e dirò di più, neppure con la maggior parte di quelli dei paesi socialisti europei, URSS compresa.

Il paese i cui Servizi erano più simili ai nostri era la Repubblica Democratica Tedesca, che era costantemente attaccata dalla Germania Federale ed aveva un apparato di spionaggio e controspionaggio molto forte per potersi difendere e scoprire i piani aggressivi della Repubblica Federale Tedesca.

A.C . Se, come ha ben chiarito, le motivazioni di un agente al servizio della causa rivoluzionaria sono opposte a quelle di un mercenario della CIA, il rivoluzionario che si dedica a questo tipo di attività deve sopportare il peso del sacrifìcio che implica dover abbandonare la lotta alla luce del sole, il lavoro fra le masse per costruire una nuova società. Vuol parlarci di quello che significò per Tania, cosi attiva in ogni settore della Cuba rivoluzionaria, cambiare totalmente il suo stile di vita?

Nel libro Tania la guerrillera inolvidable si mettono in luce molti aspetti di questo problema. Nella seconda parte del libro «Nasce Tania» è descritta la sua attività clandestina in Europa occidentale e poi in Bolivia. Alla stesura di questa parte ho dato un contributo fondamentale perché -come ho già detto – lavoravo nel Ministero dell’Interno ed ebbi il compito di dirigere l’equipe che addestrò Tania.

Una delle maggiori difficoltà che incontrai quando incominciammo a lavorare con lei fu precisamente separarla dalle relazioni che Tania aveva stabilite a Cuba. Allontanarla dalla Federazione delle Donne Cubane, dalla Milizia, dai Comitati di Difesa della Rivoluzione, interrompere i suoi rapporti con i rivoluzionari nicaraguensi. Non avemmo altra scelta che cambiarle casa e fare in modo che la maggior parte delle sue amicizie non sapesse dove abitava; dovemmo inventarci diverse «leggende». Trovare cioè le giustificazioni che doveva addurre alle Forze Armate se la chiamavano, se la incontravano, le giustificazioni per la Federazione delle Donne Cubane.

Ai civili diceva che stava facendo un lavoro riservato per le Forze Armate e che per questo non la si trovava, ma che avrebbe detto ai militari?

In ogni caso dovevamo costruirle una «leggenda», cioè una nuova personalità. Le dicemmo di non vestire più da miliziana per abituarsi a portare abiti più consoni alla società in cui avrebbe vissuto. Tamara portava sempre la divisa da miliziana e dovevamo insegnarle a vestirsi bene, mentre lei non faceva molto caso a quello che indossava, calzava il suo basco da miliziana e… via!

Quindi incominciammo a insegnarle come si sarebbe dovuta comportare in un paese capitalista e questo lavoro fu realizzato a Cienfuegos, dove facemmo la prima prova pratica del suo addestramento.

Tania riuscì a depistare gli organi di Sicurezza di Stato. Nonostante noi li avessimo informati della presenza di un’agente del nemico che lavorava a Cienfuegos e che si doveva intercettarla e catturarla, non riuscirono né ad individuarla, né tanto meno a catturarla. Intercettavano le sue trasmissioni radio, ma il sistema che Tania utilizzava era molto rapido, tanto che, quando tentavano di localizzarla, la trasmissione cessava. Non poterono mai trovare il luogo da dove trasmetteva e la cosa curiosa e divertente è che trasmetteva proprio dalla casa del capo della Sicurezza di Cienfuegos ed il suo apparato non fu in grado di individuarla.

Tornando alle relazioni politiche e sociali che Tania dovette interrompere, nella prima fase del lavoro di preparazione, la cosa più difficile, e che inoltre le dispiaceva molto, era ingannare i suoi compagni. Doveva mentire anche ai suoi genitori. Lei era convinta che i suoi genitori, vecchi comunisti, avrebbero potuto essere informati della sua missione, che non ci sarebbero stati problemi, che l’avrebbero capita. Si poteva essere d’accordo con lei, ma le regole del nostro lavoro non lo permettevano. Tania le accettò e comprese che era necessario tacere anche con i suoi genitori.

C’è un passaggio del libro che è molto emozionante.

Tania si trovava a Berlino Ovest e attraverso il confine vedeva la casa in cui vivevano i suoi genitori: avrebbe potuto varcare il confine e andare a trovarli senza dire niente a noi e non sarebbe successo niente. Ma lei non volle infrangere la disciplina e restò a Berlino Ovest.

