Cuba non ti dimentica, Camilo

Camilo Cienfuegos non giunse a L’Avana quel 28 ottobre del 1959, com’era previsto. L’aereo di marca CESSNA 310 No. 53 che aveva preso a Camagüey perse la rotta a metà del cammino e scomparve in mare senza lasciare traccia.

Dopo una ricerca incessante del corpo dell’Eroe di Yaguajay, si determinò che Camilo, che aveva compiuto nel mese di febbraio 27 anni, non era sopravvissuto a quel tragico volo.


Sono passati  58 anni e Cuba non lo dimentica. Il 28 ottobre si onora il suo nome e da allora migliaia di cubani rendono omaggio all’Eroe di Yaguajay, com’è stato fatto ieri venerdì  27, in Piazza della Rivoluzione José Martí della capitale, nel pomeriggio.

Giovani e studenti di differenti età, ex combattenti e autorità cubane, si sono concentrate di fronte all’immagine del Signore dell’Avanguardia che appare sulla facciata del Ministero delle Comunicazioni dal 2009.

«Camilo non è morto, è presente nei cubani che contribuiscono ad edificare, per il bene di tutti, una Cuba degna di una tradizione come questa », ha detto  Karenny Heinrich, studente nella scuola media che porta il nome di questo Eroe, durante la cerimonia politico militare.

«I giovani ammirano il suo valore, il suo carisma e la sua fedeltà: per questo non sarà mai dimenticato», ha aggiunto.

Ha presieduto la cerimonia la membro del Burò Politico del Partito, Mercedes López Acea, prima segretaria del Partito a L’Avana; il generale di divisione della riserva, José Ramón Fernández, Eroe della Repubblica di Cuba;  il generale di divisione Roberto Legrá Sotolongo, secondo capo dello Stato maggiore e capo della direzione del Ministero delle Forze Armate Rivoluzionarie, e membri dell’ Associazione dei Combattenti della Rivoluzione Cubana.

Dopo la cerimonia, il popolo della capitale ha realizzato la tradizionale processione verso il Malecón per lanciare fiori in mare come espressione di rispetto e d’affetto.

Nel tardo pomeriggio il litorale era coperto di fiori.

«Io ti voglio bene, Camilo»,  ha gridato il piccolo Lemus Montaño dopo aver lanciato una rosa in mare dalle spalle di suo padre, che è sempre venuto qui ogni anno da quando ha dei ricordi.

CAMILO CIENFUEGOS: AMATO E INDIMENTICABILE

Coerentemente con il richiamo che la patria soffocata nel sangue da una tirannia pro imperialista faceva ai giovani a metà del secolo XX, Camilo Cienfuegos ha dato segni del suo patriottismo dai primi anni della sua gioventù.

Dopo lo sbarco del Granma, il 2 dicembre 1956, avrebbe dimostrato in combattimento le sue qualità come combattente rivoluzionario.

Il suo valore e la sua audacia lo hanno reso famoso. La sua modestia e la sua giovialità gli hanno guadagnato l’affetto dei suoi compagni.

Passo a passo, ma con relativa rapidità, nelle file dell’Esercito Ribelle Camilo è passato da semplice soldato a Comandante Capo di Colonna ed è diventato uno delle più importanti guide guerrigliere.

In una lettera ai suoi genitori, a poco di iniziata la lotta insurrezionale, esprimeva già la sua fede nella vittoria.

COERENZA TRA PENSIERO E AZIONE

La validità e la purezza dei principi di Camilo Cienfuegos sono manifestate tanto nelle lettere che ha scritto come nella pratica rivoluzionaria.

Poco dopo il secondo attacco alla caserma di Pino del Agua, nel quale Camilo è stato ferito, il suo compagno William Gálvez si era avvicinato alla sua amaca per vederlo.

Colui che a quel tempo era già il “Señor de la Vanguardia”, fece sapere a Gálvez che le ferite erano le conseguenze proprie della guerra, e l’enfatizzò: “morire per la patria è vivere”. Camilo ha indirizzato la sua vita sul percorso più difficile, quello con più rischi e maggiori sacrifici.

La sua profonda consapevolezza del compimento del dovere, la sua responsabilità e la volontà incrollabile, sono stati il fondamento psicologico-morale delle sue gesta militari e degli atti di eroismo e di abnegazione di cui è stato protagonista.

Autore: Khaty Rojas Traduzione: Redazione di El Moncada

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