Primo desaparecido “nella democrazia di Macri”

L’organizzazione delle Madri e delle Nonne di Plaza de Majo ha dichiarato che venerdì occuperà la nota piazza per protestare contro Macri e richiedere il rilascio immediato di Santiago Maldonado.


Il governo di destra argentino è, infatti, formalmente accusato dalla nota organizzazione dei diritti umani per la scomparsa di Santiago Maldonado, attivista politico scomparso dopo un raid della polizia militare nella comunità di Mapuche il primo agosto scorso.

La famosa e pluripremiata organizzazione dei diritti umani ha dichiarato che Maldonado è “vittima della violenza di stato istituzionale” e chiede al Presidente Mauricio Macri di restituire vivo l’attivista. “La comunità argentina sa che è avvenuto il primo caso di desaperecido nella democrazia del signor Macri”, ha dichiarato Estela de Carlotto, presidentessa delle Nonne e Mamme di Plaza de Mayo in una conferenza stampa.

Plaza de Mayo verrà occupata venerdì in segno di protesta. Altre organizzazioni importanti per i diritti umani in Argentina si sono mobilitati per Maldonado, che è stato preso per minacciare secondo molti la comunità Mapuche. “Questo venerdì alle cinque di pomeriggio occuperemo Plaza de Mayo con un messaggio: Santiago Maldonado deve essere trovato vivo”.

“Quest’attacco alla comunità non è una coincidenza. E’ un messaggio da parte del governo per dire: ‘ragazzi non giocate con noi”, ha dichiarato Norma Rios, presidentessa dell’Assemblea permanente dei diritti umani.

L’ultima volta che è stato visto Maldonado è stato durante un raid della polizia militare contro la comunità Pu Lof Mapuche nel dipartimento di Chubut. Testimoni riportano di aver visto il giovane di 28 anni prelevato dentro un camion e portato via. La famiglia di Maldonado accusa la polizia militare per la scomparsa ma il governo nega ancora ogni responsabilità.

Traduzione de l’AntiDiplomatico

Santiago Maldonado: il primo desaparecido nell’Argentina di Macri

Il Centro di Studi Sociali e legali ha chiesto l’intervento urgente del Comitato sulle “scomparse forzate” delle Nazioni Unite nel caso Maldonado.

Noceti ha anticipato in due interviste radiofoniche che tutti i membri della Resistenza Ancestrale Mapuche (RAM) sarebbero stati arrestati e si vantava che il governo nazionale avrebbe agito senza l’intervento di un giudice, ritenuto non necessario.

Noceti ha affermato che negli atti di violenza attribuiti al RAM Mapuche sarebbero coinvolti anche il vincitore del Premio Nobel per la Pace, Adolfo Perez Esquivel, “persone legate al governo precedente” e “estremisti curdi.”

Quando Noceti è diventato capo del personale del suo ministero, le organizzazioni per i diritti umani segnalarono che, come avvocato difensore dei militari processati per crimini contro l’umanità, Noceti aveva messo in dubbio le prove giudiziarie definendole “una vendetta politica” e mettendo in discussione l’impossibilità della prescrizione per tali crimini.

Il giudice federale Guido Otranto, parlando in una seduta premiliare (habeas corpus) per conto del detenuto-desaparecido Maldonado, ha separato la Gendarmeria dalla ricerca, come richiesto dal protocollo dell’Ufficio del Pubblico Ministero e ha ordinato alla Guardia Costiera condurre un rastrellamento nella zona in cui Maldonado è stato visto l’ultima volta, ma senza risultati.

Dallo scorso anno, il Ministero della Sicurezza tenta di classificare la RAM Mapuche come un’organizzazione terroristica, nonostante una sentenza contraria emessa dalla Corte Suprema.

Il 31 luglio, membri delle comunità mapuche hanno protestato davanti al tribunale federale di Bariloche per l’arresto arbitrario di Facundo Jones Huala e sono stati repressi dalla Gendarmeria Nazionale e dal reparto di Assalto Tattico della polizia aeroportuale di sicurezza, con proiettili di gomma sparati ad altezza d’uomo. Nove persone sono state arrestate e molte sono rimaste ferite.

La presentazione del CELS davanti alle Nazioni Unite ci dice che circa 100 membri della Gendarmeria isono entrati in modo rregolare e violento nel territorio della comunità Mapuche Pu Lof in Resistenza, nel dipartimento di Cushamen, provincia di Chubut.

Hanno sparato munizioni vere e di gomma e bruciati oggetti appartenenti alle famiglie.

Santiago Maldonado, 28 anni, residente a El Bolson, è stato visto l’ultima volta mentre fuggiva da tale persecuzione. Portava un piccolo zaino con effetti personali e documenti, che non è stato ancora trovato.

Quando circa 30 membri in uniforme della Gendarmeria hanno iniziato a sparare, diverse persone presenti sulla scena sono corse verso il fiume, a circa 100 metri ad est della comunità. Alcuni sono riuscite ad attraversarlo e fuggire.

Diversi testimoni hanno visto Santiago correre per ripararsi dal fuoco. Non è riuscito ad attraversare il fiume e si era rifugiato sotto un albero. Dall’altra parte del fiume, quelli che erano riusciti a fuggire hanno visto Santiago rimanere lì accovacciato tra i 20 e i 25 minuti, fino a quando lo hanno perso di vista ma potevano sentire la voce di due dei gendarmi che avrebbero intimato a qualcuno “abbiamo qui uno” e un altro gendarme dire “sei in arresto”.

Dall’altra parte del fiume, una persona che era su una collina, ha visto un gruppo di poliziotti percuotere un giovane uomo ammanettato. Ma non è riuscito a identificarlo con precisione a causa della distanza; nessuno degli altri membri della comunità è stato arrestato nel territorio.

Più tardi, intorno alle 13.30, un altro uomo che era dall’altra parte del fiume ha potuto anche lui osservare che tra i sei e gli otto soldati formavano una linea tentando di nascondere qualcosa mentre cercavano di entrare attraverso la porta sul retro di un furgone della Gendarmeria.

Questo furgone, bianco con I vetri verdi (oscurati) era entrato nel territorio indio in retromarcia, e si è poi ritirata lungo la Route n° 40, verso la città di Esquel.

Il CELS si è messo in comnicazione con due segretari di Stato per porre all’attenzione lo status di Maldonado. Il capo della sicurezza, Eugenio Burzaco, superiore formale di Noceti, ha risposto che avrebbe cercato di scoprire cosa era successo. Il responsabile del comitato per i Diritti dell’uomo e il pluralismo culturale, Claudio Avruj, ha risposto che avrebbe provveduto intanto a contestare l’accaduto. Dopo un giorno e mezzo ha in effetti presentatoun lungo rapporto che espone in dettaglio i passi formali fatti su richiesta del Tribunale Federale di Esquel, ma presenta la prima scomparsa del governo attuale come un semplice “ricerca di persona scomparsa”

(Da Pagina 12) da Contropiano*

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