Mi immagino il dolore che deve aver provato, essendo cosi vicina ai suoi cari senza poter condividere qualche momento di intimità con loro. Tanto più che aveva promesso di andarli a trovare per il compleanno della madre.

E non potè farlo nemmeno in seguito, perché era già impegnata nell’addestramento in un itinerario attraverso vari paesi europei. La rinuncia fu più dolorosa perché era molto vicina: a Berlino Ovest, in Italia e a Praga, dove rimase cinque mesi nella fase finale della preparazione.

Per concludere, credo che furono due i momenti importanti dal punto di vista emotivo che Tania dovette superare in quella fase della sua vita: l’allontanamento dalle sue amicizie, dai suoi compiti rivoluzionari, pratici, quotidiani a Cuba e la vicinanza dei suoi genitori con l’impossibilità di riabbracciarli dopo un’assenza di anni.

A.C . Un’ultima domanda. C’è una lettera di Tania ai suoi genitori, precisamente quella dell’11 aprile 1964, in cui parla affettuosamente del «negrito» e dice che lo sposerà una volta adempiuti i suoi compiti rivoluzionari. Ulises Estrada, è noto che il «negrito» è lei. Ci vuole parlare di questo aspetto del suo rapporto con Tania?

Il compito che mi era stato assegnato mi obbligava a legarmi molto strettamente a Tamara, a conoscere la sua vita nei minimi particolari, i suoi precedenti, la sua famiglia, le sue attività nella Repubblica Democratica Tedesca, la sua adolescenza in Argentina. In definitiva conoscevo a memoria tutti gli aspetti della sua vita. Ho spiegato prima com’era Tamara. Forse non si capacitava del perché io non potevo fare altrettanto: parlarle di me, della mia vita privata. E arrivò un momento che rompemmo questa regola di assoluta discrezione e cominciammo a scambiarci esperienze personali della sua vita e della mia. Ad esempio io avevo due figlie piccole e lei desiderava che le parlassi di loro. Nacque cosi una relazione sentimentale che si concluse con un impegno.

Quello che stavamo facendo era proibito: noi, agenti dei Servizi, non potevamo avere una relazione con le compagne con cui lavoravamo e viceversa le nostre compagne non potevano averla con gli uomini con cui lavoravano. Era una regola stabilita, si poteva comprenderla o no, però era una regola e bisognava rispettarla e noi invece l’avevamo violata.

Chi conosceva Tamara può capire quanto le fosse difficile infrangere la disciplina, anche nei confronti del compagno che lavorava quotidianamente al nostro fianco, che era Salvador Prat (pseudonimo: Juan Carlos, n.d.r.).

Non gli avevamo confessato la nostra relazione, ma ovviamente lui se n’era accorto, anche se, discretamente, taceva.

Tamara mi disse che dovevamo informarlo e che non potevamo continuare senza che anche Pineiro lo sapesse e praticamente un poco mi obbligò a farlo. Cosi dissi a Pineiro quello che era successo. Gli spiegai che era una relazione pura, sana, profonda, niente del genere dell’ufficiale che si era approfittato dell’allieva, ma un sentimento che era sorto senza che ce ne rendessimo conto. Pineiro autorizzò la nostra relazione con l’impegno che nessun altro lo sapesse, cioè che osservassimo la massima discrezione.

Lo dicemmo anche al compagno Prat e questo ci liberò da una situazione imbarazzante, perché prima non ci poteva essere alcuna dimostrazione d’affetto davanti a lui.

Tuttavia Pineiro mi giocò un brutto tiro perché, nel momento in cui Tania dovette andare a Praga per continuare la sua preparazione, non dette l’incarico a me: mandò un altro. Cosi che a quel punto la nostra relazione si interruppe.

Fu il compagno Diosdado (pseudonimo di José Gómez, n.d.r.) a sostituirmi a Praga nell’addestramento di Tania.

Anche lui si era reso conto dei nostri sentimenti quando ci incontrammo nella casa dove si trovava Tania per controllare la relazione sul piano che avevamo fatto per il lavoro a Cienfuegos. Come ho già detto prima, noi imparavamo lavorando, non avevamo scuole di specializzazione, non andavamo in Unione Sovietica ad imparare… Quindi Diosdado mi aiutò a mettere a punto il resoconto che avevo steso.

E ora, a trentadue anni di distanza, mi ha detto che sapeva della relazione tra me e Tania, anche perché a Praga lei gli aveva chiesto molte volte di me e mi aveva scritto per suo tramite durante quei cinque mesi.

Ripensandoci oggi, credo che quella di Pineiro fu una scelta giusta, perché in quei cinque mesi laggiù saremmo diventati molto più intimi e la separazione sarebbe stata molto più difficile. Credo che fu un bene non avermi mandato a Praga, né un anno dopo in Bolivia, quando si fece il primo contatto con lei, dopo la sua partenza da Cuba.

In quanto alla lettera di Tania ai suoi genitori, io ne fui informato da sua madre, Nadia, quando lavoravamo al libro TANIA la guerrìllera inolvidable. Nadia partecipò alla stesura del testo molto attivamente, spesso faceva cambiare dei passaggi. «Questo non mi piace», diceva.

Leggeva pagina per pagina due o tre volte. Fu un lavoro molto duro, anche perché il libro si fece in un tempo record. Io non avrei voluto che la lettera fosse pubblicata perché i miei compagni, dalla descrizione, avrebbero capito che si trattava di me. Ma Nadia si consultò con Fidel Castro che dette un parere favorevole.

Bene, alla fine, la lettera usci e suscitò molte congetture, ma i compagni della Direzione del Partito erano informati e molti anni dopo, in una conferenza all’Università dell’Avana, Vilma (Vilma Espin, Presidente della Federazione delle Donne Cubane, n.d.r.) rivelò chi era «el negrito», alto e magro, di cui parlava Tania.

Io scrissi per Tania molte poesie. L’ultima, di saluto prima che partisse per la Bolivia, sul «dovere compiuto». Ma Tania, naturalmente, non poteva portarla con sé.

* * *

So che andrai via … addio
Addio dico anche se resterai
Giacché il tuo domani, alla fine, sarà un addio.
Addio, dico, spero che tu resti … che tu ritorni.

Non vai più via? Sei qui con me?
Non torni perché mai sei partita.
Il dovere compiuto non può non
farsi unione: ci appartiene.

Se vai via … addio!
Ma sarà un giorno grandioso il tuo ritorno.
Se non torni, addio.
Un addio fra noinon ci sarà
perché tu ritornerai!

Ulises Estrada Lescaille
* * *
Note:
1) Manuel Pineiro Losada, soprannominato Barba Rossa, fu il massimo responsabile della Direzione Generale dei Servizi di sicurezza del Ministero degli Interni di Cuba, a cui spettava, tra gli altri, l’incarico di mantenere i contatti con i movimenti rivoluzionari del Terzo Mondo. Lavorava, quindi, in stretto contatto con il Che. È morto recentemente (l’11 marzo 1998) all’Avana.
2) Cfr. la documentazione nell’Appendice II, p. 242 e seguenti.


M. Rojas – M. Rodriguez Calderon (a cura di): Tania la guerrigliera

Traduzione dallo spagnolo di Adriana Chiaia

Il 31 agosto del ’67 la retroguardia della guerriglia del Che Guevara in Bolivia cade in un’imboscata tesa dall’esercito di Barrientos e i nove guerriglieri che la compongono vengono assassinati. Tra di loro una giovane donna, Tamara Bunke, pseudonimo Tania, nata in Argentina da genitori tedeschi emigrati per sfuggire alle persecuzioni naziste.

Per soffocare l’ondata di commozione suscitata dalla sua morte ed ostacolare le ripercussioni del suo esempio di coerenza rivoluzionaria nei movimenti rivoluzionari e di liberazione, gli uffici di propaganda della CIA scatenarono una campagna di calunnie, subito riprese dai media reazionari. Le varianti più comuni e ripetute: Tania sarebbe stata un’agente della STASI e/o del KGB infiltrata nella guerriglia di Ernesto Che Guevara, oppure sarebbe stata l’amante del Che e per questo l’avrebbe seguito nell’impresa boliviana, ecc. Calunnie che ancor oggi -a trent’anni di distanza- vengono stancamente riprese dai crociati del nuovo maccartismo.

Questo libro, attraverso testimonianze, ricordi, documenti originali e rapporti riservati, confuta calunnie e mistificazioni e ricostruisce la vita di questa singolare figura di donna, coerente con i suoi ideali di libertà e giustizia sociale, rigorosa nei principi, tenace nella volontà, generosa ed altruista nei rapporti umani, tenera nei suoi affetti.

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